giovedì 11 novembre 2010
Una Stonehenge in Sardegna
Un titolo inflazionato per un monumento finora unico in Sardegna
di Marcello Cabriolu
Nel cuore dell’Isola di Sant’Antioco è possibile visitare un cromlech, un antichissimo osservatorio astronomico, finora rinvenuto solo in Gran Bretagna, segnale di come l’uomo preistorico sardo osservava attentamente la volta celeste e teneva il computo del tempo.
Che la Sardegna fosse la culla di un’antica civiltà, quella nuragica, è risaputo. Che il territorio pulluli letteralmente di strutture preistoriche lo si può facilmente intuire osservando qualsiasi scorcio o paesaggio di quella che anticamente veniva definita “Argyrofleps nesos”. Nonostante molti sardi “inciampino” uscendo di casa in un monumento, le ricerche archeologiche in Sardegna sono ben lungi dalla piena consapevolezza storica dei processi che hanno caratterizzato l’era moderna. Tali processi, di cui si ha testimonianza fin da epoca remota, hanno regalato e continuano a regalare, agli appassionati della cultura sarda, emozioni e stralci di un passato dove l’ingegno umano cercava di imporsi sulla natura o meglio cercava di misurarla e coglierne i benefici. Nell’Isola di Sant’Antioco, nel sud ovest sardo, dove la presenza umana neolitica può vantare le più antiche frequentazioni, alcuni gruppi umani ebbero delle intuizioni sulla periodicità delle stagioni.
“Su Surcitanu”, l’uomo di cultura San Ciriaco forse legato al “suergiu” - come chiamano il sughero da queste parti - conobbe e sfruttò le risorse naturali presenti sul territorio dell’allora penisola sulcitana.
Già perché attorno al periodo in questione - la facies neolitica di San Ciriaco appunto (4000 – 3200 a.C.) - quando l’uomo locale iniziò a creare capanne con zoccolo litico e tetto con ramatura di ginepro e frasche, poggiate su basamenti rocciosi sistemati sugli altipiani, il territorio dell’arcipelago sulcitano era ancora una penisola della Sardegna, solcato da due fiumi preistorici, il Riu Makkarba e il Riu Santu Milanu. In un’epoca di grandi cambiamenti quali l’edificazione di capanne con copertura a corbellatura e la creazione delle prime Domus de Janas monocellulari, si attesta un gruppo umano che tende verso la sedentarietà e attua una fase importantissima della propria evoluzione: la rivoluzione neolitica.
Attraverso l’esperienza diretta o la diffusione delle tecniche, “Surcitanu”, l’uomo preistorico locale, si trasforma da cacciatore-raccoglitore a agricoltore-allevatore, vive le stagioni, semina, irriga, raccoglie, pascola il bestiame. In questo momento particolare l’uomo sente l’esigenza di contare il tempo, di regolare lo scorrere delle lune e dei soli, anche perché intuisce che dal loro susseguirsi e dall’alternarsi delle stagioni, dipenda la sua vita e il suo sostentamento.
Elementi vitali e istinto di sopravvivenza, questi sono gli stimoli ‘scientifici’ che muovono l’animo umano a creare un osservatorio astronomico o meglio definibile “Cromlech” oppure “henge”, se detto all’inglese. Sopra un basamento conosciuto come Sa Corona ‘e Marrocusu (178 mt. s.l.m), zona centrale dell’Isola, a poche centinaia di metri da un menhir conosciuto come Sa Perd’e s’Omini, viene eretto il circolo o, meglio definibile stonehenge – cerchio di pietre.
Più che di un unico cerchio, si tratta di più anelli concentrici, realizzati con macigni di andesite basaltica e materiale vitrofirico - ecco perché sarebbe meglio definirlo “Cromlech”- orientati secondo punti astronomici precisi. La forma ovale della struttura evidenzia un corridoio che conduce ad un macigno, centrale nell’insieme e probabile punto di osservazione, evidenziante il nord geografico. La funzione osservatoria si sviluppa inoltre verso i quadranti est. In particolare, dal macigno centrale si dipartono a raggiera dei corridoi aperti in corrispondenza rispettivamente delle albe, del solstizio d’estate, degli equinozi di primavera e autunno e del solstizio d’inverno. Il fattore curioso è che resa la planimetria del monumento, questa coincida perfettamente con quella dei megaliti stanti nella piana di Salisbury nell’England meridionale.
La struttura che si conserva ancora integra e semisommersa dalla macchia, è capace ancora di assolvere alla sua funzione primaria ovvero di contare il tempo che scorre. “Surcitanu” – il nostro uomo preistorico – avrà perciò avuto dei riferimenti temporali relativi alla semina ovvero quando l’alba si sarebbe spostata verso sud oppure relativi alla mietitura quando cioè il sole si sposta verso nord.
Con l’osservazione della luna l’uomo preistorico avrebbe tenuto il conto della gestazione degli animali allevati e quindi la riproduzione, senza contare la raccolta di prodotti ottenuti dalla macchia mediterranea, tali che in osservanza delle tradizioni popolari, vedono la raccolta legata alla fase di luna crescente.
Ultima ma non meno importante è la funzione riproduttiva dell’essere umano stesso che adesso, nonostante seimila anni di progresso e tecnologia, sembra non volersi scindere da quelle fasi lunari che l’uomo preistorico avidamente controllava e misurava, forse anche nell’attesa di intuirne le vicende future.
per visitare il monumento scrivete a Marcello Cabriolu:
info@santantioco.info
Immagini, dall'alto verso il basso:
1 alba dell'equinozio d'autunno 2009 vista dal corridoio est del cromlech (circa 90-¦ rispetto al nord)
2 cromlech - vista generale
3 la planimetria del circolo megalitico "CORONA DE MARROCCUSU" si sottolinea la perfetta similitudine con il Cerchio di Sarsen - di Stonehenge
4 mire celesti
5 un nuovo rinvenimento il cromlech de "Burruccellu", un vero gigante
6 corridoio visto faccia a sud e spalle a nord
7 alba del sostizio estivo osservata dal punto B
8 vista generale scattata da SSE
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La proposta di Marcello è senz'altro interessante, e siccome l'archeoastronomia è (almeno nella parte archeotopografica) una scienza esatta, la possiamo sottoporre a controllo scientifico.
RispondiEliminalasciamo perdere per ora lo schemino che indica le stazioni del sorgere del sole ai solstizi e equinozi.
Andiamo a discutere della planimentria del monumento, dei quali emerge:
1) che vi sono dei cerchi di pietre concentrici,
2) che in linea con la direzione Nord pare vi sia un corridoio
3)un altro corridoio pare che dal centro del munumento si diparta in direzione est.
dalla planimentia altro non vedo (ma già la presenza della direzione nord ed est è straodinariamnete significativa) cioè non vedo le linee solstiziali.
è possibile chiarire meglio la questione?
cordiali saluti
mauro peppino
PS: Pierluigi capovolgi la figura in questione in modo da far coicidere il Nord con la parte alta dell'immagine, rendi più facile la lettura.
Ok, capovolgo la figura e cedo la parola all'autore, senz'altro più indicato di me in queste questioni.
RispondiEliminaGrazie Pierluigi, col nord in alto la si vede meglio!!
RispondiEliminache vi sia un corridoio di pietre orientato col nord (dando per buona la misurazione di Marcello Cabrilu, come ha fatto la misura? con tacheometro? con la bussola? la sua bussola è stata tarata?) è assolutamente molto interessente.
é possibile che l'autore ci fornisca dei dettagli fotografici sia dei corridoi orientati col nord e con l'est che paiono emergere dalla planimetria e sia dei corridoio solstiziali dei quali nella planimentria non riesco a scorgere nessuna traccia?
saluti
mauro peppino
Cabriolu scrive: "In particolare, dal macigno centrale si dipartono a raggiera dei corridoi aperti in corrispondenza rispettivamente delle albe, del solstizio d’estate, degli equinozi di primavera e autunno e del solstizio d’inverno."
RispondiEliminacaro Cabriolu dalla tua planimetria emerge un solo corridoio: quello orientato col nord(ammesso che la tua misura dell'orientamento sia giusta), puoi fornirci altri dettagli che attestino la presenza degli altri corridoi di cui parli?
tieni conto che nella pianta che mostri di corridoi orientati coi solstizi non c'è nessuna traccia!!
saluti
mauro peppino
Mi scuso per il ritardo nella risposta e provo ad essere più esaustivo in merito. Aggiungerò delle altre foto dove potrete osservare che la pietra M stabilita come punto mediano è quasi rasente a terra. Posizionandosi sui punti A, B, C, e collimando verso l'apertura Est si aprono dei corridoi "sdentati" tra i macigni di 1,20 mt circa di altezza. Durante l'alba del Solstizio d'estate, poggiandosi su B e mirando sul macigno cardine D dell'ingresso a Est, si osserva che il sole spunta dal lato meridionale. La visuale appare completamente libera in quanto abbiamo già precisato che il masso M non oppone ostacolo essendo rasente al terreno, mentre i laterali ad esso oscurano le visuali. Basandosi sullo stesso principio di finestre prospettiche si possono osservare anche gli altri momenti celesti. Alla prima ricognizione visiva e alla misurazione gps, effettuata sia con Google Earth che in elicottero, ho seguito con misurazioni basate su una bussola giroscopica Konus con gradi, primi e secondi. Ho applicato successivamente le coordinate gps al software Stellarium con il quale ho confrontato le misurazioni sommarie fatte con la bussola su albe e tramonti tabellati dal programma sia in epoca attuale che nel Neolitico. Dopo ho confrontato i dati con quelli delle effemeridi forniti dalla Stazione Meteo AM dell'Aeroporto di Decimomannu e infine con la planimetria resa dal contesto di Is Cirquittus - Laconi. La media dei valori in possesso mi ha indicato valiri medi di albe e tramonti per il punto N 39° 4' 48.00"; E 8° 42' 14.40", 189 mt s.l.m.. Sperando di essere stato esaustivo...
RispondiEliminaSaluti
Marcello
Ho inserito le 3 nuove immagini. Grazie Marcello.
RispondiElimina@ Cabriolu,
RispondiEliminanon prendere ad esempio Circuitus perche l'ipotesi astronomica su questo monumento è stata confutata.
se tu avessi ragione sull'esistenza di corridoi orientati lungo gli assi solstiali allora la planimetria che hai presentato è sbagliata, la planimetria piuttosto che mettere in evidenza ciò che affermi mostra un corridoio orientato verso nord e una serie di fila di pietre concentriche.
Non è argomento nel quale il mio punto di vista può essere incisivo, ma la spiegazione di Marcello mi pare concreta.
RispondiEliminaDice:
Posizionandosi sui punti A, B, C, e collimando verso l'apertura Est si aprono dei corridoi "sdentati" tra i macigni (segue fenomeno da osservare).
Questo particolare riesco a notarlo anche io.
l'archeoastronomia è innanzitutto topografia, senza topografia rischia d'essere fantasia!
RispondiEliminalui ha presentato un rilievo (la planimetria dove pare vi sia un corridoio orientato a nord), poi nelle sue asserzioni dice che vi sono sei corridoi orientati rispettivamente solstizi e equinozi, nella planimetria questi non si riesce a distinguerli.
Delle due l'una o ha sbagliato la planimetria e i corridoio sono fantasia.
Uno studio archeoastronomio parte da un preciso rilievo topografico.
Pierluigi l'archeoastrronoia è una scienza esatta , almeno nella determinazione degli oriantamenti, poi sul loro significato possiamo discutere.
Pretende quindi di produrre la massima chiarezza nella parte archeotopografica e archeoastronomia.
Insomma è un preciso rilievo che fa prova (un rielivo che tutti possono andare a verificare).
Insomma se Cabriolu parla di corridoi i corridoi devono emergere dal rilievo!
Insomma l'archeoastronomo deve essere come un ingegnere che porta il suo rilievo al catasto , le impressioni senza rilievo non sono scienza!!
Insomma sarebbe straordinario che a sant'antioco vi fosse una struttura con tanti corridoi interseccanti i solstizi (come capita con tanti nuraghi a corridoio), ma dalla planimetria non emerge, sto cercando di capire se l'autore ha sbagliato il rilievo (a quasto punto gli consiglio di mandare un topografo che gli faccia un rilievo), o vede corridoi immaginari.
Sto dunque dicendo che nella sua analisi manca l'elemento fondamentale, faccia il rilievo preciso, e faccia le sue asserzion in linea con quel rilievo.
Poi chiunque (abbia competenze archeoastronomiche) potrà andare a verificare quanto afferma.
Sto dicendo che Cabriolu deve illustrare compiutamente la sua tesi per ora mi pare molto confusa e contradditoria.
Io spero che lui abbia ragione che vi sono corridoi orientati coi solstizi, ma perchè non emergono dalla planimentria, insomma o ha sbagliato la planimetria o i corridoio sono solo nella sua fantasia!
Perché non fate insieme un sopralluogo?
RispondiEliminaVi interessate ambedue di questo settore (a mio parere siete anche bravi e intellettualmente onesti) e visto che Marcello ha segnalato qualcosa che se fosse dimostrabile, e secondo me lo è, avrebbe una valenza straordinaria, sarebbe opportuno fare una gita di lavoro (se mi volete verrei molto volentieri) e confrontare i dati sul posto, con gli strumenti adatti.