sabato 28 settembre 2013
Scoperto il palazzo di Caifa?
Scoperto il palazzo di Caifa?
Gli archeologi affermano di aver scoperto un palazzo di I secolo a.C. sul monte Sion, a Gerusalemme, completo di un'antica vasca da bagno. Il palazzo potrebbe essere appartenuto ad uno dei sacerdoti che condannò a morte Gesù.
Fonti bizantine collocano, infatti, in questo luogo il palazzo di Caifa o di suo suocero Anna. Il complesso edilizio poteva avere fino a 20 camere e si sviluppava, probabilmente, su piani diversi. E' la posizione stessa della villa a suggerire che il suo proprietario fosse un membro eminente della classe sacerdotale ebraica. A condurre gli scavi sono stati l'archeologo Shimon Gibson e James Tabor, studioso di storia cristiana presso l'Università del North Carolina.
Il palazzo è stato costruito a ridosso delle mura del Secondo Tempio, eretto dal re Erode il Grande. Aveva un forno, una vasca da bagno, una piscina rituale e bagni separati, un lusso per quei tempi. Solo altre tre vasche da bagno, ritrovate dagli archeologi, sono state datate al periodo del Secondo Tempio. Due di queste vasche sono state ritrovate nei palazzi di Erode a Gerico e a Masada, la terza è stata trovata in una residenza sacerdotale scavata nel quartiere ebraico di Gerusalemme.
Tra le rovine del palazzo i ricercatori hanno anche ritrovato gusci di murex, molto apprezzati perché da essi si ricavava il colore blu, utilizzato come colorante dei capi di vestiario destinati ai religiosi. Gli archeologi hanno anche esplorato una cisterna situata di 10 metri di profondità, nella quale sono stati rinvenuti molti detriti, compreso un numero consistente di ossa di animali, frammenti di pentole e vasellame. Gibson pensa che gli ebrei abbiano utilizzato la cisterna come ultimo rifugio durante l'assedio romano di Gerusalemme del 70 d.C.. Durante quest'assedio Giuseppe Flavio afferma che furono ritrovati più di 2.000 corpi nelle cisterne di Gerusalemme ed in altri condotti idrici, la maggior parte dei quali appartenevano a persone morte di fame.
La conservazione del palazzo appena riportato alla luce è dovuta ad una serie fortuita di fatti. Dopo il saccheggio di Gerusalemme da parte dei Romani, la zona rimase deserta per 65 anni e quando l'imperatore romano Adriano ricostruì la città, nel 135 d.C., la zona del monte Sion venne lasciata libera e tale rimase fino al periodo bizantino, all'inizio del IV secolo d.C.. Gli abitanti della Gerusalemme bizantina iniziarono a costruire le loro dimore sulle mura più antiche e coprirono, in seguito, i resti del passato con materiale da discarica, specialmente durante il regno di Giustiniano I, per preparare il terreno alla costruzione di una chiesa conosciuta come la Nea Ekklesia della Theotokos.
Fonte: Le Nebbie del Tempo
Gli archeologi affermano di aver scoperto un palazzo di I secolo a.C. sul monte Sion, a Gerusalemme, completo di un'antica vasca da bagno. Il palazzo potrebbe essere appartenuto ad uno dei sacerdoti che condannò a morte Gesù.
Fonti bizantine collocano, infatti, in questo luogo il palazzo di Caifa o di suo suocero Anna. Il complesso edilizio poteva avere fino a 20 camere e si sviluppava, probabilmente, su piani diversi. E' la posizione stessa della villa a suggerire che il suo proprietario fosse un membro eminente della classe sacerdotale ebraica. A condurre gli scavi sono stati l'archeologo Shimon Gibson e James Tabor, studioso di storia cristiana presso l'Università del North Carolina.
Il palazzo è stato costruito a ridosso delle mura del Secondo Tempio, eretto dal re Erode il Grande. Aveva un forno, una vasca da bagno, una piscina rituale e bagni separati, un lusso per quei tempi. Solo altre tre vasche da bagno, ritrovate dagli archeologi, sono state datate al periodo del Secondo Tempio. Due di queste vasche sono state ritrovate nei palazzi di Erode a Gerico e a Masada, la terza è stata trovata in una residenza sacerdotale scavata nel quartiere ebraico di Gerusalemme.
Tra le rovine del palazzo i ricercatori hanno anche ritrovato gusci di murex, molto apprezzati perché da essi si ricavava il colore blu, utilizzato come colorante dei capi di vestiario destinati ai religiosi. Gli archeologi hanno anche esplorato una cisterna situata di 10 metri di profondità, nella quale sono stati rinvenuti molti detriti, compreso un numero consistente di ossa di animali, frammenti di pentole e vasellame. Gibson pensa che gli ebrei abbiano utilizzato la cisterna come ultimo rifugio durante l'assedio romano di Gerusalemme del 70 d.C.. Durante quest'assedio Giuseppe Flavio afferma che furono ritrovati più di 2.000 corpi nelle cisterne di Gerusalemme ed in altri condotti idrici, la maggior parte dei quali appartenevano a persone morte di fame.
La conservazione del palazzo appena riportato alla luce è dovuta ad una serie fortuita di fatti. Dopo il saccheggio di Gerusalemme da parte dei Romani, la zona rimase deserta per 65 anni e quando l'imperatore romano Adriano ricostruì la città, nel 135 d.C., la zona del monte Sion venne lasciata libera e tale rimase fino al periodo bizantino, all'inizio del IV secolo d.C.. Gli abitanti della Gerusalemme bizantina iniziarono a costruire le loro dimore sulle mura più antiche e coprirono, in seguito, i resti del passato con materiale da discarica, specialmente durante il regno di Giustiniano I, per preparare il terreno alla costruzione di una chiesa conosciuta come la Nea Ekklesia della Theotokos.
Fonte: Le Nebbie del Tempo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento