sabato 11 dicembre 2010
Strada Etrusca
LUCCA, IL MISTERO DI UNA STRADA ETRUSCA CHE FORSE E' UN LETTO FLUVIALE.
I DUBBI DI 4O STUDIOSI E CITTADINI
« La scoperta a S. Filippo, alle porte di Lucca, di un ‘pezzo’ di una larghissima strada etrusca risalente ad “almeno 2400 anni”, ha lasciato tutti a bocca aperta suscitando interesse nella comunità scientifica internazionale e nell’opinione pubblica. La notizia di stampa è del 10 aprile 2010. Elisabetta Abela, coordinatrice degli scavi, l’ha sottolineata in termini entusiastici: “Posso confermare che questo ritrovamento è di epoca etrusca…E’ chiaro che vogliamo saperne di più sia sulla datazione esatta sia sulla funzione di questa imponente strada”. Altrettanto soddisfatto è apparso il dottor Giulio Ciampoltrini della soprintendenza per i beni archeologici della Toscana: “le archeologhe hanno fatto un bel colpo” – ha spiegato – “è proprio vero che la sostanza di questo mestiere è quella di far scavare a gente in gamba”. Pur perplesso sulle dimensioni del manufatto (“dieci metri più altri 6 per ciascun lato: 22 metri in tutto”), lo studioso, tuttavia, ne ha sostanzialmente ribadito la funzione (“una carreggiata”) e la cronologia (“sicuramente di epoca preromana”)».
«Poi, da aprile a oggi, nessuna precisazione, nessun ridimensionamento da parte dei responsabili degli scavi. Sicché è rimasta valida e inalterata la notizia-bomba: “A S. Filippo torna alla luce l’asse nord-sud di 2400 anni fa. Una strada etrusca nell’area del nuovo ospedale. Emerso un imponente tracciato largo ben 22 metri, formato da ciottoli, ghiaia e sabbia”. Non si può non rimanerne affascinati e, al tempo stesso, un tantino perplessi: ventidue metri di larghezza! Quasi quattro volte più ampia rispetto alla via del Frizzone! Notice étourdissante, si direbbe in Francia, proprio nel senso che ti lascia stordito in quanto stravolge ogni conoscenza. Si pensi che l’ Appia antica, ‘regina viarum’, in confronto all’etrusca Lucca/S. Filippo appare un viottolo».
«Su questo fuoco abbagliante è calata una pesante coltre di silenzio. Davvero inspiegabile se si considera che Ciampoltrini aveva dichiarato con decisione che non sarebbe accaduto “come al Frizzone dove tutto sembra caduto nel dimenticatoio”. Perciò molti, compresi i sottoscritti, si chiedono i motivi di questo nuovo ‘dimenticatoio’. Cos’è successo? Perché a S. Filippo è stata relegata nell’oblio una scoperta archeologica stupefacente, che onora chi l’ha fatta e che dà lustro a Lucca? I silenzi e le ombre, si sa, alimentano le ragioni di chi dubita. Da qualche tempo, infatti, si mormora che la strada a S. Filippo non ci sia mai stata, né mega né parva, e meno che mai in epoca etrusca o preromana. Conoscendo i protagonisti del sensazionale rinvenimento, ci rifiutiamo di crederlo. Ma al contempo, in nome della chiarezza e della trasparenza, che costituiscono un atto dovuto sia nei confronti del mondo scientifico sia verso i cittadini che hanno pagato gli scavi, invitiamo Ciampoltrini e Abela a fornire pubblicamente elementi e dettagli a sostegno della loro interpretazione».
Dott.. Michelangelo Zecchini, archeologo, Lucca
Prof. Giuseppe Centauro, architetto, Università di Firenze
Prof. Stéphane Toussaint, Centre National de la Recherche Scientifique, Parigi
Prof. Michel-Yves Perrin, Ecole Pratique des Hautes Etudes, Parigi.
Dott.ssa Monique Le Bel, giornalista, Lucca
Prof. Francesco Mallegni, ordinario di Antropologia, Università di Pisa
Dott. Alessandro Mrakic, architetto, Cooperazione Italiana Patrimonio Culturale, Gerusalemme
Prof. Gianfranco Bracci, docente e scrittore, Firenze
Dott.ssa Louise Chagnon, Montréal, Canada
Sig. Jean-Baptiste Toussaint, studente universitario, Lucca
Dott. Mauro Annese, geologo, International Institut of Humankind Studies, Firenze
Dott. Daniele Venturini, archeologo, dottorando in Restauro, Univ. Politecnica di Valencia, Spagna
Prof. Alessandro Magini, docente, Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, Roma
Dott.ssa Claudia Hasslinger, cantante lirica, Firenze
Dott. Marc-André Boudreau, geologo, Montréal, Canada
Dott.ssa Yseult Théraulaz, giornalista, Losanna, Svizzera
Dott. Claude Le Bel, psicologo, Magog, Canada
Prof. Mino Gabriele, docente, Università di Udine
Prof.ssa Flora Bianchini, docente, Lucca
Dott.ssa Valentina Conticelli, Firenze
Dott. Réjean Le Bel, notaio, Chambly, Canada
Sig.ra Yolande Le Bel, Saint-Hubert, Canada
Prof.ssa Teresa Tosi, docente, Lucca
Sig.Gianfranco Bandini, Lucca
Prof.ssa Isabella Giammattei, docente, Lucca
Sig. Claudio Paladini, Lucca
Prof. Pilade Ciardetti, preside, Lucca
Prof.ssa Ilia Menicucci, docente, Lucca
Sig. Giorgio Gabriele, studente, Firenze
Sig. Stefano Lorenzi, direttore AppenninoSlow, Monghidoro, Bologna
Sig. Marco Parlanti, scrittore, Montecatini Terme
Sig. Luca Ubaldo Cascinu, operatore archeologo, Porcari, Lucca
Prof.ssa Margherita Pace, docente, Lucca
Dott.ssa Ornella Migliori, docente, Lucca
Sig.ra Francesca Lombardi, Lucca
Sig.ra Lucia Dianda, studentessa universitaria, Lucca
Dott.ssa Elena Lombardi, Lucca
Sig.ra Silvia Dianda, studentessa universitaria, Lucca
Sig. Antonio Lera, studente universitario, Lucca
Sig.ra Gabriella Lencioni, Lucca
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Unisco il mio stupore a quello manifestato dai cittadini e dagli studiosi. Pur non comparendo nella lista è come se l'avessi firmata.
RispondiEliminaDopo aver letto la lettera scritta da così illustri nomi dell'archeologia, di altre nobili discipline e comuni cittadini non posso non esprimere alcune mie perplessità. Come è possibile che di una scoperta di così tanto rilievo per l'archeologia, inizialmente presentata con tanto fragore non si abbiano più notizie? Se fosse reale, l'equipe che se ne è occupata dovrebbe quantomeno rendere pubblici i risultati di cotanto impegno. Al contrario, come invece, purtroppo, pare, leggendo i quotidiani cittadini e vari blog, mi chiedo come sia stato possibile non accorgersi quasi subito di tale errore. Viste poi le condizioni in cui versa l'archeologia italiana in questo momento, riesco a capire come mai si cerchi di tagliare i fondi...se le scoperte sono queste si capiscono molte cose!
RispondiEliminaBarbara
Il tesoro archeologico costituito dai monumenti presenti in Italia è uno dei pochi elementi non copiabili dal resto del mondo in una società globalizzata come quella attuale. Tagliare i già esigui finanziamenti verso la cultura e la valorizzazione e tutela dei beni culturali, soprattutto quelli esposti agli agenti atmosferici, è un suicidio a lungo termine. Mi associo a qualunque iniziativa volta agli interventi per migliorare il settore.
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