lunedì 2 maggio 2016
Honebu. Settimana della letteratura a Cagliari: presentazione di 4 autori e 4 libri.
Honebu. Settimana della letteratura a Cagliari: presentazione di 4 autori e 4 libri.
L'Associazione Culturale Honebu ha organizzato due incontri
letterari concentrati in questa settimana. Domani, Martedì 3 Maggio, alle ore
19, nella sala conferenze in Via Fratelli Bandiera 100 Cagliari/Pirri, si
svolgerà l'incontro con Simonetta Delussu che racconterà il suo: "Delitto
d'Onore, la storia di Irene Biolchini".
La
vicenda di Irene Biolchini è quella di una giovane donna abbandonata incinta
dal padre del suo bambino, dall’uomo che ama e che ha creduto di sposare; una
donna lasciata e derisa, al quinto mese di gravidanza, a cui il padre dice: “O
lo uccidi o ti uccido”. È qui nasce la necessità della vendetta. Ma la storia
di Irene Biolchini è anche quella dell'amore per un uomo, l’amore disperato per
un figlio in arrivo, l’amore feroce per la vita. Nella Sardegna degli anni
Venti del Novecento, l’onta subìta da Irene dovrebbe essere lavata col suo
sangue: le donne abbandonate, in genere, si uccidono per la vergogna e per il
disonore che da loro ricade anche sull’intero gruppo familiare. Ma Irene sa
che, uccidendosi, toglierebbe la vita anche al bambino che porta in grembo e
così, con lucida disperazione, decide che a pagare quell’affronto debba essere
colui che l’ha procurato: Domenichino, il suo ex fidanzato, il padre del figlio
che aspetta. Quella dell’autrice è una narrazione che allarga i confini
della cronaca e si estende fino a dare la descrizione precisa e puntuale di uno
spaccato di realtà della Sardegna di quegli anni, dove “leggi arcane e feroci”
regolano ancora i rapporti tra le persone.
A seguire ci
sarà la presentazione del nuovo libro "Il violinista del diavolo e altre
storie" dello scrittore quartese Marco Conti, una raccolta di racconti di vita
reale, drammi vissuti da persone come noi, gente comune spesso passata da una
vita dignitosa a un baratro senza uscita.
L’autore, Marco Conti, ci
accompagna nel mondo dei personaggi che ha creato. Uomini e donne che soffrono,
per malattia o solitudine, per scelta o per la crudeltà di qualcuno. Persone
alla ricerca di una soluzione, non sempre a lieto fine. Individui che fuggono
dalla propria immagine riflessa allo specchio o dalla rete internet, che li
intrappola nella vergogna. Sono vittime di se stesse o della violenza.
Subiscono giudizi legati all’apparenza e sono costretti a fare i conti con la
vita vissuta e presente, in attesa di una telefonata. Hanno perso tutto, ma non
la dignità
Venerdì 6
Maggio, sempre alle 19 nella sala conferenze Honebu, la serata sarà introdotta
da Riccardo Laria, medico cagliaritano, attore, drammaturgo. Presenterà un
libro che, con una conversazione immaginaria con i suoi due figli, attraversa
tutto ciò che un genitore può aver desiderio di consegnare nelle mani di chi
non avrà molto altro da ereditare oltre l’esperienza e il sapere. Dialoghi con
i figli è un viaggio leggero e potente su temi fondanti che, tra riflessioni su
economia, finanza e capitalismo, passa per liberalismo e neoliberismo per poi
attraversare la visione sociale della Chiesa, bioetica, decrescita felice,
lavoro, sanità e pensioni. Perché scrivere immaginando un dialogo con i
propri figli e non riportarne uno vero? "Perché è difficile
incontrali", afferma Riccardo Laria. "Per fare la foto di copertina
tutti e tre assieme c’è voluto più tempo che per scrivere il testo». Nelle pagine è evidente la
reale volontà dell'autore: soddisfare, sia pur virtualmente, un’esigenza di
incontro, infatti, il saggio si rivela il delicato tentativo di un uomo di
creare un dialogo con i propri figli.
Concluderà la serata il giornalista Tonino Oppes con il suo ultimo libro: "Il ballo con le janas", un racconto arricchito con i disegni di Daniele Conti. E' un viaggio tra i
miti dell’infanzia, tra le tante storie che, un tempo, gli anziani raccontavano
ai bambini che ascoltavano incantati. Racconti e rapporti che creavano un filo
invisibile che univa i grandi ai più piccoli e ora rischia di spezzarsi perché
nessuno racconta più. Le leggende che
animavano le sere d’estate o le fredde notti d’inverno, davanti al caminetto,
sono riportate a galla e con esse risale anche un pizzico di nostalgia. Il
libro ci riporta alle Janas, (“sas fadas”) che abitavano l’isola in case
bellissime, scavate nel calcare o nella roccia granitica. Lavoravano tutto il
giorno su comodi telai, e cantavano. Nei giorni di festa si recavano nelle
piazze dei paesi a ballare per tutta la notte. Qualche volta s’intrattenevano
con gli uomini, ma non potevano innamorarsi. “Il ballo con le janas” ci guida
verso vecchie istantanee di 40, 50 anni fa, quando, anche nel villaggio più
sperduto, si formava la comunità del racconto, formata da intere famiglie del
rione che si radunavano intorno al vecchio novelliere per “Scoprire che… un
tempo la biscia camminava dritta finché la sua superbia è stata punita, che
Rebeccu era un grosso centro del Meilogu-Costaval che ha improvvisamente
rischiato di scomparire, qualcuno dice per colpa della maledizione di Donoria,
figlia ribelle del feudatario”.
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