giovedì 29 settembre 2016
Dracula, Vampiri, Zombie e altri casi. L'archeologia dei non morti: storia delle più strane precauzioni e delle sepolture anomale adottate, nei secoli, per evitare che i morti risorgessero dalle tombe.
Dracula, Vampiri, Zombie e altri casi. L'archeologia dei non morti: storia delle più strane precauzioni e delle sepolture anomale adottate, nei secoli, per evitare che i morti risorgessero dalle tombe.
Negli
anni '80, in un sito dell'Età della Pietra di Dolní Věstonice, nella Repubblica
Ceca, vennero alla luce tre corpi sepolti, in una modalità inquietante, 27 mila
anni fa. Una donna con il volto sfigurato da una qualche anomalia congenita e
il ventre dipinto di ocra giaceva tra un uomo interrato a pancia in giù e un
altro inchiodato al suolo da uno spesso palo di legno. Le tre salme erano
ricoperte da rami di abete rosso bruciati. Per molti anni, gli storici non
hanno dedicato particolare attenzione alle sepolture anomale come
questa, ritenute frutto di superstizioni locali o un trattamento riservato a
criminali e reietti. Ma le cose stanno cambiando, come spiega un articolo pubblicato su The Atlantic.
Studi
sistematici hanno dimostrato che alcune delle modalità di inumazione osservate
a Dolní Věstonice non sono affatto un caso isolato, ma trovano riscontro in
molte altre aree del mondo e in
diverse epoche storiche. Tanto da far nascere
il sospetto che l'uomo trafitto dal bastone fosse stato impalato di proposito,
e che il suo compagno fosse stato sepolto a testa in giù non solo per una
questione di disprezzo.
Gli
studi più recenti e completi in fatto di sepolture anomale rivelano che queste
tecniche erano probabilmente usate per impedire ai defunti di uscire dalla
tomba, in caso di risveglio; e che questo obiettivo si raggiungeva con un
ventaglio molto ampio e fantasioso di precauzioni post mortem.
A
partire dall'Est Europa, terra di ispirazione del Dracula di Bram Stoker. In Bulgaria
sono stati documentati vari casi di scheletri inchiodati a terra dal vomere
degli aratri, 700 anni fa. Recenti casi in Polonia hanno riportato alla luce
scheletri sepolti con falci attorno al collo o alla vita (vedi foto in
apertura).
Queste
macabre pratiche non conoscono confini. Scheletri sepolti sotto ingombranti
pesi, come macine di mulini, anfore o enormi pietre sono stati trovati in tutta
Europa, dalla Grecia dell'Età del Bronzo all'Inghilterra del Medioevo. Un'altra
opzione era immobilizzare il già fermo trapassato infilandogli un mattone, o
qualche altro pesante utensile, tra i denti spalancati (come nel caso del
famoso Vampiro di Venezia, di cui abbiamo scritto qui). Secondo la
leggenda i vampiri "non-morti", sepolti a fianco dei cadaveri degli
appestati, si nutrivano del sangue di questi ultimi per poi uscire dalla tomba
e diffondere il contagio. Così gli addetti alla sepoltura inserivano un palo o
un mattone nella bocca dei sospettati. Certo il rischio, in questi casi, è
di ricorrere a chiavi di lettura postume per interpretare le sepolture di
allora, o di non affrontare il fenomeno con la dovuta scientificità. Ma due
ampi database su queste forme d’inumazione redatti negli ultimi anni permettono
di esplorare il fenomeno nella sua complessità storica e geografica. Uno è stato compilato da Andrew Reynolds, archeologo
dell'University College London, e comprende circa 25 mila sepolture dell'area
anglosassone.
Per
Reynolds, seppellire i corpi a faccia in giù impediva che questi potessero risorgere dalla tomba: scavando, avrebbero solo reso più profonda
la propria fossa. Anche la decapitazione post-mortem (osservata piuttosto di
frequente negli scavi archeologici) era un espediente per evitare che il
defunto potesse tornare.
Il
luogo scelto per la sepoltura era importante: con l'introduzione del
Cristianesimo in Gran Bretagna, i morti "pericolosi" vennero sepolti
fuori dal centro città. In caso di risveglio, avrebbero potuto recarsi altrove,
senza tornare da chi conoscevano.
Un
altro studio sistematico di Marco Milella, antropologo
dell'Università di Zurigo, conferma che analoghi rituali erano osservati anche
nel resto dell'Europa occidentale, tra il I e il V secolo d.C., e che il timore
di morti risorti dalle loro tombe erano abbastanza pervasivo da influenzare le
modalità di sepoltura.
Ma da dove nascevano queste superstizioni? In
base alla spiegazione più largamente accettata, dal panico suscitato dalle epidemie.
Quando un'ondata di morte investiva una comunità, il primo contagiato era
considerato responsabile della diffusione del morbo. Il suo corpo veniva allora
esumato per ulteriori analisi, ma le condizioni in cui versava apparivano molto
diverse da quelle in cui era stato lasciato. Non più una salma fredda e rigida,
ma un volto arrossato, un ventre rumoroso gonfio di gas, unghie e capelli apparentemente cresciuti e sangue che sgorgava dalla bocca: quanto bastava per
pensare, in assenza di conoscenze mediche, a un risveglio post mortem.
Fonte:
www.focus.it
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