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giovedì 29 maggio 2014

Gli Assiri

Gli Assiri,
di Pierluigi Montalbano

L’Assiria è un’antica regione della Mesopotamia che comprende l’alta valle del Tigri, fino alle montagne dell’Armenia, e le valli del Grande e del Piccolo Zāb. Le città più importanti, oltre alla capitale Assur, furono Kalkhu (oggi Nimrud), Ninive, Harran e Tirqa.
Le vicende assire vanno dal 2000 al 612 a.C. (data della caduta di Ninive) e sono divise in tre periodi: fino al 1500 a.C. con predominio politico babilonese e culturale sumero-accadico, uno fino al 1000 a.C. e uno fino al 612 a.C. Le fonti sono ricchissime, abbiamo liste di re, dinastie, cronache delle campagne di guerra, iscrizioni e altri documenti, soprattutto giuridici.
Occupata anticamente dai Sumeri, nella seconda metà del III millennio l’Assiria fu annessa da Sargon al suo impero, conservando tuttavia l’indipendenza da Babilonia, che si accentuò agli inizi del II millennio a.C. con le dinastie amorree. Successivamente compare lo Stato hurrita di Mitanni che la sottomise a partire dal 1500 a.C. Liberata da Assuruballit (1363-28) dalla soggezione a Mitanni, ebbe un nuovo grande sovrano in Addu-Nirāri I (1305-1274), che ne ampliò i confini verso Nord; il figlio Salmanassar I (1273-44), trasportò la capitale da Assur a Kalkhu. Dopo di lui Tukulti-Ninurta I (1243-07) annesse Babilonia al suo impero.

L’impero assiro fu fondato da Tiglatpileser I (1112-1074), che spinse la sua conquista fino al Mediterraneo a O e al Mar Nero a nord, consolidando a Sud l’occupazione di Babilonia. Questi territori, perduti nei successivi decenni di anarchia, furono riconquistati da Assurnasirpal II (883-59), cui successe il figlio Salmanassar III (858-24), sotto il quale vi fu una sollevazione dell’Assiria.; Shamshi-Adad V (823-10) riuscì a domarla solo in parte, lasciando l’impero a Semiramide, reggente per il figlio. Tiglatpileser III (745-27) riuscì a riportare l’Assiria a un periodo florido, seguito da Sargon II (721-05), fondatore della dinastia dei Sargonidi, che lasciò al figlio Sennacherib (704-681) un forte organismo statale. Le rivolte della Palestina e dell’Elam, sollecitate dagli Egiziani, furono domate dal sovrano che, vinta Babilonia, fece della capitale Ninive lo splendido centro della sua potenza. 
Il figlio Asarhaddon (680-69) pacificò il paese e iniziò la conquista del Basso Egitto, continuata dal successore Assurbanipal (668-29) che distrusse Tebe. Lo stesso sovrano annientò la forte coalizione antiassira formatasi attorno a suo fratello, regnante in Babilonia. Dopo la morte di Assurbanipal l’Assiria decadde e nel 612 a.C. Ciassare occupò Ninive. Gli Assiri fuggiti a Ḥarrān elessero re il fratello di Assurbanipal, Assuruballit II (612-10). L’Assiria, occupata in parte dai Babilonesi e in parte dai Medi, cadde definitivamente in mano di Ciro, alla fine della dinastia neo-babilonese. Costituì nell’Impero persiano parte della IX satrapia e fu poi occupata da Alessandro Magno. Passata ai Seleucidi, poi presa dai Parti, fu conquistata dall’imperatore romano Traiano, che vi istituì l’effimera provincia di Assyria (116-17 d.C.), abbandonata già all’inizio dell’impero di Adriano. L’Assiria tornò quindi a far parte del regno partico, di cui seguì le sorti.

Ciò che rimane dei testi accadici in cuneiforme, su tavolette o cilindri d’argilla o su vari oggetti di pietra o di metallo, conferma la prevalente dipendenza culturale degli Assiri dalla cultura sumerica: da questa comune origine traggono motivo le concordanze esistenti tra Assiri e Babilonesi, per quel che riguarda miti religiosi o usanze culturali. Nella biblioteca di Assurbanipal, la cui scoperta ha fornito il maggior numero di testi assiri, si sono trovate, per esempio, redazioni assire dell’Enūma elish, il poema della creazione, diverse solo perché al posto di Marduk c’è Ashshū´r, e anche trascrizioni di testi già noti nella versione babilonese, che quindi non è escluso provengano da un comune originale sumerico. Lo stesso può dirsi per numerosi inni agli dei, per vari testi rituali e per buona parte della letteratura augurale. Un prodotto originale sono gli annali storici, che danno le descrizioni delle imprese dei re, distribuendole di solito in campagne secondo i singoli anni. Di notevole interesse sono i documenti giuridici (relativi per lo più al periodo medio-assiro) e le lettere private o pubbliche. La religione politeistica, è caratterizzata dalla relativa semplicità di figure mitiche: l’unica divinità ad avere una fisionomia particolare e dominante è il dio Assur.
L’arte assira emerse negli ultimi secoli del II millennio, accompagnando poi l’espansione politica e avendo il suo centro nelle città di volta in volta capitali dell’impero (Assur, Kalkhu, Ninive, Dūr Sharrukīn). Si distinguono tre periodi: il paleoassiro, nel quale predomina l’imitazione delle opere degli artisti sumeri e accadi; il medioassiro, che giunge al 1000 circa a.C.; il neoassiro, fino alla caduta dell’impero. In quest’ultimo periodo, e soprattutto al tempo di Assurbanipal, l’arte assira raggiunse l’apice della perfezione tecnica, in particolare nei rilievi, come le lastre con scene di guerra e di caccia in narrazione continua che ornavano le pareti dei palazzi regi. In questi, specialmente quelli periferici (Tell Ahmar), sono state trovate tracce notevoli anche di pittura murale, che affiancava e integrava iconograficamente il rilievo. Per il resto gli edifici, le statue dei re e le opere dell’arte cosiddetta minore non si distaccano in modo apprezzabile dalla tradizione sumerica e babilonese. Aspetti autonomi significativi ha però la ricca produzione di sigilli.


Immagini di www.images.treccani.it

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