Archeologia della Sardegna. Bronzetto demone eroe, un oggetto dell'arte sarda di epoca nuragica.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Sardegna centrale, una scoperta straordinaria.
Nel 1865 in località Abini (Teti) un pastore scopri i resti di un villaggio di epoca nuragica. Da un ripostiglio formato da lastre in pietra provengono 15 bronzetti di offerenti e 3 guerrieri dotati di 4 occhi e 4 braccia, definiti da Lilliu "demoni-eroi". Nello stesso contenitore erano conservati 40 pugnali, alcune navicelle in bronzo, animali, asce, spilloni e frammenti di vasi in bronzo. Tutto il materiale fu acquistato da Efisio Timon e donato al Museo di Cagliari, attuale sede del materiale. Un nuovo scavo del 1878 portò alla luce un vaso-ripostiglio contenente 108 kg di preziosi manufatti metallici tra cui bronzetti guerrieri e personaggi del popolo. Il demone-eroe nella foto è il più
affascinante, con una natura umana che si arricchisce di elementi (4 occhi, armi doppie e 4 braccia) che evocano una divinità a metà strada tra mondo umano e mondo sacro. Pesantemente armato, colpisce per la sua austerità e per la perfezione nei dettagli del vestiario. Inoltre, si notano le lunghe corna che convergono, sormontate da pomelli sferici, come nel bronzetto di Padria. Tuttavia, una tavola del Crespi datata 1866 mostra due corna corte (vedi foto). Anche il Pais, nel 1884, lo descrisse con corna corte.
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