Mare. Gli scavi condotti negli anni Ottanta dagli archeologi dell’Università di Haifa, hanno fatto ipotizzare che la città, nel periodo a cavallo fra Bronzo e Ferro, fosse dimora degli Shardana, infatti, alla fine del Bronzo, arrivò una nuova popolazione e utilizzò molti edifici preesistenti. In una zona non fortificata dedicata alla lavorazione dei metalli, c’erano reperti ceramici di tipo Miceneo IIIC:1B., una tipologia diffusa ovunque nel Mediterraneo, soprattutto negli strati successivi ai livelli di distruzione attribuiti a questi invasori. Nel Vicino Oriente queste ceramiche sono state ritrovate dalla Cilicia, con la città di Tarso, alle città palestinesi all’interno dei confini egiziani e a Cipro. È stata trovata, inoltre, anche nelle vicine città di Ashdod e di Dor. In un altare della stessa epoca, è stata incisa la sagoma di alcune navi. Lo studioso Artzy ha confrontato questa rozza raffigurazione con quelle di imbarcazioni dell’epoca provenienti da tutto il Mediterraneo Occidentale, ma l’unica rassomiglianza era la curvatura della poppa identica a quella di alcuni modellini del museo di Nicosia del XII a.C. epoca in cui l’isola era in mano ai Popoli del Mare, come testimoniato a Larnaca, l’antica Kition,dalle evidenze archeologiche di una invasione e distruzione alla fine del XIII a.C. da parte di popolazioni stabilitesi subito dopo. Si può dunque pensare che la nave diversa da tutte le altre sia una delle imbarcazioni dei popoli del mare, forse proprio degli Shardana che si stabilirono nella zona di Akko a seguito della catastrofe. Per quanto riguarda le fonti letterarie, mentre la Bibbia non cita nessun popolo del mare esclusi i Peleset-Filistei, sappiamo che gli egiziani distinguevano le varie etnie stanziatesi in Palestina. Uno di questi è l’Onomasticon di Amenope, un’elencazione di elementi naturali, popoli stranieri e città che indica i Peleset quali abitanti di Gaza, Ascalona e Ashdod, e, in una lista separata di comunità etniche, dice che Shardana, Shekelesh e Filistei erano stanziati nei territori della costa Caananea. Il secondo è il resoconto di Wenamun, un documento in ieratico databile alla fine della XX dinastia, quindi XI a.C., che riguarda i rapporti fra l’Egitto e il Levante. Questo testo racconta il viaggio di un sacerdote di Amon verso Biblo, e cita Dor come città controllata dagli Shekelesh. Quindi, poiché nell’Onomasticon i popoli sono elencati da Nord a Sud (Shardana-Shekelesh-Peleset), e poiché possiamo indicare con certezza che i Filistei abitavano Ashdod e gli Shekelesh vivevano a Dor, si deduce che gli abitanti di Akko fossero gli Shardana. Tuttavia ci si è chiesti come mai Shekelesh e Shardana non sono nominati nella Bibbia. Abbiamo due possibilità: potrebbero essere stati assorbiti dalla popolazione preesistente in poche generazioni, oppure la ragione è che la Bibbia mostrerebbe una descrizione del mondo così come si presentava agli occhi degli israeliti, e quindi nell’ambito di uno scontro con i filistei, altri popoli numericamente meno importanti sarebbero stati marginali e quindi compare solo il nome del gruppo egemone.
domenica 14 agosto 2016
Archeologia della Sardegna. Quali circostanze spinsero gli Shardana verso il Vicino Oriente?
Archeologia della Sardegna. Quali
circostanze spinsero gli Shardana verso il Vicino Oriente?
A
una decina di km a nord dell’attuale città di Haifa ci sono le rovine di Akko,
una città menzionata nei testi egizi dei luoghi maledetti del XIX e XVIII secolo. Fu fortificata
la prima volta nel Bronzo Medio e successivamente fu un importante centro
economico e militare. Costruita strategicamente su di un promontorio a meno di
un km dal mare, aveva il controllo visivo totale sul Mediterraneo e
sull’entroterra. La posizione in un golfo naturale, terminale di strade
commerciali per l’entroterra e della carovaniera che dall’Egitto portava alla
Siria e a Ugarit, giocò un ruolo centrale nella crescita economica della città.
Akko figura fra le conquiste elencate da Thutmosis III a Karnak ed è menzionata
13 volte nelle lettere di Amarna come base navale egiziana e centro di raccolta
delle scorte dell’esercito del faraone. Nel Bronzo Recente mantenne relazioni col
resto del mondo mediterraneo ma visse un declino che si concluse nel XII a.C.
quando fu distrutta dai Popoli del
Mare. Gli scavi condotti negli anni Ottanta dagli archeologi dell’Università di Haifa, hanno fatto ipotizzare che la città, nel periodo a cavallo fra Bronzo e Ferro, fosse dimora degli Shardana, infatti, alla fine del Bronzo, arrivò una nuova popolazione e utilizzò molti edifici preesistenti. In una zona non fortificata dedicata alla lavorazione dei metalli, c’erano reperti ceramici di tipo Miceneo IIIC:1B., una tipologia diffusa ovunque nel Mediterraneo, soprattutto negli strati successivi ai livelli di distruzione attribuiti a questi invasori. Nel Vicino Oriente queste ceramiche sono state ritrovate dalla Cilicia, con la città di Tarso, alle città palestinesi all’interno dei confini egiziani e a Cipro. È stata trovata, inoltre, anche nelle vicine città di Ashdod e di Dor. In un altare della stessa epoca, è stata incisa la sagoma di alcune navi. Lo studioso Artzy ha confrontato questa rozza raffigurazione con quelle di imbarcazioni dell’epoca provenienti da tutto il Mediterraneo Occidentale, ma l’unica rassomiglianza era la curvatura della poppa identica a quella di alcuni modellini del museo di Nicosia del XII a.C. epoca in cui l’isola era in mano ai Popoli del Mare, come testimoniato a Larnaca, l’antica Kition,dalle evidenze archeologiche di una invasione e distruzione alla fine del XIII a.C. da parte di popolazioni stabilitesi subito dopo. Si può dunque pensare che la nave diversa da tutte le altre sia una delle imbarcazioni dei popoli del mare, forse proprio degli Shardana che si stabilirono nella zona di Akko a seguito della catastrofe. Per quanto riguarda le fonti letterarie, mentre la Bibbia non cita nessun popolo del mare esclusi i Peleset-Filistei, sappiamo che gli egiziani distinguevano le varie etnie stanziatesi in Palestina. Uno di questi è l’Onomasticon di Amenope, un’elencazione di elementi naturali, popoli stranieri e città che indica i Peleset quali abitanti di Gaza, Ascalona e Ashdod, e, in una lista separata di comunità etniche, dice che Shardana, Shekelesh e Filistei erano stanziati nei territori della costa Caananea. Il secondo è il resoconto di Wenamun, un documento in ieratico databile alla fine della XX dinastia, quindi XI a.C., che riguarda i rapporti fra l’Egitto e il Levante. Questo testo racconta il viaggio di un sacerdote di Amon verso Biblo, e cita Dor come città controllata dagli Shekelesh. Quindi, poiché nell’Onomasticon i popoli sono elencati da Nord a Sud (Shardana-Shekelesh-Peleset), e poiché possiamo indicare con certezza che i Filistei abitavano Ashdod e gli Shekelesh vivevano a Dor, si deduce che gli abitanti di Akko fossero gli Shardana. Tuttavia ci si è chiesti come mai Shekelesh e Shardana non sono nominati nella Bibbia. Abbiamo due possibilità: potrebbero essere stati assorbiti dalla popolazione preesistente in poche generazioni, oppure la ragione è che la Bibbia mostrerebbe una descrizione del mondo così come si presentava agli occhi degli israeliti, e quindi nell’ambito di uno scontro con i filistei, altri popoli numericamente meno importanti sarebbero stati marginali e quindi compare solo il nome del gruppo egemone.
Mare. Gli scavi condotti negli anni Ottanta dagli archeologi dell’Università di Haifa, hanno fatto ipotizzare che la città, nel periodo a cavallo fra Bronzo e Ferro, fosse dimora degli Shardana, infatti, alla fine del Bronzo, arrivò una nuova popolazione e utilizzò molti edifici preesistenti. In una zona non fortificata dedicata alla lavorazione dei metalli, c’erano reperti ceramici di tipo Miceneo IIIC:1B., una tipologia diffusa ovunque nel Mediterraneo, soprattutto negli strati successivi ai livelli di distruzione attribuiti a questi invasori. Nel Vicino Oriente queste ceramiche sono state ritrovate dalla Cilicia, con la città di Tarso, alle città palestinesi all’interno dei confini egiziani e a Cipro. È stata trovata, inoltre, anche nelle vicine città di Ashdod e di Dor. In un altare della stessa epoca, è stata incisa la sagoma di alcune navi. Lo studioso Artzy ha confrontato questa rozza raffigurazione con quelle di imbarcazioni dell’epoca provenienti da tutto il Mediterraneo Occidentale, ma l’unica rassomiglianza era la curvatura della poppa identica a quella di alcuni modellini del museo di Nicosia del XII a.C. epoca in cui l’isola era in mano ai Popoli del Mare, come testimoniato a Larnaca, l’antica Kition,dalle evidenze archeologiche di una invasione e distruzione alla fine del XIII a.C. da parte di popolazioni stabilitesi subito dopo. Si può dunque pensare che la nave diversa da tutte le altre sia una delle imbarcazioni dei popoli del mare, forse proprio degli Shardana che si stabilirono nella zona di Akko a seguito della catastrofe. Per quanto riguarda le fonti letterarie, mentre la Bibbia non cita nessun popolo del mare esclusi i Peleset-Filistei, sappiamo che gli egiziani distinguevano le varie etnie stanziatesi in Palestina. Uno di questi è l’Onomasticon di Amenope, un’elencazione di elementi naturali, popoli stranieri e città che indica i Peleset quali abitanti di Gaza, Ascalona e Ashdod, e, in una lista separata di comunità etniche, dice che Shardana, Shekelesh e Filistei erano stanziati nei territori della costa Caananea. Il secondo è il resoconto di Wenamun, un documento in ieratico databile alla fine della XX dinastia, quindi XI a.C., che riguarda i rapporti fra l’Egitto e il Levante. Questo testo racconta il viaggio di un sacerdote di Amon verso Biblo, e cita Dor come città controllata dagli Shekelesh. Quindi, poiché nell’Onomasticon i popoli sono elencati da Nord a Sud (Shardana-Shekelesh-Peleset), e poiché possiamo indicare con certezza che i Filistei abitavano Ashdod e gli Shekelesh vivevano a Dor, si deduce che gli abitanti di Akko fossero gli Shardana. Tuttavia ci si è chiesti come mai Shekelesh e Shardana non sono nominati nella Bibbia. Abbiamo due possibilità: potrebbero essere stati assorbiti dalla popolazione preesistente in poche generazioni, oppure la ragione è che la Bibbia mostrerebbe una descrizione del mondo così come si presentava agli occhi degli israeliti, e quindi nell’ambito di uno scontro con i filistei, altri popoli numericamente meno importanti sarebbero stati marginali e quindi compare solo il nome del gruppo egemone.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento