Archeologia della Sardegna, i bronzetti.
domenica 29 novembre 2020
Archeologia della Sardegna, i bronzetti. Video in diretta nell'ambito dell'iniziativa "Sardegna verso L'Unesco", progetto di inclusione dei Monumenti dell'età Nuragica nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Relatore: Pierluigi Montalbano
sabato 28 novembre 2020
Archeologia della Sardegna. Santa Vittoria di Serri: il recinto delle feste. Articolo di Pierluigi Montalbano
Sardegna verso L'Unesco: Progetto di inclusione dei Monumenti dell'età Nuragica nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
giovedì 26 novembre 2020
Stabiae. Museo archeologico Libero D’Orsi. A cura di Massimo Osanna, Francesco Muscolino, Luana Toniolo. Recensione di Felice Di Maro
Stabiae. Museo archeologico Libero D’Orsi.
A cura di Massimo Osanna,
Francesco Muscolino, Luana Toniolo.
Recensione di Felice Di Maro
L’archeologia per le città sepolte dalla lava dell’eruzione del Vesuvio dell’agosto del 79, ci offre ormai da oltre 250 anni continue informazioni sulla storia di questi siti e, ci presenta documentazioni sempre più raffinate in particolare sull’arredo urbano e anche complessivamente sul popolamento che è il più studiato del mondo romano e naturalmente fino all’anno dell’eruzione.
Ormai abbiamo, grazie alle continue indagini, sempre nuovi reperti archeologici che hanno permesso di ricostruire il quadro di quello che è stato l’arredamento degli interni delle case delle città come Pompei, Ercolano e delle varie ville. Per quest’ultime quelle di Stabiae, odierna Castellammare di Stabia, anche se non sono mancate indagini e anche studi specifici sugli affreschi e sui mosaici esisteva a vari livelli un insieme di difficoltà per la fruizione dei reperti archeologici, e spesso non facilmente superabile.
Oggi almeno per quanto riguarda l’osservazione dei reperti archeologici non in situ cioè quelli che non
martedì 24 novembre 2020
Archeologia. Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Le Tombe di Giganti, i sepolcri dedicati al culto dei defunti Progetto di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Archeologia. Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Le Tombe di Giganti, i sepolcri dedicati al culto dei defunti.
Progetto di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
sabato 21 novembre 2020
Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Pozzi sacri, i templi del Bronzo Recente e Finale.
Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Pozzi sacri, i templi del Bronzo Recente e Finale.
Progetto di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Video in diretta, relatore Pierluigi Montalbano:
venerdì 20 novembre 2020
Archeologia della Sardegna. Il Brassard di S.Giovanni Suergiu e il sole degli Henmemet. Articolo di Gustavo Bernardino
Archeologia della Sardegna. Il Brassard di S.Giovanni Suergiu e il sole degli Henmemet
Articolo di Gustavo
Bernardino
mercoledì 18 novembre 2020
I Nuraghi sardi verso il Patrimonio Unesco. La Sardegna con i suoi 6000 siti archeologici e i suoi millenni di storia mette in luce la sua civiltà nuragica.
I Nuraghi sardi verso il Patrimonio Unesco. La Sardegna con i suoi 6000 siti archeologici e i suoi millenni di storia mette in luce la sua civiltà nuragica.
Articolo di Carlo Franza
Sardegna vanta millenni di storia, e aggiungo essere un museo a cielo aperto per via della disseminazione sul suo territorio di siti nuragici che risalgono a ben 1800 anni a C.
I Nuraghi, costruzioni in pietra dell’epoca del bronzo, (1800 a. C.), a forma di cono molto diffuse in Sardegna, sono candidate nell’ambitissima lista dei nuovi siti riconosciuti da Unesco. Sappiamo che alla data odierna solo il complesso archeologico di Su Nuraxi a Barumini è riconosciuto Patrimonio Unesco, adesso invece
venerdì 13 novembre 2020
Sardegna verso l'Unesco. L'età dei Nuraghi: nascita ed evoluzione delle torri sarde nell'Età del Bronzo.
Sardegna
verso l'Unesco. L'età dei Nuraghi: nascita ed evoluzione delle torri sarde nell'Età del Bronzo.
Progetto
di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Oggi,
13 Novembre 2020, in diretta Facebook, alle ore 19.
Video in diretta:
Descrizione:
mercoledì 11 novembre 2020
Archeologia. Il ritorno di Ulisse: viaggio verso la patria. Naufragio. Articolo di Lydia Schropp
Archeologia. Il ritorno di Ulisse: viaggio verso la patria. Naufragio.
Articolo di Lydia Schropp
Al ritorno di Ulisse in Corsica, emerge chiaramente dal dialogo con Circe che l’eroe si è attenuto scrupolosamente alle istruzioni ed ha eseguito correttamente i riti prescritti nel Mondo degli Inferi. Prima del congedo Circe lo mette nuovamente in guardia per quanto attiene ai pericoli del viaggio. Gli consegna dei viveri ed in segno di amicizia gli invia un vento favorevole, chiamato cercius, identificato da WHATMOUGH con il Mistral.
Il primo ostacolo si trova presso le isole Sirene (1) ,cioè le isole vicine alla penisola Sorrentina e forse anche Ischia (2), le une pericolose per le correnti marine e gli scogli, l’altra per la sua origine vulcanica, perché in antichità fu flagellata da molte eruzioni.(3) Circe sconsiglia l’approdo ed ingiunge ad Ulisse di procedere oltre senza fermarsi, anzi lo avvisa di farsi legare ad un albero dai suoi
sabato 7 novembre 2020
Archeologia della Sardegna. Perché i sardi dell’età del Bronzo costruivano i nuraghi? Articolo di Gianfranco Nuvoli
Archeologia della Sardegna. Perché i sardi dell’età del Bronzo costruivano i nuraghi?
Articolo di Gianfranco Nuvoli
INTRODUZIONE
La costruzione di un nuraghe doveva essere un’impresa molto impegnativa per le comunità della Sardegna. Si trattava di trovare cave di pietre (non troppo dure, qual è il granito), di estrarle dalle cave, di trasportarle nel luogo prescelto (talvolta molto lontano dalle cave), di lavorarle e squadrarle in modo da assicurare la stabilità del filare e, infine di collocarle sulle mura del nuraghe. E tutto questo dal 1.800 al 900 a.C. circa usando strumenti di bronzo, e poi quelli di ferro. Al momento non conosciamo con
venerdì 6 novembre 2020
Archeologia della Sardegna. L'altare di Monte d'Accoddi, un monumento preistorico costruito 5000 anni fa, all'inizio dell'età del Rame.
Archeologia della Sardegna.
L'altare di Monte d'Accoddi, un monumento preistorico costruito 5000 anni fa, all'inizio dell'età del Rame.
Video e descrizione
Il tempio altare di Monte d’Accoddi è un edificio monumentale datato alla fine del IV millennio a.C. situato nella Nurra, a 11 chilometri dalla città di Sassari, in prossimità della ‘vecchia’ 131, in direzione di Porto Torres, nel terreno in origine di proprietà della famiglia Segni. La Scoperta risale ai primi anni Cinquanta del secolo scorso e lo scavo fu voluto dall’allora ministro della Pubblica Istruzione, un sardo che sarebbe divenuto poi presidente della Repubblica, il professor Antonio Segni. A causa della scarsità di archeologi fu necessario richiamare dalla Soprintendenza di Bologna, un giovane archeologo sardo, Ercole Contu, che si convinse che il tumulo altro non fosse che la rovina di uno dei tanti nuraghi, circa ottomila, che caratterizzano il paesaggio isolano. Tuttavia, gli scavi dimostrarono che la collina non nascondeva alcun nuraghe ma erano rovine di un eccezionale monumento preistorico, molto più antico dei primi nuraghi. Il complesso comprende un altare, un villaggio e una necropoli ipogeica. L'altare è
mercoledì 4 novembre 2020
Archeologia. Chi era Circe, la poliedrica maga, figlia del Sole e della ninfa Persa, nipote di Oceano? Era in Corsica la sua reggia? Articolo di Lydia Schropp
Archeologia. Chi era Circe, la poliedrica maga, figlia del Sole e della ninfa Persa, nipote di Oceano? Era in Corsica la sua reggia?
Articolo di Lydia Schropp
Dal paese dei Lestrigoni, ubicato nel Lazio ,Ulisse procede verso nord-ovest e dopo un arco di tempo non meglio definito, approda all’isola Aiaie, chiamata cosi da Ajaccio,(1) da sempre il centro più importante della Corsica ed abitato sin dall’antichità. La città sporge su un amplissimo golfo che fu usato come scalo dalle navi dirette in Francia e Spagna. Corsica è il nome romano dell’isola, mentre quello etrusco è Kyrne e quello greco Kurnos, inteso come “la signora isola”, a causa della bellezza primordiale del paesaggio.(2)Ulisse si avvicina all’isola dalla costa tirrenica, meno popolata in età recente a causa del territorio paludoso e malarico. Si ferma per due giorni in riva al mare, probabilmente vicino alla foce del fiume Tavignano (in passato chiamato Rottanos),dove si imbatte in bell’esemplare di cervo adulto, che abbatte con la sua lancia per poi imbandirlo per un lauto pranzo con i suoi compagni (3) Il giorno successivo, seguendo il corso del fiume, si dirige verso l’interno, alla ricerca di una città. La salita è ripida ed in breve si ritrova fra alti monti, ricoperti di folte selve di querce secolari, brulicanti di