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venerdì 11 gennaio 2019

Archeologia. Le tribù dei Berberi Libi: Libu, Kehek e Meshwesh. Furono per secoli la spina nel fianco dei faraoni egizi, e alla fine dell'età del Bronzo occuparono le terre occidentali del Delta del Nilo fino a diventare sovrani d'Egitto. Articolo di Pierluigi Montalbano


Archeologia. Le tribù dei Berberi Libi: Libu, Kehek e Meshwesh. Furono per secoli la spina nel fianco dei faraoni egizi, e alla fine dell'età del Bronzo occuparono le terre occidentali del Delta del Nilo fino a diventare sovrani d'Egitto.
Articolo di Pierluigi Montalbano

I berberi Meshwesh vivevano nell’attuale Libia. Il confine con gli egizi fu continuamente teatro di conflitti e progressivamente gruppi di queste popolazioni si insediarono nella regione occidentale del Delta del Nilo, fino a prenderne il controllo intorno al 1000 a.C. I principi Meshwesh (Osorkon, Takelo, Nimlot, Sheshonq) giunsero al completo controllo dello stato egizio nei due secoli successivi, con la XXII dinastia. La loro origine berbera è attestata dalla stele di Paserhor che riporta l'intera genealogia assegnando che il capostipite è Buyuwawa il libico. Compaiono nei testi dell'antico Egitto come fornitori di bestiame al palazzo del faraone Amenofi III, e si conoscono rappresentazioni di
Meshwesh già nel regno di Akhenaton, forse schiavi. Nelle dinastie ramessidi, le relazioni tra egizi e libici furono costantemente segnate da guerre di confine, ad esempio nel tempio di Karnak con il faraone Seti I che combatte contro guerrieri nordafricani indicati come Tjehenu, ossia popolazioni del deserto libico. Gli egizi costruirono delle fortezze costiere al confine occidentale ma, durante il regno di Meremptah, il sistema di fortezze erette dal padre non resistette ai continui attacchi e i libici occuparono le terre del delta del Nilo. Nei rilievi di Karnak Merenptah afferma che i principali avversari furono i Libu, alleati con i Meshwesh e i Popoli del Mare. Nella Stele celebrativa di Merenptah Il, la Stele d’Israele, i rilievi testimoniano la cattura di 9100 spade dei Meshwesh. Con Ramesse III le guerre ripresero, e questa volta furono i Meshwesh, sempre alleati con le tribù libiche e con i Popoli del mare, a portare l’attacco in prima linea con due campagne militari. Ramesse III, con i consueti metodi di propaganda, affermò di aver vinto la guerra e di aver assoldato gli sconfitti come truppe mercenarie. Il pairo Harris riporta che Ramses li insediò nelle sue fortezze in modo che essi imparassero l’egizio sostituendolo alla loro lingua. Verosimilmente, i tentativi di Ramesse III di arrestare l'immigrazione delle popolazioni nordafricane in Egitto fallirono, e nei testi su papiro della XX dinastia leggiamo d’incursioni Meshwesh fino alla regione di Tebe, capitale dell’Egitto. I Libi, nel corso di due secoli, crebbero di rango nella burocrazia Egizia fino a elevati livelli e giungendo a regnare, com'è il caso di Shoshenq I dalla metà del X a.C., artefice di una serie di guerre contro Israele, Giuda e alcune città palestinesi, arrivando a saccheggiare nel 925 a.C. il tempio di Salomone a Gerusalemme. Dopo essere entrato in armi in Tebe, si proclamò Faraone con il beneplacito religioso dei sacerdoti dio Amun, inaugurando la XXII dinastia, nota col nome di Bubastide, dal nome della città di Bubastis, che ne fu il centro amministrativo, e che traeva il nome dalla divinità di Bastet, sua protettrice. Gli egizi conoscevano i Libi fin dalla fine del III Millennio a.C., inclusi nei celebri Nove Archi, i nove nemici tradizionali dello Stato. Nelle rappresentazioni pittoriche egizie, i Libi sono riconoscibili da una o due penne di struzzo tra i capelli, indossano un kilt e ostentano un astuccio per il pene. Le penne di struzzo possiedano il significato di alta posizione sociale sia tra i Meshwesh, sia tra i Libi. Inoltre, in questi due gruppi le élite erano armate con grandi spade di bronzo. I territori Meshwesh e Libu erano adiacenti, vicini a una zona del deserto sahariano costellata da oasi, nelle regioni della Cirenaica e della Marmarica, ben conosciute per l’allevamento di bestiame. Fra le materie prime commerciate c’era il Silfio, una pianta oggi estinta, con ottimi poteri farmacologici come digestivo, lenitivo del dolore nelle ferite e nelle contratture, abortivo, e forniva la base per altri farmaci dell’antichità. Le guerre libiche con l’Egitto non furono sempre attacchi frontali tra eserciti armati, a volte si trattò d’infiltrazioni d’immigrati in cerca di cibo, altre volte furono attacchi di singole tribù e, altre ancora, le guerre furono portate da confederazioni, come nel caso dei Popoli del Mare. Nonostante le vittorie vantate dai faraoni e a dispetto dell’elevato numero di perdite di vite e di beni da parte dei Libi, questi furono una continua minaccia per gli Egizi. Il pericolo era così grande, che Ramesse II e i suoi predecessori decisero di fortificare tutto il perimetro del confine occidentale, costruendo guarnigioni ed erigendo potenti mura introno alle città. I bassorilievi Egizi ci mostrano i Libi come esperti conduttori di carri e fanti armati di archi e frecce. Vari testi Egizi raccontano che i Libi intendessero stanziarsi definitivamente nel territorio del Delta del Nilo, adatto ad agricoltura e pastorizia, infatti, portarono con sé ogni tipo di masserizia e ogni possedimento, oltre a donne  e bambini.


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