Dalla prossima settimana inizieranno ad apparire in Rete le catalogazioni dalle Biblioteche di Cagliari all'interno del Sistema Opac della Regione Sardegna.
martedì 10 maggio 2016
Archeologia della Sardegna nell'arte di una pittrice di Sanluri: "Retablo - Luce e Rinascita". La mostra di Mariarosaria Spina.
Archeologia della Sardegna nell'arte di una pittrice
di Sanluri: "Retablo - Luce e Rinascita". La mostra di Mariarosaria
Spina.
E' iniziata da Sanluri la catalogazione nel Sistema
Opac della Regione Sardegna del Catalogo della Mostra "RETABLO - Luce e
Rinascita" di Mariarosaria Spina a cura di Rossana Corti con il corredo
fotografico di Vincenzo Mascia e gli interventi critici di Alberto Severino,
Pierluigi Montalbano e Marcello Polastri .
Dalla prossima settimana inizieranno ad apparire in Rete le catalogazioni dalle Biblioteche di Cagliari all'interno del Sistema Opac della Regione Sardegna.
Dalla prossima settimana inizieranno ad apparire in Rete le catalogazioni dalle Biblioteche di Cagliari all'interno del Sistema Opac della Regione Sardegna.
Mariarosaria
Spina è nata e cresciuta a Sanluri, e di questo luogo racconta la storia
attraverso la sua arte. In un’intervista rilasciata al giornalista Marcello
Polastri così si racconta: "Dall'archeologia nuragica e dal culto della
Dea Madre, traggo ispirazione per far nascere le mie opere. Parlo di radici
degli antichi Sardi, della forza della Fede e della salvezza che viene da Dio,
che da sempre e comunque supera il Male. Il culto pagano della Dea Madre non
era un culto malvagio, la terra era amata e protetta e tutti credevano che la
vita continuava nell’Aldilà. Poi giunse il Cristianesimo e si
sovrappose a
questi culti pagani, spesso costruendo sopra antichi templi o siti sacri come
le fonti d’acqua e i centri energetici. Cambiò la devozione ma non la
conoscenza del valore dei luoghi. Ho ideato un retablo perché fin da bambina
ammiravo quello meraviglioso del Maestro di Sanluri. Da allora mi è rimasta
sempre dentro la forza che sprigionava da quella forma".
Per
tutto Maggio, al Polo Culturale di Sanluri, nell’incantevole cornice del Parco
Gli Scolopi di via Sardegna, è visitabile la mostra d’arte contemporanea:
" RETABLO – Luce e Rinascita", un suggestivo percorso iniziatico con
splendidi dipinti proiettati verso la luce, un viaggio affascinante narrato da
tutti gli elementi pittorici plasmati colore mescolato al colore. Pannelli neri
sui quali emergono opere auree: colore che ricorda l'oro ma non lo è, d'oro,
piuttosto predomina una tonalità ramata o brunita, comunque calda ed in alcune
opere più fredda, un poco come i sentimenti. L’artista non punge ma stimola,
non ferisce ma rievoca, o lascia intravedere uno spaccato sulle antichità
nostrane, quelle che vediamo nel paesaggio sardo. Mariarosaria Spina attinge,
infatti, dal paesaggio attuale e dalla memoria degli antichi, in una complessa
tessitura sincretica tra il megalitismo sardo e il mondo d'oggi, con
enfatizzazione della cultura del popolo dei Sardi e del culto della Dea Madre,
strettamente connessi a quello delle acque e dei luoghi ctonii e la via
salvifica del Cristianesimo.
Questa
la recensione di Pierluigi Montalbano contenuta nel catalogo della mostra:
Il
Retablo, nella mostra di Mariarosaria Spina.
La
grande trasformazione che ha generato il pensiero del nuovo secolo è internet.
Come avvenne due secoli fa con la rivoluzione industriale, questa novità ha
mutato la percezione dello spazio e del tempo, accorciando le distanze,
velocizzando le comunicazioni e arricchendo i rapporti interpersonali di scambi
tra culture differenti. Tutto ciò ha creato un’innovativa visione del mondo
che, come in tutti i periodi storici di svolta, ha trasformato la vita
quotidiana. L’interazione di tradizioni sociali e religiose diverse ha messo in
crisi il concetto di verità, che è strettamente connesso a quello di fede, e
favorito la cultura del dubbio. Naturalmente l’impegno degli artisti, basato
sulla capacità di dare forma, volume e colore a una visione del mondo, non
poteva rimanere indifferente a questi cambiamenti. Tutto ciò ha indotto gli
artisti contemporanei ad affrontare solo in maniera marginale i temi legati al
concetto di sacro e alla religione, lasciando spazio, invece, alle dinamiche
della scienza e a un pensiero fondamentalmente razionale. Opere a sfondo
religioso, come la crocifissione o i racconti biblici, sono rari nell’arte del
Novecento. Le conseguenze della scoperta dell’inconscio, che ha influenzato il
lavoro di molti artisti del Novecento, dal Surrealismo all’Action Painting,
dalla Pop art alla Body art, sono state accantonate dall’arte del Nuovo
Millennio che ha recuperato concetti quali il sublime, il terrifico, il
rapporto con la cultura delle proprie origini, il rapporto con la divinità.
La
Chiesa ha mostrato di percepire con sofferenza il problema del suo
allontanamento dal mondo degli artisti e ha più volte auspicato una
ricomposizione della frattura. È notevole la lettera indirizzata agli artisti
nel 1999 da Giovanni Paolo II, in cui si diceva fra l'altro che: «persino
quando scruta le profondità più oscure dell'anima o gli aspetti più
sconvolgenti del male, l'artista si fa in qualche modo voce dell'universale
attesa di redenzione».
Con
Mariarosaria Spina, ci troviamo immersi in una novità: la volontà di dare
spazio all’interno del proprio lavoro alle connotazioni religiose. Quando si
osserva il Retablo “La Scala della Vita” - traslazione di un “Albero della
Vita” - che attraverso la scala posta alla base mette in risalto le difficoltà
della quotidianità, si materializza un simbolo ancestrale, antico quanto
l’uomo, presente in tutte le civiltà con significati abbastanza simili legati
alla nascita, alla rigenerazione, all’energia vitale. E, in effetti, basta
osservare le mutazioni di un albero nel susseguirsi delle stagioni, per
percepire quanta vitalità possano sprigionare gli alberi. Questo simbolo
racchiude significati esoterici e religiosi. Fin dalle sue origini
l’albero è sempre rigidamente simmetrico e, in base alla civiltà di
riferimento, varia secondo le specie locali. Nel nostro caso abbiamo una
raffigurazione energetica sprigionata dalla terra, attraverso un vortice a
spirale originato da un pozzo d’acqua. Il flusso procede verso l’alto, con
segni morbidi e tinte in sintonia con il colore del grano e del sole, elementi
di forza che, insieme all’acqua, sono da sempre il motore della vita. Il gioco
di immagini rende l’opera potente, con un susseguirsi di linee curve che non
consentono allo sguardo di soffermarsi sui particolari. Nella parte alta del
Retablo si intuisce la volontà dell’artista di riunire le forze generatrici,
naturali e sopranaturali, in un mescolarsi di divinità della terra e del cielo
che vincono sul male e consentono la rigenerazione in un ciclo continuo,
poderoso, che mette in risalto la sinergia delle forze in gioco.
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Dove si possono ammirare attualmente le opere di Maria Rosaria Spina?
RispondiEliminaPurtroppo è deceduta recentemente. Non so dove si trovino le sue opere.
RispondiElimina