Diretto da Pierluigi Montalbano

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Associazione Culturale Honebu

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giovedì 27 settembre 2018

Salvatore Dedola da Honebu. Nuovo dizionario Etimologico della Lingua Sarda.

Salvatore Dedola da Honebu. Nuovo dizionario Etimologico della Lingua Sarda.

Straordinario e imperdibile appuntamento per tutti gli appassionati di lingua sarda. Dopo 70 anni dal precedente, è stato pubblicato il testo che tutti i sardi dovrebbero avere a casa, il Dizionario della nostra Lingua.
Venerdì 28 settembre nella sala conferenze dell'Associazione Culturale Honebù, a Cagliari / Pirri, in Via Fratelli Bandiera 100, alle ore 19, il linguista e glottologo Salvatore Dedola presenterà il suo ultimo lavoro: "NOFELSA", Nou Faeddarzu Etimològicu dessa Limba Sarda, il dizionario etimologico della lingua sarda. Durante la serata saranno presentati anche i primi 3 tomi della Enciclopedia della Civiltà Sarda. Il Dizionario Etimologico, un testo di 1500 pagine, sostituisce integralmente il Dizionario Etimologico Sardo scritto da M. L. Wagner, rivoluzionando il metodo etimologico utilizzato dallo studioso tedesco e dai suoi

mercoledì 26 settembre 2018

Archeologia. Monserrato, conferenza sulla Navigazione Antica nel Mare Mediterraneo.

Archeologia.  Monserrato, conferenza sulla Navigazione Antica nel Mare Mediterraneo.

Sabato 29 Settembre, alle 17.30, a Monserrato in Via del Redentore 216, nella sala conferenze dell'associazione Pauly Onlus, Pierluigi Montalbano racconterà le tecniche di costruzione delle prime barche, le rotte di navigazione, i primi approdi, l'organizzazione di un porto e parlerà degli accordi commerciali che sancirono le più antiche relazioni economiche nel nostro Mare Mediterraneo.
Durante la serata saranno mostrate immagini e video che arricchiranno la presentazione e renderanno

lunedì 24 settembre 2018

Muscoli mimici e Riso sardonico. Riflessioni di Aldo Casu


Muscoli mimici  e  Riso sardonico
Riflessioni di Aldo  Casu


In “Contributo all'antropologia delle parti molli di Sardi centro-meridionali. - I muscoli mimici”, del Prof. Carlo Maxia, allora Direttore dell’ Istituto di Antropologia dell'Università di Cagliari,  pubblicato nella rivista “Quaderni di anatomia pratica”, Serie XII, N. 1-4, p. 159-204, 1957, nello “SCOPO DELLE RICERCHE” (Cap. 2.1) si legge testualmente:
“… La popolazione della Sardegna, soprattutto quella della regione centro-meridionale dal massiccio del Gennargentu ai Campidani (Capo di Sotto), si distingue nettamente, dal punto di vista delle classificazioni antropologica, dalla massa diventata straordinariamente ibrida di tutte le altre popolazioni europee …”.
Nel capitolo 3 - “MATERIALE DI OSSERVAZIONE”- si legge che lo studio è stato svolto su corpi di Sardi della provincia di Cagliari e di quella di Nuoro, che “… due sole donne erano della provincia di Sassari …”, che
“… Tutti gli individui, che sono stati oggetto di studio, erano Sardi di nascita e di ascendenza. I maschi in maggioranza avevano esercitato la professione di minatore, di contadino e di manovale: le

venerdì 21 settembre 2018

Archeologia. Uraš, la Signora dell’Olimpo Sumero. Riflessioni di Gustavo Bernardino


Archeologia. Uraš, la Signora dell’Olimpo Sumero.
Riflessioni di Gustavo Bernardino

Il paese della provincia di Oristano noto tra l'altro per aver ospitato nel 1470 nel suo territorio una cruenta battaglia  tra le truppe viceregie di Nicolò Carroç e le truppe marchionali di Leonardo d’Alagon (Sergio Salis, “La battaglia di Uras”, su Trexenta Storica blog), ha radici molto antiche testimoniate anche dalla presenza nelle sue vicinanze del maestoso Nuraghe “Sa domu beccia”. Rivive così il glorioso passato della nostra amatissima terra che nel periodo ricompreso tra il tardo neolitico e fino all'arrivo delle milizie romane era un crocevia di naviganti, richiamati dalle ingenti risorse minerarie conosciute grazie alla attività commerciale che

giovedì 20 settembre 2018

Marciana – La Zecca inesistente e l’auspicato intervento della Regione Toscana. È difficile anche con la fantasia arrampicarsi sugli specchi per sostenere a lungo il tentativo. Riflessioni di Alberto Zei

Marciana – La Zecca inesistente e l’auspicato intervento della Regione Toscana.
È difficile anche con la fantasia arrampicarsi sugli specchi per sostenere a lungo il tentativo.
Riflessioni di Alberto Zei


Le zecche italiane
Nel 2011 oltre 60 studiosi  di tutto il mondo contribuirono con la loro scienza numismatica a ‘costruire’ due ponderosi volumi per un totale di 1664 pagine che - citiamo da IBS - “raccolgono la documentazione relativa a tutte le zecche italiane dal V secolo d. C. fino all'unità d'Italia. Si tratta di una ingente massa di dati ampiamente documentati, qui raccolti per la prima volta in un'unica opera, che offrono una comprensione ampia e comparativa delle attività delle zecche italiane... Non esistono lavori simili in ambito europeo”. Tale opera, che uscì con il titolo “ Le zecche italiane fino all’Unità”, fu pubblicata dall’Istituto Poligrafico dello Stato e fu curata dalla Prof.ssa Lucia Travaini dell’Università di Milano, considerata a ragione, dovunque, un’autorità in fatto di numismatica e di sedi di zecche ma di Marciana non se ne fa menzione.
Orbene: nel mese di novembre 2017 intervistai la Prof.ssa  Travaini sulla storia delle zecche. L’ ultima domanda riguardò la discussa veridicità della  zecca di Marciana, ubicata in un ipogeo  che il

lunedì 17 settembre 2018

Archeologia. Stonehenge, il circolo di pietre monumentali sosteneva un altare?

Archeologia. Stonehenge, il circolo di pietre monumentali sosteneva un altare?


Lo storico Julian Spalding ha avanzato una nuova ipotesi su Stonehenge. A suo parere, le pietre circolari servivano a sostenere una piattaforma sopraelevata per l'esecuzione di riti ancestrali. Una rampa, o delle scale, avrebbero portato i sacerdoti sulla piattaforma. Con il passare dei millenni, le pietre sono rimaste, ma il legno si è decomposto. Che si trattasse di un tempio druido, di un calendario astronomico o di un centro per le guarigioni, il mistero di Stonehenge ha alimentato un dibattito senza fine nel corso dei secoli. Alle varie ipotesi avanzate, si aggiunge questa proposta dallo storico Julian Spalding, direttore di alcuni importanti musei del Regno Unito. Per lo studioso, il

domenica 16 settembre 2018

Archeologia. L’alba della scrittura in Sardegna, tra fonti, epigrafi e manufatti. Pierluigi Montalbano

Archeologia. L’alba della scrittura in Sardegna, tra fonti, epigrafi e manufatti.
Pierluigi Montalbano



























La storia della parola, dalla comunicazione verbale a quella scritta, è un percorso lungo millenni, nel corso dei quali l’uomo è riuscito a fissare la parola fuggevole in qualcosa di duraturo: verba volant e picta manent. Nacquero scritture di tipo pittografico, nelle quali viene riprodotto in disegni il contenuto delle parole, ad esempio il disegno della casa scrive la parola casa. L’esempio più conosciuto è l’utilizzo dei geroglifici nella scrittura egizia, in cui è documentato anche il valore consonantico dei segni, ad esempio oltre a significare la parola casa il segno grafico può assumere il valore del nesso consonantico CS. Un simile valore hanno i segni rinvenuti a Serabit el-Khahim, una località del Sinai, e perciò detti protosinaitici: derivati dai segni geroglifici, esprimono, tuttavia, una

venerdì 14 settembre 2018

Archeologia. Il mondo degli Etruschi, i Tusci dei romani, i Tursha dei popoli del mare. Riflessioni di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Il mondo degli Etruschi, i Tusci dei romani, i Tursha dei popoli del mare.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Gli Etruschi sono, insieme ai nuragici, la più importante popolazione dell'Italia preromana. Inizialmente occupavano un vasto territorio tra l'Arno e il Tevere, poi chiamato Toscana perché i Romani chiamavano Tusci gli Etruschi, ed erano conosciuti precedentemente come Tursha, una componente della coalizione dei Popoli del mare che partecipò alle vicende legate all'invasione dell'Egitto intorno al 1220-1175 a.C. Di lì poi si estesero verso nord, in Emilia Romagna, e verso sud, in Campania. Il massimo splendore della civiltà etrusca precede l’avvento di

mercoledì 12 settembre 2018

Archeologia, le materie prime dell'antichità. I metalli e le leghe, elementi naturali e artificiali che spinsero l'uomo ad incrementare le conoscenze tecnologiche: miniere, metallurgia e complessi processi di fusione, attivarono un'evoluzione sociale, culturale e organizzativa per attivare intrecci commerciali su tutto il pianeta. Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Archeologia, le materie prime dell'antichità. 

I metalli e le leghe, elementi naturali e artificiali che spinsero l'uomo ad incrementare le conoscenze tecnologiche:  miniere, metallurgia e complessi processi di fusione, attivarono un'evoluzione  sociale, culturale e organizzativa per attivare intrecci commerciali su tutto il pianeta. 
Riflessioni di Pierluigi Montalbano


La metallurgia comprende 3 processi produttivi che consentono di ricavare metalli dai loro minerali e renderli idonei alla trasformazione in oggetti: concentrazione del minerale; ottenimento del metallo; purificazione e raffinazione. Le tracce più antiche di utilizzo dei metalli risalgono al Neolitico quando oro, argento e rame nativi, per le loro caratteristiche di malleabilità e duttilità, venivano lavorati, a freddo e a caldo, per martellatura e stiramento, e poi impiegati per realizzare oggetti ornamentali e simboli di prestigio. Il primo materiale fu probabilmente il rame, la cui utilizzazione è favorita dalla visibilità dei giacimenti e dai vivaci colori dei prodotti ottenuti con il trattamento, ad esempio il verde della malachite, l'azzurro dell’azzurrite e il rosso del rame nativo. Sotto la crosta superficiale, i principali minerali di rame sono solfuri, il più diffuso dei quali è la calcopirite. L'uomo raccoglieva i

lunedì 10 settembre 2018

Archeologia, le materie prime dell'antichità. Le schegge di ossidiana, i diamanti del Neolitico. Una roccia vulcanica che contribuì all'evoluzione umana avviando una fitta rete di scambi commerciali terrestri e marittimi, anche a lunga distanza. Riflessioni di Pierluigi Montalbano

Archeologia, le materie prime dell'antichità. 
Le schegge di ossidiana, i diamanti del Neolitico. Una roccia vulcanica che contribuì all'evoluzione umana avviando una fitta rete di scambi commerciali terrestri e marittimi, anche a lunga distanza.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano



L’ossidiana è una roccia vulcanica effusiva a raffreddamento rapidissimo. La composizione silicea e la mancata cristallizzazione causata dalla veloce solidificazione le danno una caratteristica lucentezza vitrea nerastra ma ci sono delle tipologie con riflessi di colore verde, grigio, blu e rossastro. La facilità di estrazione e di lavorazione per scheggiatura, contribuirono alla sua diffusione come materia prima per una grande quantità di armi e arnesi da lavoro, e grazie alla sua bellezza entrò a far parte delle pietre preziose utilizzate come doni cerimoniali. Affiancò la selce, utilizzata dall’alba dei tempi come roccia ideale per la realizzazione di utensili, e fu progressivamente sostituta dai metalli fino a perdere gran parte del suo valore con l’inizio della fusione del bronzo. Da quel momento fu relegata alla produzione di ornamenti, ma il fitto intreccio di scambi di cui era stata protagonista rimase in vita consentendo alle popolazioni che partecipavano ai traffici di consolidare alleanze e contribuire all’evoluzione umana. Gli studiosi utilizzano i concetti di commercio e scambio per spiegare la

venerdì 7 settembre 2018

Archeologia, le materie prime dell'antichità. Il sale, utilizzato fin dall'antichità come bene di scambio, strumento per la mummificazione dei faraoni egizi, paga per i soldati romani, elemento per rituali sacri e profani, preziosa sostanza che segna amicizia e condivisione fra le persone. Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Archeologia, le materie prime dell'antichità. 

Il sale, utilizzato fin dall'antichità come bene di scambio, strumento per la mummificazione dei faraoni egizi, paga per i soldati romani, elemento per rituali sacri e profani, preziosa sostanza che segna amicizia e condivisione fra le persone.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano



Nel Neolitico antico, con lo sviluppo dell’agricoltura, lo stile di vita dell’uomo cambiò profondamente perché la necessità di conservare gli alimenti con la salatura, rese necessario il diffuso utilizzo del sale. Inoltre, i cereali coltivati erano poveri di sale, e questo prezioso elemento entrò quindi a far parte dell’alimentazione quotidiana. Successivamente, la sua qualità di insaporire lo rese indispensabile nella preparazione e nella cottura dei cibi. Estratto in forma solida dai depositi di salgemma, o ricavato mediante la cristallizzazione dell’acqua salata, diventò ben presto oggetto di produzioni industriali e di commercio, anche a lunga distanza. Le antiche popolazioni costiere, lo

giovedì 6 settembre 2018

Archeologia. Video conferenza sulla presenza degli Shardana nel Vicino Oriente. Registrata in data 02 Settembre 2018 a Domus De Maria. Relatore Pierluigi Montalbano. Video di Ferdinando Atzori.

Archeologia. 
Video conferenza sulla presenza degli Shardana nel Vicino Oriente. 
Registrata in data 02 Settembre 2018 a Domus De Maria. 
Relatore Pierluigi Montalbano.
Video di Ferdinando Atzori.


Chi erano gli Shardana? 
Dove operavano? 
Che mansioni svolgevano? 
Quando arrivarono nel Vicino Oriente? 
A queste e altre domande sarà offerta una risposta nel video. 
Buona visione.

https://www.youtube.com/watch?v=l6Y9EHav5f8&feature=share

lunedì 3 settembre 2018

Archeologia, le materie prime dell'antichità. I profumi e le sostanze balsamiche, gli strumenti utilizzati dagli antichi per entrare in contatto con le divinità. Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Archeologia, le materie prime dell'antichità. I profumi e le sostanze balsamiche, gli strumenti utilizzati dagli antichi per entrare in contatto con le divinità.


Riflessioni di Pierluigi Montalbano

Le fonti documentarie più antiche sulle sostanze profumate provengono dalla civiltà egizia che le utilizzava nei templi per favorire l’intermediazione fra uomini e dei. In tutti i rituali di purificazione, di imbalsamazione dei defunti e di elevazione dell’anima, si fa uso di aromi e profumi. In Asia i due maggiori centri che si dedicano alla produzione sono Palmira e Babilonia, specializzati in resina di terebinto, olibano, galbano, laudano e mirra. Unguenti e oli profumati fanno parte delle attività dei sacerdoti che si dedicano alla pulizia delle statue, alla cura personale e alla preparazione dei defunti, con offerte che assicurano la protezione degli dei per il loro passaggio nell’aldilà mantenendo l’integrità del corpo. Nei templi sono presenti sale adibite alla preparazione degli aromi da bruciare e dell’olio profumato destinato agli dei, con attività che durano diversi mesi per pestare le piante, i fiori, i grappoli, le erbe aromatiche e tritare resine e gomme. Altri assistenti rimestano in grandi calderoni il vino, gli oli, il miele mentre il sacerdote officiante, capo del laboratorio, legge le