venerdì 13 agosto 2010
Le spade di Sant'Iroxi - Bronze Age
Le spade in rame arsenicato di Sant'Iroxi
Nel XVII a.C. l’utilizzo della lega denominata rame arsenicato era ben conosciuta dai sardi che, allo stesso tempo, edificavano le torri che denominiamo proto-nuraghe. Sono torri primordiali che non presentano ancora le slanciate tholos ogivali ma possiedono già il concetto di camere cupolate con ingressi derivati dalla concezione di architrave poggiata su pietre posate a formare stipiti (passatemi il termine) paralleli. La forma tronco ogivale arriva più tardi.
Questa lega, più dura del rame, era utilizzata quando si voleva ottenere oggetti che miravano ad un utilizzo pratico e non a quello artistico o ornamentale. La maggior durezza (ossia una superiore soglia di resistenza a carichi di rottura) era ricercata soprattutto nelle armi e dalla tomba di Sant’Iroxi (Decimoputzu) arrivano alcune spade, di notevole interesse archeologico militare prima che artistico, dalla forma triangolare che richiama gli antichi pugnali in rame, conosciuti anche attraverso le rappresentazioni nei menhirs.
Come è possibile continuare a sostenere che i sardi costituivano una società aliena alla guerra quando abbiamo una testimonianza così forte e antica?
Se i sardi non guerreggiavano…chi portò in Sardegna nel 1650 a.C. queste gigantesche spade, identiche a quelle raffigurate nei templi egizi in mano agli Shardana del XIII a.C.?
Come si può sostenere che nel XIII a.C. arrivò in armi una popolazione di temibili spadaccini (gli shardana appunto) che avevano le stesse spade che in Sardegna utilizzavano già da almeno tre secoli? Purtroppo questi errori di interpretazione costituiscono parte della letteratura e, conditi da qualche parola greca e latina per legittimarne l’autorevolezza, costituiscono ciò che qualche studioso continua a propinarci inducendo noi, e altri, in un errore di fondo: credere per fede e non per scienza.
In Sardegna non si documentano guerre che portarono al crollo della civiltà sarda nell’epoca a cavallo fra Bronzo Recente e Bronzo Finale, non si hanno emergenze archeologiche che supportano la tesi di questi “illustri” studiosi e si ignora volutamente ciò che fu tutta la cultura materiale (ad esempio i pugnali e le ceramiche) che precedette questo periodo storico cruciale per la comprensione del nostro passato.
I sardi del Bronzo Medio e Finale andarono verso oriente e non viceversa. Le testimonianze sono sotto gli occhi di tutti e solo bendandosi gli occhi e tappandosi le orecchie si può ignorare questa realtà storica.
L'immagine è tratta da Ugas, 2006, L'alba dei nuraghe
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che bello questo articolo
RispondiEliminaDi fatto Giovanni Ugas nel suo monumentale e documentatissimo Shardana e Sardegna (Della Torre 2016) conferma e approfondisce questa tesi in maniera che ritengo esemplare e difficilmente reversibile. Grazie anche a Montalbano per le sue geniali intuizioni.
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