Cartografia Nautica: Mercatore era un cartografo o un tipografo?
di Rolando Berretta
Ci sono due valori che ci vengono tramandati dalla notte dei tempi e da tutte le civiltà:
l’angolo giro di 360 gradi e la durata del giorno divisa in 24 ore.
Vorrei provare a spiegare quest’ultimo valore aiutandomi con qualche immagine.
Disegniamo un cerchio inscritto in un quadrato. Disegniamo la croce centrale e quella sulle diagonali. Ci ritroviamo con la circonferenza divisa in 8 (otto) parti. Mettiamo il compasso su ognuno di questi otto punti con la stessa larghezza del raggio precedente e segniamo di nuovo la circonferenza. Ci ritroveremo con la circonferenza divisa in 24 parti precise. Abbiamo suddiviso l’angolo giro di 360 gradi in 24 parti da 15 gradi precisi. Molto semplice.
(Vecchi ricordi scolastici quando si disegnavano le mitiche tre foglie.)
Chiedo scusa se uso sistemi elementari per spiegare. Non c’è, ancora, nessun testo che ci fornisca la minima informazione SERIA.
A questo punto proviamo a unire i diversi punti ricavati con 24 linee a raggiera e con delle rette orizzontali e verticali nel seguente modo:
Osservate l’immagine e cercate di “vedere” la sviluppo geometrico.
Strano, ma vero, quest’ultimo schema è alla base di molte proiezioni geografiche moderne.
Non solo moderne visto che l’utilizzavano i Veneziani dal 1484; su una scala diversa.
L’unica spiegazione che ho trovato, sullo schema della carta veneziana, è la Rosa dei Venti a 24 direzioni utilizzata, già, dai Romani. Oggi usiamo una Rosa dei Venti a 8-16-32 direzioni.
I Veneziani hanno usato lo schema su di una scala inferiore ai 180gradi. Fatti tutti i controlli si è notato che una cornice (di quadrati) da (9) quadrati per ciascun lato interno della cornice e con 11 quadrati, o settori, per il lato esterno non crea problemi. Se assegno un valore di cinque (5) gradi a ciascun quadrato, o settore, posso fare tutto il lavoro tranquillamente e fare tutte le verifiche.
La trappola scatta al momento che si imposta una cornice di dieci (10) quadrati per l’esterno e da 8 (otto) per l’interno. Se si assegna un valore di cinque (5) gradi e si sviluppa lo schema completo ci si rende conto che qualcosa non va bene. Lo schema Veneziano, naturalmente, si è ristretto.
Lo schema restituisce dei quadrati più piccoli di quelli impostati. Invece di 5 gradi troviamo dei quadrati da 4,5 gradi. L’errore è impercettibile.
Lo schema veneziano evidenzia una cornice da 8 e 10 unità su di un confronto diretto:
Questo errore ha causato la dilatazione delle terre e molte misurazioni alterate. Molte distanze andrebbero divise per 5 e moltiplicate per 4,5. L’errore è molto antico. Erano sicuri che ciascun settore fosse di 5 gradi.
L’errore viene evidenzziato ricreando lo schema su di una moderna proiezione con valori di cornice da9/11. Si nota subito la dilatazione sull’asse est/ovest.
Con la comparsa del primo portolano si nota che hanno usato un quadrato interno da 10 unità..
Altro grave errore.
Questa svista è riportata nella CARTA PISANA del 1260.
L’Autore ha realizzato uno schema utilizzando un quadrato da 10 e lo ha girato a rombo in un ultimo quadrato da 14 unità. Molto sbrigativamente, con poche linee ha realizzato un giro di compasso da 16 direzioni. E’ il periodo che vede nascere le prime bussole con la Rosa dei Venti a 16 e 32 direzioni. Questo sarà lo schema delle Charte per 3 secoli.
Anche Gerardo Mercatore ha utilizzato questo schema a 16/32; non era molto pratico.
Mercatore, per la prima volta, ha usato uno schema portolano
Questo è il suo capolavoro:
Nessuno ci ha, mai, capito niente. Il professore universitario (di matematica) Edward Wright, nel 1599, sviluppò la base teorica del famoso sviluppo di Mercatore…. che, con Mercatore, non c’entra assolutamente nulla. Così va il Mondo! C’è di peggio!
Cercate di “vedere” la linea orizzontale del Polo Nord, del Circolo Polare, del Tropico del Cancro e dell’Equatore sia nella MODERNA proiezione omalografica sia nella “Griglia” di tutta la cartografia portolana: coincidono. All’interno c’è il portolano di Grazioso Benincasa (1468). Questi è un vero genio; una volta capito il suo schema. TUTTI i portolani evidenziano una particolarità. Hanno i meridiani e i paralleli inclinati di 11°15’ o di 11,25° pari a una QUARTA DI VENTO. Il parallelo di Alessandria, 31° gradi nord, è sempre parte dello schema. Ho evidenziato il 41 e il 51 parallelo.
Una volta capito tutto ciò… riflettete (di nuovo) su questa frase:
“Quando io - venendo dalla Spagna alle Indie - giunsi a 400 miglia a ovest delle Azzorre avvertii un gran mutamento sia nel cielo sia nelle stelle, come pure nella temperatura dell'aria e nelle acque del mare. E a questo fenomeno feci molta attenzione. Osservai che da nord a sud, oltrepassata la distanza di 400 miglia dalle suddette isole, l'ago della bussola che fino a quel punto tende a nord-est, si orienta d'improvviso a nord-ovest una quarta di vento tutta intera. E ciò si verifica mentre ci si avvicina a tale linea, come chi stesse superando un pendio. Trovai pure il mare completamente pieno di un'erba fatta di rametti di pino e carica di frutti simili a quelli del lentisco. L'erba era così densa che nel mio primo viaggio temetti che si trattasse di una secca e che le navi vi si sarebbero arenate. E il fatto sorprendente è che fino al momento di arrivare a quella linea della stessa erba non se ne trova affatto. (Cristoforo Colombo).
Osservate di nuovo l’immagine e rifletteteci sopra. Così va il Mondo!
Qualcuno conosce Grazioso Benincasa?
Davvero interessante. A cosa allude? Non conoscevo Benincasa ma ho visto che in una sua mappa c'è l'isola di Antilia. Rimando all'articolo che wikipedia dedica a Benincasa sull'argomento Antilia-Atlantide-isole dei Beati. Che fosse la presenza di metalli nell'isola a deviare la bussola? È questa l'isola schiaffeggiata da Poseidone che poi si inabisserà? Gentile Beretta, che ne pensa? Non svelerà di più perché anche lei legittimamente ha in serbo una pubblicazione con passi avanti rispetto a quanto scritto da Lucio Russo in L'America dimenticata? A proposito di Benincasa, corrisponde la vero, che il geografo Paolo del Pozzo Toscanelli abbia consigliato a Colombo di sostare nell'isola di Antilia e che Colombo avesse una mappa, redatta proprio da Benincasa, dove Antilia era rappresentata vicino ad un'altra isola, sconosciuta oggi, chiamata "Isola Selvaggia"?
RispondiEliminaDonato Pulacchini
signor Donato
RispondiEliminanella sezione Cartografia nautica, in data 8 aprile 2011, troverà : CHI HA SCOPERTO L'AMERICA?-. (Anche altro) Poi ne riparliamo
Rolando
Nessuna pubblicazione; io metto tutto nel web. (grazie Pierluigi)
(prova tecnica)
RispondiEliminaSignor Donato nessun problema con le bussole… dell’epoca. Erano le carte Portolane che avevano una quarta di vento di sfasamento rispetto al Polo e all’Equatore. Solo le carte; guardare gli schemi!
Curiosità: io ho convertito le isole SALUAGE in SALVAGE e in Selvagge. Quindi ho convertito l’isola di Saluaga in Selvaggia. Ho sostituito la V alla U. Sono contento che qualcuno mi abbia letto.
Rolando
Grazie per la risposta. Ma la bussola non avrebbe dovuto orientarsi da NW a NE anziché come scritto viceversa?
RispondiEliminaDonato
signor Donato osservi la direzione del parallelo di Alessandria; 31°. Vedrà che il Nord geografico è inclinato verso est.. rispetto a quel parallelo. Come si passa nell'Atlantico i paralleli sono .... paralleli al nord geografico generale. Bisogna vederlo sulle carte. Non è la bussola ad avere lo scarto.
RispondiEliminaRolando