domenica 20 gennaio 2013
Pax Minoica. La guerra entra nella Civiltà Minoica.
Pax Minoica
La guerra entra nella Civiltà Minoica
di Maurizio Feo
Alcuni ricercatori dell’Università di Sheffield hanno scoperto che l’antica Civiltà Cretese conosciuta come Minoica possedeva forti tradizioni marziali.
In contraddizione con la visione più comunemente accettata che interpreta i Minoici come una popolazione amante della pace.
Lo studio è stato condotto da Barry Molloy (Dipartimento di Archeologia della Sheffield) ed ha indagato sulle popolazioni dell’Età del Bronzo di Creta, che – a quanto sembra – crearono la prima Società Europea basata su complessi urbanizzati.
Si tratta di un mondo che è stato scoperto poco più di un secolo fa e si pensava fosse composto da una popolazione prevalentemente pacifica. Con il passare del tempo quest’area divenne il paradigma esemplare di una società pacifista, nella quale guerrieri e violenza non trovavano posto o giocavano un ruolo insignificante.
Questa visione è – ovviamente – utopistica e non è sopravvissuta alla critica della moderna accademia (1), ma persiste nello sfondo e la si ritrova ancora sorprendentemente spesso in vari testi anche moderni, tanto che sembrerebbe ancora essere l’unica valida nella cultura popolare corrente. I ritrovamenti che adombrerebbero - o addirittura dimostrerebbero - i sacrifici umani sono tutt'oggi controversi, in quanto inaccettati dai ricercatori greci (2).
I ricercatori della Sheffield University – con l’esperienza pluriennale di numerosi scavi per altri progetti archeologici sull’isola di Creta – si sono domandati in quale modo una società così complessa potesse sostenere il confronto (sia commerciale che di controllo delle risorse) con grandi potenze quali l’Egitto e malgrado ciò conservare una struttura interna egualitaria e cooperativa.
È giusto essere davvero tanto ottimisti circa la natura umana? L’equipe ha quindi cominciato a cercare segni indiscutibili di violenza, guerrieri e guerra e rapidamente si è rivelata tutta un’altra verità – rispetto al vecchio preconcetto pacifico – sempre più ovvia e sempre più ampiamente diffusa in una sorprendentemente vasta gamma di ambienti…
Le ricerche, basate sui recenti sviluppi nello studio della conduzione della guerra in società primitive, mostrano anzi che la guerra era proprio una delle caratteristiche che maggiormente improntavano la Civiltà Minoica e che l’identità guerriera era una delle espressioni principali che contraddistingueva il sesso maschile.
Le attività dei guerrieri includevano compiti differenti, quali: tornei di boxe, dimostrazioni pubbliche di salto del toro, gare di lotta, caccia, confronti in duelli ed allenamenti. Le ideologie di guerra hanno permeato di sé la religione e l’arte, l’industria, la politica ed il commercio. Le pratiche sociali circostanti e relative alle tradizioni marziali costituivano una parte evidente dello sviluppo di questa società e del modo in cui essa stessa si vedeva.
Anche i famosi Micenei – gli ‘eroi’ della Guerra di Troia – raccolsero l’eredità dei metodi di guerra Minoica, adottando le sue stesse armi, le pratiche e le ideologie.
Di fatto è a Creta che si deve guardare, se si vuole identificare l’origine della maggior parte delle armi che avrebbero in seguito dominato in Europa, quasi fino al MedioEvo: spade, asce da guerra, scudi, lance e probabilmente anche armature.
La quantità di violenza, sia esemplificata nei reperti materiali, sia simboleggiata nei materiali culturali della Creta presitorica, è sconvolgente, secondo i ricercatori della Sheffield University. Armi e cultura guerriera sono rappresentati variamente, ma con continuità, nei santuari, nelle tombe, nelle singole unità domestiche e nei ‘ripostigli’. Tali reperti possono essere osservati anche nei materiali da portare durante eventi sociali quali l’amministrazione pubblica, i festini, o perfino negli ornamenti individuali.
C’erano pochi e limitati campi, a Creta, nei quali non intervenisse una componente marziale, che era rinvenibile persino nei simboli utilizzati nei loro documenti scritti.
Gli studi di Molloy guardano alla guerra come ad un processo sociale, ricercando specialmente i meccanismi di sostegno (strutturali e psicologici) che agevolavano l’intraprendere una guerra e i metodi attraverso i quali la guerra stessa entrava nelle logiche sociali come parte integrante di esse.
Questo punto di vista permette una comprensione più completa della Civiltà Minoica, secondo i ricercatori della Sheffield. Quando si consideri la guerra come un processo normativo, che possieda correlazioni incrociate con altre pratiche sociali usuali e accettate, possiamo iniziare a vedere i guerrieri e la belligeranza potenziale permeante il tessuto societario Cretese in modo sistematico.
Le componenti sociali ed istituzionali della guerra influenzavano gli schemi insediativi, l’uso del paesaggio, la forma della rete commerciale, le pratiche religiose, l’arte, l’amministrazione e molto altro ancora. Tanto da potere affermare che – nella Creta preistorica – la guerra si potesse considerare indirettamente uno dei fattori costanti nel plasmare le singole vite quotidiane della popolazione.
Se dobbiamo cercare di comprendere meglio in quale modo le Elites Cretesi manipolavano economia, religione e violenza, allo scopo di controllare il loro mondo, dobbiamo addentrarci in questo concetto di “guerra al di là della guerra”.
Solo in questo modo – cioè riconoscendo i risultati materiali dei metodi di vita guerreschi, con tutta la disparità sociale ed il disordine implicati – possiamo interpretare meglio che cosa davvero significasse la guerra nella Creta Antica.
Source: University of Sheffield [January 15, 2013]
(1) D'altra parte, il lavoro di Stella Chryssoulaki sui piccoli avamposti o corpi di guardia (guard-houses) nella parte orientale dell'isola rappresenta possibili elementi di un sistema difensivo. Le affermazioni riguardo al fatto che essi non producessero armi sono erronee; le spade di tipo minoico A (trovate nei palazzi di Mallia e Zarkos) erano le più eccellenti in tutto l'Egeo (Vedi Sanders, AJA 65, 67, Hoeckmann, JRGZM 27, o Rehak e Younger, AJA 102).
(2) Prove riguardo al fatto che i minoici possano avere praticato sacrifici umani sono state trovate in tre siti:
(a) Anemospilia, in una costruzione del MMII vicino al Monte Juktas, interpretata come un tempio,
(b) un complesso santuario dell'AMII a Fournou Korifi nel centro-sud di Creta, e
(c) Cnosso, in un edificio del TMIB noto come la "casa a nord."
Nelle immagini alcuni affreschi di inizio II Millennio a.C. attribuiti alla civiltà minoica.
La guerra entra nella Civiltà Minoica
di Maurizio Feo
Alcuni ricercatori dell’Università di Sheffield hanno scoperto che l’antica Civiltà Cretese conosciuta come Minoica possedeva forti tradizioni marziali.
In contraddizione con la visione più comunemente accettata che interpreta i Minoici come una popolazione amante della pace.
Lo studio è stato condotto da Barry Molloy (Dipartimento di Archeologia della Sheffield) ed ha indagato sulle popolazioni dell’Età del Bronzo di Creta, che – a quanto sembra – crearono la prima Società Europea basata su complessi urbanizzati.
Si tratta di un mondo che è stato scoperto poco più di un secolo fa e si pensava fosse composto da una popolazione prevalentemente pacifica. Con il passare del tempo quest’area divenne il paradigma esemplare di una società pacifista, nella quale guerrieri e violenza non trovavano posto o giocavano un ruolo insignificante.
Questa visione è – ovviamente – utopistica e non è sopravvissuta alla critica della moderna accademia (1), ma persiste nello sfondo e la si ritrova ancora sorprendentemente spesso in vari testi anche moderni, tanto che sembrerebbe ancora essere l’unica valida nella cultura popolare corrente. I ritrovamenti che adombrerebbero - o addirittura dimostrerebbero - i sacrifici umani sono tutt'oggi controversi, in quanto inaccettati dai ricercatori greci (2).
I ricercatori della Sheffield University – con l’esperienza pluriennale di numerosi scavi per altri progetti archeologici sull’isola di Creta – si sono domandati in quale modo una società così complessa potesse sostenere il confronto (sia commerciale che di controllo delle risorse) con grandi potenze quali l’Egitto e malgrado ciò conservare una struttura interna egualitaria e cooperativa.
È giusto essere davvero tanto ottimisti circa la natura umana? L’equipe ha quindi cominciato a cercare segni indiscutibili di violenza, guerrieri e guerra e rapidamente si è rivelata tutta un’altra verità – rispetto al vecchio preconcetto pacifico – sempre più ovvia e sempre più ampiamente diffusa in una sorprendentemente vasta gamma di ambienti…
Le ricerche, basate sui recenti sviluppi nello studio della conduzione della guerra in società primitive, mostrano anzi che la guerra era proprio una delle caratteristiche che maggiormente improntavano la Civiltà Minoica e che l’identità guerriera era una delle espressioni principali che contraddistingueva il sesso maschile.
Le attività dei guerrieri includevano compiti differenti, quali: tornei di boxe, dimostrazioni pubbliche di salto del toro, gare di lotta, caccia, confronti in duelli ed allenamenti. Le ideologie di guerra hanno permeato di sé la religione e l’arte, l’industria, la politica ed il commercio. Le pratiche sociali circostanti e relative alle tradizioni marziali costituivano una parte evidente dello sviluppo di questa società e del modo in cui essa stessa si vedeva.
Anche i famosi Micenei – gli ‘eroi’ della Guerra di Troia – raccolsero l’eredità dei metodi di guerra Minoica, adottando le sue stesse armi, le pratiche e le ideologie.
Di fatto è a Creta che si deve guardare, se si vuole identificare l’origine della maggior parte delle armi che avrebbero in seguito dominato in Europa, quasi fino al MedioEvo: spade, asce da guerra, scudi, lance e probabilmente anche armature.
La quantità di violenza, sia esemplificata nei reperti materiali, sia simboleggiata nei materiali culturali della Creta presitorica, è sconvolgente, secondo i ricercatori della Sheffield University. Armi e cultura guerriera sono rappresentati variamente, ma con continuità, nei santuari, nelle tombe, nelle singole unità domestiche e nei ‘ripostigli’. Tali reperti possono essere osservati anche nei materiali da portare durante eventi sociali quali l’amministrazione pubblica, i festini, o perfino negli ornamenti individuali.
C’erano pochi e limitati campi, a Creta, nei quali non intervenisse una componente marziale, che era rinvenibile persino nei simboli utilizzati nei loro documenti scritti.
Gli studi di Molloy guardano alla guerra come ad un processo sociale, ricercando specialmente i meccanismi di sostegno (strutturali e psicologici) che agevolavano l’intraprendere una guerra e i metodi attraverso i quali la guerra stessa entrava nelle logiche sociali come parte integrante di esse.
Questo punto di vista permette una comprensione più completa della Civiltà Minoica, secondo i ricercatori della Sheffield. Quando si consideri la guerra come un processo normativo, che possieda correlazioni incrociate con altre pratiche sociali usuali e accettate, possiamo iniziare a vedere i guerrieri e la belligeranza potenziale permeante il tessuto societario Cretese in modo sistematico.
Le componenti sociali ed istituzionali della guerra influenzavano gli schemi insediativi, l’uso del paesaggio, la forma della rete commerciale, le pratiche religiose, l’arte, l’amministrazione e molto altro ancora. Tanto da potere affermare che – nella Creta preistorica – la guerra si potesse considerare indirettamente uno dei fattori costanti nel plasmare le singole vite quotidiane della popolazione.
Se dobbiamo cercare di comprendere meglio in quale modo le Elites Cretesi manipolavano economia, religione e violenza, allo scopo di controllare il loro mondo, dobbiamo addentrarci in questo concetto di “guerra al di là della guerra”.
Solo in questo modo – cioè riconoscendo i risultati materiali dei metodi di vita guerreschi, con tutta la disparità sociale ed il disordine implicati – possiamo interpretare meglio che cosa davvero significasse la guerra nella Creta Antica.
Source: University of Sheffield [January 15, 2013]
(1) D'altra parte, il lavoro di Stella Chryssoulaki sui piccoli avamposti o corpi di guardia (guard-houses) nella parte orientale dell'isola rappresenta possibili elementi di un sistema difensivo. Le affermazioni riguardo al fatto che essi non producessero armi sono erronee; le spade di tipo minoico A (trovate nei palazzi di Mallia e Zarkos) erano le più eccellenti in tutto l'Egeo (Vedi Sanders, AJA 65, 67, Hoeckmann, JRGZM 27, o Rehak e Younger, AJA 102).
(2) Prove riguardo al fatto che i minoici possano avere praticato sacrifici umani sono state trovate in tre siti:
(a) Anemospilia, in una costruzione del MMII vicino al Monte Juktas, interpretata come un tempio,
(b) un complesso santuario dell'AMII a Fournou Korifi nel centro-sud di Creta, e
(c) Cnosso, in un edificio del TMIB noto come la "casa a nord."
Nelle immagini alcuni affreschi di inizio II Millennio a.C. attribuiti alla civiltà minoica.
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