Archeologia della Sardegna. Dal nuraghe al villaggio.
In epoca prenuragica, le attività economiche prevalenti erano la pastorizia e l'agricoltura. Con l'intensificazione dello sfruttamento delle miniere, si svilupparono commerci a largo raggio e le comunità dovettero organizzarsi per proteggere in qualche modo i territori di residenza e dimostrarne la proprietà. L'uomo era legato alla sua terra e la vocazione naturale dei luoghi di residenza determinò un'organizzazione specifica, con architetture solide e funzionali alle necessità specifiche dei gruppi umani. Il ruralismo, fondamento economico-sociale del passato, fu sostituito dalla vita di villaggio. È in quel momento che inizia la proliferazione di torri e altri edifici attigui, ognuno con la sua funzione ma tutti destinati alle espressioni della vita di comunità. Ben distinti, invece, erano i luoghi di sepoltura perché nei nuraghi si trovano solo elementi destinati ai vivi: anfore per derrate alimentari, macine e pestelli, ceramiche da mensa, pesi da telaio e focolari. Questi edifici eleganti e al contempo grandiosi, erano i simboli della proprietà territoriale di una comunità, i luoghi rappresentativi del potere tribale, le architetture che testimoniavano le capacità produttive e i legami religiosi di una tribù.
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