Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

sabato 30 marzo 2013

Archeologia, dibattito sulla scrittura nuragica

Raimondo Zucca: «Fino ad ora non c’è nessuna prova certa di scrittura nuragica»
di Antonio Meloni


Prima dell'articolo, una mia riflessione: "avanti un altro. Il dibattito sull'aria fritta, ossia sulla possibilità che esista un sistema di scrittura inventato dai nuragici, prosegue. Oggi anche illustri archeologi inseguono il nulla, consumando energie e tempo per produrre inutili scritti che saranno letti, dibattuti e creeranno altra aria fritta. Gli insegnamenti che ricevetti all'Università sono oggi disattesi dagli accademici, e alcuni di essi scendono allo stesso livello di chi ispirò questi inutili dibattiti. Andrò avanti nell'archeologia, lasciando la retorica dell'asilo a questi "volontari dell'inutile". Peccato Prof. Zucca, ha perso una buona occasione per dedicarsi ad altro".


SASSARI. Che fossero guerrieri sembra certo, che praticassero agricoltura e pastorizia pure, forse studiavano perfino i movimenti celesti, ma sulla conoscenza della scrittura, per l’epoca nuragica, non esiste, allo stato attuale delle conoscenze, alcun riscontro oggettivo.
Farà discutere l’intervento dell’archeologo Raimondo Zucca pubblicato nell’ultimo numero del “Bollettino di studi sardi”, presentato nel dipartimento di Lettere dell’Università di Sassari. Nella lunga e dettagliata comunicazione, che apre l’ultima uscita della prestigiosa rivista, diretta da Giovanni Lupinu e Paolo Maninchedda, Momo Zucca, direttore della scuola di specializzazione in beni archeologici “Nesiotikà”, tirando le fila di un lungo e appassionato dibattito e incrociando i dati delle ricerche effettuate negli ultimi decenni, dice di essere convinto che i segni rilevati su alcuni manufatti, databili a cavallo tra il IX e VII secolo avanti Cristo, portati alla luce nell’isola, siano, in realtà, segni scrittori da attribuire a importazioni di origine cipriota.
«Ipotesi supportate da documentazione -spiega Zucca - in base alla quale ritengo più logico propendere per l’inesistenza della scrittura nuragica». Questione che, secondo l’archeologo, deve essere inquadrata nella seconda metà del II millennio avanti Cristo, periodo in cui si sviluppa la cosiddetta Cultura dei sardi. Epoca nella quale, anche in Sardegna, come in Italia, nella penisola iberica e a Cartagine, si rileva una ricca disseminazione di segni scrittori specialmente su vasi e brocchette a scogli. «Ma -tiene a precisare Momo Zucca - un conto è dire che si tratta di scrittura, altro è attribuirla con certezza ai nuragici». Naturalmente l’archeologo non esclude che «utilizzando alfabeti greci e fenici i sardi possano avere tramandato scritti, ma su questo versante non esiste, attualmente, alcuna evidenza, né possiamo escludere che in futuro se ne possano trovare». Posizioni che sembrano concludere una lunga stagione di polemiche fiorite, anche negli ultimi anni, su siti e blog specializzati, soprattutto dopo la pubblicazione della ricerca “Sardoa Grammata” dell’oristanese Gigi Sanna, per anni stimato insegnante di greco e latino al liceo classico. «A Sanna - prosegue Momo Zucca - va il merito di avere portato l’attenzione su alcuni reperti, ma credo di poter affermare che, in base ai riscontri, si tratti di segni di scrittura non sarda su oggetti d’importazione cipriota».
Il caso delle iscrizioni sulla tavoletta di Tzirocottu, manufatto in bronzo rinvenuto nell’Oristanese, di probabile origine bizantina, secondo la valutazione di Zucca, «potrebbe essere opera recente di abili falsari». Che i ciprioti fossero i più stretti partner commerciali dei sardi, nel 1200 avanti Cristo, è attestato anche dalle ricerche condotte dall’archeologa Fulvia Lo Schiavo sul finire degli anni Settanta del secolo scorso.
In quest’ottica emerge, dunque, per dirla con Attilio Mastino, rettore dell’Università Sassari, nonché esperto epigrafista, «il quadro di una Sardegna aperta al Mediterraneo, in particolare all’Iberia e all’Oriente, caratterizzata dalla presenza di reperti di cui, pur senza escludere niente, occorre chiarire contesto e circostanze di ritrovamento per avere ogni informazione utile alla ricostruzione di un’epoca rilevante per la storia dell’isola».

13 commenti:

  1. un bell'articolo che amplifica il "nulla" detto di Zucca che nega prove inequivocabili senza dire perchè.
    Non spiega perchè la scrittura nuragica non esiste, non fa vedere quali siano i segni ciprioti di cui parla.

    Per dire che la scrittura nuragica non esiste deve bisogna dire perchè visto che i fatti sulla sua esistenza certa ci sono e come... oltre 100 documenti

    continuate a negare anche l'evidenza... magari quando arriverà qualcuno 'da fuori' a riscrivere la storia tutti questi baluardi del negazionismo a tutti i costi verranno screditati e buttati nel fango

    si perchè l'occasione per 'vedere' l'hanno avuta più volte.. specie zucca che ebbe la possibilità di studiare le tavolete di tricotu e che forse per incapacità si rifiutò... ora che il lavoro è stato fatto da altri.. allora si deve negare il tutto per forza...

    RispondiElimina
  2. un bell'articolo che amplifica il "nulla" detto da Zucca che nega prove inequivocabili senza dire il perchè della sua posizione.
    Non spiega perchè la scrittura nuragica non esiste, non fa vedere quali siano i segni ciprioti di cui parla.

    Per dire che la scrittura nuragica non esiste deve dire il perchè visto che i fatti sulla sua esistenza certa ci sono e come... oltre 100 documenti

    continuate a negare anche l'evidenza... magari quando arriverà qualcuno 'da fuori' a riscrivere la storia tutti questi baluardi del negazionismo a tutti i costi verranno screditati e buttati nel fango

    si perchè l'occasione per 'vedere' l'hanno avuta più volte.. specie zucca che ebbe la possibilità di studiare le tavolete di zricotu e che forse per incapacità si rifiutò... ora che il lavoro è stato fatto da altri.. allora si deve negare il tutto per forza...

    RispondiElimina
  3. Il nulla detto da Zucca, come si rileva dall'articolo, è la degna segnalazione all'aria fritta creata sull'argomento. Per discutere di una problematica occorre anzitutto accertarsi sulla esistenza di quella problematica. Personalmente esprimo un'idea ben precisa: nella prima età del Ferro la scrittura c'era, ed era utilizzata da tutte quelle genti che praticavano il Mare Mediterraneo e i suoi porti e approdi, ossia una serie di infrastrutture che fungevano da interfaccia per i traffici. Proporre l'esistenza di un sistema di scrittura nuragico, differente dai sistemi di scrittura conosciuti all'epoca, significa avere poca dimestichezza con gli avvenimenti documentati dall'archeologia.

    RispondiElimina
  4. Accertarsi di quella problematica... Il ritrovamento di documenti con font in paleocananeo, protosinaitico, ugaritico non basta? Ed il significato dei contenuti che parlano di Sardegna non basta? Quale versione della lettura della stele di Nora è più verosimile ? ..comunque già il fatto che vi stiate ammorbidendo con affermazioni di una scrittura esistita nel periodo del ferro comune a chi commerciava nel mediterraneo dando accuse di aria fritta di chi parla di scrittura nuragica e che invece già da anni parla di questa scrittura mi fa sorridere... Perché non sviluppate l'affermazione in maniera concreta? non è il caso di osservare con interesse quello che viene detto già da anni sulla scrittura nuragica e provare invece a dire cosa è sbagliato in quelle affermazioni e in quei documenti ? Badate che vi state ostinando in contenuti così evidenti che la vostra negazione sta mettendo in ridicolo tutta la categoria.. o qualcuno prenderà le distanze oppure si dirà che per l'ennesima volta in Sardegna le persone addette ai lavori non sono state all'altezza del compito

    RispondiElimina
  5. Prendo la responsabilità di ciò che affermo, ascoltando altre versioni, altre opinioni, altre idee, e proponendo la versione più logica, concreta e archeologicamente corretta, quella che sostengo dal 2007: in Sardegna, nel Primo Ferro, si utilizzava la scrittura documentata nella Stele di Nora, un sistema di scrittura in uso nel Mare Mediterraneo, semplice, efficace perché condiviso da quelle genti che circolavano nelle autostrade marittime mediando scambi e influenzando con tecnologie e innovazioni lo sviluppo delle culture locali. Per quanto riguarda la versione del testo della Stele di Nora, la mia convinzione è che lo studioso che più si è avvicinato al significato è Salvatore Dedola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusate ma quando vi mostrano dei documenti con dei caratteri in paleocananeo, protosinaitico, ugarittico come fate a non prenderli in considerazione ? In altre parti del mondo queste cose si studiano .. da noi invece chi governa la barca le butta a mare facendo finta di nulla...

      Elimina
  6. Fatto stà che l'archeologia ufficiale stessa, documenta e riconosce autentica, la presenza di segni scrittori attribuiti a un periodo precedente al primo ferro, ossia al bronzo finale. Parlo del frammento di stele, rinvenuto sempre a nora (le caratterestiche dei suoi segni lo identificano come più antico del fenicio arcaico e lo attribuiscono al "protocananeo", dal quale il fenicio deriva, e di conseguenza derivano tutti gli altri), ma il quale viene sistematicamente ignorato nel nostro dibattito sul tema. Altri studiosi, d'altri luoghi, lo hanno preso quantomeno in considerazione. Del resto le genti nel mediterraneo, è certo, circolavano già dal paleolitico.

    MP

    RispondiElimina
  7. Allora ripeto il mio commento: "nel Primo Ferro, si utilizzava la scrittura documentata nella Stele di Nora, un sistema di scrittura in uso nel Mare Mediterraneo, semplice, efficace perché condiviso da quelle genti che circolavano nelle autostrade marittime mediando scambi e influenzando con tecnologie e innovazioni lo sviluppo delle culture locali". Non esiste un sistema di scrittura nuragico. E' documentato, invece, un sistema di scrittura che deriva dall'alfabeto utilizzato nel Vicino Oriente. Cosa non quadra?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. semplicemente non si capisce su quale base respingete l'esistenza della scrittura nuragica.. perchè nessuno ribatte alle letture di Gigi Sanna? Perchè non li si dice dove sbaglia? Ha più di cento documenti la cui lettura porta a definire un tipo di scrittura ben definibile e riconducibile a quello che lui chiama 'scrittura nuragica'
      per affermare 'Non esiste un sistema di scrittura nuragico' dopo che di lavoro ne è stato fatto e presentato tanto occorre dire perchè non esiste e gli errori commessi nell'interpretazione dei documenti...

      Elimina
    2. Lo studioso che lei cita dovrebbe inviare il frutto del suo lavoro ad una commissione scientifica. Quando ciò avverrà, quella sarà la sede per discutere. Al momento non ci sono basi per affermare che i sardi inventarono un sistema di scrittura. Zucca ha scritto un lungo articolo nel quale spiega perché le affermazioni di Sanna sono errate. Questo è il link, lo legga e vedrà che qualche dubbio si chiarirà. http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2013/03/storiografia-del-problema-della.html

      Elimina
  8. Stimato Pierluigi, per quanto riguarda il mio modesto e umile punto di vista, ciò che non quadra è che la presenza di reperti che documentano nell'isola, la presenza e l'uso di quei codici grafici, precursori dell'alfabeto cosidetto fencio, non viene in alcun modo presa in considerazione in funzione delle ricostruzioni storiche degli archeologi accademici. ""In sardegna la scrittura la hanno portata i fenici"" punto.
    Per spiegarmi meglio: anche l'afabeto latino deriva in gran parte da quello cosidetto fenicio, ma ha subito una grande evoluzione e il suo uso è divenuto planetario; anche quello estrusco deriva da quello fenicio, ha subito una certa evoluzione e adattamento, ma ha prevalso quello latino.
    Inoltre avrai senz'altro sentito parlare del codice di scrittura "tartessico", utilizzato nella penisola iberica, il quale, anche, deriva da quello fenicio, ed ha subito una qualche evoluzione e adattamento. E' chiaro che anche su questo la funzionalità del codice grafico latino ha prevalso.
    Ovviamente si possono citare anche altri esempi, che hanno subito un'evoluzione parallela ma differente e sono ancora in uso come quello greco.
    Ciò che da Gigi Sanna ho capito, in sintesi, è che già molto prima dell'avvento e del propagarsi della "cultura fenicia", i diversi codici di scrittura concepiti dai popoli del mediterraneo orientale erano conosciuti e usati nella nostra isola, adattandoli in una qualche misura alla cultura nuragica. Poi ha prevalso quello fenicio, si è evoluto in quello punico e poi, nonostante l'uso protratto in epoca romana ha prevalso quello latino.

    Saluti MP

    RispondiElimina
  9. In ciò che scrivi non ho nulla da obiettare. Condivido pienamente l'ipotesi che in Sardegna si sia adattato il sistema di scrittura utilizzato nel resto del Mediterraneo. La lingua dei locali influenza sempre l'evoluzione della scrittura. Ciò che non mi convince è che i sardi, chiunque fossero, "inventarono" un sistema di scrittura differente e alternativo a quello in uso nel periodo.

    RispondiElimina
  10. Parlo per me, a meno che non abbia io frainteso, ciò che ho capito da Gigi è quanto ho anzi descritto, in merito alla cosidetta "scrittura nuragica".

    MP

    RispondiElimina