Archeologia della Sardegna. Il Brassard di S.Giovanni Suergiu e il sole degli Henmemet
Articolo di Gustavo
Bernardino
Questo oggetto è conosciuto come “ Brassard di Is Loccis-Santus” e si trova nel museo di Cagliari.
La funzione dell'oggetto è ben nota agli studiosi ed
appassionati di storia antica della nostra terra ed è quella di salvaguardare
il polso dell'arciere dal rinculo della corda. Quello che interessa
dell'oggetto però è il simbolo riprodotto nella fascia alta.
L'immagine incisa corrisponde perfettamente al simbolo
riprodotto nel soffitto delle domus de janas indicate nell'articolo di
settembre.
Bisogna tener presente per altro che sotto l'aspetto del
valore simbolico, il sole aveva certamente un peso ben maggiore di un soffitto
(contrastando l'interpretazione che viene data da coloro che nella immagine
vedono appunto la rappresentazione della copertura di una capanna) e per di più
aveva anche una funzione straordinariamente importante perché doveva
(simbolicamente) riscaldare il corpo del defunto aiutandolo così a restare in
vita fino al raggiungimento dell'aldilà. Esaminando con attenzione le due
immagini, si nota subito la caratteristica che li unisce e cioè che l'astro
lucente è rappresentato da un corpo
circolare i cui raggi si irradiano non a
360 gradi ma a 180 gradi in entrambe le immagini. Una particolarità che, come
specificato nell'articolo precedente, distingueva gli Henmemet dagli egizi. A
questo punto è bene introdurre un nuovo elemento di discussione strettamente
connesso con la narrazione fino a qui fatta. Come accennato prima, circa
l'appellativo dato a questo popolo rispondente a “Gli Occidentali”, è opportuno
sapere che il “Capo” o “Principe” degli occidentali si chiamava Kentu Amenti e,
per gli egizi, ”Kenty-Amentyw” e di lui troviamo traccia nei testi religiosi
nilotici. Per esempio nei “Testi delle Piramidi” di cui ha trattato Sergio
Donadoni (Garzanti Editore 1997) a pag. 39 troviamo la formula :” ...Prendetegli
la mano!, dice Ra.
Lo spirito al cielo, il cadavere alla terra.
Quel che prendono gli uomini, quando sono sepolti, sono
migliaia di vasi di birra che sono sulla tavola di offerte di Khenty-amenthyw.
Se l'erede è povero e non ha scritti,
scriva Onnos con il suo dito grande;
ma non scriva egli con il suo dito piccolo.”
A pag. 64 un'altra formula :”...E' zappata per te la
terra, è spezzata per te l'offerta innanzi a te.
Quando tu vai su quella via su cui vannogli dei,
volgiti a vedere queste offerte
che ti ha fatto il re,che ti ha fatto Khenty-amentyw
quando tu andavi a quegli dei del settentrione,
le stelle imperiture.”
Questo personaggio misterioso e mitizzato nella letteratura
sacra egizia, potrebbe forse avere una storia molto più lineare e comprensibile
se interpretato come colui che al comando dei costruttori delle case dei morti
aveva portato il suo popolo nella terra dei faraoni per conquistarne attraverso
il lavoro, la loro benevolenza e la loro riconoscenza.
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