4 milioni di grazie, a 4 milioni di visitatori del nostro blog Honebu di archeologia nato nel 2010.
mercoledì 17 agosto 2022
4 milioni di grazie, a 4 milioni di visitatori del nostro blog Honebu di archeologia nato nel 2010.
domenica 14 agosto 2022
Archeologia. Gremanu, il più antico acquedotto della Sardegna si trova a Fonni ed è datato al 1500 a.C. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia.
Gremanu, il più antico acquedotto della Sardegna si trova a Fonni ed è datato al 1500 a.C.
Articolo di Pierluigi Montalbano
sabato 13 agosto 2022
Archeologia della Sardegna. Bronzetto demone eroe, un oggetto dell'arte sarda di epoca nuragica. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia della Sardegna. Bronzetto demone eroe, un oggetto dell'arte sarda di epoca nuragica.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Sardegna centrale, una scoperta straordinaria.
Nel 1865 in località Abini (Teti) un pastore scopri i resti di un villaggio di epoca nuragica. Da un ripostiglio formato da lastre in pietra provengono 15 bronzetti di offerenti e 3 guerrieri dotati di 4 occhi e 4 braccia, definiti da Lilliu "demoni-eroi". Nello stesso contenitore erano conservati 40 pugnali, alcune navicelle in bronzo, animali, asce, spilloni e frammenti di vasi in bronzo. Tutto il materiale fu acquistato da Efisio Timon e donato al Museo di Cagliari, attuale sede del materiale. Un nuovo scavo del 1878 portò alla luce un vaso-ripostiglio contenente 108 kg di preziosi manufatti metallici tra cui bronzetti guerrieri e personaggi del popolo. Il demone-eroe nella foto è il più
martedì 9 agosto 2022
Archeologia. Domus de Janas
Archeologia. Domus de Janas
Le domus de janas sono sepolcri del Neolitico scavati nella roccia utilizzando picconi in pietra che, a volte, sono stati trovati all'interno, forse per sottolineare il loro carattere di utensili sacri. I simboli più diffusi sono quelli della faccia del toro e delle corna bovine, segni del principio maschile, partner della Dea Madre, associata alla terra e all'acqua. Il bue è anche il mezzo di trasporto per eccellenza, quindi può assumere anche la caratteristica di traghettatore del defunto nel suo viaggio verso il mondo dell'aldilà. Questi simboli, scolpiti o incisi, forse sono la riproduzione di analoghi oggetti appesi alle pareti delle case dei vivi, con la stessa funzione di protezione magica dei vivi e dei defunti.domenica 7 agosto 2022
Archeologia. I bottoni sardi di epoca nuragica. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. I bottoni sardi di epoca nuragica.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Fra i bronzetti meno conosciuti ci sono dei raffinati oggetti di lusso decorati nella base con rigature sovrapposte a spirale e motivi a treccia. La parte conica fa da altare a rappresentazioni di uccelli, cervi, sfere e, spesso, modellini di nuraghe a più torri. Per alcuni studiosi questi oggetti potrebbero essere borchie terminali di elmi o guarnizioni di cinturone. La diffusione dei bottoni nuragici conici nelle sepolture dell'area Tirrenica, ad esempio nella necropoli di Pontecagnano (Sa), avvenne in seguito a una lunga conservazione di questi oggetti, quindi la loro produzione iniziò in Sardegna in periodi ben
giovedì 4 agosto 2022
Archeologia. La Caccia Sacra, un rituale arcaico. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. La Caccia Sacra, un rituale arcaico.
Articolo di Pierluigi Montalbano
In Sardegna si conoscono una serie di bronzetti di epoca nuragica che manifestano la volontà delle comunità di partecipare ad attività legate alla caccia e all'offerta di sacrifici alle divinità. È il cervo l'animale più rappresentato, spesso associato a spade votive e al fedele cane che con le sue doti di cacciatore naturale aiutava l'uomo a catturare le prede. Gli antichi si cibavano di ciò che trovavano: frutta, vegetali, carne, molluschi e pesci. Stagionalmente si spostavano alla ricerca di terre in grado di garantire cibo, e si aggregavano in tribù, dove ognuno aveva un ruolo e preparava utensili, armi e
mercoledì 3 agosto 2022
Archeologia. Falsi bronzetti d'autore. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia. Falsi bronzetti d'autore.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Carlo Alberto, re d'Italia (re di Sardegna), era un grande appassionato di archeologia e decise di verificare di persona la qualità di una serie di bronzetti che gli furono proposti da una banda di falsari sardi, tra i quali Gaetano Cara, direttore del Regio Museo di Cagliari.
Il sovrano ci cascò come un pollo e comprò buona parte della collezione per una cifra che oggi si aggirerebbe intorno ai 150 mila euro. Erano personaggi maschili e femminili ricchi di elementi come corna, forconi, spade e oggetti appuntiti. Questa collezione viene presentata ciclicamente nei musei archeologici italiani. Assai diversi dalle sculture sarde, questi bronzetti ingannarono anche autorevoli studiosi come il conte Della Marmora, che nel 1840 pubblicò il catalogo dei 180 bronzetti del Museo di Cagliari. La loro falsità fu svelata solo nel 1876 dal canonico Giovanni Spano, commissario governativo per le antichità e i musei della Sardegna. Alcuni di questi «idoli falsi e bugiardi», come li definì Ettore Pais, furono esposti qualche anno fa in una vetrina del Museo archeologico di Cagliari. Nell'Ottocento l'occhio dei visitatori non era esperto come quello contemporaneo, e certamente oggi non sarebbe attuabile una simile truffa, ma la consapevolezza che quella dei falsari è un'attività ancora praticata...ci suggerisce di mantenere sempre vigile l'attenzione sulle opere d'arte e su ciò che le case d'asta propongono sul web.
martedì 2 agosto 2022
Sardegna, Menhir e lastre istoriate. La stele di Boeli. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Sardegna, Menhir e lastre istoriate. La stele di Boeli.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
A Mamoiada c'è una grande lastra di granito finemente lavorata oltre 5 mila anni fa, chiamata Sa Perda Pintà, o Stele di Boeli. Alta tre metri, larga due e spessa 60 cm, è decorata con una serie di cerchi concentrici incisi a basso rilievo intorno a una coppella e tagliati da un’incisione rettilinea che termina con un’appendice arcuata. Altre 23 coppelle di varie dimensioni, scavate, completano il simbolismo. Le incisioni donano al monumento una valenza sacra e magica, collegabile a culti legati alla fertilità e al
Archeologia, Sardegna. Edifici funerari e rituali: Domus de Janas e Tombe di Giganti. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia, Sardegna. Edifici funerari e rituali: Domus de Janas e Tombe di Giganti.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
In Sardegna abbiamo oltre 3500 domus de janas e un migliaio di Tombe di Giganti, tutti monumenti realizzati migliaia di anni fa per custodire i defunti, al riparo dagli animali e dagli eventi atmosferici. All'esterno e all'interno si nota un ricco e complesso sistema di simboli, colori, forme e ideologie. Nella preistoria, la morte fisica non appariva come definitiva, era il passaggio ad una nuova condizione, regolato da rituali che aiutavano l’individuo a staccarsi dal mondo dei vivi per aggregarsi a quello dei morti. La presenza di un'area specifica per il culto e per le deposizioni dei defunti era il