lunedì 20 gennaio 2014
Etruschi, Cartaginesi e Greci: La Battaglia di Alalia o del Mare Sardo
Etruschi, Cartaginesi e Greci. La Battaglia di Alalia o del Mare Sardo
Erodoto, storico della Grecia antica, fu uno dei più importanti documentaristi dell’epoca ellenistica; assiduo viaggiatore, dobbiamo a lui molti scritti che riportano con minuzia gli eventi passati. In particolar modo troviamo, tra i documenti arrivati fino ad oggi, numerose spiegazioni sull’arrivo dei Persiani in Grecia. Tramite Storie (scritto tra il 440 a.C. e il 429 a.C.), uno dei primi trattati considerato a livello storiografico, il “padre della storia”, ha riportato con estrema accuratezza, grazie al suo peregrinare, storie di battaglie, descrizioni di popoli e Paesi.
Tra i suoi scritti troviamo riferimenti alla battaglia svoltasi ad Alalia (1), emporio coloniale (2) stanziato tra la Corsica e la Sardegna, snodo d’importanti attività mercantili. Ulteriori notizie e documenti sulla battaglia navale le abbiamo da Mazzarino (3) e dallo storico romano Giustino (4).
La città di Focea (5) sorse nell’ VIII secolo a.C. nella Ionia (l’attuale Turchia) grazie allo stanziarsi di coloni venuti dall’Eritrea (o forse Eretria, vedi nota 10) (la città di Eubea nell’attuale Grecia) e da Teos (antica città dell’Asia Minore). I Focei, o più comunemente Focesi, erano un popolo molto avvezzo al commercio e allo spostamento navale; molte delle colonie della Magna Grecia furono fondate da loro, probabilmente sorte a causa dell’imperversare di Ciro II detto Il Grande che con i suoi Persiani li sconfisse ripetutamente (6).
I Focei furono i primi ad utilizzare delle navi da guerra per trasportare le merci di scambio via mare (Erodoto; I, 163): le navi mercantili, troppo pesanti, venivano dirottate dai venti, quindi dovevano obbligatoriamente seguire lo stesso percorso, mentre le navi focee, le pentecontere (7), erano più agili e leggere e sarebbero potute arrivare fino all’Oceano Atlantico.
La talassocrazia focea, periodo di maggior splendore, si ha dal VII al VI secolo a.C., fase in cui furono fondate numerose colonie, tra cui spiccano l’attuale città di Marsiglia (Massilia nel 600 a.C.) e l’importante sito archeologico di Elea (nel 545 a.C.). Erodoto non riporta il motivo per cui i Focei intrapresero la via marittima per espandersi, anche se la loro abilità nel commercio e la loro propensione alla pirateria, spesso praticata dagli stessi, sono i motivi più evidenti.
L’allontanamento dalla Ionia da parte dei Focei, per far fronte all’espansione persiana di Ciro II, portò il popolo ellenico a fondare una città nei mari d’occidente. L’emporio coloniale di Alalia, che data la sua creazione tra il 565 a.C. e il 563 a.C., venne scelto per essere rifondato ed espanso per crearne una città (545 a.C.).
Tramite un documento riportatoci, abbiamo la testimonianza di tale rifondazione:
“Alalia non è ancora una città nel pieno senso del termine; essa non lo diventerà se non quando i Focei, in fuga dall’Asia Minore, vi trasferiranno la loro patria e i suoi culti, fonderanno dei santuari, cioè l’atto essenziale e necessario di ogni fondazione”.
(Vallet e Villard, Velia e i Focei in Occidente, p. 183)
In seguito a questa importante rifondazione, che vide un massiccio spostamento di risorse e genti mai visto prima, i Focei cominciarono il loro periodo di pirateria per accrescere il loro agio economico.
Gli Etruschi e i Cartaginesi non hanno rilevanti rapporti nel periodo in cui i Focei imperversavano nelle zone ioniche. Fu proprio il loro avvento nella zona tirrenica che avvicinò i due popoli. La civiltà etrusca ha inizio nel X secolo a.C., due secoli prima della comparsa dei Focei, stanziatasi ed espansa successivamente nella parte occidentale dell’Italia. I Cartaginesi invece, di poco precedenti ai Focei, videro la luce nel 814 a.C. impadronendosi dell’area nordafricana dell’attuale città di Tunisi.
Sia gli Etruschi che i Cartaginesi, toccarono la massima espansione proprio nel periodo in cui i Focei giunsero nel Mare Tirreno, creando diversi empori coloniali che favorirono molto le attività commerciali soprattutto in Etruria. Gli Etruschi, avevano sviluppato una nuova rotta marittima che portava ad incrementare il commercio, fino ad arrivare a contatti diretti con Atene, l’Attica e l’Egeo, passando per il Mare Adriatico.
I Cartaginesi invece, nel periodo antistante alla battaglia, avevano modificato il loro approccio coloniale a causa dell’arrivo dei Focei, più avvezzi all’insediamento che al dialogo commerciale. La politica di “colonialismo informale”, che ha come base il rapporto commerciale con i vari Paesi, subì un repentino cambiamento, passando a quel “colonialismo riluttante” proprio dei coloni greci, fondato sulla stabilizzazione e lo sfruttamento delle zone occupate.
Ancora però l’incrinarsi dei rapporti tra i tre Paesi non era ancora sufficientemente instabile da poter portare ad una guerra. A causa di Ciro II, i Focei, dovettero fuggire e creare una zona di base che potesse permettere loro di rifiorire. Fu proprio l’emporio coloniale di Alalia ad essere adibito a tal guisa; divenuto ufficialmente città focea, fu la base per la rifondazione e l’accrescimento della popolazione.
Secondo Erodoto (Storie; I, 166) i rapporti fin’ora normali tra i tre popoli vennero messi in discussione dagli stessi Focei che, ansiosi di ristabilire la loro egemonia, cominciarono ad intraprendere atti di pirateria e razzie nei territori di Sardegna ed Etruria, ed in generale nell’area Tirrenica.
Cartaginesi ed Etruschi, poiché avevano forte interesse nella zona del Mare Tirreno, decisero in seguito di allearsi per placare l’avanzata e la distruzione del popolo foceo. Proprio questa irruzione nelle tratte commerciali tirreniche, destabilizzò l’idea di un commercio solido anche nell’Ellesponto da parte degli Etruschi e ridusse di molto le tratte commerciali utilizzate dai Cartaginesi. Fu la simmachia (8) tra i due popoli che portò, qualche anno dopo, alla battaglia navale di Alalia, primo e ultimo importante scontro tra il popolo foceo e la coalizione punico-etrusca.
La battaglia di Alalia, che la storiografia data tra il 541 a.C. e il 535 a.C. (anche se si propende maggiormente per la datazione più vicina a noi), non ha molte fonti documentarie. Si sa solamente che durante la guerra navale, per lo schieramento Foceo erano presenti 60 pentecontere, mentre per la coalizione punico-etrusca erano state satbilite 120 navi da guerra, equamente divise tra i due popoli.
Da Erodoto abbiamo la maggior parte delle informazioni sulla battaglia; informazioni che assegnano la vittoria ai profughi della Ionia, seppur con importanti perdite. “Vittoria cadmea”9 la definisce lo storico, che vede dalla parte della coalizione la perdita quasi totale delle navi schierate all’inizio, anche se non si conosce il numero esatto, mentre tra i Focei che resistettero all’assalto sopravvissero solo 20 delle 60 pentecontere, ma queste ultime non erano più utilizzabili per i futuri scontri.
I sopravvissuti Focei fecero ritorno ad Alalia per prepararsi all’avvento di nuovi scenari marittimi che sarebbero giunti da lì a breve. Gli Etruschi e i Cartaginesi riuscirono a recuperare i superstiti Focei delle navi affondate. Successivamente i prigionieri vennero divisi tra le due fazioni; i ceretani, nella città di Agylla (l’attuale Cerveteri), ebbero l’ardire di lapidare pubblicamente quelli che riportarono come prigionieri.
Nonostante la vittoria ottenuta contro la coalizione, la battaglia di Alalia fu uno scontro sfavorevole ai Focei che videro le zone tirreniche in mano ai nemici. Infatti i greci, di ritorno ad Alalia, decisero, a causa delle ingenti perdite e delle forze punico-etrusche non ancora esaurite, di caricare sulle 20 navi rimaste donne e bambini e di riprendere il mare in direzione dell’Enotria, nel sud dell’Italia, a Reggio, dove fondarono il già citato sito di Elea nella parte lucano-tirrenica, grazie al benestare di Posidonia, città che aveva l’allora supremazia nel territorio e che aveva interessi contro Etruschi e punici.
Gli Etruschi ebbero il controllo del Tirreno settentrionale per garantire all’Etruria e alla conquistata Corsica orientale la protezione necessaria, successivamente ai patti stipulati con i punici; mentre i Cartaginesi ebbero libera egemonia sui territori della Sardegna, questo previa la resa di quei popoli minori abitanti le zone sarde, che mostrarono una strenua resistenza. Oltre alla disfatta dei Focei, nonostante la loro vittoria ad Alalia, l’egemonia greca sulle zone tirreniche venne ridimensionata di molto e l’espansione coloniale subì una sorta di stallo che durò anni, provocando un livellamento delle forze greche nell’area italica.
Note
1: la battaglia di Alalia è conosciuta a molti anche con il nome di battaglia del Mare Sardonio, ma ottiene anche altri due epiteti meno ricorrenti nelle opere letterarie: la battaglia del Mare Sardo e la battaglia del Mare Corso. Tutti e tre questi nominativi secondari derivano dalla vicinanza con le coste corse e sarde.
2: l’emporio è un fulcro commerciale, un polo economico per numerose aree geografiche. Solitamente questo centro di attività mercantili è solo un piccolo snodo da non potersi considerare una vera e propria cittadina.
3: Santo Mazzarino è stato uno storico italiano del 1900. Appassionato di storia antica decifrò i documenti antichi traducendoli con un occhio diverso, grazie alla sua rielaborazione del pensiero storico classico volta alla visione diversa dei documenti tramandati dagli storici.
4: Marco Giuniano Giustino, vissuto tra il II e il III secolo d.C. nel periodo degli Antonini, scrisse l’Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi Libri XLIV, epitome molto confusa a livello storico, ma alquanto interessante a livello aneddotico.
5: l’etimologia della parola deriva probabilmente da una regione della Grecia Centrale, la Focide, da cui provenivano i coloni che la fondarono, ma ha anche una diversa valenza; pare infatti che il simbolo della città sia la foca, animale da cui prende appunto il nome.
6: Arpago, comandante persiano, facente parte delle file di Ciro II re di Persia, prese d’assalto le mura di Focea. Arpago propose loro la resa e i Focei chiesero una giornata di tempo per la decisione. Il giorno dopo i persiani entrarono nella città deserta; nella notte i Focei avevano caricato tutte le loro navi con i viveri disponibili e tutta la popolazione si diresse verso Alalia.
7: pentecontera o pentecontero è una nave da guerra a diverso andamento. Può procedere sia con la propulsione a vela, sia con quella a remi. Veniva usata dai focei con entrambi i metodi contemporaneamente in modo tale da coprire distanze maggiori.
8: nell’epoca dell’antica Grecia una simmachia o symmachia, era un rapporto, un’allenza di valenza militare, avente come base il diritto equo bilaterale. Era solitamente un trattato stipulato per far fronte ad un’avversità; conclusosi il periodo di avversità, i rapporti dai stipulanti erano da considerarsi terminati.
9: Erodoto, a proposito di questa battaglia usa l’appellativo di “vittoria cadmea”. L’espressione usata nell’antica Grecia indica una vittoria avuta ad un prezzo altissimo, con sofferenze pari a quelle subite dai perdenti. L’etimologia risale alla lotta fratricida tra Eteocle e Polinice, figli di Edipo e discendenti di Cadmo. Un concetto similare di vittoria cadmea si ha successivamente con l’appellativo di vittoria di Pirro.
10: Focea fu fondata da coloni di Eretria e Teos nell'VIII secolo a.C. Il suo nome proviene dalla parola foca che fu il simbolo della città, o più probabilmente, dalla Focide, regione della Grecia centrale da cui provenivano alcuni coloni.(Wikepedia- Erodoto la racconta meglio) Elateia dovrebbe essere il nome dell’antica Eretria; della Focide.
Erodoto, storico della Grecia antica, fu uno dei più importanti documentaristi dell’epoca ellenistica; assiduo viaggiatore, dobbiamo a lui molti scritti che riportano con minuzia gli eventi passati. In particolar modo troviamo, tra i documenti arrivati fino ad oggi, numerose spiegazioni sull’arrivo dei Persiani in Grecia. Tramite Storie (scritto tra il 440 a.C. e il 429 a.C.), uno dei primi trattati considerato a livello storiografico, il “padre della storia”, ha riportato con estrema accuratezza, grazie al suo peregrinare, storie di battaglie, descrizioni di popoli e Paesi.
Tra i suoi scritti troviamo riferimenti alla battaglia svoltasi ad Alalia (1), emporio coloniale (2) stanziato tra la Corsica e la Sardegna, snodo d’importanti attività mercantili. Ulteriori notizie e documenti sulla battaglia navale le abbiamo da Mazzarino (3) e dallo storico romano Giustino (4).
La città di Focea (5) sorse nell’ VIII secolo a.C. nella Ionia (l’attuale Turchia) grazie allo stanziarsi di coloni venuti dall’Eritrea (o forse Eretria, vedi nota 10) (la città di Eubea nell’attuale Grecia) e da Teos (antica città dell’Asia Minore). I Focei, o più comunemente Focesi, erano un popolo molto avvezzo al commercio e allo spostamento navale; molte delle colonie della Magna Grecia furono fondate da loro, probabilmente sorte a causa dell’imperversare di Ciro II detto Il Grande che con i suoi Persiani li sconfisse ripetutamente (6).
I Focei furono i primi ad utilizzare delle navi da guerra per trasportare le merci di scambio via mare (Erodoto; I, 163): le navi mercantili, troppo pesanti, venivano dirottate dai venti, quindi dovevano obbligatoriamente seguire lo stesso percorso, mentre le navi focee, le pentecontere (7), erano più agili e leggere e sarebbero potute arrivare fino all’Oceano Atlantico.
La talassocrazia focea, periodo di maggior splendore, si ha dal VII al VI secolo a.C., fase in cui furono fondate numerose colonie, tra cui spiccano l’attuale città di Marsiglia (Massilia nel 600 a.C.) e l’importante sito archeologico di Elea (nel 545 a.C.). Erodoto non riporta il motivo per cui i Focei intrapresero la via marittima per espandersi, anche se la loro abilità nel commercio e la loro propensione alla pirateria, spesso praticata dagli stessi, sono i motivi più evidenti.
L’allontanamento dalla Ionia da parte dei Focei, per far fronte all’espansione persiana di Ciro II, portò il popolo ellenico a fondare una città nei mari d’occidente. L’emporio coloniale di Alalia, che data la sua creazione tra il 565 a.C. e il 563 a.C., venne scelto per essere rifondato ed espanso per crearne una città (545 a.C.).
Tramite un documento riportatoci, abbiamo la testimonianza di tale rifondazione:
“Alalia non è ancora una città nel pieno senso del termine; essa non lo diventerà se non quando i Focei, in fuga dall’Asia Minore, vi trasferiranno la loro patria e i suoi culti, fonderanno dei santuari, cioè l’atto essenziale e necessario di ogni fondazione”.
(Vallet e Villard, Velia e i Focei in Occidente, p. 183)
In seguito a questa importante rifondazione, che vide un massiccio spostamento di risorse e genti mai visto prima, i Focei cominciarono il loro periodo di pirateria per accrescere il loro agio economico.
Gli Etruschi e i Cartaginesi non hanno rilevanti rapporti nel periodo in cui i Focei imperversavano nelle zone ioniche. Fu proprio il loro avvento nella zona tirrenica che avvicinò i due popoli. La civiltà etrusca ha inizio nel X secolo a.C., due secoli prima della comparsa dei Focei, stanziatasi ed espansa successivamente nella parte occidentale dell’Italia. I Cartaginesi invece, di poco precedenti ai Focei, videro la luce nel 814 a.C. impadronendosi dell’area nordafricana dell’attuale città di Tunisi.
Sia gli Etruschi che i Cartaginesi, toccarono la massima espansione proprio nel periodo in cui i Focei giunsero nel Mare Tirreno, creando diversi empori coloniali che favorirono molto le attività commerciali soprattutto in Etruria. Gli Etruschi, avevano sviluppato una nuova rotta marittima che portava ad incrementare il commercio, fino ad arrivare a contatti diretti con Atene, l’Attica e l’Egeo, passando per il Mare Adriatico.
I Cartaginesi invece, nel periodo antistante alla battaglia, avevano modificato il loro approccio coloniale a causa dell’arrivo dei Focei, più avvezzi all’insediamento che al dialogo commerciale. La politica di “colonialismo informale”, che ha come base il rapporto commerciale con i vari Paesi, subì un repentino cambiamento, passando a quel “colonialismo riluttante” proprio dei coloni greci, fondato sulla stabilizzazione e lo sfruttamento delle zone occupate.
Ancora però l’incrinarsi dei rapporti tra i tre Paesi non era ancora sufficientemente instabile da poter portare ad una guerra. A causa di Ciro II, i Focei, dovettero fuggire e creare una zona di base che potesse permettere loro di rifiorire. Fu proprio l’emporio coloniale di Alalia ad essere adibito a tal guisa; divenuto ufficialmente città focea, fu la base per la rifondazione e l’accrescimento della popolazione.
Secondo Erodoto (Storie; I, 166) i rapporti fin’ora normali tra i tre popoli vennero messi in discussione dagli stessi Focei che, ansiosi di ristabilire la loro egemonia, cominciarono ad intraprendere atti di pirateria e razzie nei territori di Sardegna ed Etruria, ed in generale nell’area Tirrenica.
Cartaginesi ed Etruschi, poiché avevano forte interesse nella zona del Mare Tirreno, decisero in seguito di allearsi per placare l’avanzata e la distruzione del popolo foceo. Proprio questa irruzione nelle tratte commerciali tirreniche, destabilizzò l’idea di un commercio solido anche nell’Ellesponto da parte degli Etruschi e ridusse di molto le tratte commerciali utilizzate dai Cartaginesi. Fu la simmachia (8) tra i due popoli che portò, qualche anno dopo, alla battaglia navale di Alalia, primo e ultimo importante scontro tra il popolo foceo e la coalizione punico-etrusca.
La battaglia di Alalia, che la storiografia data tra il 541 a.C. e il 535 a.C. (anche se si propende maggiormente per la datazione più vicina a noi), non ha molte fonti documentarie. Si sa solamente che durante la guerra navale, per lo schieramento Foceo erano presenti 60 pentecontere, mentre per la coalizione punico-etrusca erano state satbilite 120 navi da guerra, equamente divise tra i due popoli.
Da Erodoto abbiamo la maggior parte delle informazioni sulla battaglia; informazioni che assegnano la vittoria ai profughi della Ionia, seppur con importanti perdite. “Vittoria cadmea”9 la definisce lo storico, che vede dalla parte della coalizione la perdita quasi totale delle navi schierate all’inizio, anche se non si conosce il numero esatto, mentre tra i Focei che resistettero all’assalto sopravvissero solo 20 delle 60 pentecontere, ma queste ultime non erano più utilizzabili per i futuri scontri.
I sopravvissuti Focei fecero ritorno ad Alalia per prepararsi all’avvento di nuovi scenari marittimi che sarebbero giunti da lì a breve. Gli Etruschi e i Cartaginesi riuscirono a recuperare i superstiti Focei delle navi affondate. Successivamente i prigionieri vennero divisi tra le due fazioni; i ceretani, nella città di Agylla (l’attuale Cerveteri), ebbero l’ardire di lapidare pubblicamente quelli che riportarono come prigionieri.
Nonostante la vittoria ottenuta contro la coalizione, la battaglia di Alalia fu uno scontro sfavorevole ai Focei che videro le zone tirreniche in mano ai nemici. Infatti i greci, di ritorno ad Alalia, decisero, a causa delle ingenti perdite e delle forze punico-etrusche non ancora esaurite, di caricare sulle 20 navi rimaste donne e bambini e di riprendere il mare in direzione dell’Enotria, nel sud dell’Italia, a Reggio, dove fondarono il già citato sito di Elea nella parte lucano-tirrenica, grazie al benestare di Posidonia, città che aveva l’allora supremazia nel territorio e che aveva interessi contro Etruschi e punici.
Gli Etruschi ebbero il controllo del Tirreno settentrionale per garantire all’Etruria e alla conquistata Corsica orientale la protezione necessaria, successivamente ai patti stipulati con i punici; mentre i Cartaginesi ebbero libera egemonia sui territori della Sardegna, questo previa la resa di quei popoli minori abitanti le zone sarde, che mostrarono una strenua resistenza. Oltre alla disfatta dei Focei, nonostante la loro vittoria ad Alalia, l’egemonia greca sulle zone tirreniche venne ridimensionata di molto e l’espansione coloniale subì una sorta di stallo che durò anni, provocando un livellamento delle forze greche nell’area italica.
Note
1: la battaglia di Alalia è conosciuta a molti anche con il nome di battaglia del Mare Sardonio, ma ottiene anche altri due epiteti meno ricorrenti nelle opere letterarie: la battaglia del Mare Sardo e la battaglia del Mare Corso. Tutti e tre questi nominativi secondari derivano dalla vicinanza con le coste corse e sarde.
2: l’emporio è un fulcro commerciale, un polo economico per numerose aree geografiche. Solitamente questo centro di attività mercantili è solo un piccolo snodo da non potersi considerare una vera e propria cittadina.
3: Santo Mazzarino è stato uno storico italiano del 1900. Appassionato di storia antica decifrò i documenti antichi traducendoli con un occhio diverso, grazie alla sua rielaborazione del pensiero storico classico volta alla visione diversa dei documenti tramandati dagli storici.
4: Marco Giuniano Giustino, vissuto tra il II e il III secolo d.C. nel periodo degli Antonini, scrisse l’Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi Libri XLIV, epitome molto confusa a livello storico, ma alquanto interessante a livello aneddotico.
5: l’etimologia della parola deriva probabilmente da una regione della Grecia Centrale, la Focide, da cui provenivano i coloni che la fondarono, ma ha anche una diversa valenza; pare infatti che il simbolo della città sia la foca, animale da cui prende appunto il nome.
6: Arpago, comandante persiano, facente parte delle file di Ciro II re di Persia, prese d’assalto le mura di Focea. Arpago propose loro la resa e i Focei chiesero una giornata di tempo per la decisione. Il giorno dopo i persiani entrarono nella città deserta; nella notte i Focei avevano caricato tutte le loro navi con i viveri disponibili e tutta la popolazione si diresse verso Alalia.
7: pentecontera o pentecontero è una nave da guerra a diverso andamento. Può procedere sia con la propulsione a vela, sia con quella a remi. Veniva usata dai focei con entrambi i metodi contemporaneamente in modo tale da coprire distanze maggiori.
8: nell’epoca dell’antica Grecia una simmachia o symmachia, era un rapporto, un’allenza di valenza militare, avente come base il diritto equo bilaterale. Era solitamente un trattato stipulato per far fronte ad un’avversità; conclusosi il periodo di avversità, i rapporti dai stipulanti erano da considerarsi terminati.
9: Erodoto, a proposito di questa battaglia usa l’appellativo di “vittoria cadmea”. L’espressione usata nell’antica Grecia indica una vittoria avuta ad un prezzo altissimo, con sofferenze pari a quelle subite dai perdenti. L’etimologia risale alla lotta fratricida tra Eteocle e Polinice, figli di Edipo e discendenti di Cadmo. Un concetto similare di vittoria cadmea si ha successivamente con l’appellativo di vittoria di Pirro.
10: Focea fu fondata da coloni di Eretria e Teos nell'VIII secolo a.C. Il suo nome proviene dalla parola foca che fu il simbolo della città, o più probabilmente, dalla Focide, regione della Grecia centrale da cui provenivano alcuni coloni.(Wikepedia- Erodoto la racconta meglio) Elateia dovrebbe essere il nome dell’antica Eretria; della Focide.
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