Il tempio di Melqart nelle Colonne d’Ercole, edificato
nell’antica Gadir (Cadice)
di Pierluigi Montalbano
Cadice è una
delle più antiche città di tutto il Mediterraneo Occidentale. Fondata intorno
all’XI a.C. come base logistica per sviluppare i traffici commerciali legati ai
metalli, presentava, come tutti gli altri empori di età fenicia, un tempio dedicato
alla divinità garante degli scambi, l’eroe delle esplorazioni, il Dio Melqart,
conosciuto in età greca come Eracle e, più tardi, chiamato Ercole dai romani.
Citata da Omero nelle prime due opere letterarie occidentali, Gadir (Gadeira per i greci, Gades per Latini e Cadice oggi) vede il tempio realizzato prima della città
stessa. Oggi questo edificio non esiste più, ma sarebbe situato al posto del
Castello di San Pietro, sull'isola omonima, come testimoniano vari reperti
archeologici trovati nell'isola, e in questo castello, tra cui un bronzetto del
celebre Dio Fenicio.
Il tempio di Melqart-Ercole di Cadice
è stato uno dei
grandi punti di riferimento del mondo antico della penisola
iberica. La sua fama si diffuse in tutto il mondo, e i riferimenti trovati
negli scritti degli antichi autori sono numerosi. La sua posizione nell’isola
di Sancti Petri è condivisa da tutti i ricercatori. I ritrovamenti
archeologici confermano ciò che già Strabone nel I secolo scrisse in modo
chiaro: " I tiri fondarono Cadice costruendo il santuario nella parte
orientale dell'isola e la città nella parte occidentale ..." Il
bronzetto trovato in Sancti Petri rappresenta un sacerdote-guerriero in posa di
attacco, ed è la chiara rappresentazione di un dio in atteggiamento ieratico,
riportabile a Reshef, il Melqart egiziano. L'importanza del tempio è
fondamentale. In una concezione della vita mercantilista, come era quella
fenicia, il tempio del Melqart, regolava le attività commerciali svolte sotto
la sua protezione, ed era considerato il garante dei rapporti commerciali
concordati. Il tempio di Ercole Gaditanus o Herakleion Gaditanus sorgeva
nell'antichità nell’isolotto oggi chiamato Sancti Petri, che si trova a San
Fernando (Cádiz). Omero scrisse che fu fondato al termine della guerra di
Troia, ossia nei primi anni del XII a.C. Il santuario contava una serie di
edifici che si affacciavano in un cortile che ospitava il tempio principale a
cui si accede da un ingresso affiancato da due grandi colonne. Secondo l’autore
Silio Italico nel frontespizio c’erano le Fatiche di Ercole scolpite in bronzo. Non
c'era alcuna immagine del dio all'interno dell’edificio.
Inoltre si racconta
che i sacrifici umani erano proibiti perché nell’altare bruciava un fuoco
perpetuo, curato e vigilato incessantemente dai suoi sacerdoti. Secondo
Strabone, nell’ingresso, fra le colonne, i navigatori sacrificavano alle
divinità. Sono celebri i due pozzi di acqua dolce che riuscivano a contrastare il
regime delle maree e mantenere la potabilità. Lo storico latino Pomponio Mela afferma
che sotto il tempio sono stati sepolti i resti Ercole, ed è da ciò che deriva
la sua grande fama. Essa conteneva anche altre reliquie famose, come la
cintura di Teucro, eroe greco figlio di Telamone, e l'albero di Pigmalione che
produceva frutti preziosi come lo smeraldo. Le fonti storiche classiche
riferiscono che molti personaggi famosi per le loro imprese o la loro nobiltà, visitarono. Tito
Livio narra che Annibale arrivò sull'isola per offrire alla
divinità i suoi voti prima di intraprendere la conquista d'Italia. In questo
santuario, Giulio Cesare ebbe un sogno premonitore, quello del dominio globale
sul mondo, dopo aver pianto davanti al busto di Alessandro Magno, il grande
condottiero che morì precocemente e non riuscì a coronare il suo sogno di
conquista.
Il declino della città iniziò nel IV
secolo, fino a perdere del tutto la sua importanza durante il dominio dei
Visigoti. Il santuario subì attacchi e distruzione, l'azione del mare, lo
sfruttamento come cava di pietra e allevamento di ostriche e occupazioni
successive che lo portarono alla scomparsa. Secondo alcuni, l'apostolo Giacomo
sbarcò sull'isola di Sancti Petri per sradicare il culto pagano nel tempio e
consacrare al culto cristiano l’isola. Oggi, sulle alture dell'isola sorge
un castello-fortezza di pianta irregolare costruita nel XVIII secolo, su cui si
nota una torre edificata nel XVI secolo. Per la sua condizione insulare, è
raggiungibile solo in barca. Dalla terraferma partiva una strada verso l'isola
di Cadice ma oggi non esiste più a causa dell’azione del mare, pur se si notano
ancora le tracce di questa unione.
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