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sabato 21 novembre 2020

Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Pozzi sacri, i templi del Bronzo Recente e Finale.

Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Pozzi sacri, i templi del Bronzo Recente e Finale.

Progetto di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità. 


Video  in diretta, relatore Pierluigi Montalbano:



Pozzi Sacri, monumenti della Civiltà Nuragica, età del Bronzo finale.
"...con l'arrivo della religione cristiana, i sacerdoti del nuovo culto, avendo fatto molti inutili sforzi per sradicare le tracce delle credenze precedenti, presero sotto la propria ala le vecchie pratiche pagane e benedisse le acque dei pozzi sacri. In molti casi costruirono delle cappelle su di essi, mutarono il vecchio spirito del pozzo in un santo della Chiesa, e si presero per loro stessi il riconoscimento di capacità miracolose di cura attribuito a questi antichi luoghi di culto". (D.M'Kenzie, 1907).
Questo autore dimostra la continuità religiosa del paganesimo nella cristianità, nel rito del battesimo dove si pratica la purificazione rituale del neonato. I cristiani adottarono questo rito anche se non espressamente indicato nel Nuovo Testamento. Si trattava di un cerimoniale profondamente radicato nel mondo precristiano e i cristiani lo incorporarono fra i loro riti.

In Sardegna, le forme generali dei pozzi e delle fonti evocano il mistero religioso della vita. La fecondità della donna, della terra e degli animali è profondamente legata al ciclo della luna e all'acqua, come testimoniato dall'associazione fra la durata del ciclo mestruale e quella del mese lunare. I pozzi favoriscono la fertilità e ad essi fanno riferimento la letteratura e l'arte pittorica quando si vogliono rappresentare rituali con offerte, purificazioni e guarigioni. D'altro canto la cura con le acque è pratica ancora in uso nei bagni termali. Nelle leggende e nei miti, laddove sono citati i pozzi ci si riferisce spesso a relazioni fra acqua, sacerdotesse, fate, streghe, specchi, fiori e luna. L'acqua rinfresca quando la si beve per combattere il caldo e purifica quando ci si lava. Bagnarsi equivale a eliminare le impurità e aiuta a ritrovare salute e giovinezza, ma è anche un gesto ammantato di sacralità quando entrando in chiesa ci si fa il segno della croce con l'acqua benedetta dell'acquasantiera prima di entrare nel tempio, nel luogo sacro per eccellenza. Le donne fanno un bagno rituale dopo il ciclo mestruale e dopo il parto, i bambini vengono battezzati per lavare il peccato originale, un bagno segue il taglio del cordone ombelicale.


Note sul progetto "Sardegna verso l'Unesco". 

Questa sera parleremo dei Pozzi Sacri, delle varie tipologie, del periodo di costruzione, dei rituali che si svolgevano e cercheremo di capire alcune delle loro funzioni.
I Pozzi sacri sono, insieme ai Nuraghi e alle Tombe di Giganti, le architetture identitarie più importanti della Sardegna preistorica, e sono inserite nell'elenco dei siti che fanno parte del progetto: "La Sardegna verso l'Unesco", un'iniziativa volta a far accogliere i monumenti preistorici del paesaggio sardo fra quelli da tutelare e valorizzare dalla Commissione Nazionale Unesco.
"Tutti noi sardi, e gli amici d'oltremare, siamo chiamati a partecipare al progetto condividendo l'iniziativa e diffondendo la conoscenza del nostro patrimonio archeologico e culturale.
"L'iniziativa volta alla nomina dei monumenti del periodo Nuragico, nella Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, selezionati con metodo scientifico e catalogati con un sistema digitale d'avanguardia, offre la possibilità che questo "insieme culturale materiale e immateriale", unico ed eccezionale, caratterizzi le percezioni del paesaggio della Sardegna.
Determinare l'indentità di noi sardi attraverso il concetto di appartenenza a un gruppo umano distinguibile per una propria cultura materiale, significa ottenere la visibilità mondiale del nostro popolo, della nostra terra e delle nostre tradizioni.
La partecipazione popolare a questo riconoscimento garantisce la conoscenza dal basso dei beni archeologici, della loro tutela e della conseguente valorizzazione. La gestione economica del patrimonio archeologico apre a un sistema innovativo di fruizione turistica sostenibile, non copiabile, non delocalizzabile e con la possibilità di destagionalizzare il comparto".
La partecipazione al progetto è libera, tutti noi possiamo contribuire con foto, segnalazioni e quant'altro possa aiutare l'arricchimento dei dati da inserire nel data base, già denso di note caricate dagli amici di Nurnet in questi anni.
Abbiamo tempo fino al 31 Marzo, già oltre 200 amministrazioni comunali hanno aderito all'iniziativa".

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