di Pierluigi Montalbano
sabato 14 giugno 2014
Maometto e l' Islam
Maometto e l' Islam
di Pierluigi Montalbano
di Pierluigi Montalbano
Maometto, il fondatore della religione islamica, nacque
a La Mecca nel 570 e morì a Medina nel 632. I musulmani lo considerano colui
che ha concluso il ciclo della rivelazione iniziata da Adamo.
E’ il messaggero di Dio e, a differenza di Gesù, l'ortodossia
islamica insiste sul carattere esclusivamente umano della sua persona. Fonti
principali della sua vita sono il Corano, la biografia (sīra) e le raccolte di Ibn Isḥāq e Ibn Hishām. Rimasto
orfano in tenera età, crebbe in povertà fino al matrimonio con la ricca vedova
Khadīgia. Attraverso una profonda crisi spirituale, passò a una ferma fede
monoteistica, che iniziò a predicare intorno ai 40 anni, nel 610. I suoi
concittadini mostrarono dapprima indifferenza, poi ostilità, vedendo nella
nuova dottrina, basata sull'uguaglianza, un pericolo per i proprî interessi
economici.
I pilastri ideologici del suo credo sono: fede in un Dio
unico creatore onnipotente, cui gli uomini debbono totale sottomissione (islām) attraverso la conduzione di una vita casta e
l'osservanza dei precetti islamici (preghiera e digiuno); aiuto verso il
prossimo, prossima fine del mondo, giudizio universale con paradiso, inferno e
resurrezione dei corpi. Nell’islamismo convergevano elementi presenti nell’ebraismo
e nel cristianesimo, fra tutti quello del monoteismo, ma anche credenze pagane,
come quella del pellegrinaggio alla Ka῾ba.
Maometto formò alla Mecca una piccola comunità comprendente
suoi familiari, membri della borghesia e schiavi, ma l'ostilità delle classi
dirigenti rese la vita difficile al profeta e ai suoi seguaci, tanto da indurlo
a cercare un appoggio e un campo d'azione fuori della città natale.
Dopo un tentativo fallito, strinse un accordo con elementi
di Medina, e in questa città si recò nell'autunno del 622, con quella egira, o
migrazione, che segnò poi l'inizio dell'era musulmana. Pochi anni dopo l'egira
morì Khadīgia, che gli aveva dato quattro figlie. In seguito ebbe altre mogli,
tra cui la sua preferita ῾Ā'isha. Era questo un modo per ottenere con
diplomazia l'appoggio di varî clan tribali. A Medina divenne capo religioso e
politico, ed estese il suo potere diventando arbitro e guida della comunità
pagana. Insieme ai compagni fidati (Ṣaḥāba e Muhāgirūn) e i nuovi ausiliarî (Anṣār)
di Medina, organizzò la comunità musulmana, opponendosi agli elementi ostili di
Medina, ebrei e cristiani, dapprima consenzienti al monoteismo islamico. Nel 624
sostituì la direzione della preghiera (qibla)
dall'originaria Gerusalemme alla Ka῾ba. Residenza del profeta
restò sempre Medina, dove aveva eliminato, con aspre battaglie, le dissidenti
tribù ebraiche. Dopo un solenne pellegrinaggio d'addio alla città natale, il
cui culto della Ka῾ba era stato inserito e armonizzato nell'Islam, il profeta
morì a Medina dopo breve malattia, lasciando la sua comunità senza capo
designato, ma con una cerchia di uomini d'alto valore che continuarono , come
califfi, l'opera del fondatore.
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