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venerdì 10 agosto 2018

Archeologia, le materie prime dell'antichità. La Via dell’Ambra, una storia lunga milioni di anni che racconta le vicende della preziosa resina del Mar Baltico. Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Archeologia, le materie prime dell'antichità. La Via dell’Ambra, una storia lunga milioni di anni che racconta le vicende della preziosa resina del Mar Baltico.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano

L’ambra è una resina lucida, di colore che varia dal giallo al rosso bruno, emessa dalle conifere che con il tempo si fossilizza e, a volte, si solidifica conservando all’interno insetti, resti vegetali o animali che rimangono imprigionati e intatti per milioni di anni, fornendo agli studiosi dati importanti per la comprensione dell’evoluzione biologica. E’ chiamata anche succinite, e le sue varietà sono identificate secondo la provenienza geografica. Oggi l'ambra è impiegata nella produzione di impugnature di bastoni, collane, orecchini, braccialetti, anelli, bocchini per sigarette e cannelli di pipe. Ritrovata anche in sedimenti di età carbonifera, un periodo geologico risalente a 300 milioni di anni fa, deve il suo nome dall'arabo àmbar, con cui
è indicata l'ambra grigia, o dal turco àmbar con il significato di splendore, luccichio. Secondo la mitologia greca, quando Fetonte figlio di Helios (il sole) fu ucciso, le sue sorelle in lutto diventarono pioppi e le loro lacrime divennero l'origine di élektron, l'ambra. Le antiche leggende vichinghe, invece, la fanno derivare dalle lacrime degli uccelli marini. L'ambra si elettrizza per strofinio, e proprio l’elettricità ha preso il nome dal termine greco èlektron che la indica. Se viene bruciata, l’ambra sprigiona un caratteristico aroma grazie all’acido succinico contenuto. Naturalmente, le imitazioni in plastica non hanno questa caratteristica. Per succinite non si intende solo quella ritrovata presso le coste del Mar Baltico, perché l'ambra nel corso del tempo è stata erosa da sedimenti marini, trasportata all'interno dalle tempeste e portata da corsi d'acqua e ghiacciai a depositi secondari che si trovano nella maggior parte dell'Europa dell'est e del nord, risalenti all’Eocene, circa 50 milioni di anni fa. Secondo una favola turca, i boccagli in ambra prevengono le infezioni quando ci si scambia il narghilè (la pipa), quindi oggi è usata per la produzione industriale di estremità per pipe e per soffiatori del vetro. Una superstizione medievale attribuisce all'ambra il potere di far passare il mal di testa e di scacciare gli incubi notturni. Nel Buddhismo l'ambra è uno dei sette tesori, ossia i sette valori spirituali dell'individuo, associati a sette gioielli: oro, argento, lapislazzuli, ambra, agata, rubino e smeraldo. Secondo le scienze esoteriche è associata all'equilibrio della mente e alla saggezza, a volte all'altruismo.
Come tutte le materie prime rare, anche l’ambra aveva le sue rotte commerciali. L’archeologia ha messo in luce che questa preziosa resina fossile destava l’attenzione delle comunità fin dal Paleolitico medio. Giacimenti di ambra sono presenti in molte parti del mondo, ma i depositi più ricercati erano quelli dell’Ucraina e della costa del Mar Baltico, e da questi luoghi giungeva ad altre culture nei lontani paesi dell’Europa meridionale e in Asia. Nel Neolitico l’ambra baltica entrò fra i prodotti più ricercati per la sua bellezza ed era preziosa quanto l’oro. Più tardi, Plinio il Vecchio scrive nelle sue opere quanto fosse apprezzata nell’Antica Roma l’ambra trasparente rossa e, soprattutto, quella gialla dorata, tanto che un pezzo grande come un dito poteva essere scambiata per uno schiavo alto e forte. Il percorso seguito dalle rotte commerciali dell’ambra ha due direttrici principali: la prima inizia nelle coste del Mare del Nord e del Mar Baltico e scende verso il Mediterraneo; l’altra parte dagli stessi luoghi ma si spinge verso i paesi asiatici.
L’archeologia testimonia che dopo lo scioglimento dei ghiacciai, le popolazioni che provenivano dall’Europa sudoccidentale, dalle coste Mediterranee, dal Mar Nero, dal circolo asiatico-occidentale e da altri, iniziarono a stabilirsi lungo le coste del Mar Baltico. Erano genti portatrici di una cultura di buon livello, civilizzate, e conoscevano i percorsi sicuri per commerciare i prodotti locali con le loro società culturali native.  Successivamente, il commercio di ambra si diffuse in tutto il continente eurasiatico.
La Via dell’Ambra, per migliaia di anni, attraversò i territori bagnati dai fiumi Vistola e Dnieper verso l’Italia, la Grecia, il Mar Nero, la Siria e l’Egitto. In epoca romana, l’ambra divenne di moda, apprezzata da tutti gli strati benestanti della popolazione per creare gioielli, per decorare i letti, per abbellire i vasi, per realizzare figure e per arricchire i busti dei personaggi celebri. Le zone di produzione attiravano i mercanti stranieri, e non deve sorprendere che l’evoluzione della civiltà sia più rapida laddove le merci possono essere scambiate perché insieme ai prodotti viaggiano le idee, e ogni individuo porta la propria cultura e la mette a disposizione nelle comunità che lo accolgono e lo ospitano. I rapporti dei paesi del Mediterraneo e del Mar Nero con i paesi dell’Europa nord-occidentale sono testimoniati da tanti reperti archeologici: ambra, gioielli, armi, strumenti, ceramiche e altro, e tra le scoperte più preziose c’è l’ornamento con perle d’ambra del Baltico della corazza del faraone egiziano Tutankhamon che visse verso la fine del XIV secolo a.C. Inoltre, gioielli in ambra sono stati scavati sull’isola di Creta e nelle tombe dei principi micenei, ma non compare nelle tombe greche del periodo classico, fatto che suggerisce che per qualche motivo le vie commerciali fra sud ed Europa settentrionale s’interruppero. Altri ritrovamenti significativi sono nella tomba reale di Qatna, in Siria e offerti nel tempio di Apollo a Delfi. Anche il sommo poeta Omero, nell’Odissea, scrisse di un mercante fenicio che scambiò una collana d’oro con una cornice d’ambra. La provenienza dell’ambra è determinabile attraverso le analisi chimiche della sua composizione elementare. L’ambra baltica contiene acido succinico dal 3 all’8%, mentre in quella proveniente dalle regioni italiche e iberiche la quantità di questo acido è inferiore all’1%. Oggi sappiamo che le vie fluviali e marittime in antichità erano privilegiate rispetto a quelle terrestri, infatti, oltre il Danubio, c’erano tappe interne intermedie fra Mare del Nord, Mar Nero e Mediterraneo, con la frequentazione dei fiumi Elba, Oder, Vistola, Bug, Pregel, Neman, Dwina / Daugava, Volga, Dnieper, Dniester, Don e tutti gli affluenti. Fra le descrizioni dell’antica rotta seguita dall’ambra continentale c’è quella dello storico romano Plinio il Vecchio. La rotta principale viaggiava verso sud dalla costa del Baltico attraverso la terra del Boii, l’attuale Repubblica Ceca e Slovacchia, fino alla punta del Mare Adriatico, dove oggi c’è il Golfo di Venezia.
All’epoca di Nerone, la forte richiesta di ambra per arricchire le manifestazioni gladiatorie, spinse l’imperatore a inviare verso nord un suo fidato cavaliere che portò a Roma 13 mila libbre di pezzi d’ambra donate dal Re tedesco. Alcuni storici ritengono che sia uno degli eventi storici più importanti dell’epoca romana perché aprì il commercio con le culture del Baltico. Nerone adornava il circo con la preziosa resina, e metteva a disposizione dei gladiatori pezzi d’ambra per usarli nel petto come amuleti o talismani e favorire la vittoria. Il commercio di questo materiale ha avuto periodi floridi e altri di decadenza, come nel IV a.C. quando a causa dell’espansione dei Celti, i legami commerciali di Roma con i paesi baltici furono interrotti per poi riprendere due secoli dopo. Tuttavia, alla fine del II a.C., a causa delle continue guerre dei romani, le rotte commerciali dell’ambra diminuirono drasticamente e non raggiunsero più i livelli precedenti. Gli archeologi ipotizzano che parte dell’ambra giunse in Gran Bretagna da una via commerciale settentrionale, mentre un’altra parte dell’ambra, esportata da Danzica con le carovaniere, giungeva in Persia attraversando le valli fluviali lungo il Tigri, la Vistola, il Dniester e il Don, e raggiungeva poi tutti i principali mercati del Medio Oriente. Un altro itinerario passava per l’Egitto, la Grecia e l’Italia meridionale.
Lungo le arterie fluviali, le sfere di ambra del Baltico penetrarono anche gli Urali, per impreziosire le sepolture mongole e i cimiteri della regione Kama. Nei mercati russi di Veliky Novgorod e di altre città, si elaborarono nuove mode, come testimoniano i resti delle officine di prodotti ambrati venuti alla luce durante le campagne archeologiche nel vecchio Ryazan. Recentemente a Novgorod, durante gli scavi nella vecchia via Lubianicka, l’ambra trovata è testimone delle relazioni commerciali tra Novgorodians e i paesi baltici.
Dalla regione del Mar Nero, il commercio continuava in Asia lungo la Via della Seta, un’altra celebre rotta economica. C’erano, naturalmente, anche le rotte marittime, come quella percorsa nel IV a.C. da Pitea di Marsiglia, fino alle coste settentrionali dell’Atlantico. Diodoro e Plinio, descrivendo il viaggio di Pitea, parlarono delle coste e delle isole vicino a Gallia Celtica, l’attuale Francia, raccontando che i locali raccoglievano grandi quantità di ambra. Plinio il Vecchio, sempre riferendosi a Pitea, scrive che i Gutons, un popolo germanico che abitava le rive di un estuario oceanico chiamato Mentonomon, con un giorno di navigazione nel Mar Baltico potevano raggiungere l’isola di Abalus, sulla cui costa, l’ambra è lasciata dalle onde in primavera, come se fosse un’escrescenza del mare, e l’antico autore aggiunge che gli abitanti usavano questa resina gialla anche come combustibile e la vendevano ai loro vicini, i Teutoni. Ancora oggi l’ambra da il nome alla più importante connessione Nord-Sud nell’Europa centrale. La vecchia rotta commerciale unisce paesi e nazioni tra il Mar Baltico e il Mar Mediterraneo, e viaggiare sulla Strada dell’Ambra significa scoprire la storia e la cultura europea. Musei, siti archeologici, castelli monumentali, splendidi palazzi e città storiche si trovano lungo il percorso che va da San Pietroburgo, capitale degli zar russi, fino alla laguna di Venezia. Il percorso turistico corre anche lungo la costa baltica da Kaliningrad fino alla Lettonia.


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