lunedì 3 gennaio 2011
Da Tharros ai fenici
Le ceramiche sarde a cavallo fra Bronzo e Ferro
di Pierluigi Montalbano
Bronzo recente:
Abbiamo due fasi: Muru Mannu di Tharros e Antigori.
Nella prima fase abbiamo tegami regolari con solcature che si intrecciano, come già scrisse l’Acquaro (bisogna fare attenzione a non scambiare i frammenti per pezzi appartenenti ad olle a tesa interna). Le superfici sono nere lucide inornate e le forme sono caratterizzate da pareti sottili che non sono testimoniate nel Bronzo Medio, caratterizzato da pareti spesse. Le ciotoline carenate hanno anse che si insellano, documentate anche nella successiva fase Antigori. Anche le grandi olle con colletto basso proseguono nella facies Antigori. Gli orci hanno spesso due grandi anse. I bollitori sono simili a quelli dell’Appenninico, a dimostrazione del parallelismo fra Sardegna e Italia peninsulare. Le spalle dei tegami sono concave o oblique, e la decorazione a pettine, che compare nel Bronzo Recente, non compare mai nei tegami delle facies precedenti.
Nella fase Antigori, il labbro è appiattito o obliquo, ma comunque ingrossato e le forme persistono fino al I Ferro. Le anse sono quasi sempre ad anello, e in questa fase la forma dell’ansa è ellittica: allungata e appiattita. Ritroviamo queste anse anche nelle ollette a collo. Queste presentano le anse a orecchia ellittica sulla pancia.
Le conche con labbro ingrossato a spigolo interno presentano generalmente delle piccole anse regolari di forma ellittica. Altre conche hanno labbro a chiodo che tende a diventare triangolare nella parte superiore, ossia ad ingrossarsi. Le scodelle e i calici per il vino somigliano molto ai modelli micenei: sono basse e presentano una piccola bugna come presa.
Le fuseruole discoidali iniziano ad assumere una forma lenticolare. Una caratteristica delle fuseruole è un ciclico cambio di gusto che si ricicla nei vari periodi e bisogna stare attenti alle classificazioni.
I tegami a volte sono decorati anche all’interno, con solcature a pettine o disegni a scacchiera simili a quelli del Bronzo Medio. Alcuni studiosi confondono i tegami con i coperchi delle grandi anfore, e sono proprio le decorazioni che svelano l’utilizzo reale.
Nell’oristanese e nelle zone interne della Sardegna le colorazioni nere e grigio ardesia, tipiche locali, tendono a conservarsi, a differenza del nord e del sud dell’isola dove diminuiscono e si accompagnano alle ceramiche chiare e dipinte, di provenienza greca e micenea IIIB, ad Antigori di Sarroch e al Nuraghe Arrubiu di Orroli ad esempio.
Nelle zone meridionali della Sardegna compaiono olle con labbro quadrangolare, apparentemente arcaico ma le anse ellittiche suggeriscono un inserimento nel Bronzo Recente.
Iniziano anche delle anforette tornite con prese ampie che sembrano legate alla diffusione del vino.
Nel Campidano troviamo olle realizzate con tornio lento, di colore giallo o con tonalità rosate e grigie, con orlo semplice appiattito e 2 o 4 anse allungate.
Iniziano le prime brocchette a orlo piatto, con forma globulare o biconica e bugne forate o solcate.
Le ceramiche decorate a pettine sono realizzate con uno strumento a dentelli che imprime dei piccoli fori sulla superficie A volte le decorazioni sono realizzate con simboli ispirati al sole o al carro, con raggi o a fasce.
Bronzo Finale:
Proseguono le ceramiche inornate ma verso la fase finale, e poi nel Ferro, iniziano ceramiche caratterizzate da belle decorazioni incise a spina di pesce o con motivi a piccole coppelle, simili ai vasi del proto-villanoviano.
Conosciamo due fasi (Oristano e Barumini) ma la classificazione è ancora troppo generica: pregeometrica e geometrica.
La fase Oristano si differenzia da quella successiva di Barumini perché è caratterizzata da ceramiche grigie inornate, meno pure dalle belle ceramiche lucide nere e grigio-ardesia. Il gran numero di scodelle suggerisce una maggiore sedentarizzazione della vita della comunità e un buon tenore di vita, almeno alimentare.
Le ciotole carenate con spalla alta e profilo dolce presentano bugne o anse a maniglietta, ad impostazione orizzontale, non presenti nel Bronzo Recente. Continuano le olle, sia a labbro triangolare che quadrangolare. Proseguono anche le anforette con 2 anse a gomito appiattite, e appaiono le ansa e gomito rovescio.
Compaiono le anfore a taglio obliquo e corpo carenato, quasi biconico. In alcuni vasi del centro-nord si notano dei peducci. La decorazione è generalmente sulle anse e sulla spalla.
Tutte queste forme della fase Barumini Surbale si trovano anche nelle fasi della distruzione di Lipari (Ausonio II), pertanto dobbiamo inquadrarle intorno al 850 a.C.
Dalle fonti emerge che l’acropoli di Lipari fu distrutta e abbandonata intorno al 850 a.C. per poi essere riabituata intorno al 650 a.C. ed è interessante trovare tanta presenza sarda (sia con produzione, sia con imitazione delle ceramiche) in quella zona e in quel periodo. Troviamo scodelle a calotta, a volte ombelicate, che presentano sia la bugna ellittica a rilievo sulla spalla, sia una piccola ansa ristretta, che deriva da quelle del Bronzo Recente. La colorazione è rosata e si diffonderà nel Primo Ferro.
Le decorazioni, spesso a foglie, sono impresse con punzoni. In alcune anse si notano dei beccucci, per favorire la bevuta dal vaso, ma nel Ferro compaiono anche brocchette a taglio obliquo senza beccuccio. In questa fase abbiamo grandi ciotole biansate a maniglie rialzate con spalle e vasca curvi. Le anforette con bocca piana iniziano nel Bronzo Recente e persistono fino al Ferro trasformandosi in quelle anfore con anse sulla spalla (e non sull’orlo).
Le olle a gomito rovescio caratterizzate da nervature alla base del collo, come quelle di Surbale, vedono motivi a cerchielli semplici impressi a cannuccia che mostrano la fase di passaggio fra Bronzo finale e Primo Ferro.
Le decorazioni del periodo geometrico sono in stretta sintonia con usi, costumi e religiosità della comunità. Abbiamo un cambiamento in ambito religioso con la comparsa di crescenti lunari e altri simboli legati al culto.
Fuseruole, pesi e contrappesi per telaio, alari per spiedi continuano nel loro ciclo di appiattimenti, forme arrotondate e forme discoidali.
Nel Primo Ferro compare un interessante cratere (a Ittireddu), simile a quelli del XII-XI a.C. nel Vicino Oriente (Israele e Palestina), caratterizzati da labbro ingrossato e arrotondato, forma carenata e rastremata verso il basso, anse a gomito, e a volte decorazioni.
A Surbale compare la Pintadera, con varie forme e vari utilizzi, anche come timbri per decorare il pane o come calendari.
Alcune forme interessanti sono state ritrovate a Sardara nella sala del consiglio e nella capanna 1. In quest’ultima si trova un ripostiglio con un ciotolone a spalla rientrante e ansa appiattita, ad anello, legato alla consacrazione della capanna, al suo rito di fondazione in prossimità dell’ingresso.
Nell'immagine i ritrovamenti di ceramiche micenee in Sardegna
P.S. Dietro segnalazione dell'amico Roberto, che ringrazio, inserisco una nuova immagine con la carta della Sardegna nella quale appaiono alcuni siti cerchiati in blu vicini a quelli segnati in rosso nella precedente immagine. La posizione dei siti in blu è segnalata con maggior precisione rispetto ai rossi.
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