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martedì 8 febbraio 2011

Il saluto sardo, antichità e tradizione che non muoiono


Antico gesto che persiste.
di Pierluigi Montalbano


Da qualche tempo ho iniziato a lavorare su una simbologia e abitudine sarda, soprattutto fuori dalle città, che caratterizza il nostro modo di porci nel momento in cui incrociamo per strada un passante.
Quando passeggiamo a piedi o in auto lungo i sentieri campestri o, da turisti, nelle strade interne dei paesi dell’isola, nel momento in cui incrociamo lo sguardo o il passo con un abitante del posto si innesca un meccanismo mentale che porta ambedue a sollevare il palmo della mano destra e, tenendolo vicino al petto, rivolgerlo in segno di saluto verso il nostro “nuovo” conoscente, che certamente risponderà in tempo reale.
Questa consuetudine, quasi inconscia, si perde nella notte dei tempi e ha acceso il mio interesse, portandomi alla ricerca delle più antiche rappresentazioni di tale atteggiamento in un itinerario virtuale che ha toccato i quattro angoli del globo. L’indagine è partita dalle nostre sculture bronzee che stanno in bella mostra in tutti i musei del mondo e salutano, rispettosamente e con regale dignità, tutti quei turisti che osservano da dietro un vetro questi capolavori degli artigiani sardi di 3000 anni fa. Il fascino di questi bronzetti ha contagiato tutti i collezionisti di antichità e, purtroppo, ha spinto alcuni faccendieri ad una duplice illegale attività: eseguire dei falsi e, allo stesso tempo, contrabbandare i veri.

Ritornando al saluto, possiamo certamente affermare che i sardi sono gli inventori di questo antico rito. Decine di bronzetti, guerrieri, sacerdoti o gente del popolo indifferentemente, sono rappresentati in segno di saluto, di ossequio, di rispetto, sempre reciproco. In questa immagine, come mia consueta metodologia di proposta, ho eseguito un mosaico delle statuette descritte con tanto piglio dal nostro maestro Lilliu nel suo “Sculture della Sardegna nuragica” del 1966.
Nel resto del mondo ho trovato solo queste altre poche immagini, a dimostrazione che la tradizione è stata introdotta, o almeno resa importante, dai sardi antichi. Invito i blogger a segnalare altre rappresentazioni e, nel frattempo, a riflettere insieme a me su questa importante caratteristica che distingue i nostri avi dagli altri popoli.

3 commenti:

  1. Ciao Pierluigi! Scussa il mio italiano. Sono spagnolo. Mi piacerebba tanto sapere, tra le statue non sardi, di dove e quel bronzetto giú a la destra, la donna seduta con il bambino, tantissimo símile a quelli sarde.
    Grazie in anteprima!

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  2. Buongiorno Federico, quel bronzetto è sardo, uno dei 4 trovati nell'isola.

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