triplice: educa, purifica le passioni e diverte. Aristotele racconta che ogni passione e ogni movimento mentale nell’anima umana sono accompagnati da flussi che percorrono i nervi, le arterie e le vene, e la musica esercita un’azione su questi, influenzando l’anima, regolando i suoi moti, rendendola atta al ragionamento, calmando le brame eccessive e stimolando la volontà. Erofilo, maestro nella medicina, afferma che le pulsazioni delle arterie sono influenzate dai ritmi musicali, e scrive che l’anima ha ricevuto dalla natura un organismo dotato di nervi e soffi simili a quelli che fanno risuonare gli strumenti musicali. Allorché il soffio produce suoni melodiosi e ritmici, non deve sorprendere che l’anima riceve un’influenza corrispondente mediante il soffio che è in essa, e nelle sue fibre si determinano echi e vibrazioni simili a quelli emessi dal nervo toccato armoniosamente. Identico fenomeno si verifica nella cetra quando si fa vibrare una delle sue due corde armoniche, si verifica che l’altra, pure disposta a una certa distanza, vibrerà energicamente anch’essa. Un’altra dottrina insegna che l’anima umana, la cui origine è celeste, ha dei moti la cui armonia corrisponde a quella celeste. Quando l’anima entra in confusione e nel disordine, la musica può richiamare l’uomo verso il suo stato celeste. Orfeo, fondatore del culto eleusino, impiegò la musica nei Misteri, e Pitagora insegnava che la musica, agendo sulla parte irrazionale dell’anima, può affascinarla e stimolarla. Le attribuiva la virtù di guarire i cattivi costumi, di purificare le passioni e di far tornare la sanità interiore. Suggeriva di eseguire certi ritmi di danza per assicurare agilità e salute al corpo. Aristotele scrive che alcuni uomini, a volte, sono assaliti da una specie di furore divino, ma se ascoltano una musica sacra essi provano uno stato di calma interna che è come una purificazione e una guarigione dell’anima.
martedì 5 settembre 2017
Archeologia, miti e riti segreti. Il potere della musica sull'animo umano e il valore dei simboli. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, miti e riti segreti. Il potere della musica sull'animo umano e il valore dei simboli.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
I Misteri e la musica.
Nei Misteri interviene una purificazione per mezzo
della musica perché essa influenza la parte inferiore dell’anima umana. Galeno
scrive che con il suono del flauto si possono condizionare le passioni e gli
istinti irrazionali. Aristide Quntiliano spiega che vi sono due specie di
anima, quella ragionevole e quella istintiva, e ci sono due specie di
istruzioni. La prima cerca di conservare la parte ragionevole in uno stato di
naturale libertà esercitandola nell’arte logica, l’altra cura e guarisce la
parte irragionevole, soggetta a un’agitazione continua, come un animale
selvatico, non consentendole di giungere a certi eccessi, né di abbattersi
completamente. Il capo di chi adotta la prima è la filosofia; alla testa di chi
adotta la seconda è la musica. Plotino scrive che l’azione della musica è
triplice: educa, purifica le passioni e diverte. Aristotele racconta che ogni passione e ogni movimento mentale nell’anima umana sono accompagnati da flussi che percorrono i nervi, le arterie e le vene, e la musica esercita un’azione su questi, influenzando l’anima, regolando i suoi moti, rendendola atta al ragionamento, calmando le brame eccessive e stimolando la volontà. Erofilo, maestro nella medicina, afferma che le pulsazioni delle arterie sono influenzate dai ritmi musicali, e scrive che l’anima ha ricevuto dalla natura un organismo dotato di nervi e soffi simili a quelli che fanno risuonare gli strumenti musicali. Allorché il soffio produce suoni melodiosi e ritmici, non deve sorprendere che l’anima riceve un’influenza corrispondente mediante il soffio che è in essa, e nelle sue fibre si determinano echi e vibrazioni simili a quelli emessi dal nervo toccato armoniosamente. Identico fenomeno si verifica nella cetra quando si fa vibrare una delle sue due corde armoniche, si verifica che l’altra, pure disposta a una certa distanza, vibrerà energicamente anch’essa. Un’altra dottrina insegna che l’anima umana, la cui origine è celeste, ha dei moti la cui armonia corrisponde a quella celeste. Quando l’anima entra in confusione e nel disordine, la musica può richiamare l’uomo verso il suo stato celeste. Orfeo, fondatore del culto eleusino, impiegò la musica nei Misteri, e Pitagora insegnava che la musica, agendo sulla parte irrazionale dell’anima, può affascinarla e stimolarla. Le attribuiva la virtù di guarire i cattivi costumi, di purificare le passioni e di far tornare la sanità interiore. Suggeriva di eseguire certi ritmi di danza per assicurare agilità e salute al corpo. Aristotele scrive che alcuni uomini, a volte, sono assaliti da una specie di furore divino, ma se ascoltano una musica sacra essi provano uno stato di calma interna che è come una purificazione e una guarigione dell’anima.
triplice: educa, purifica le passioni e diverte. Aristotele racconta che ogni passione e ogni movimento mentale nell’anima umana sono accompagnati da flussi che percorrono i nervi, le arterie e le vene, e la musica esercita un’azione su questi, influenzando l’anima, regolando i suoi moti, rendendola atta al ragionamento, calmando le brame eccessive e stimolando la volontà. Erofilo, maestro nella medicina, afferma che le pulsazioni delle arterie sono influenzate dai ritmi musicali, e scrive che l’anima ha ricevuto dalla natura un organismo dotato di nervi e soffi simili a quelli che fanno risuonare gli strumenti musicali. Allorché il soffio produce suoni melodiosi e ritmici, non deve sorprendere che l’anima riceve un’influenza corrispondente mediante il soffio che è in essa, e nelle sue fibre si determinano echi e vibrazioni simili a quelli emessi dal nervo toccato armoniosamente. Identico fenomeno si verifica nella cetra quando si fa vibrare una delle sue due corde armoniche, si verifica che l’altra, pure disposta a una certa distanza, vibrerà energicamente anch’essa. Un’altra dottrina insegna che l’anima umana, la cui origine è celeste, ha dei moti la cui armonia corrisponde a quella celeste. Quando l’anima entra in confusione e nel disordine, la musica può richiamare l’uomo verso il suo stato celeste. Orfeo, fondatore del culto eleusino, impiegò la musica nei Misteri, e Pitagora insegnava che la musica, agendo sulla parte irrazionale dell’anima, può affascinarla e stimolarla. Le attribuiva la virtù di guarire i cattivi costumi, di purificare le passioni e di far tornare la sanità interiore. Suggeriva di eseguire certi ritmi di danza per assicurare agilità e salute al corpo. Aristotele scrive che alcuni uomini, a volte, sono assaliti da una specie di furore divino, ma se ascoltano una musica sacra essi provano uno stato di calma interna che è come una purificazione e una guarigione dell’anima.
Simboli
Le religioni adottano simboli di vario genere:
animali, numeri e raffigurazioni varie. Gli esseri viventi hanno qualità, doti
e facoltà che derivano dallo stesso principio di quelle degli uomini, perciò
possono simboleggiare efficacemente. Il leone è il re degli animali e
generalmente rappresenta gli iniziati di rango più elevato, come avviene, ad
esempio, per Eracle e Achille. L’aquila è il re dei volatili, il più perfetto
degli uccelli, il più rapido, il più forte. E’ l’uccello sacro a Zeus e porta
in cielo l’anima del re. Il serpente-dragone è il re degli animali che strisciano,
simbolo di rinnovamento e rinascita. E’ anche simbolo della guarigione e della
conservazione. Interviene con frequenza nei Misteri, sempre al seguito di
Demetra come emblema della forza luminosa. Il delfino è il sovrano degli animali
acquatici e protegge i navigatori e quelli che nuotano. Può personificare il re
navigatore, come avviene con Ulisse, e guida le anima verso le Isole Felici. Il
cigno simboleggia la forza pura della luce, è sacro ad Apollo ed è anche
ispiratore dei poeti. Il toro rappresenta la forza e la potenza generatrice. La
civetta, sacra ad Atena, simboleggia le tenebre interiori ed è associata ai
riti funerari perché protegge i defunti. L’ape è l’anima che, dopo la discesa
nel mondo della genesi, medita l’ascensione ed è un simbolo adeguato alla
sacerdotessa di Demetra. Il miele è simbolo di morte e di vita, di torpore e
lucidità, e viene offerto agli iniziati come segno di vita nuova. Il papavero
che viene offerto a Demetra rappresenta la terra, ma anche la potenza del sonno
e dell’oblio che interviene negli uomini nell’intervallo fra la morte e la
rinascita. L’olio è simbolo di purezza. L’olivo è sacro alla Dea Atena, l’alloro
ad Apollo, il mirto è l’emblema del potere che governa. La melagrana è sacra a
Demetra e Persefone. L’oro ha il colore del sole, l’argento quello della luna.
Il bronzo ha virtù purificatrici ed è carico di un potere legato al suono della
sua vibrazione. Lo si fa risuonare per allontanare influenze demoniache
temibili in occasione di un’eclisse o alla morte di una persona eminente. Lo
scettro è segno del potere regale, il treppiede indica il potere di Apollo, il
tridente è simbolo del potere di Poseidone che può far tremare la terra.
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