giovedì 16 agosto 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. La Via dell'incenso, l'inebriante fragranza aromatica utilizzata nei riti religiosi, nei culti cerimoniali e nei rituali di purificazione. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità. La Via dell'incenso, l'inebriante fragranza aromatica utilizzata nei riti religiosi, nei culti cerimoniali e nei rituali di purificazione.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
L'incenso è una resina
contenuta in alcune specie vegetali che sprigiona un fumo aromatico che attiva
i sensi e può alterare lo stato d'animo delle persone che provano l’inebriante
fragranza quando si trovano nelle vicinanze. La sua utilizzazione risale alla
preistoria, quando l'uomo primitivo scoprì il fuoco ed ebbe modo di stimolare
l'olfatto con gli aromi sprigionati da diversi tipi di legno e foglie che bruciano.
L’uomo iniziò a raccogliere e sfruttare queste piante per cerimonie di
guarigione e riti religiosi, forse perché il fumo sale verso il cielo, dimora
delle divinità, e potrebbe placare l'ira degli dei insieme a preghiere e
sacrifici. Gli oli aromatici, le erbe e le spezie sono sempre stati considerati
doni divini, e l'incenso è sempre stato usato per purificare gli ambienti
durante le pratiche di
meditazione. Le sue proprietà sono sfruttate anche per
disinfettare le zone in cui sono presenti i fetori delle malattie e della
morte. Fonti scritte cinesi attribuiscono la sua provenienza dall’Oriente, intorno
al 2000 a.C., dove era usato durante culti cerimoniali, e gli scavi
archeologici in una serie di tombe egizie della stessa epoca, testimoniano che
l’incenso era utilizzato per riti religiosi in onore degli dei. Negli antichi
testi sacri indù, i Veda indicano un utilizzo dell’incenso fin dal 3000 a.C., e
l’uso di questa sostanza era conosciuto anche fra gli Assiri, i Babilonesi e i Persiani,
sempre per scopi simili a quelli dei loro contemporanei.
Le rotte commerciali frequentate
nel Medio Oriente per l'approvvigionamento di resine aromatiche come l’incenso
e la mirra, raggiunsero il culmine quando prese piede la Via dell'Incenso, un
percorso che partiva dalla Penisola Arabica e transitava in Oman, Yemen, India,
e raggiungeva le terre dei greci e dei romani. Successivamente, le Chiese
cristiane lo utilizzarono nei secoli in rituali di purificazione e preghiera ma
gli affari diminuirono subito dopo la caduta dell'Impero romano d’Occidente. L'India
codificò le diverse qualità e crearono un sistema produttivo organizzato per
produrre incenso di cinque diverse classi: frutta, acqua, fuoco, terra e aria. Ancora
oggi, induisti e buddisti fanno uso d’incenso, prodotto dai monaci, per le sue
proprietà olfattive connesse a quelle medicinali. In Cina il processo di
produzione dell'incenso divenne una forma artistica come quella di tè e
calligrafia. La dinastia Song edificò strutture templari appositamente per le cerimonie
dell'incenso, che veniva utilizzato anche come orologio all'interno dei templi
buddisti perché bruciava lentamente marcando un determinato periodo di tempo. I
samurai giapponesi poggiavano l’incenso sul capo e sull'elmo dell'armatura per diventare
invincibili. I nativi americani del nord ancora oggi praticano un rito quotidiano
di purificazione (smudging), conosciuto come calumet della pace, prima di una
guarigione, un incontro pubblico, un raduno di nativi e un sweat lodge, cioè un'antica
cerimonia che si svolgeva nelle capanne sudatorie. Consideravano il fumo di una
pianta come un qualcosa che proveniva dalle divinità, capace di aiutare ad
allontanare le energie negative, in grado di curare, benedire e ripristinare
gli equilibri. Altre piante utilizzate per il rituale smudging, erano il cedro,
la salvia, erbe dolci e il tabacco.
L'incenso utilizza diverse
combinazioni vegetali ottenute da piante aromatiche selezionate, come frutta,
steli, rami, foglie, corteccia, radici, gomme e resina. Si utilizza il legno di
sandalo, di cedro, di agar, la polvere di Makko, il Sumatra benzoino, il
guggul, il balsamo Tolu e l'anice stellato. Gli indiani realizzavano l'incenso
aggiungendo anche lo zenzero e il curcuma per produrre composti accompagnati
con alcuni oli essenziali per creare un aroma molto intenso.
Le culture yemenite che dal II millennio a.C. in poi si sono
succedute nell'organizzazione dei traffici legati a tali sostanze e nella loro
commercializzazione,furono i regni di Saba, dei Minei, del Qataban, , di Awsan e
del Hadramawt. A volte i regni etiopici, come quello di Axum, invasero i
territori dell’Arabia meridionale per controllare i traffici e
avvantaggiarsene. L'uso liturgico dell'incenso è legato al convincimento
che agli dèi potessero essere graditi gli aromi degli olocausti prodotti dalla
bruciatura delle vittime sacrificali, e ancora oggi ci sono ordini religiosi
che utilizzano l’incenso per glorificare simbolicamente la divinità, mentre nei
paesi arabi l'incenso inalato conserva un ben preciso posto nella farmacopea
popolare come espettorante e antisettico. In Occidente, si utilizza l'olio
aromatico estratto dalla resina gommosa nell’aromaterapia, inoltre, gli sono
attribuite proprietà rilassanti per la mente e per il corpo, oltre a quelle
antisettiche e antinfiammatorie, infatti, è consigliato nella cura del
raffreddore, dell’asma dell’ansia, della depressione e del raffreddore. Nel Vangelo di Matteo,fu uno dei doni portati
dai Re Magi a Gesù, e secondo la tradizione simboleggia la divinità di
Cristo.
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