Archeologia. La donna nella Preistoria: non solo figli.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Una nuova scoperta archeologica rivoluziona il modello di vita delle società preistoriche. In particolare, è emerso che le donne vissute 6000 anni fa, viaggiavano e si spostavano di continuo per scambiare oggetti e idee. Una serie di scavi archeologici condotti nella regione tedesca del Lechtal, nella parte meridionale della Baviera, ha infatti rivelato particolari inaspettati della struttura delle società umane nel periodo a cavallo tra l’Età della pietra e l’Età del bronzo, in particolare sugli spostamenti delle persone, e quindi degli oggetti e delle idee che portavano con sé. L’analisi dei resti di alcuni individui sepolti in insediamenti dell’epoca, mostra che mentre gli uomini erano originari della zona, le donne venivano da altre località, probabilmente dalla Boemia o dalla Germania centrale, secondo una struttura sociale detta patrilocale. Sulla base delle prove raccolte, gli autori sono convinti che la mobilità femminile non fosse un fenomeno temporaneo, perché durò per circa 800 anni. I ricercatori hanno analizzato i resti fossili di 84 individui sepolti tra il 2500 a.C. e il 1650 a.C. in cimiteri che contenevano fino ad alcune decine di sepolture nell'arco di diverse generazioni. Dalle analisi genetiche e isotopiche, in particolare del contenuto di stronzio dello smalto dentale, è emerso che i resti di individui di sesso femminile avevano una notevole variabilità genetica. Ciò indica che molte donne si stabilirono nella zona provenendo da altri luoghi. Tuttavia, le loro sepolture non erano diverse da quelle degli uomini, suggerendo che queste donne straniere erano perfettamente integrate nelle strutture sociali che le accoglievano. Gli insediamenti erano collocati in una lingua di terreno fertile nel mezzo della Valle del Lech: i villaggi di grandi dimensioni non esistevano a quell’epoca e la mobilità individuale era una delle caratteristiche principali delle persone che vivevano in Europa centrale nel III Millennio a.C. e all’inizio del II Millennio. Dal punto di vista archeologico, i nuovi risultati dimostrano l’importanza della mobilità femminile per la cultura del Bronzo. I ricercatori ritengono che la mobilità femminile aveva un ruolo fondamentale nello scambio di oggetti e idee, ed era parte integrante della promozione e dello sviluppo di nuove tecnologie. Con tutta evidenza, molti di questi scambi culturali tradizionalmente associati alle migrazioni, erano in realtà dovuti a una mobilità individuale delle donne, così diffusa da far pensare che fosse istituzionalizzata.
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