Archeologia. I Sardi e le misure auree, una conoscenza che precede di ben 500 anni quella dei greci.
Articolo di Marcello Onnis.
Può capitare che una passeggiata archeologica, fatta con Amici, ci riservi delle fantastiche sorprese.
Durante una passeggiata archeologica in compagnia di
Amici al Pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, nell'effettuare delle
foto ricordo, l'occhio, attraverso il mirino della mia inseparabile Canon
1000D, vede ciò che normalmente non percepisce.
Mentre, dal fondo della scalinata del pozzo, inquadro gli Amici in controluce per una foto ricordo, grazie alla griglia del mirino, percepisco la forma e la proporzione del trapezio generato dalla luce
proveniente dall'ingresso e penso che altro non era che un triangolo isoscele dalla punta tronca.Grazie all'occhio allenato da filosofica memoria liceale,
percepisco immediatamente di aver già visto tantissime volte quelle
proporzioni.
Appena rientrato a casa, stampo le foto e con matita e righello, traccio la parte mancante del triangolo.
Prendo il goniometro per misurare gli angoli alla base e
al vertice e, con grande meraviglia, verifico che gli angoli alla base sono
pari a 72° e l'angolo al vertice misura 36°.
Le identiche misure del "TRIANGOLO AUREO".
Cerco immediatamente sul web delle foto relative alle sezioni e piante del pozzo e, con frenesia, scarico del materiale relativo alle "MISURE AUREE". Tali misure, erano riconosciute nella Grecia del V secolo a.C., come ideale di bellezza ed armonia tanto che venivano applicate sugli edifici di culto in rispetto delle divinità a cui il tempio era dedicato.
BINGO !
Stampo i disegni e le forme del triangolo aureo, le
ritaglio e le sovrappongo alle foto.
Tutto collima, come da foto in allegato, il triangolo
aureo si sovrappone perfettamente sull'ingresso dalla scala visto dall'alto.
La stessa visione si ha dalla parte interna guardando in
controluce l'uscita.
Grazie ai ritagli in carta del triangolo aureo, verifico
se la sezione rispecchia in altre parti tale rapporto e con stupore scopro che
l'inclinazione della scala, rispetto al piano di calpestio del primo scalino, e di conseguenza anche l'allineamento dei conci, rispettano gli stessi canoni. WOW!
Poichè probabilmente non conoscevano la livella, grazie ad un semplice filo a piombo e una dima a forma di triangolo rettangolo con il vertice superiore di 36°, possedevano gli strumenti per poter rispettare, oltre che la corretta inclinazione della scalinata, anche la messa in posa "a livella" degli stessi conci.
Visto che la costruzione del pozzo è stata datata dagli
Archeologi nell'anno 1.000 a.C., possiamo ben dire che i Nuragici applicavano
le misure auree 500 anni prima che venisse edificato il Partenone di Atene.
Faccio una ricerca sul web per verificare se qualcun altro
e' arrivato alle stesse mie conclusioni e trovo solo due ipotesi di lavoro ma
totalmente diverse dalla mia. La prima si riferisce ad una "ipotesi di
Geometria Sacra : il Decano Aureo " che riguarda l'esedra delle Tombe dei
Giganti suddivisa in 10 triangoli.
La seconda riguarda il "rapporto base-altezza"
della cupola del Pozzo di Santa Cristina finalizzato a fini astroarcheologici
in quanto " caratterizzato da una geometria astronomica lunare".
Niente altro relativo alle misure auree del rapporto sull'inclinazione della scalinata e il piano di calpestio e sulla
forma d'ingresso oggetto di questo articolo.
Non essendo ne Archeologo, ne Architetto, ne Ingegnere,
lascio agli Addetti ai lavori le verifiche e le conclusioni di quanto da me
rilevato.
Grande PierLuigi
RispondiEliminaBuonasera.
RispondiEliminaMi occupo di metrologia storica.
Avete la possibilità di misurare le dimensioni di questi triangoli aurei?
Potremmo confrontare i risultati delle nostre ricerche.
Giacomo Geri - Pisa
Grazie, sei preziosissimo e fortementeintuitivo. Ciò ti permette di cogliere a occhio nudo la perfezione.
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RispondiEliminaCon molto piacere leggo questo articolo del Signor Onnis, che dimostra oculatezza nell'individuare forme geometriche. Questa sua intuizione mi da modo, forse, di arricchire il mio studio sul pozzo di Santa Cristina (tra l'altro vedo che ha utilizzato una sezione da me realizzata). In sostanza quell'angolo da lei individuato pari a 72° esatti, potrebbe corrispondere (il condizionale è sempre d'obbligo) a quell'angolo di 72°11' che di fatto corrisponde all'inclinazione dei raggi solari al solstizio d'estate quando il sole è ad un azimut di 153°08' (orientamento dell'asse della scalinata). Angolo, quello di 72°11', che si avvicina in modo stringente all'angolo di 72°19' ricavato secondo una particolare costruzione geometrica, che non sto qui a descrivere, che fu utilizzata per la costruzione di un particolare strumento (potrà prenderne visione nello studio dal quale ha tratto le sezioni usate per la sua ricerca. In particolare la parte dedicata alla costruzione del pozzo). Per tanto quell'angolo di 72° penso sia dettato più dall'uso del mòdano da me ipotizzato per la costruzione del pozzo, che non il consapevole uso del triangolo aureo. Sandro Angei
Complimenti per le osservazioni tecniche nel sito di Santa Cristina dal grande fascino e bellezza. Da architetto e storico dell'arte ho in corso ricerche simili totalmente inedite agli studi in ambienti a thòlos siciliani. Rimando per brevità ad alcuni miei post fb recenti:
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/carmelo.montagna.946/posts/134167711550798
https://www.facebook.com/carmelo.montagna.946/posts/136771941290375
https://www.facebook.com/carmelo.montagna.946/posts/128435492124020
Sarei interessato al seguito eventuale di queste ricerche, avendo in corso la redazione di una pubblicazione sintetica sull'argomento. Grazie. Carmelo Montagna
(3518312800, carmont@alice.it)
Complimenti concordo pienamente . I sardi lo usavano già dal neolitico è descritto a Santo Stefano di Oschiri e nei vasi neolitici con la stella a 6 punte sul fondo. oltre al resto. bell'articolo.
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