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mercoledì 15 settembre 2010

Le iscrizioni nei bassorilievi dell'Antico Egitto 2° parte



I documenti eterni di Tebe 2° e ultima parte
La "Grande iscrizione dell'anno VIII" di regno per Ramses III recita tra l'altro:
"I paesi stranieri si sono stretti in alleanza nelle loro isole, ed essi si sono messi in viaggioe riversati tutto ad un tratto avidi di razzie. Alcuni paesi non hanno saputo resistere al loro braccio: Hatti, Qodè, Qarkemish, Arzawa, Alashiya sono stati recisi come alberi".
(Gli ultimi due paesi citati sono la futura Cilicia e Cipro, la fedele ed antica vassalla commerciale dell'Egitto).
"Fecero base nel paese di Amurru Tali popoli erano i Peleset, i Tekker, i Sekles, i Derden, gli Uashasha, e posto avevano le loro mani Sull'Egitto, fino al confine della terra sicuri nei loro cuori dicevano: Il nostro volere si compirà. Il cuore di dio, il re degli dei, era pronto a spazzarli via, come uccelli, Cosicché forza egli diede al figlio suo, Ramses".
"Gli stranieri giunsero dal loro paese dalle isole del centro del mare e si dirigono verso l'Egitto forti del loro numero. Il nemico aveva di nuovo congiurato per perdere la sua vita contro i confini dell'Egitto essi avevano riunito le pianure e le colline ognuno della sua regione".
"Uscite le vostre armi, inviate le truppe per distruggere i ribelli paesi stranieri, che ancora non conoscono né l'Egitto né la potenza di mio Ammonemio padre. Fuori le armi e mostratele ai paesi ribelli che non conoscono l'Egitto e li domeremo con la abilità di mio padre Ammone".
"Sua Maestà si avvicina all'orizzonte del padrone dell'universo per chiedere a lui la forza, il coraggio, la potenza. Suo padre Ammone, signore degli dei, gli concede una vitalità nuova e la sua congiunta forza distrugge il paese di Timhiu che aveva violato le sue frontiere. Montu e Seth danno la loro magica protezione alla sua destra ed alla sua sinistra. Oup-Ouaou era dinnanzi a lui per proteggergli il cammino e lo rendeva potente per abbattere i paesi spacconi".
"Ho difeso la frontiera della Fenicia istruendo i principi del luogo. Ho istruito i comandanti delle schiere dei Maruani. Ho fatto predisporre con muraglie fortificate l'imboccatura del Nilo, con battelli da guerra, navi e scorte protette da soldati coraggiosi ed armati da prua a poppa, e da truppe d'assalto da me scelte tra le migliori d'Egitto e simili a leoni ruggenti sui monti. Vi ho aggiunto una serie di carri con soldati selezionati ed usi ai cavalli e pronti a calpestare i soldati stranieri. Ma io sono il valoroso Montu fermo alla loro testa in modo che possa vedere ciò che catturano le mie due mani, il re di Basso e Alto Egitto".
"Un muro di lance li circonda sulle rive, e sono trascinati, abbattuti, uccisi, sono ammassati colà ed i loro battelli affondano con tutti i loro beni. Ora i Paesi stranieri settentrionali che erano nelle loro isole tremano nelle loro membra. Essi hanno penetrato le vie delle foci del Nilo e i loro nasi hanno cessato di respirare pur se desiderano il soffio della vita. sua maestà irrompe su loro, come tempesta agile sul campo di battaglia, e la sua valentia irrompe come paura nel corpo dei nemici che sono distrutti ove sono, stretti al cuore, privati del Ba le loro armi sono sparse sul Grande Verde la freccia regale trafigge chi vuole e il fuggiasco può solo cadere nell'acqua. Ammone Ra ha combattuto e vinto e schiacciato i popoli per lui sotto i suoi sandali. Lui è re di Alto e Basso Egitto Signore delle Due terre".
"Io sono colui che si muove, coraggioso e consapevole della propria potenza, l'eroe che protegge le sue armate nel giorno del combattimento".
"Egli è un grande e potente signore, la sua fama ed il terrore che suscita hanno buttato a terra i Nove Archi. E' come un leone che ruggisce sui monti. Tutto il mondo lo teme a motivo della sua gloria. Egli è simile ad un falco padrone delle sue due ali che percorrono con un solo balzo i fiumi e le terre. Egli è un leopardo che ben conosce la sua preda, che afferra con l'attacco, mentre che le sue due mani straziano il torace di chi ha osato violare i suoi confini. Egli si scatena e si impegna nel combattimento, quindi uccide centinaia di migliaia di uomini calpestati dai suoi cavalli. Per egli le moltitudini sono come cavallette ridotte in polvere come farina".
"La spina dorsale dei Tjéméhu è spezzata fino alla fine dei tempi, i loro piedi hanno finito di violare la frontiera dell'Egitto e coloro che sono fuggiti sono adesso miseri e tremanti. La gente di Tjèmèhu è fuggita di corsa; i Mashuash sono in fuga cacciati dai loro paesi. Sono tutti in fuga dal primo all'ultimo Dyd, Mashken, Meryuy e del pari Ourmer, Tjetmer ed ogni capo nemico che attaccò l'Egitto al seguito dei Libi".
Anche in questa occasione agli sconfitti vengono fatte pronunciare delle espressioni di riconoscimento della colpa e della giustezza della relativa pena:
"Gli dei hanno ordinato di ucciderci tutti poiché noi abbiamo volontariamente violato i loro nomoi, e noi adesso conosciamo la grande forza dell'Egitto".
"Ammirate la grande possanza di mio padre Ammone-Ra, dei popoli avevano rivolto i loro volti contro l'Egitto ed i loro cuori errando si affidavano alla forza delle loro braccia, ma una rete venne predisposta per fermarli. E coloro che si addentrarono entrando fin nelle foci del Nilo caddero come uccelli, colpiti ai fianchi, nel luogo ove erano, braccia e petti lacerati. Io ho fatto sì che possiate contemplare la mia potenza manifestata dalle azioni del mio braccio. Ammone-Ra è rimasto alla mia destra ed alla mia sinistra, la sua fama ed il timore che ispira si emanavano dal mio corpo".
"Nel cuore ho con me il mio dio, il re degli dei, Ammon Râ, eroico dio della forza che più grande è di quella degli altri dei e che la vita stessa, per quanto duri e dalle sue mani ci viene data assieme al destino ed a tutti gli anni".
Il cosiddetto "Poema dell'anno XI" di governo di Ramses III ci descrive una ennesima guerra contro la numerosissima popolazione resa indigente del Mediterraneo a causa della pax hittito-aegiptiaca, e della carestia mondiale del XII secolo a.C. verificatasi forse per una serie di variazioni climatiche avverse all'agricoltura:
"Ascoltatemi in tutto il paese, tutti coloro che sono in vita, le giovani generazioni e gli onorevoli anziani del Paese divino. Io sono figlio della valorosa semenza del dio eroe dalla grande forza, re del Sud e del Nord".
"Io ho sconfitto quei paesi stranieri che hanno violato i miei confini, come compete a chi come re è posto sul trono di Atum. Nessun paese nemico è nei miei pressi e sono sicuro di fronte ad essi come un toro dalle corna aguzze".
"Io ho ricacciato i Nove Archi che calpestavano l'Egitto il ricordo del mio nome genera terrore in quei loro paesi. Io ho atterrato i Tekker, le terre dei Peleset, i Danau, gli Uashasha, I Sekles, e tolto la vita ai Meswes (…) Ho portato in alto il capo chino dell'Egitto".
"Meshesher, figlio di Kaper, come loro capo si prostrò steso ed aperto ai piedi del Faraone, generò terrore per timore di me, la sua gente coi suoi figli e l'esercito erano distrutti ed i suoi occhi non vedevano più la luce (il disco) del sole".
"I guerrieri vennero condotti via, come le donne ed i fanciulli prigionieri, le braccia legate al collo, carichi sulle spalle dei loro averi, mentre buoi e cavalli prendevano la via per l'Egitto".
"Il faraone era una torcia potente che sprigionava fiamme provenienti dal cielo per cercare il loro Ba e recidere le loro radici che erano ancora nei loro paesi".
"Raccogliete codesti prigionieri presi dal valente braccio del faraone e portateli come servi nel tempio di Ammone, Re degli dei che con la sua mano ce li ha consegnati".
Discorso di pietà tenuto dall'umiliato capo dei prigionieri, Mesher, pure in presenza del genitore, il vecchio re Kaper, umiliando così il passato ed il futuro dei vinti:
"La vita ci viene da te donata, signore dell'Egitto e luce dei Nove Archi, Ammone tuo padre ci vuole ai tuoi piedi. Agogniamo di rimanere in vita, respirare ancora l'aria, Ed essere servitori del tuo tempio. Tu sei il nostro signore per l'eternità come lo è tuo padre Ammone".
"La trappola è scattata su noi in presenza di Ramses. Il nostro passo ed il nostro cammino non esistono più mentre che egli si siede sul suo trono. Il nostro dio è stato catturato, tale ad una preda, e noi siamo stati resi un bottino dinanzi a lui, che non si volge, mentre che noi l'imploriamo".
"Guarda. Ho distrutto la tua fama per sempre. Dalla tua bocca non verrà più alcuna minaccia contro l'Egitto". Conclude il "Procreato da Ra", in presenza dei suoi sacerdoti e del proprio popolo provato da anni di razzie e di guerra.

Fonte: www.terraeliberazione.org

Immagine da www.anticoegitto.net

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