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venerdì 7 agosto 2020

Libri. Francesca Poretti: Ifigenia, l'innocente sfortunata. Può un dio sottoporre un personaggio mitologico a durissime prove? Recensione di Felice Di Maro

Libri. Francesca Poretti: Ifigenia, l'innocente sfortunata.

Può un dio sottoporre un personaggio mitologico a durissime prove? 

Recensione di Felice Di Maro

Scorpione Editrice 2020, pp. 119 con illustrazioni.


Può un dio sottoporre un personaggio non divino certo, ma mitologico, a durissime prove? L’interrogativo è d’obbligo perché la figura di Ifigenia in qualche modo è tra i miti greci un’eccezione perché subisce sì, una sorte che certamente è tra le più tragiche, ma come la raccontano scrittori dell’epoca antica come Euripide che c’è stata una lotta che ha portato avanti e che non si è fermata mai.

La storia di una donna? Certo ma teniamo conto che nonostante che i processi culturali oggi siano sempre più raffinati perché utilizzano nuove tecniche di comunicazione, e principalmente mi riferisco a quelli che continuamente rilanciano nuove frontiere di ricerca sulla storia dell’umanità, proprio la mitologia classica che umilmente si ripresenta sempre e ogni volta offre occasioni di riflessioni, oggi,

sulla condizione femminile, sta dando anche se soltanto a livello di storia contributi importanti perché è davvero alta la tensione sul conflitto donne e società .

Ed ecco allora che in questo libro, 15x21, quindi maneggevole e anche leggero, c’è davvero qualcosa di diverso rispetto ad altre pregevoli pubblicazioni, ma da che cosa deriva questo valore aggiunto?

Intanto c’è da rilevare l’innovazione che si coglie non appena si sfoglia il libro perché L'autrice non presenta soltanto il quadro storiografico e le fonti di un mito, ben documentate, ma presenta anche una traduzione. Già nella premessa dinamicamente analizza le pieghe del mito e ne presenta -come dire- la "fortuna" e mi piace aggettivarla, storica, almeno nelle opere di Euripide, Goethe e Ritsos che lei analizza.

Ifigenia com'è noto è un personaggio che ha un suo ruolo nella mitologia greca perché la sua simbologia è quella di una  protagonista di rilievo almeno nelle tragedie di «Ifigenia in Aulide» e «Ifigenia in Tauride di Euripide» che vengono analizzate fornendo un apparato di note molto articolato: l’opera presenta anche una bibliografia. 

La cura editoriale è stata notevole ed ecco come conclude l’editore, Pietro Massafra, una sua nota:

«… Ifigenia è non “una donna, ma l’icona di parte dell’eterno, profondo (immutabile) universo femminile, già individuato e rappresentato, quando il mondo era “ingenuo” …».

Ottima sintesi che dà un affresco del contenuto dell’opera che si analizzerà a vari livelli. Naturalmente un’osservazione è d’obbligo: non è che poi oggi il mondo non sia ancora tanto “ingenuo” e basta solo guardare le guerre in corso e il triste tema dei migranti ma penso che la comunicazione e l’informazione in tempo reale siano oggi un valore che dobbiamo tutti coltivare meglio e conoscere maggiormente le pieghe del nostro passato classico che ci aiuta, ci aiuta molto. Alla nota editoriale segue la prefazione di Mario Capasso, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, Associazione, della quale l’Autrice è Presidente della Delegazione di Taranto “Adolfo F. Mele”.

Mario Capasso, noto filologo classico e papirologo è docente presso l’Università di Lecce dove ha allestito un museo di papiri provenienti dagli scavi archeologici realizzati in Egitto (ha pubblicato anche pregevoli studi sulla papirologia ercolanese) presenta un quadro delle dinamiche storiografiche che si agitano in quest’opera, e sono davvero tante.

 

Rilevando che Edith Hall, nota studiosa di letteratura greca e docente presso il Dipartimento dei classici e il Centro di studi ellenici del King's College di Londra ha inserito tra “gli antichi testi greci più influenti sul piano culturale” la tragedia “Ifigenia in Tauride” nella sua opera “Adventures with Iphigenia in Tauris : a cultural history of Euripides' Black Sea tragedy (Oxford, 2013, p. 297)” presenta un mix sia tra un approccio conoscitivo immediato e sia un quadro mitologico di Ifigenia. Leggiamone qualche riga:

«… rappresentata per la prima volta forse nel 414 a.C., è la storia di una figura apparentemente fragile, che però si trasforma in una donna astuta e combattiva. La vicenda ruota intorno a due morti presunte. La prima è quella di Ifigenia, figlia di Agamennone e Clitemnestra, che il padre ritiene di avere immolata ad artemide, ma che la dea ha salvata e portata in Tauride, corrispondente alla penisola di Crimea. Qui Ifigenia, entrata a far parte del collegio delle sacerdotesse del tempio di Artemide con il compito di sacrificare alla dea tutti gli stranieri che arrivano sul luogo, incontra il fratello Oreste - che ha ucciso la madre Clitemnestra per vendicare l’assassinio del padre Agamennone – e il suo amico Pilade, […]»    

Nella seconda parte l’Autrice presenta la traduzione di questa tragedia. Nella prima parte presenta la narrazione di Euripide e di Goethe nonché quella di Ghiannis Ristos, Il ritorno di Ifigenia. Ristos è un poeta greco (1909-1991): la sua poesia com’è noto è stata spesso vietata in Grecia durante le fasi del regime dei Colonnelli per le idee di sinistra del poeta e la sua vicinanza politica al partito comunista greco (KKE). Il poemetto fa parte della raccolta “Quarta Dimensione” che presenta 17 monologhi poetici che rilanciano le relazioni tra la grecità moderna e quella classica. Ristos lo ha scritto quando era al confine sull’isola di Samo tra il ’71 ed il ’72.

Diverse sono le nuove interpretazioni storiografiche ma invito a leggere con attenzione la premessa dell’Autrice perché presenta notizie sulla ricerca che penso siano importante riportarle qui. Ecco:

«La rilettura della tragedia euripidea, Ifigenia in Tauride, di cui l’INDA aveva programmato la rappresentazione al Teatro Greco di Siracusa, per la stagione teatrale 2020, annullata, come si sa, per la pandemia che ha sconvolto l’Italia e il mondo nella prima parte di quest’anno, mi ha spinta alla lettura di altre riproposizioni del mito, tra le quali mi sono soffermata sulla omonima tragedia di J. W. Goethe e sul poemetto di G. Ristos, Il ritorno di Ifigenia».

Intanto l’INDA è l’acronimo di “Istituto Nazionale del Dramma Antico” che dal 1998 svolge le sue attività come una fondazione culturale. Il dramma antico è presente in Italia con tutte le sue emozioni che si rinnovano ogni anno ed ha anche una rivista, Dioniso che pubblica studi sul teatro antico: il Direttore è il filologo classico Guido Paduano.

Le antiche tragedie vengono continuamente presentate e sono manifestazioni prestigiose per l’Italia. Si svolgono nel teatro greco di Siracusa, gioiello dell’archeologia e non solo: è davvero un monumento del nostro passato classico. Il noto decreto governativo sulle misure anti-Covid ha stabilito la ripartenza dei teatri già dal 15 giugno e l’INDA ha al riguardo un programma che è presente sul suo sito.

Con quest’opera si dimostra ancora una volta che la ricerca non si deve mai fermare e Francesca Poretti, già docente di Lettere Latine e Greche presso i Licei classici di Taranto e provincia, ha davvero dimostrato che anche se è ancora in corso la pandemia aver rilanciato il nostro passato classico con quest’opera è stata un’operazione importante perché ci ha permesso di conoscere ancora nuovi reconditi su un personaggio mitologico del nostro passato classico.  

1 commento:

  1. Gent.mo dott. Di Maro, ho letto solo ieri, per caso, la Sua accurata recensione del mio volumetto "Ifigenia, l'innocente sfortunata". La ringrazio molto per le parole di apprezzamento da Lei indirizzate anche a coloro che hanno valorizzato l'opera, cioè, il Prof. Mario Capasso e l'Editore, prof. Piero Massafra. Francesca Poretti

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