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lunedì 22 maggio 2017

Archeologia. Atlantide, una mitica civiltà perduta. Platone raccontò la Sardegna o altri luoghi? Ad esempio Durazzo in Albania? Riflessioni di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Atlantide, una mitica civiltà perduta. Platone raccontò la Sardegna o altri luoghi? Ad esempio Durazzo in Albania?
Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Qualche anno fa uscì il libro di Sergio Frau “Le Colonne d’Ercole” nel quale l'autore, ipotizzando una prima collocazione delle colonne al Canale di Sicilia, forniva una chiave di lettura nuova a molte testimonianze autorevoli che arrivavano dal mondo antico, come quelle di Omero, Erodoto e Platone. Ad esempio, Platone ci racconta che dalla grandissima Isola di Atlante, terra del tramonto, sorella della Roccia di Prometeo, il Caucaso dell'Alba greca, si raggiungevano altre isole e la terra che tutto circonda. E che quell'isola era stata grande, ricca di metalli e felice di tutto, fin quando non fu travolta da cataclismi marini che Zeus inviò per rendere migliori i suoi abitanti. L’inchiesta di Frau analizza anche Ramses III che sulle mura di Medinet Habu, li dove sono effigiati i guerrieri Shardana, uno dei popoli del mare citati dagli egizi nel II millennio a.C, fa incidere: "Gli stranieri venuti dal Nord vedono le loro terre scuotersi: il loro paese è distrutto, le loro in angoscia. I Popoli del Settentrione complottavano nelle loro isole ma, nello stesso tempo, la tempesta inghiottiva il loro paese. Nun (l'Oceano degli Egizi) è uscito dal
suo letto e ha proiettato un'onda immensa che ha inghiottito città e villaggi". Omero pare confermare un disastro marino nell'Isola d'Occidente nel libro VIII dell'Odissea dove scrive che “Poseidone la colpirà a mano aperta”. A supporto delle proposte di Frau arrivano decine di foto aeree di Francesco Cubeddu che mostrano una serie di nuraghi sepolti dal fango. Ma si tratta di fango marino? I geologi scartano questa ipotesi, e gli archeologi sono concordi nel ritenere strampalata la tesi di Frau. D’altro canto una teoria pone in Sicilia nel 260 a.C. le Colonne d’Ercole, proprio nello stretto di Messina. Platone scrisse nel 360 a.C. i dialoghi famosi Timeo e Crizia, e secondo lui nel luogo in cui si trovavano le Colonne d’Ercole si univano due mari. Seguendo queste indicazioni troviamo un’altra teoria: il canale di Otranto collega i due mari Ionio e Adriatico.
Platone raccontava che Atlantide era collocato nella parte occidentale della Civiltà ellenica, e che i greci avevano rapporti commerciali con gli abitanti di Atlantide e navigavano nelle loro acque, quindi si tratta di una civiltà vicina. 11.000 anni fa la civiltà greca era non era conosciuta e non è proponibile che potesse uscire fuori del Mediterraneo per l’esplorazione di altre civilta. Pertanto, i 9000 anni proposti da Platone erano un lapsus, o si tratta di un errore di traduzione? 9000 anni in greco (enea kischilia) o 1000 anni in greco (ena kischilia)?  Nel 360 a.C., quando Platone scrisse questi dialoghi, iniziano i movimenti degli Illiri per l’indipendenza contro la colonizzazione greco-ellenica, e nel 340 a.C , il re Glaucos termina le sue guerre liberando le citta illiriche dagli invasori elleni. Le principali citta illiriche liberate erano Durazzo e Apollonia. Può essere una coincidenza? Che cosa voleva dire Platone al suo popolo?

La spiaggia di Durazzo ha la forma perfetta di un semicerchio. Sotto l'acqua si distinguono i muri circolari dell’antica città. Queste possenti mura appaiono come particelle di un luogo conosciuto con il nome "currila" e hanno una lunghezza di circa 250 metri. Le immagini sono visibili con GGoogle Earth alle coordinate  41,16 18 68 Nord 19,28 14 02 Est. Platone dice che il nord e il sud della città avevano piccole montagne che fanno pensare a colline. Anche Durazzo è circondata da colline a nord e sud. Secondo le immagini satellitari delle mura che si trovano a nord della baia di Durazzo, le fortificazioni sono chiamate ciclopiche. Sempre Platone afferma che Atlantide si trova dove il sole tramonta, e tutti sanno che ciò avviene, soprattutto in estate, nel nord-ovest. Durazzo, vista dai greci, si mostra perfettamente in quella direzione.  Guardando dal satellite le parti superiore della città e le sue parti esterne, i doppi muri separati dai canali hanno larghezze di circa 90 metri e corrispondono sorprendentemente con le informazioni antiche di Platone poiché il raggio del cerchio della baia di Durazzo misura 50 stadi, ossia circa 7500 metri. Inoltre la profondità del mare in quella zona è al massimo di 4 metri ancora oggi. Atlantide fu distrutta da terremoti e inondazioni. Allo stesso modo anche Durazzo fu distrutta e allegata diverse volte. Il suo territorio è in una zona altamente sismica perché proprio lì si uniscono le due placche tettoniche di Europa e Africa. Un altro dato curioso si trova unendo con una linea retta Stonehenge con Durazzo. Nel percorso si trova la Laguna di Venezia, quella occupata dalla tribù illirica dei Messapi, e proseguendo la linea passa ad Atene, continua nell’isola di Santorini e giunge a Baltim in Egitto. In albanese baltim significa fango. Se continuassimo, la linea arriva fino alle città sante per i musulmani: Mecca e Yedah, e si conclude nella città santa di Sana in Jemen. E’ forse questa la linea di Atlantide? Per quanto riguarda l’etimologia della parola Durazzo, c’è da dire che Durazzo (Dyrachium - in albanese dy- rrath) significa doppio cerchio o due raggi di cerchio, esattamente come la definivano i romani. Un altro altro nome antico di Durazzo è Epidamus, in albanese Epi- dam , in italiano
Epi-danno, ossia distruzione catastrofica. Una delle tribù illiriche era quella dei taulanti, e il loro territorio si estendeva lungo tutta la costa adriatica da Valona fino a Dyrrachium. Da notare, infine, che Taulant e Atlant sono due parole che si somigliano molto.
Tuttavia, gli indizi su Atlantide lasciano supporre che Atlantide non possa essere in Sicilia poiché questa non presenta tracce di grandiose civiltà molto antiche o costruzioni strabilianti. Inoltre non presenta una pianura di grandi dimensioni, non possiede i metalli menzionati da Platone (argento, oro, rame, stagno e piombo), Platone non cita nessun vulcano attivo nell'isola. C’è un’ultima riflessione: la Sicilia dell’epoca era ben conosciuta dagli autori greci ed era facilmente raggiungibile. 

Nelle immagini: Butrinto

2 commenti:

  1. Gentili Pierluigi e lettori,
    Che ne dite di quanto contenuto qui?

    http://www.ugiat-antoniocrasto.it/Articles/Plato's%20Atlantis.pdf

    Donato Pulacchini

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  2. E cosa pensate di quanto scritto nel libro di cui parla quest'altro sito? www.mareaddosso.it

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