giovedì 29 settembre 2016
Dracula, Vampiri, Zombie e altri casi. L'archeologia dei non morti: storia delle più strane precauzioni e delle sepolture anomale adottate, nei secoli, per evitare che i morti risorgessero dalle tombe.
Dracula, Vampiri, Zombie e altri casi. L'archeologia dei non morti: storia delle più strane precauzioni e delle sepolture anomale adottate, nei secoli, per evitare che i morti risorgessero dalle tombe.
Negli
anni '80, in un sito dell'Età della Pietra di Dolní Věstonice, nella Repubblica
Ceca, vennero alla luce tre corpi sepolti, in una modalità inquietante, 27 mila
anni fa. Una donna con il volto sfigurato da una qualche anomalia congenita e
il ventre dipinto di ocra giaceva tra un uomo interrato a pancia in giù e un
altro inchiodato al suolo da uno spesso palo di legno. Le tre salme erano
ricoperte da rami di abete rosso bruciati. Per molti anni, gli storici non
hanno dedicato particolare attenzione alle sepolture anomale come
questa, ritenute frutto di superstizioni locali o un trattamento riservato a
criminali e reietti. Ma le cose stanno cambiando, come spiega un articolo pubblicato su The Atlantic.
Studi
sistematici hanno dimostrato che alcune delle modalità di inumazione osservate
a Dolní Věstonice non sono affatto un caso isolato, ma trovano riscontro in
molte altre aree del mondo e in
lunedì 26 settembre 2016
Archeologia. Ötzi, l'uomo dei ghiacci vissuto 5000 anni fa, soffriva di aterosclerosi e fu ucciso in un vile agguato
Archeologia. Ötzi, l'uomo dei ghiacci vissuto 5000 anni fa, soffriva di aterosclerosi
e fu ucciso in un vile agguato
Usava armi toscane, soffriva di aterosclerosi ed è stato
ucciso in un vile agguato, l’uomo scoperto da due alpinisti nel 1991
sul ghiacciaio della Val Senales, con tutti i suoi indumenti e l’equipaggiamento. I risultati scientifici che ricercatori di tutto il
mondo presenteranno in questi giorni al Congresso internazionale sulle mummie a
Bolzano testimoniano che il rame con cui è stata costruita l'ascia di Ötzi
potrebbe non provenire dalle Alpi, come ritenuto finora, ma dai giacimenti della Toscana meridionale.
Ötzi è una mummia che si è conservata fino a oggi grazie a circostanze
straordinarie e che rivela ogni giorno che passa autentici tesori di conoscenza. da due
alpinisti nel 1991 sul ghiacciaio della Val Senales, con tutti i suoi indumenti
e l’equipaggiamento
Ötzi non si dedicava alla
lavorazione del rame, come invece avevano fatto pensare le tracce di
sabato 24 settembre 2016
Cartografia: viaggi di Cristoforo Colombo, meridiani, carte nautiche, equatore, tropico, Piri Reis...insomma...una questione da chiarire con Luís Teixeira.
Cartografia: viaggi di Cristoforo Colombo, meridiani, carte nautiche, equatore, tropico, Piri Reis...insomma...una questione da chiarire con Luís Teixeira.
di Rolando Berretta
Con il
ritorno di Colombo dal I viaggio fu compito di Papa Alessandro VI assegnare le
zone da evangelizzare alla Spagna e al Portogallo. Il meridiano prescelto è
conosciuto come Raya. I Portoghesi non furono d’accordo e, per evitare una
guerra, la Raya fu spostata ancora. I nostri storici hanno difficoltà a
determinare dove cade questo meridiano. Da 100 leghe da Capo Verde
fu
portata a 370 leghe. Visto che la Terra è una sfera, le due potenze cercarono
di stabilire, anche, dove dovesse cadere l’antimeridiano a 180 gradi. Non si
misero mai d’accordo.
Come ho
sempre sostenuto la Raya cade a 17 settori da 4,5 gradi ad ovest di
venerdì 23 settembre 2016
Cagliari: Liceo Artistico e Musicale. Formazione scolastica, diritto allo studio e discriminazioni. Riflessioni sul tema.
Cagliari: Liceo Artistico e Musicale. Formazione scolastica, diritto allo studio e discriminazioni. Riflessioni sul tema.
Ricevo, e volentieri condivido con voi, la nota di Mimmo di Caterino, docente del Liceo Artistico e Musicale di Cagliari "Foiso Fois":
"Il nostro istituto nasce negli anni Sessanta. Precedentemente Cagliari era priva di un’istruzione artistica di base (incredibile a dirsi ma vero). Alla fine del secolo scorso crescono e si sviluppano due sedi distaccate: a Quartu e Iglesias, oggi accorpate al Liceo Scientifico “Brotzu” di Quartu Sant’Elena e allo Scientifico Asproni d’Iglesias. Recentemente, a Sant’Antioco, è nato un altro istituto che fa capo al polo Liceale dello scientifico “Emilio Lussu” di Sant’Antioco. Gli studenti del Liceo Artistico e Musicale di Cagliari sono in continua crescita perché la richiesta di formazione in questa disciplina è sempre alta, e al momento quello cagliaritano è l’unico Liceo ad indirizzo artistico e musicale nell’isola non accorpato ad altri Licei. Nell'ultima assemblea è emerso che alcuni studenti sono costretti da anni a fare i
Ricevo, e volentieri condivido con voi, la nota di Mimmo di Caterino, docente del Liceo Artistico e Musicale di Cagliari "Foiso Fois":
"Il nostro istituto nasce negli anni Sessanta. Precedentemente Cagliari era priva di un’istruzione artistica di base (incredibile a dirsi ma vero). Alla fine del secolo scorso crescono e si sviluppano due sedi distaccate: a Quartu e Iglesias, oggi accorpate al Liceo Scientifico “Brotzu” di Quartu Sant’Elena e allo Scientifico Asproni d’Iglesias. Recentemente, a Sant’Antioco, è nato un altro istituto che fa capo al polo Liceale dello scientifico “Emilio Lussu” di Sant’Antioco. Gli studenti del Liceo Artistico e Musicale di Cagliari sono in continua crescita perché la richiesta di formazione in questa disciplina è sempre alta, e al momento quello cagliaritano è l’unico Liceo ad indirizzo artistico e musicale nell’isola non accorpato ad altri Licei. Nell'ultima assemblea è emerso che alcuni studenti sono costretti da anni a fare i
mercoledì 21 settembre 2016
Archeologia. I sommelier del Neolitico: Trovate le tracce del vino più antico d'Europa, e non era una bevanda per ricchi
Archeologia. I sommelier del Neolitico: Trovate le
tracce del vino più antico d'Europa, e non era una bevanda per ricchi
Quando pensiamo al vino in
epoca antica, ci vengono in mente scene di festini, con calici ricolmi e
sontuosi banchetti. Insomma, sembra sia stato un prodotto d'élite. Da un articolo pubblicato
sul Journal of Archaeological Science risulterebbe invece che
l'inebriante bevanda è sempre stata democratica, fin dal Neolitico.
Negli anni Novanta, l'archeobotanica Soultana Valamoti ha cominciato a studiare le rovine di Dikili Tash, un villaggio neolitico scoperto nel nord della Grecia all'inizio del secolo scorso. La ricercatrice ha individuato tracce del cibo consumato dagli abitanti del villaggio, una pratica comune tra gli archeobotanici, che studiano appunto le interazioni tra popolazione e piante nel corso della storia. Tra il materiale recuperato nello scavo di un'abitazione, ha trovato diverse migliaia di semi d'uva, segno che l'uva veniva spremuta, un evidente presupposto della vinificazione. "La ricchezza del materiale ritrovato nell'abitazione ci imponeva di andare avanti", racconta la studiosa, che si è procurata nuovi
Negli anni Novanta, l'archeobotanica Soultana Valamoti ha cominciato a studiare le rovine di Dikili Tash, un villaggio neolitico scoperto nel nord della Grecia all'inizio del secolo scorso. La ricercatrice ha individuato tracce del cibo consumato dagli abitanti del villaggio, una pratica comune tra gli archeobotanici, che studiano appunto le interazioni tra popolazione e piante nel corso della storia. Tra il materiale recuperato nello scavo di un'abitazione, ha trovato diverse migliaia di semi d'uva, segno che l'uva veniva spremuta, un evidente presupposto della vinificazione. "La ricchezza del materiale ritrovato nell'abitazione ci imponeva di andare avanti", racconta la studiosa, che si è procurata nuovi
domenica 18 settembre 2016
Archeologia. Sacrifici umani nella storia. Furono praticati anche dagli antichi Greci?
Archeologia.
Sacrifici umani nella storia. Furono praticati anche dagli antichi Greci?
Il sacrificio è una pratica rituale propria di
molte civiltà, antiche e moderne. Secondo il nostro punto di vista e la nostra
sensibilità culturale, tendiamo a considerare i sacrifici umani come un
qualcosa di aberrante e mostruoso ma al contempo affascinante, da relegare,
tuttavia, a civiltà arcaiche o arretrate e non civilizzate. Nel 226 a.C. Roma
si trovava in una situazione di crisi, essendo minacciata dall’invasione di
popolazioni galliche. Dietro consultazione dei Libri Sibillini, furono
seppellite vive una coppia di Galli e una di Greci nel Foro Boario. Si scelsero
i Galli perché erano i nemici del momento, ma la decisione di sacrificare
persone greche non trova, al momento, una spiegazione certa. Lo stesso
sacrificio fu ripetuto dopo la battaglia di Canne, nel 216, ancora con vittime
greche e galliche, ma questa volta al fine di espiare la condotta impudica di
alcune Vestali, che furono coinvolte nel supplizio.
Un testo ittita descrive un rito di purificazione che
si eseguiva dopo una sconfitta militare: si tagliavano in due un uomo, un
capro, un cagnolino e un piccolo maiale, si ponevano le metà dei corpi a una
distanza tale che le truppe potessero passare attraverso di essi, poi
attraverso due fuochi, poi
giovedì 15 settembre 2016
Archeologia. Archeochicca XXXIII: La città “sine nomine”, il Santuario Etrusco celebre nei secoli. Le tracce al Museo Civico Archeologico di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo.
Archeologia. Archeochicca
XXXIII: La città “sine nomine”, il Santuario Etrusco celebre nei secoli. Le
tracce al Museo Civico Archeologico di Castiglion Fiorentino, in provincia di
Arezzo.
di Sergio Murli
di Sergio Murli
“Castiglion Fiorentino,
nessuna notizia che rimandi all’epoca etrusca, almeno nella cinta urbana; è in
provincia di Arezzo e si eleva per 342 m sulla Val di Chiana, conserva
importanti monumenti come le logge del XVI secolo, la chiesa di San Francesco
(XII sec.) in cui è un San Francesco di Margaritone d’Arezzo, e la collegiata
ricostruita nell’XIX sec. Nei resti della pieve si conserva un affresco di Luca
Signorelli. Nel Palazzo Comunale (XVI sec.) pinacoteca.
Per quello che riguarda i
cenni storici, è indicata nel 1014 con il nome di Castillione Aretino. Fu
possesso perugino nel 1369 sotto il nome di Castiglion Perugino, che mutò
infine in Castiglion Fiorentino, quando nel 1384 fu occupata da Firenze. I
resti archeologici in alcune zone circostanti, anche di notevole importanza per
il culto dell’epoca”.
Questo è ciò che si conosceva e sapeva dell’epoca etrusca e romana; e pensare che i lodevoli saggi e scavi dei primi anni del nuovo millennio hanno fatto luce su periodi… estremi, si parla anche di una
Questo è ciò che si conosceva e sapeva dell’epoca etrusca e romana; e pensare che i lodevoli saggi e scavi dei primi anni del nuovo millennio hanno fatto luce su periodi… estremi, si parla anche di una
martedì 13 settembre 2016
Archeologia della Sardegna. La storia del Colle di Sant'Elia, di Alessandra Raspino.
Archeologia della Sardegna. La storia del Colle di Sant'Elia
di Alessandra Raspino.
La zona del capo S.Elia ha restituito i reperti più antichi
di Cagliari. L’uomo preistorico ha scelto questo luogo per la sua vicinanza al
mare da cui si procurava pesci e molluschi. La zona retrostante con stagni e
lagune rappresentava sicuramente un habitat straordinario essendo l’anticamera
della pianura campidanese dove praticare la caccia. Le testimonianze vengono
sia dalle grotte del Bagno Penale, con tracce ancora visibili di ocra rossa, la grotta di S. Bartolomeo
ormai ridotta a una macchia nerastra sulla roccia scavata per recuperare il
calcare, dei Colombi ancora da indagare, e sopra la stazione di Marina Piccola
dove è stato rinvenuto dal Taramelli, a mezza costa, un possibile villaggio con
resti di cibo, il più datato. La grotta di S.Bartolomeo è stata utilizzata a
lungo, considerato che la stratigrafia ha permesso di identificare una Domus de
Jana. L’urbanizzazione ha distrutto gran parte di questi siti e quel poco che è
stato raccolto, purtroppo è stato portato e conservato a Roma nel museo
Pigorini.
I Fenici arrivarono a Cagliari guidati da due divinità: Melkart o Baal grazie al quale fondarono Tiro, identificato come il Dio del mare, considerato che era un popolo che di mare viveva grazie ai commerci marittimi. Il suo Tempio era nel porto (probabilmente il luogo dove si custodivano le ricchezze), ma non quello attuale, bensì a S. Igia, nella confluenza dei
I Fenici arrivarono a Cagliari guidati da due divinità: Melkart o Baal grazie al quale fondarono Tiro, identificato come il Dio del mare, considerato che era un popolo che di mare viveva grazie ai commerci marittimi. Il suo Tempio era nel porto (probabilmente il luogo dove si custodivano le ricchezze), ma non quello attuale, bensì a S. Igia, nella confluenza dei
mercoledì 7 settembre 2016
Tihuanaco, la civiltà precolombiana che prende il nome dalle rovine dell'antica città omonima, nei pressi della sponda sud-orientale del lago Titicaca, in Bolivia. Nel sito si possono ammirare due monumenti megalitici: la "Porta del Sole" e la "Porta della Luna".
Tihuanaco, la civiltà precolombiana che prende il nome dalle rovine dell'antica città omonima, nei pressi della sponda sud-orientale del lago Titicaca, in Bolivia. Nel sito si possono ammirare due monumenti megalitici: la "Porta del Sole" e la "Porta della Luna".
di Matteo Riccò
Tihuanaco (o Tiwanaku) è uno splendido sito archeologico sudamericano di età pre-incaica, ubicato nella Bolivia orientale, sull’altipiano di Kimsachata, sulla sponda meridionale del lago Titicaca.
Il nome Tiwakanu (che di seguito sarà lo spelling preferenziale) significherebbe: “la pietra al centro dell’universo” e ci è stato tramandato dagli indiani Aymara, abitanti della regione in antichità come oggi, tramite le memorie del conquistador spagnolo Cieza de Leon, che visitò primo il sito nel 1549 e che ha il merito (o forse meglio dire: la responsabilità) di avere per primo celebrato sia la monumentalità del luogo (invero esagerandola) sia la sua assoluta antichità. Intervistando le sue guide Inca circa i costruttori di Tiwanaku e sulla fine che questi avessero fatto, il Conquistador ebbe infatti una risposta molto interlocutoria: non ne sapevano praticamente nulla, in quanto la città era già abbandonata da secoli prima che gli Inca instaurassero il proprio impero sulle Ande. A tale proposito, bisogna comunque ricordare che, all’arrivo degli Spagnoli in Sud America, l’egemonia incaica sull’area boliviana fosse cosa relativamente recente: ancora nel XIII secolo, gli Inca erano solo uno dei tanti popoli diversi che abitavano l’antico Perù, e la loro sfera di influenza non andava molto oltre l’area dell’odierna Cuzco. Complici le pagine di Cieza de Leon, una serie di ricercatori esplorò le rovine nel corso dei
domenica 4 settembre 2016
Archeologia. La Dea Madre dopo il Neolitico: “Dalle raffigurazioni di Hator/Iside e Horus alle dee madri nella Sardegna della Civiltà Nuragica.”
Archeologia. La Dea Madre dopo il
Neolitico: “Dalle raffigurazioni di Hator/Iside e Horus alle dee madri nella Sardegna della Civiltà Nuragica.”
di Pierluigi Montalbano
Esiste
un filo conduttore che unisce i popoli neolitici che, con varie
caratteristiche, è ancora fortemente presente nel sentimento religioso
dell’uomo contemporaneo, ossia il culto della Dea Madre. La Sardegna, su questo
tema, è perfettamente allineata con il resto del mondo. Le belle sculture Sarde
trovano corrispondenze stilistiche e ideologiche nelle Cicladi, nella Sparta
neolitica, nel nord Europa, a Malta, in Anatolia e nella penisola balcanica. Il
culto della Grande Dea è legato all’opulenta cultura agricola del neolitico,
quella considerata l’età dell’oro, come dimostrano le statuette grasse che
rappresentano la divinità femminile nel suo ruolo di nutrice e portatrice di
fertilità. La Dea è immaginata nella sua carnalità, come nella famosa
Venere di Cuccuru s’Arriu, con attributi sessuali enfatizzati con la
rappresentazione dei grossi seni e degli abbondanti glutei.
Dall’alba dei tempi, con lo spostamento dei popoli e le
relazioni fra comunità, il simbolo della Dea Madre, ideale e artistico, si
articolò in diverse divinità femminili. Personificava l'amore sensuale, la
fertilità umana e dei campi, la caccia, e poiché il ciclo agricolo implica la
morte del seme e il suo
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