mercoledì 30 gennaio 2019
Gli Shardana e i loro porti. Articolo di Gustavo Bernardino
Gli Shardana e i loro porti.
Articolo di Gustavo
Bernardino
Il titolo di questo articolo mi
è venuto in mente guardando la trasmissione “Freedom” di Roberto Giacobbo
andata in onda in data 24 gennaio.
Premetto che la trasmissione
non mi ha entusiasmato perché sarebbe potuta essere molto più utile, ai fini di
una maggiore e puntuale conoscenza della materia trattata (gli Shardana), se
Giacobbo avesse avuto la bontà di ascoltare oltre al Dott. Usai che appare
nella trasmissione, anche altri personaggi che della materia hanno dato prova
di profonda conoscenza, come ad esempio il Prof. G. Ugas, che ha realizzato un
lavoro enciclopedico e ha riscritto la storia della Sardegna nuragica con il
suo “Shardana e Sardegna” (edito da Edizioni Della Torre 2016). Nella puntata
del 24 gennaio, il conduttore non ha fornito nuovi spunti alla conoscenza degli
Shardana, tranne forse aver dato una informazione interessante relativa alle
affermazioni fatte dal Rettore della
domenica 27 gennaio 2019
Archeologia. L’età del Ferro in Sardegna, arte e religiosità si incontrano nella produzione di raffinati oggetti legati al sacro: Bronzetti, Navicelle e Giganti di Monte Prama. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. L’età
del Ferro in Sardegna, arte e religiosità si incontrano nella produzione di raffinati oggetti legati al sacro: Bronzetti, Navicelle e Giganti di Monte Prama.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Durante
la Civiltà Nuragica è evidente un cambio sociale avvenuto intorno al X secolo
a.C., con una serie di tracce archeologiche che vedono la trasformazione del
rituale funerario, con la realizzazione di una nuova tipologia tombale, con pozzetto a ipogeo singolo, che sostituisce le Tombe di Giganti, con l’abbandono
dell’attività edilizia di costruzione di nuovi nuraghi e con l’avvio di un
piano urbanistico che utilizza nuove strutture, realizzate smontando gli
edifici in disuso. Già da due secoli le architetture civili erano affiancate
dai templi a pozzo, raffinati edifici in cui l’acqua è l’elemento privilegiato
per la celebrazione dei culti e dei rituali iniziatici. A queste strutture si
aggiungono alcuni piccoli templi, denominati a megaron, chiamati così perché l’ambiente centrale è prolungato nella
sabato 26 gennaio 2019
Archeologia. L’alba della Civiltà Nuragica, in Sardegna compaiono i primi nuraghi. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. L’alba della Civiltà Nuragica, in Sardegna compaiono i primi nuraghi.
Articolo di Pierluigi Montalbano
La Civiltà
Nuragica, quella che costruì i nuraghi, si sviluppò in Sardegna
durante tutta l’età del Bronzo, dal XVII al X a.C., e continuò poi per altri 5
secoli, attuando una serie di profondi cambiamenti sociali, in un periodo in
cui i sardi non costruivano più torri. Il substrato che consentì il suo
sviluppo si andò formando sul finire del III Millennio a.C., quando la cultura
locale, conosciuta come facies Monte Claro, fu fortemente influenzata dalle
genti del Vaso Campaniforme, portatori d’innovazioni importanti quali
l’architettura dolmenica, nuove tecnologie per la fusione dei metalli e una
forte specializzazione nell’uso delle armi. All’inizio del II Millennio a.C. i
sardi si dedicavano ad attività agricole, alla pastorizia, alla pesca e alla
filiera dei metalli, soprattutto rame e argento. Fino a quel periodo le
architetture dei vivi erano costituite da piccoli edifici nei quali vivere e
svolgere le
giovedì 24 gennaio 2019
Archeologia. Due relitti dell'età del Bronzo carichi di metalli: Capo Gelidonya e Dokos. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia. Due relitti dell'età del Bronzo carichi di metalli: Capo Gelidonya e Dokos.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Il relitto di Capo Gelidonya è un’imbarcazione
dell’Età del Bronzo, identificata da pescatori di spugne alla fine degli
anni Cinquanta del secolo scorso. La campagna di scavi subacquei fu condotta da Peter Throckmorton e George
Bass nell’area di Gelidonya, un promontorio della penisola di Teke,
nell’Anatolia meridionale, che separa la baia di Finike a ovest, dal Golfo
di Antalya a est, e portò alla luce un relitto adagiato su un fondale roccioso ai piedi di
una scogliera, a 25 metri di profondità. Il carico presentava importanti tracce di corrosione e concrezione,
suggerendo allo staff di spostare tutto in superficie e iniziare le
mercoledì 23 gennaio 2019
Archeologia. Il relitto di Ulu Burun, una nave dell'età del Bronzo che naufragò nelle coste meridionali anatoliche, lasciando agli archeologi 17 tonnellate di materiali da esaminare. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Il relitto di Ulu Burun, una nave dell'età del Bronzo che naufragò nelle coste meridionali anatoliche, lasciando agli archeologi 17 tonnellate di materiali da esaminare.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Nel 1982 il pescatore di spugne Mehemet Cakir scopre a Uluburun, a 8,5 km a Sud Est di Kas nel sud della Turchia, il relitto di una nave dell’età del Bronzo. L'Istituto di Archeologia della nautica, nella campagna di scavo tra il 1984 e il 1994 ha portato alla luce uno dei più ricchi assemblaggi di oggetti del Bronzo Tardo trovati nel Mediterraneo. Il natante giace su un ripido pendio roccioso a una profondità di circa 50 metri. La datazione dendrocronologia di un piccolo pezzo di legna suggerisce il
martedì 22 gennaio 2019
Archeologia. La guerra di Megiddo, il primo grande conflitto armato documentato della storia. Fu combattuta all'inizio del XV secolo a.C. dal faraone Thutmose III per sottomettere i principi Mitanni. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. La guerra di Megiddo, il primo grande conflitto armato documentato della storia. Fu combattuta all'inizio del XV secolo a.C. dal faraone Thutmose III per sottomettere i principi Mitanni.
Articolo di Pierluigi Montalbano
La battaglia di Megiddo (1457 a.C.). Nei primi decenni
del XV a.C., il faraone Thutmose III sbaragliò una coalizione di principi
cananei capeggiati dal sovrano di Qadesh, che dopo la sconfitta si
rifugiarono a Megiddo. Assediata la città, il faraone ripristinò la signoria
egiziana in Palestina raggiungendo il massimo ampliamento
territoriale del Paese delle Due Terre. Per venti anni, vista la giovane
età di Thutmose III, il potere era diviso con la sovrana Hatshepsut, reggente
perché sposa del defunto faraone Thutmose II. La regina, verso la fine del
suo mandato, consentì Thutmose III di dirigere le sue forze armate nei
territori controllati dalla città di Qadesh, e dichiarare guerra al re di
Kadesh, ai monarchi Mitanni e
ad alcuni regni in Palestina e Siria, uniti da un patto di alleanza. La sua
prima spedizione militare, consistente nel giungere a Megiddo, poco distante
da Nazareth, fu la
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lunedì 21 gennaio 2019
Archeologia. La guerra di Qadesh, il più importante conflitto armato dell'età del Bronzo. Egizi e Ittiti diedero vita al confronto fra il faraone Ramesse II e il grande generale ittita Muwatalli per la conquista della fortezza siriana. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. La guerra di Qadesh, il più importante conflitto armato dell'età del Bronzo. Egizi e Ittiti diedero vita al confronto fra il faraone Ramesse II e il grande generale ittita Muwatalli per la conquista della fortezza siriana.
Articolo di Pierluigi Montalbano
La battaglia di Qadesh, Kinza in
lingua ittita, fu combattuta nella Siria meridionale, sulle rive del fiume
Oronte, nel 1275 a.C. dagli eserciti dei due più importanti imperi dell’epoca:
gli egizi di Ramesse II e gli ittiti di Muwatalli II. I due regni erano da anni
coinvolti in schermaglie per la supremazia sulle città della fascia costiera
del Libano, e Qadesh era la roccaforte di confine fra i due contendenti. Le
fonti documentarie sono ricche d’informazioni, e testimoniano tutti i dettagli,
comprese le armi, il vestiario, i carri, le strategie militari e il trattato di
pace. La grande guerra si concluse con un sostanziale pareggio, con Qadesh che
rimase in mano ittita, e gli egizi che
venerdì 18 gennaio 2019
Archeologia. La navigazione nell’età del Bronzo e la nascita dei Popoli del Mare. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. La
navigazione nell’età del Bronzo e la nascita dei Popoli del Mare.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Fin
dall’alba dei tempi, il Mar Mediterraneo fu considerato un mondo misterioso e
ostile, popolato da mostri e divinità. Per le avverse condizioni del tempo, la
navigazione era difficile soprattutto da Novembre a Marzo. La conquista di
questo mare avvenne per tappe successive, e una volta domato dall’uomo favorì lo
scambio d’idee, tecniche e culture diverse. L’evoluzione dei sistemi di
navigazione e delle armi utilizzate per la difesa dai continui attacchi dei
pirati, favorì lo sviluppo della civiltà, e le navi divennero un laboratorio
privilegiato per sperimentare tecnologie innovative. Erano strumenti che
consentivano di commerciare in maniera più agevole, sicura e rapida rispetto alle
giovedì 17 gennaio 2019
Archeologia. La nascita della scrittura. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. La nascita della scrittura
Articolo di Pierluigi Montalbano
Le scritture più antiche risalgono alla fine del IV
Millennio a.C. pur se nei dipinti e graffiti preistorici s’individuano alcuni elementi
che suggeriscono dei segni di scrittura. L'invenzione di un sistema di scrittura,
invece, è assai tarda perché oltre il bisogno di comunicare, l'abilità manuale,
il pensiero simbolico e il linguaggio, devono verificarsi una serie di condizioni
socio-economiche e politiche favorevoli, e ciò avvenne in Mesopotamia con la
nascita del cuneiforme, e in Egitto con i
mercoledì 16 gennaio 2019
Archeologia. Il "Sistema di Palazzo", e la nascita delle prime città. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Il "Sistema di Palazzo", e la nascita delle prime città.
Articolo di Pierluigi Montalbano
La città, fin dalle sue prime
forme, si basa su due nuclei: gli edifici sacri con i templi dedicati alle
principali divinità, e il complesso palatino, espressione del potere politico
urbano. Nella storia del Vicino Oriente antico, il palazzo e il tempio sono la
manifestazione del potere laico e religioso. La fondazione di una città era
immaginata come il risultato di un’azione divina che ispirava un gruppo umano a
costruire un centro urbano per porvi la sede del proprio tempio e consegnare il
potere e la
martedì 15 gennaio 2019
Archeologia: Lidi, Lici e Cari, tre antichissimi popoli anatolici che parteciparono alle guerre dell’età del Bronzo che si svolsero nelle attuali coste della Turchia sud-occidentale. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia: Lidi, Lici e Cari, tre antichissimi
popoli anatolici che parteciparono alle guerre dell’età del Bronzo che si
svolsero nelle attuali coste della Turchia sud-occidentale.
Articolo di Pierluigi Montalbano
I Lidi abitano un'antica regione della Turchia asiatica, la Lidia, che nel periodo di massima espansione era compresa fra il Golfo di Edremit a Nord e il fiume Küçük Menderes a Sud. Le sue articolate coste si affacciano sul Mar Egeo ed è formata da bacini, circondati da rilievi ricoperti da macchia mediterranea e vegetazione steppica. Le pianure sono fertili e irrigue. Allo sbocco delle valli principali, in un golfo ben protetto, si è sviluppata Smirne. Anticamente posta tra la Misia, la Frigia e
domenica 13 gennaio 2019
Archeologia. I Popoli del Mare, i temibili guerrieri che alla fine dell'età del Bronzo contribuirono al crollo dei grandi imperi del Vicino Oriente e dell'Egitto. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. I Popoli del Mare, i temibili guerrieri che alla fine dell'età del Bronzo contribuirono al crollo dei grandi imperi del Vicino Oriente e dell'Egitto.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Negli
ultimi secoli del II Millennio a.C., si osserva un cambiamento radicale del quadro
politico e sociale del Vicino Oriente antico. Il sistema palaziale dei vecchi
imperi crolla, accompagnato dalla comparsa di nuovi organismi che modificano
profondamente i confini e la fisionomia dei grandi imperi dell'epoca: Egitto, Assiria e
Babilonia. I Popoli del Mare, chiamati n3 ḫ3tw n p3 ym dagli egiziani, sono migranti
di origine nordafricana, egeo-anatolica e marittima, concorrono alla caduta
degli Ittiti e s’insediano in tutto il Vicino Oriente e nelle provincie egizie.
I popoli del mare prendono il nome dalle popolazioni che attaccarono e
travolsero i regni orientali con una serie di
sabato 12 gennaio 2019
Archeologia. Gli Achei, i leggendari guerrieri di stirpe greca cantati da Omero nell'Iliade, nemici dei troiani nella guerra di Troia. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Gli Achei, i leggendari guerrieri di stirpe greca cantati da Omero nell'Iliade, nemici dei troiani nella guerra di Troia.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Gli Achei sono una popolazione di stirpe greca proveniente
dalla città di Argo, nell’Argolide. Omero li chiamava anche danai, discendenti
dal mitico Danao, riferendosi ai greci che parteciparono alla Guerra di
Troia, mentre
il termine Argivi si riferisce solo ai nativi del Peloponneso e della Tessaglia
Meridionale. Gli Elleni, invece, sono gli abitanti del nord della Grecia. La prestigiosa stirpe dei mitici achei di Omero, fu la
prima popolazione ellenica, seguita dagli Ioni e dagli Eoli, genti che invasero
la Grecia nel II millennio
a.C., riuscendo a sottomettere i locali, da alcuni indicati come
Pelasgi. Una corrente di pensiero li avvicina ai Micenei, basandosi su vari
reperti archeologici. Si ritiene che queste genti di origine indoeuropea,
attraverso i Balcani, occuparono il Peloponneso intorno
al 1500 a.C.,
in coincidenza con la fine dell'era minoica. Gli invasori argivi furono
fortemente influenzati da
venerdì 11 gennaio 2019
Archeologia. Le tribù dei Berberi Libi: Libu, Kehek e Meshwesh. Furono per secoli la spina nel fianco dei faraoni egizi, e alla fine dell'età del Bronzo occuparono le terre occidentali del Delta del Nilo fino a diventare sovrani d'Egitto. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Le tribù dei Berberi Libi: Libu, Kehek e Meshwesh. Furono per secoli la spina nel fianco dei faraoni egizi, e alla fine dell'età del Bronzo occuparono le terre occidentali del Delta del Nilo fino a diventare sovrani d'Egitto.
Articolo di Pierluigi Montalbano
I
berberi Meshwesh vivevano nell’attuale Libia. Il confine con gli egizi fu
continuamente teatro di conflitti e progressivamente gruppi di queste
popolazioni si insediarono nella regione occidentale del Delta del Nilo, fino
a prenderne il controllo intorno al 1000 a.C. I principi Meshwesh (Osorkon, Takelo,
Nimlot, Sheshonq) giunsero al completo controllo dello stato egizio nei due
secoli successivi, con la XXII dinastia. La loro origine berbera è attestata
dalla stele di Paserhor che riporta l'intera genealogia assegnando che il
capostipite è Buyuwawa il libico.
Compaiono nei testi dell'antico Egitto come fornitori di bestiame al palazzo
del faraone Amenofi III, e si conoscono rappresentazioni di
giovedì 10 gennaio 2019
Archeologia. Fra i popoli del mare che attaccarono l'Egitto, le iscrizioni parlano degli Shakelesh. Chi erano? Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Fra i popoli del mare che attaccarono l'Egitto, le iscrizioni parlano degli Shakelesh. Chi erano?
Articolo di Pierluigi Montalbano
Fra i Popoli del Mare
menzionati dagli antichi egizi ci sono gli Shekelesh, probabilmente una
componente dei siculi. Nel tempio di Karnak sono indicati come uomini e donne
stranieri, e nelle raffigurazioni sono rappresentati con i capelli raccolti
sotto un copricapo a bandana, in alcuni casi ingrossata, fermata sul capo da un
nastro. Sono vestiti con tuniche o gonnellini e portano un medaglione sul petto.
I guerrieri non hanno armature e imbracciano due lance e uno scudo rotondo.
Compaiono sulla scena nella seconda metà del XIII a.C., quando si registrano
gli attacchi dei Popoli del Mare in Egitto. La prima attestazione (KIU 4246) è nel
tempio di Karnak, nel V anno del regno di
mercoledì 9 gennaio 2019
Archeologia. Filistei, Peleset, Palestinesi: un nome diverso per indicare le stesse genti. Chi erano al tempo dei Popoli del Mare, 3200 anni fa? Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia. Filistei, Peleset, Palestinesi: un nome diverso per indicare le stesse genti. Chi erano al tempo dei Popoli del Mare, 3200 anni fa?
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Nella zona dell’attuale
Striscia di Gaza, oggi abbiamo i territori palestinesi. Un tempo, circa 3200
anni fa, erano le terre dei filistei, genti indoeuropee identificabili con i
Peleset che facevano parte della coalizione di Popoli del Mare che attaccarono
l’Egitto regnato dal faraone Ramesse III. Nei bassorilievi egizi sono
rappresentati come guerrieri con scudi tondi, spade, e indossano corazze
leggere e un copricapo piumato. Nella Bibbia sono citati come provenienti dall’Egeo,
precisamente da Creta, l’isola che nei geroglifici egizi è indicata come
Kaftor, la terra dei Keftiu. Una fonte documentaria egizia della fine del XII
a.C., l’Onomastico di Amenope, parla di Peleset insediati nelle
martedì 8 gennaio 2019
Archeologia della Sardegna. Sulky? Il vero nome potrebbe essere Šulgi Riflessioni di Gustavo Bernardino
Archeologia della Sardegna. Sulky? Il vero nome potrebbe
essere Šulgi
Riflessioni di Gustavo
Bernardino
Il rinomato centro sulcitano
di S. Antioco che ospita nel proprio territorio un numero rilevante di
testimonianze archeologiche attestanti la millenaria storia di questo luogo,
potrebbe riservare ulteriori sorprese sulla sua origine toponomastica.
Comunemente si suole
identificare S. Antioco con Sulky, la prima e più antica “città” della Sardegna
e per qualche studioso d'Italia. Sulky
viene definita “Fenicia” per i numerosi ed importanti reperti rinvenuti riconducibili
alla stessa civiltà. Gli archeologi che vi hanno
lavorato, però, hanno potuto constatare e documentare che oltre al periodo
fenicio/punico e successivamente romano, vi sono evidenti tracce di una
lunedì 7 gennaio 2019
Archeologia. Biblo, la città del papiro, anello di congiunzione fra gli antichi regni dell'Egitto e della Siria. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Biblo, la città del papiro, anello di congiunzione fra gli antichi regni dell'Egitto e della Siria.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Adagiata sulle sponde orientali del Mediterraneo, 40 km a
nord di Beirut, capitale del Libano, Biblo è un’antichissima città portuale, posta
strategicamente su un promontorio che domina su due ampie baie. Era dotata di
un porto a sud, rivolto verso l’Egitto, e un porto a nord, orientato verso
Cipro, quindi fu l’anello di congiunzione per le relazioni internazionali fra
il mondo egizio e quello siriano. Secondo lo
storico Filone, Byblos fu fondata nel Neolitico dal dio El con il nome di
Gubla, o Gebal, e poi i greci, vista la sua importanza come centro per i
commerci del papiro, le diedero il nome di
sabato 5 gennaio 2019
Archeologia. Il regno di Ugarit, in Siria, fu conteso da tutti gli imperi più potenti. Fu il crocevia di merci e uomini che si muovevano dall'Asia al Mediterraneo, dall'Anatolia all'Egitto. Era il porto più importante dell'antichità, privilegiato per veicolare il rame di Cipro. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Il regno di Ugarit, in Siria, fu conteso da tutti gli imperi più potenti. Fu il crocevia di merci e uomini che si muovevano dall'Asia al Mediterraneo, dall'Anatolia all'Egitto. Era il porto più importante dell'antichità, privilegiato per veicolare il rame di Cipro.
Articolo di Pierluigi Montalbano
L'antica città di Ugarit, (Ra’s
Shamra) si trova nella costa siriana, nei pressi dell’odierna Latakia. Il suo regno era uno snodo
cruciale delle antiche vie commerciali che dai paesi asiatici viaggiavano verso
il Mare Mediterraneo e viceversa. Essendo un porto strategico anche per le
merci che transitavano lungo l’asse nord-sud, dai paesi nordici verso le terre
cananee, fu conteso da tutte le potenze dell’epoca: ittiti, Mitanni ed egizi. Per
questo motivo fu teatro di sanguinarie guerre per il suo controllo, fino alla
sua distruzione durante le incursioni dei Popoli del Mare. All’inizio del II
Millennio a.C. Ugarit era sotto l’influenza del regno egiziano, come
testimoniano alcuni piccoli manufatti dell'epoca dei faraoni Sesostris I,
Sesostris II e Amenemeth III. Nella vicina città di Ebla è stata trovata
la più antica attestazione scritta del suo nome, risalente al 1800 a.C. Nel XVII
a.C. era
venerdì 4 gennaio 2019
Archeologia. Il Regno di Arzawa, un'area costiera occidentale dell'Anatolia che nell'età del Bronzo fu al centro di guerre e alleanze con gli ittiti e i micenei. E' in questa terra, presso lo Stretto dei Dardanelli, che sorgeva Troia, la mitica città cantata da Omero. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia. Il Regno di Arzawa, un'area costiera occidentale dell'Anatolia che nell'età del Bronzo fu al centro di guerre e alleanze con gli ittiti e i micenei. E' in questa terra, presso lo Stretto dei Dardanelli, che sorgeva Troia, la mitica città cantata da Omero.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Nel II Millennio a.C., in
Anatolia occidentale, affacciata nel Mar Egeo fra lo Stretto dei Dardanelli a
nord, dove sorgeva l’antica città di Troia, e fino al Fiume Meandro a sud,
nella zona di Mileto, c’erano i Regni di
Arzawa, spesso in conflitto con le popolazioni ittite che governavano l’attuale
Turchia. Divise dalle regioni Lukka (Licia) e Karkiysa (Caria) le aree occupate
dalle genti Arzawa erano governate dalla città Apasa, la Efeso di età classica.
Le popolazioni locali parlavano la lingua luvia, e le conosciamo grazie ai
testi trovati negli archivi dei sovrani ittiti, con cui si allearono in
giovedì 3 gennaio 2019
Archeologia. A Babilonia, nella media età del Bronzo, governarono i Cassiti, genti iraniche che si imposero dopo il regno di Hammurabi. Costruirono loro la Torre di Babele? Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. A Babilonia, nella media età del Bronzo, governarono i Cassiti, genti iraniche che si imposero dopo il regno di Hammurabi. Costruirono loro la torre di Babele?
Articolo di Pierluigi Montalbano
I Cassiti (Kashshù) sono una popolazione asiatica
originaria dell'altipiano
iranico tra il confine con Babilonia e, verso l’interno, fino alle montagne
dello Zagros, nell’area fra l'Elam e i confini meridionali dell'Armenia. Avevano
scarsa
considerazione per la registrazione degli eventi e la più antica fonte documentaria è un passo di
un'iscrizione dalla quale risulta che il re Samsu-iluna della prima dinastia di
Babele, nel 1900 a.C., celebra un trionfo militare contro di loro. Una serie di
nomi di persona dei Cassiti sono riportati in tavolette della prima dinastia, durante
un'immigrazione pacifica e lenta dei montanari dell'orlo dell'altipiano nella
pianura ricca e fertile. Inizialmente, verso
mercoledì 2 gennaio 2019
Archeologia. La Civiltà Minoica, una evoluta società dell'età del Bronzo caratterizzata da grandi palazzi decorati con splendidi affreschi. I minoici navigavano e commerciavano ma furono investiti dall'eruzione del vulcano di Thera, la più potente degli ultimi 5000 anni, oggi a Santorini. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia. La Civiltà Minoica, una evoluta società dell'età del Bronzo caratterizzata da grandi palazzi decorati con splendidi affreschi. I minoici navigavano e commerciavano ma furono investiti dall'eruzione del vulcano di Thera, la più potente degli ultimi 5000 anni, oggi a Santorini.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
I
minoici erano genti di stirpe greca che nell’età del Bronzo avviarono una serie
di attività commerciali marinaresche grazie alla vantaggiosa posizione
geografica di Creta, l’isola posta al centro dell’Egeo, Il nome fu dato
dall’archeologo Evans che si riferì al mito di Minosse e al labirinto del
Minotauro. Gli egizi li chiamavano Keftiu ma si conoscono anche le genti di
Minous, quindi è possibile che i cretesi fossero divisi in due popoli. La loro
civiltà è caratterizzata da magnifici palazzi a più piani, arricchiti da
colonne, scalinate, pozzi, magazzini, giardini e cortili. La loro vita si
distingue, convenzionalmente, in tre periodi secondo le variazioni
architettoniche e ceramiche all'interno degli edifici a Cnosso a nord, Festo e
Haghia Triada a sud, Malia e Kato Zakros a est e Canea a ovest: antico
prepalaziale, medio protopalaziale e tardo neopalaziale. Precedentemente, a
martedì 1 gennaio 2019
Archeologia. I micenei, principi, aristocratrici e re guerrieri di stirpe greca che si sostituirono ai minoici nella gestione dei commerci nel Mare Mediterraneo nel Bronzo Medio. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. I micenei, principi, aristocratici e re guerrieri di stirpe greca che si sostituirono ai minoici nella gestione dei commerci nel Mare Mediterraneo nel Bronzo Medio.
Articolo di Pierluigi Montalbano
I
micenei prendono il nome dalla città greca di Micene, nell’Argolide, e la loro
presenza nel Mare Mediterraneo è attestata per tutta l’età del Bronzo. Alcuni
studiosi li associano agli Achei, ma le tracce lasciate da queste genti, ad
esempio le tavolette con il sistema sillabico della scrittura Lineare B e la
descrizione che ne fa Omero nei suoi poemi, non chiariscono la questione. Le
città principali coinvolte nell’orbita micenea sono Pilo, Cnosso, Argo, Tirinto
e Tebe, luogo in cui la tradizione fa nascere Ercole, Dioniso e Demetra. La
storia dei micenei è legata a doppio filo con quella dei
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