lunedì 20 settembre 2010
Uva e fichi...nuragici.
Oristano – Un sito archeologico oristanese svela semi di uva e fico
Autore: Martina Calogero Fonte: Archeorivista
Semi di uva e di fico: questi i reperti alimentari, importantissimi per la ricerca archeologica, venuti alla luce nel corso dei lavori di scavo presso l’area nuragica di Sa Osa, nella zona di Cabras.
Gli archeologi Raimondo Zucca e Alessandro Usai sono certi che questi ritrovamenti, effettuati nel corso degli scavi archeologici che hanno interessato l’area di Sa Osa, emersa nella golena del Tirso, nella zona di Cabras, mentre era in corso un’opera per la costruzione di una rotatoria, sono destinati a fare scalpore durante gli incontri internazionale di archeologia. Lo hanno affermato nel corso di una conferenza stampa indetta da Pasquale Onida (presidente della Provincia di Oristano) per risolvere positivamente una situazione che oggi vede fermi sia lo scavo archeologico che il cantiere della rotatoria.
Il ritrovamento più importante a livello scientifico è stato quello di una abbondante quantità di semi di uva e di fico custoditi volontariamente in un pozzo scavato oltre tremiladuecento anni fa, durante l’era del Bronzo recente. All’interno del pozzo sono stati recuperati un’ingente quantità di manufatti in ceramica e alcuni reperti di legno lavorato. Gli archeologi annunciano che questa è la prima volta che vengono portati alla luce oggetti di materiale deperibile, quale il legno, in un’area archeologica nuragica, che si sono conservati per via dell’alto tasso di umidità presenta all’interno del pozzo.
Per portare a termine i lavori di scavo sono necessari almeno quattro mesi di lavoro e la Provincia sta cercando di recuperare i 220.000 euro necessari.
Autore: Martina Calogero Fonte: Archeorivista
Semi di uva e di fico: questi i reperti alimentari, importantissimi per la ricerca archeologica, venuti alla luce nel corso dei lavori di scavo presso l’area nuragica di Sa Osa, nella zona di Cabras.
Gli archeologi Raimondo Zucca e Alessandro Usai sono certi che questi ritrovamenti, effettuati nel corso degli scavi archeologici che hanno interessato l’area di Sa Osa, emersa nella golena del Tirso, nella zona di Cabras, mentre era in corso un’opera per la costruzione di una rotatoria, sono destinati a fare scalpore durante gli incontri internazionale di archeologia. Lo hanno affermato nel corso di una conferenza stampa indetta da Pasquale Onida (presidente della Provincia di Oristano) per risolvere positivamente una situazione che oggi vede fermi sia lo scavo archeologico che il cantiere della rotatoria.
Il ritrovamento più importante a livello scientifico è stato quello di una abbondante quantità di semi di uva e di fico custoditi volontariamente in un pozzo scavato oltre tremiladuecento anni fa, durante l’era del Bronzo recente. All’interno del pozzo sono stati recuperati un’ingente quantità di manufatti in ceramica e alcuni reperti di legno lavorato. Gli archeologi annunciano che questa è la prima volta che vengono portati alla luce oggetti di materiale deperibile, quale il legno, in un’area archeologica nuragica, che si sono conservati per via dell’alto tasso di umidità presenta all’interno del pozzo.
Per portare a termine i lavori di scavo sono necessari almeno quattro mesi di lavoro e la Provincia sta cercando di recuperare i 220.000 euro necessari.
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