sabato 12 gennaio 2019
Archeologia. Gli Achei, i leggendari guerrieri di stirpe greca cantati da Omero nell'Iliade, nemici dei troiani nella guerra di Troia. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Gli Achei, i leggendari guerrieri di stirpe greca cantati da Omero nell'Iliade, nemici dei troiani nella guerra di Troia.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Gli Achei sono una popolazione di stirpe greca proveniente
dalla città di Argo, nell’Argolide. Omero li chiamava anche danai, discendenti
dal mitico Danao, riferendosi ai greci che parteciparono alla Guerra di
Troia, mentre
il termine Argivi si riferisce solo ai nativi del Peloponneso e della Tessaglia
Meridionale. Gli Elleni, invece, sono gli abitanti del nord della Grecia. La prestigiosa stirpe dei mitici achei di Omero, fu la
prima popolazione ellenica, seguita dagli Ioni e dagli Eoli, genti che invasero
la Grecia nel II millennio
a.C., riuscendo a sottomettere i locali, da alcuni indicati come
Pelasgi. Una corrente di pensiero li avvicina ai Micenei, basandosi su vari
reperti archeologici. Si ritiene che queste genti di origine indoeuropea,
attraverso i Balcani, occuparono il Peloponneso intorno
al 1500 a.C.,
in coincidenza con la fine dell'era minoica. Gli invasori argivi furono
fortemente influenzati da
questa cultura
forte e civilizzata, e forse è proprio da questo incontro che si sviluppò la
fiorente civiltà micenea. Gli Achei si
distribuirono in molte altre zone del Peloponneso, nelle isole intorno alla
Grecia e nel resto del Paese. Il ruolo degli Achei nello scacchiere politico
del Mediterraneo orientale è
rintracciabile attraverso le tavolette d’argilla trovate negli archivi degli
ittiti, in cui erano chiamati Ahhiyawa, e nei geroglifici egizi in cui
compaiono con il nome di Ekwesh. Verso la metà del XV a.C., una serie di
campagne militari, incursioni piratesche e guerre navali, riuscì ad
eliminare definitivamente la supremazia minoica a Creta. Poi si spinsero verso
le Cicladi meridionali, Rodi, Cipro e le coste
dell'Asia Minore. Nel XIII secolo a.C. si
avventurarono verso il Mar Nero, non è chiaro se in armi o solo per fondare colonie
commerciali. Dopo la Guerra di Troia, intorno al 1200 a.C., furono coinvolti nelle
vicende dei Popoli del Mare e iniziarono una progressiva decadenza, fino a
essere spazzati via dall’invasione dorica quando, sotto Tisameno, figlio
di Oreste, i Dori invasero l'Argolide, e gli Achei, si rifugiarono nell'Egialea
che avrebbe preso il nome di Acaia dai nuovi invasori. Egialea significa
regione litoranea, denominazione che ben si addice all'Acaia peloponnesiaca
settentrionale. Gli Achei dell'Egialea parlavano come gli Achei Ftioti il
dialetto dorico. Colonizzarono anche le coste orientali dell'Italia
meridionale, ad esempio Sibari e Crotone. I culti dell'Acaia sono simili a
quelli delle altre regioni della Grecia. Da segnalare il santuario di Zeus
Amàrios, in cui si deponevano i documenti dei trattati giurati tra le singole
città e la lega. Gli Achei Ftioti giunsero dal Peloponneso prima della
migrazione dorica. Il nome di Dori, simile a quello di Ioni e di Eoli, è sorto
nelle colonie greche dell'Asia Minore e poi applicato ai connazionali,
tuttavia, occorre rilevare che il mutamento di nome non sempre è indizio di
mutamenti di popolazione. L'Acaia Egialea è una regione montuosa,
con fiumi brevi e precipitosi, asciutti in estate, e nascono nei vicini monti
dell'Arcadia. Le città costiere, da occidente a oriente, sono: Dime, Oleno,
Patrasso, Ripe, Egio, Elice, Ege ed Egira. All’interno abbiamo Fare, Tritea,
Bura, Pellene. L'Acaia Ftiotide va separata dalla Ftiotide tessalica perché gli
Achei sono considerati sudditi dei Tessali, e parlano il dorico, mentre i
Tessali parlano il dialetto eolico.
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Solo supposizioni, di concreto non c'è niente. La realtà è un'altra... https://pierluigimontalbano.blogspot.com/2014/05/iliade-e-odissea-omero-racconto-delle.html
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