domenica 21 novembre 2010
Il giacinto d'acqua
La pianta killer invade l'Oristanese
A rischio anche il lago Omodeo
di Gianfranco Atzori
Peggio di un'epidemia. Il giacinto d'acqua, dopo avere diffuso paura in cinque comuni, sta colpendo un po' tutto l'Oristanese.
Il giacinto, piantina killer che infesta le acque di Mar'e Foghe, continua a tenere in allarme gli amministratori di Riola Sardo, Nurachi, Zeddiani e Baratili San Pietro. E la “pandemia” ormai si allarga nel resto della provincia tra situazioni «sotto controllo» e veri e propri rischi di contagi preoccupanti: ad Arborea il giacinto d'acqua straripa dal canale. Ma il vero problema potrebbe scoppiare se la calla tropicale, in qualche modo, finisse nel grande invaso dell'Omodeo: è necessario prevenire.
RIOLA
Si implora la dichiarazione dello stato di calamità ma mancano i danni alle persone e dalla Regione nicchiano. Né contribuiscono i pesci morti a Mar'e Foghe, a causa, sembra, della semplice mancanza d'ossigeno. Insomma, al momento il giacinto sembra davvero al sicuro in una botte di ferro, anzi piena d'acqua. Scartata anche la soluzione di liberare lo sbarramento di Pischeredda, per fare confluire la vegetazione galleggiante nello stagno Pontis, dove non avrebbe scampo. Ma nessuno lo può dire con certezza.
LO SMALTIMENTO
Nel summit svoltosi nei giorni scorsi, e che ha lasciato insoddisfatti gli amministratori comunali presenti, è stato anche fatto il punto della situazione in relazione al lavoro svolto da Provincia, Consorzio di Bonifica e operai comunali. «Abbiamo accertato - ha spiegato l'ingegner Porcu - che il giacinto è attualmente ammassato nel tratto che va dal ponte di Riola fino allo sbarramento di Pischeredda, una lunghezza di tre chilometri per una larghezza di circa settanta metri. Una biomassa pari a 6 mila tonnellate, buona parte della quale è stata già prelevata». Un buon lavoro che però cesserà a partire da giovedì prossimo, quando scadrà il test sperimentale avviato dalla Provincia di Oristano. Il Consorzio di Bonifica andrà avanti ancora un po' mentre ai Comuni è stato chiesto di prorogare l'impiego degli operai finora utilizzati. Il guaio è che mancano le risorse e già si pone un altro problema: lo smaltimento della biomassa accatastata sui bordi di Mar'e Foghe. Il sindaco di Nurachi, Filippo Scalas, ha dato disponibilità logistica ma il guaio, come ha precisato Porcu, è che ancora non è chiaro se il giacinto è da considerare rifiuto speciale o altro, se si può bruciare oppure no.
ARBOREA
Intanto si scopre che la piantina vegeta ad Arborea. «È presente nel canale davanti al Comune- spiega il sindaco Pier Francesco Garau - e non si sa come ci sia arrivata. In realtà noi avevamo deposto ninfee per abbellire il corso d'acqua, ma dall'altro versante è comparso misteriosamente il giacinto. Poca roba - precisa - nei prossimi giorni le micidiali piantine verranno asportate dal Consorzio di Bonifica. Lo smaltimento? Intanto finirà tutto all'ecocentro, si vedrà se bruciarla oppure adottare altre soluzioni».
Fonte: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/203863
La natura si riprende sempre ciò che l'uomo manipola e modifica artificiosamente.
In qualche caso è sufficiente ripristinare le condizioni ambientali precedenti, ma in altri (vedi Poetto o le alluvioni che hanno spazzato via le costruzioni di Uta e Capoterra o, peggio, ciò che succede quando l'uomo costruisce nei letti dei fiumi, a valle dei laghi, vicino ai vulcani...) non c'è scampo: la natura è superiore a ogni tentativo di soppressione. L'ambiente è argomento serio e complesso, si regge su equilibri delicati e necessita di attenzioni continue. La politica si interessa poco del problema? Ricordatevi degli amministratori quando verranno a bussare per il voto ormai prossimo. Solo l'intelligenza e la sensibilità possono affrontare gli eventi naturali, l'ignoranza e le maniere forti (specchio del nostro sistema politico con poche distinzioni) producono inefficienza e danni gravi nel lungo periodo.
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http://giuliogaviano.wordpress.com/2013/11/12/giacinto-mare-foghe-pischeredda-lamantini/
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