domenica 1 settembre 2013
La siccità fu la causa del collasso dell'età del bronzo, con buona pace dei Popoli del Mare.
La siccità fu la causa del collasso dell'età del bronzo, con buona pace dei Popoli del Mare. (Drought drove collapse of Late Bronze Age civilizations)
di Maurizio Feo
E' più che evidente come il Consenso Scientifico Internazionale si sia ormai definitivamente
orientato verso l'inesistenza accertata dei cosiddetti 'popoli del mare' (nel senso inteso da Maspero 300 anni fa) e della
inconsistenza della loro gloriosa epopea guerresca: questo, di conseguenza, fa inesorabilmente cadere tutto il
farneticante castello di carte costruito da alcuni scrittori autodidatti sardi intorno ad una presunta presenza, tra
essi, dei fantomatici "shardana", con tutto ciò che ne consegue logicamente: una Storia Sarda più vera restituita
finalmente ai Sardi...
LA PALEOCLIMATOLOGIA DIMOSTRA CHE FU LA SICCITA' A PRODURRE IL COLLASSO DELLA FINE DELL'ETA' DEL BRONZO, VERSO IL 1300 A.C. NELLE FINO AD ALLORA FIORENTI CIVILTA' DEL MEDITERRANEO ORIENTALE: LA RICERCA, DI DAVID KANIEWSKI (DELL'UNIVERSITA' DI TOLOSA IN FRANCIA, INSIEME CON COLLEGHI DA ALTREI ISTITUTI), E' PUBBLICATA SUL NUMERO DEL 14 DI AGOSTO DELLA RIVISTA SCIENTIFICA PLOS ONE, CON ACCESSO LIBERO.
Climate change may have driven the collapse of once-flourishing Eastern Mediterranean civilizations towards the end of the 13th century BC, according to research published August 14 in the open access journal PLOS ONE by David Kaniewski from the University of Paul Sabatier, Toulouse, France and colleagues from other institutions.
Foto sopra: LA REGIONE SULLA QUALE SONO STATI CONDOTTI GLI STUDI: IL LAGO SALATO, CON HALA SULTAN TEKKE NELLO SFONDO, (CIPRO).
This is the region where the study was performed (Salt Lake and the Hala Sultan Tekke in the background) [Credit: Geological Survey of Belgium/ David Kaniewski]
LE ANTICHE CIVILTA' DEL MEDITERRANEO ORIENTALE SI TROVAVANO IN VARIE SEDI CONFINANTI DELLE REGIONI COSTIERE DELL'EUROPA MERIDIONALE E DELL'ASIA OCCIDENTALE, OLTRE CHE DI ALCUNE ISOLE (GRECIA E SIRIA SONO L'OGGETTO DEL CAMPIONAMENTO DEL PRESENTE STUDIO). LE GRANDI POTENZE NOTE DI ALLORA ERANO SETTE: ALCUNE DI ESSE ERANO IN SITUAZIONE DI PRECARIO EQUILIBRIO PER LA LORO GRANDE DIPENDENZA DAI GRANDI PAESI AGRICOLI PRODUTTORI. TUTTE SOFFRIRONO UNA GRAVISSIMA CRISI, CHE CONDUSSE AL LORO COLLASSO, SUL QUALE E' STATA ROMANZATA L'EPOPEA (IN MASSIMA PARTE IMMAGINARIA) DEI COSIDDETTI "POPOLI DEL MARE".
Ancient civilizations flourished in regions of the Eastern Mediterranean such as Greece, Syria and neighboring areas, but suffered severe crises that led to their collapse during the late Bronze Age.
SONO STATI STUDIATI GRANI DI POLLINE OTTENUTI DAI SEDIMENTI DI UN ANTICO LAGO DELLA REGIONE, PER POTERE OTTENERE DATI CERTI SULLE MODIFICAZIONI AMBIENTALI DELL'EPOCA E RICAVARNE LA PROVA DEI CAMBIAMENTI CHE PRODUSSERO LA CRISI.
Here, researchers studied pollen grains derived from sediments of an ancient lake in the region to uncover a history of environmental changes that likely drove this crisis.
LE MODIFICHE NEL CONTENUTO DEGLI ISOTOPI DI CARBONIO NEL MEDITERRANEO ORIENTALE E LE SPECIE VEGETALI LOCALI INDICANO CHE IL LAGO SALATO UN TEMPO ERA UN FIORENTE PORTO MARINO, CHE SI E' GRADUALMENTE INTERRATO FINO A RISULTARNE UN LAGO SALATO ISOLATO DAL MARE.
Shifts in carbon isotopes in the Eastern Mediterranean and in local plant species suggest that this lake was once a flourishing harbor that gradually dried into a land-locked salt lake.
Foto sopra: PIANTA DI CIPRO, CON VISTA DEL LAGO SALATO DELLA BAIA DI LARNAKA (HALA SULTAN TEKKE)
Map of Cyprus with an overview of the Larnaca Salt Lake (Hala Sultan Tekke) in the Larnaca Bay [Credit: doi:10.1371/journal.pone.0071004.g001]
DI CONSEGUENZA, LA MANCANZA DI RACCOLTO PORTO' ALLA CARESTIA IN MOLTI PAESI, MOTIVANDO RIPETUTE INVASIONI DI EMIGRANTI CHE INVASERO LE REGIONI LIMITROFE ED INFINE OVUNQUE SI PRODUSSE IL COLLASSO POLITICO, AMMINISTRATIVO ED ECONOMICO DI TUTTE LE 'POTENZE' DEL MEDITERRANEO ORIENTALE, VERSO LA FINE DELL'ETA' DEL BRONZO.
As a result, crop failures led to famines, repeated invasions by migrants from neighboring regions and eventually, the political and economic collapse of the Eastern Mediterranean civilizations at the end of the late Bronze Age.
METTENDO INSIEME QUESTI DATI SCIENTIFICI E QUELLI ARCHEOLOGICI OTTENUTI DALLE TAVOLETTE IN CUNEIFORME E LA CORRISPONDENZA TRA I RE DI ALLORA, I RICERCATORI SUGGERISCONO CHE LA CRISI DEL BRONZO FINALE FU UN EVENTO COMPLESSO E MULTIFATTORIALE, COMPRENDENTE SICCITA', CARESTIA, LOTTE POLITICHE, GRAVI DISAGI ECONOMICI E SOCIALI, INVASIONI DI EMIGRANTI ED ALTRO ANCORA: NON PUO' ESSERE SPIEGATO CON UN SEMPLICE EVENTO SINGOLO.
Combining this data with archaeological evidence from cuneiform tablets and correspondence between kings, the researchers suggest that the late Bronze Age crisis was a complex, single event comprised of climate change-induced drought, famines, sea-borne invasions and political struggles, rather than a series of unrelated events.
IN CONCLUSIONE, SI SOTTOLINEA LA SENSIBILITA' AL CLIMA ED AI FATTORI AMBIENTALI DI QUESTE ANTICHE SOCIETA' BASATE SULL'AGRICOLTURA, DEMISTIFICANDO LA CRISI CHE CONDUSSE ALLA LORO FINE.
Fonte: http://pasuco.blogspot.it
di Maurizio Feo
E' più che evidente come il Consenso Scientifico Internazionale si sia ormai definitivamente
orientato verso l'inesistenza accertata dei cosiddetti 'popoli del mare' (nel senso inteso da Maspero 300 anni fa) e della
inconsistenza della loro gloriosa epopea guerresca: questo, di conseguenza, fa inesorabilmente cadere tutto il
farneticante castello di carte costruito da alcuni scrittori autodidatti sardi intorno ad una presunta presenza, tra
essi, dei fantomatici "shardana", con tutto ciò che ne consegue logicamente: una Storia Sarda più vera restituita
finalmente ai Sardi...
LA PALEOCLIMATOLOGIA DIMOSTRA CHE FU LA SICCITA' A PRODURRE IL COLLASSO DELLA FINE DELL'ETA' DEL BRONZO, VERSO IL 1300 A.C. NELLE FINO AD ALLORA FIORENTI CIVILTA' DEL MEDITERRANEO ORIENTALE: LA RICERCA, DI DAVID KANIEWSKI (DELL'UNIVERSITA' DI TOLOSA IN FRANCIA, INSIEME CON COLLEGHI DA ALTREI ISTITUTI), E' PUBBLICATA SUL NUMERO DEL 14 DI AGOSTO DELLA RIVISTA SCIENTIFICA PLOS ONE, CON ACCESSO LIBERO.
Climate change may have driven the collapse of once-flourishing Eastern Mediterranean civilizations towards the end of the 13th century BC, according to research published August 14 in the open access journal PLOS ONE by David Kaniewski from the University of Paul Sabatier, Toulouse, France and colleagues from other institutions.
Foto sopra: LA REGIONE SULLA QUALE SONO STATI CONDOTTI GLI STUDI: IL LAGO SALATO, CON HALA SULTAN TEKKE NELLO SFONDO, (CIPRO).
This is the region where the study was performed (Salt Lake and the Hala Sultan Tekke in the background) [Credit: Geological Survey of Belgium/ David Kaniewski]
LE ANTICHE CIVILTA' DEL MEDITERRANEO ORIENTALE SI TROVAVANO IN VARIE SEDI CONFINANTI DELLE REGIONI COSTIERE DELL'EUROPA MERIDIONALE E DELL'ASIA OCCIDENTALE, OLTRE CHE DI ALCUNE ISOLE (GRECIA E SIRIA SONO L'OGGETTO DEL CAMPIONAMENTO DEL PRESENTE STUDIO). LE GRANDI POTENZE NOTE DI ALLORA ERANO SETTE: ALCUNE DI ESSE ERANO IN SITUAZIONE DI PRECARIO EQUILIBRIO PER LA LORO GRANDE DIPENDENZA DAI GRANDI PAESI AGRICOLI PRODUTTORI. TUTTE SOFFRIRONO UNA GRAVISSIMA CRISI, CHE CONDUSSE AL LORO COLLASSO, SUL QUALE E' STATA ROMANZATA L'EPOPEA (IN MASSIMA PARTE IMMAGINARIA) DEI COSIDDETTI "POPOLI DEL MARE".
Ancient civilizations flourished in regions of the Eastern Mediterranean such as Greece, Syria and neighboring areas, but suffered severe crises that led to their collapse during the late Bronze Age.
SONO STATI STUDIATI GRANI DI POLLINE OTTENUTI DAI SEDIMENTI DI UN ANTICO LAGO DELLA REGIONE, PER POTERE OTTENERE DATI CERTI SULLE MODIFICAZIONI AMBIENTALI DELL'EPOCA E RICAVARNE LA PROVA DEI CAMBIAMENTI CHE PRODUSSERO LA CRISI.
Here, researchers studied pollen grains derived from sediments of an ancient lake in the region to uncover a history of environmental changes that likely drove this crisis.
LE MODIFICHE NEL CONTENUTO DEGLI ISOTOPI DI CARBONIO NEL MEDITERRANEO ORIENTALE E LE SPECIE VEGETALI LOCALI INDICANO CHE IL LAGO SALATO UN TEMPO ERA UN FIORENTE PORTO MARINO, CHE SI E' GRADUALMENTE INTERRATO FINO A RISULTARNE UN LAGO SALATO ISOLATO DAL MARE.
Shifts in carbon isotopes in the Eastern Mediterranean and in local plant species suggest that this lake was once a flourishing harbor that gradually dried into a land-locked salt lake.
Foto sopra: PIANTA DI CIPRO, CON VISTA DEL LAGO SALATO DELLA BAIA DI LARNAKA (HALA SULTAN TEKKE)
Map of Cyprus with an overview of the Larnaca Salt Lake (Hala Sultan Tekke) in the Larnaca Bay [Credit: doi:10.1371/journal.pone.0071004.g001]
DI CONSEGUENZA, LA MANCANZA DI RACCOLTO PORTO' ALLA CARESTIA IN MOLTI PAESI, MOTIVANDO RIPETUTE INVASIONI DI EMIGRANTI CHE INVASERO LE REGIONI LIMITROFE ED INFINE OVUNQUE SI PRODUSSE IL COLLASSO POLITICO, AMMINISTRATIVO ED ECONOMICO DI TUTTE LE 'POTENZE' DEL MEDITERRANEO ORIENTALE, VERSO LA FINE DELL'ETA' DEL BRONZO.
As a result, crop failures led to famines, repeated invasions by migrants from neighboring regions and eventually, the political and economic collapse of the Eastern Mediterranean civilizations at the end of the late Bronze Age.
METTENDO INSIEME QUESTI DATI SCIENTIFICI E QUELLI ARCHEOLOGICI OTTENUTI DALLE TAVOLETTE IN CUNEIFORME E LA CORRISPONDENZA TRA I RE DI ALLORA, I RICERCATORI SUGGERISCONO CHE LA CRISI DEL BRONZO FINALE FU UN EVENTO COMPLESSO E MULTIFATTORIALE, COMPRENDENTE SICCITA', CARESTIA, LOTTE POLITICHE, GRAVI DISAGI ECONOMICI E SOCIALI, INVASIONI DI EMIGRANTI ED ALTRO ANCORA: NON PUO' ESSERE SPIEGATO CON UN SEMPLICE EVENTO SINGOLO.
Combining this data with archaeological evidence from cuneiform tablets and correspondence between kings, the researchers suggest that the late Bronze Age crisis was a complex, single event comprised of climate change-induced drought, famines, sea-borne invasions and political struggles, rather than a series of unrelated events.
IN CONCLUSIONE, SI SOTTOLINEA LA SENSIBILITA' AL CLIMA ED AI FATTORI AMBIENTALI DI QUESTE ANTICHE SOCIETA' BASATE SULL'AGRICOLTURA, DEMISTIFICANDO LA CRISI CHE CONDUSSE ALLA LORO FINE.
Fonte: http://pasuco.blogspot.it
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Giorgio Valdes,
RispondiEliminaA Medinet Habu sono ritratti due guerrieri, fatti prigionieri da Ramesse III (1184-1153 a.C.). Nonostante il solo proferire il nome shardana causa reazioni esantematiche nei benpensanti, uno dei due è uno shardana e non solo perché porta un elmo cornuto, ma perché nella prima parte del geroglifico che accompagna la sua immagine c’è scritto proprio s-h-a-a-r-d-n-a. Proseguendo quindi la lettura dello stesso geroglifico, dopo il simbolo delle terre montuose e del particolare bastone ricurvo che indicava i popoli stranieri (corrispondente all’analogo oggetto che compare in tanti nostri bronzetti), c’è scritto p-a-yy-a-m-w, termine con il quale gli egizi solevano chiamare quei popoli del mare di cui il “Consenso Scientifico Internazionale” ha accertato “l’inesistenza”. Se poi “alcuni scrittori autodidatti sardi” hanno costruito “un castello di carte intorno ad una presunta presenza” tra i popoli del mare “dei fantomatici shardana”, almeno può consolarci la constatazione che ad iniziare la costruzione del “castello di carte” fossero stati inizialmente proprio gli egizi che, ingenui qual’erano, non si erano mica accorti che gli shardana e i popoli del mare non esistevano, e di questo fatto aveva approfittato la “siccità” che li aveva proditoriamente aggrediti alle spalle.
Gabriele Maestri,
RispondiEliminaPopoli del mare è un nome convenzionale che si è dato ai popoli in armi di cui non si conosceva ne nome ne origine. Quando in questi ultimi decenni si sono conosciuti questi nomi, si può forse tranquillamente parlare di questi o altri senza nominare i "popoli del mare".
Si potrebbe fare il parallelo con altri periodi in cui gruppi mercenari e no, una volta rimasti senza paga per varie ragioni, si mettevano insieme con altre compagnie per depredare i territori e per farsi pagare per finirle o per farsi assoldare nuovamente.
Come il periodo medievale in Italia nei secoli XIII-XV quando le compagnie di mercenari composte da tedeschi, spagnoli, francesi, italiani, ungheresi, normanni e tanti altri, per ragioni politiche o finanziarie rimanevano senza stipendio pagato dal imperatore o dai papi, si ribellavano, abbandonavano le città e si mettevano anche per mesi a infierire sui contadi e sulle città. Per farli smettere venivano pagate le taglie e questi venivano assunti da altri padroni e usati nelle altre guerre. A volte si mettevano insieme diverse compagnie costituendo eserciti di diverse migliaia di armati.
Qui il parallelo con i "popoli del mare" è evidente. Anche questi rimasti senza introiti si sono messi a depredare altri regni, a volte si mettevano insieme costituendo delle armate numerose e ben addestrate. Per farli smettere venivano assunti dai re e faraoni e usati contro altri.
Gli egizi li conoscevano e quindi li chiamavano per nome, altri nei tempi recenti non conoscendoli li hanno chiamati "popoli del mare". Nel medioevo le compagnie venivano chiamate con il nome proprio o con quello del condottiero.
Nessun problema quindi per me a non chiamarli popoli del mare.
Francesco Biancu,
RispondiEliminaLa genesi della Catastrofe del Mediterraneo orientale, causata da una fortissima riduzione delle precipitazioni, e dalla conseguente, perdita del surplus alimentare, e delle notevoli ricchezze accumulate dalle Elites orientali, ha causato il tracollo economico e miiltare delle Potenze Micenee e Hittite, causa principe della diaspora dei Popoli del Mare, attivissimi nel mercenariato nelle corti orientali.
@ Giorgio Valdes:
RispondiEliminaIl Consenso scientifico ha deciso che 'Popoli del Mare' è un termine di comodo, quasi una sigla giornalistica, che non corrisponde ad una realtà precisa. Questo è successo già dal 1996: semmai è strano che LEI, signor Valdes, non se ne sia ancora accorto.
Gli Egizi possono avere scritto quello che gli è parso, ma a tutt'oggi non è affatto dimostrato chi fossero i vari gruppi umani cui essi assegnarono i loro appellativi esoetnici.
Si vantarono di vittorie militari che non ci furono. Le propongo solo due esempi, per brevità:
1) Qadesh fu una sconfitta, in realtà.
2) la vittoria contro i Libi fu in realtà un genocidio di civili emigranti con le loro intere famiglie, donne e bambini.
In quanto ad attendibilità, come è facilmente dimostrato, erano veri campioni mondiali, gli Egizi...
Pertanto, si tenga pure stretti i suoi esantemi sarcastici e gli elmi cornuti (non proprio praticissimi da portare in una battaglia vera: lei dove si documenta, Valdes, sui fumetti?), ma soprattutto si tenga i bronzetti, che sono successivi di almeno mezzo millennio e sono di origine certamente Cipria.
Si studi la Storia, non le storielle dei militanti nell'Armata Brancaleone Shardariana.
Ci fu certamente la siccità, descritta e dimostrata dai paleoclimatologi e dai paleobotanici.
Ci furono le Tempeste Sismiche (che non sono semplici terremoti, s'informi), ben descritte dai geologi internazionali (si guardi ad esempio Amos Nur, tanto per curiosità: una sua dettagliata lecture è anche consultabile gratis e in chiaro nell'Internet, in Inglese.
Ci furono gravissimi problemi economici e sociali, con aumento fino a 13 volte del prezzo del grano.
Infine, non è affatto verosimile che si conoscessero le sei grandi società del Bronzo e non se ne conoscesse per niente una settima (La presunta - ma ahimé inesistente - 'coalizione' dei PdM), che sbuca fuori dal nulla, distrugge tutto, non conquista nulla e poi scompare di nuovo nel nulla.
L'unico vero popolo del mare (per usare questo vecchio termine) è quello dei Peleset: fuggiaschi terrorizzati dalle loro terre disastrate e distrutte, ma derivanti da una popolazione estremamente avanzata, di lingua e cultura provatamente greca.
Se vuole continuare a credere nelle balle spaziali, il problema, mi creda, è solamente suo.
@ Gabriele Maestri: è chiaro che si trattò di un periodo di grandissima confusione e disperazione: in circa 40/50 anni successe di tutto, immediatamente dopo le tempeste sismiche e dopo ripetuti e lunghi episodi di siccità che sono anche citati negli annali, nelle storie, nelle leggende internazionali (Erodoto, gli annali Assiri, la 'maledizione di Accad', il Gil-Gamesh), oltre che essere scientificamente molto ben documentati.
RispondiEliminaE in un periodo di massima confusione e disperazione, tutto può essere accaduto. Ma la sequenza degli eventi - più logicamente - avvenne per causa ed effetto, come in un domino. La mancanza di prodotti dell'agricoltura creò gravissimi danni alle società che dipendevano dalla produzione estera di grano (e questo spiega il crollo dei Micenei, che scambiavano la loro produzione di metallo col grano Egizio). I terremoti dettero il colpo di grazia alle organizzazioni statali e fu la totale anarchia: un vero e proprio si salvi chi può. Ugarit fu distrutta da un terremoto e dal successivo maremoto: solo dopo fu attaccata.
Le strade non erano sicure per nessuno (ammesso che ne fossero rimaste: e comunque i rilievi orografici turchi sconsigliano le vie di terra) e si andò per mare. Ci furono alcuni anni di ripetute, piccole ondate di emigranti: ecco perché le tracce archeologiche sono quasi tutte costiere o pericostiere.
Si fece un grande salto indietro: si passò al ferro (perché per un certo tempo i commerci furono interrotti: la lega del bronzo richiedeva lo stagno, che era lontano), si ritornò all'agricoltura ed alla pastorizia; si dimenticarono i rutilanti bronzi cipri e gli ultimi eroi.
L'unico parallelo che può calzare con ciò che - più probabilmente - i Popoli del Mare erano veramente è quello con emigranti disperati che abbandonano le proprie terre perché costretti a farlo. Appena potevano, si riunivano con i nuovi gruppi appena giunti con l'ultimo viaggio. Non era possibile fermarli, perché erano migliaia, a meno di sorprenderli in campo aperto, come fecero gli Egizi con i Libi.
Un accenno ai nomi: i nomi che noi conosciamo si riferiscono a circa 25/30 gruppi diversi: molti dei nomi sono Egizi. Alcuni hanno il suffisso che assegnavano ai popoli sconosciuti. Sono tutti nomi esoetnici, non sono quelli che quei gruppi assegnavano a se stessi: con questo metodo, i tedeschi, i germans, gli alemanes, i deutch, i tysch, tyscar, niemcy, potrebbero sembrare gruppi differnti, invece che una popolazione sola).
Questo confronto calza per molte altre popolazioni dell'antichità: pensa agli Etruschi ed ai molti nomi loro attribuiti, tutti differenti da quello che ci risulta essi si davano....
In ogni caso Sherden era uno solo dei nomi, su circa una trentina: fecalizzarsi (non 'focalizzarsi') solo su di essi è un atteggiamento shardariano, non scientifico.
Giorgio Valdes,
RispondiEliminaHa ragione Gabriele quando osserva che popoli del mare è un nome convenzionale sotto il quale si contano diverse etnie di mercenari. Casomai il problema è che nella letteratura corrente, il geroglifico "payyamw" (quello che appare sotto la scritta "shardana") viene tradotto dagli egittologi proprio come "popoli del mare". Da semplice dilettante non sarei in grado di obiettare e per quanto sicuramente il termine "mw" rappresentando da tre linee ondulate significhi grande quantità d'acqua e quindi mare, mi sono a volte domandato se Payyamw non fosse invece il nome proprio del prigioniero shardana.
Gabriele Maestri,
RispondiEliminaovviamente ragioniamo a livello teorico, sarebbe bello se quello che segnali fosse il nome del guerriero. Si aprirebbe un nuovo filone di ricerca. Insisto però con il paragone medievale degli eventi. La logica delle guerre e la composizione delle armate e sostanzialmente uguale nei secoli. Sono cambiate le armi ma la logica è rimasta uguale. Non sono d'accordo quando si parla di etnie. secondo la mia e delle guerre logica i reparti mercenari erano composti da diverse etnie con senz'altro una prevalenza di uni o degli altri. Se il gruppo fondante la masnada era shardy allora lo era anche la maggioranza ma gli ilvri erano anche di altre etnie.
Gerolamo Exana,
RispondiEliminasecondo me a un certo punto questi popoli che assunsero sempre più importanza e conoscenza dei territori in questione, sentendosi forti, numerosi e approfittando di una certa superiorità bellica, si unirono per provare a ottenere ricchezza tramite la guerra, la prepotenza basata sulle nuove e sofisticate armi in metallo. Forse scoprirono la possibilità di diventare potenti mediante le guerre e i saccheggi.
Gabriele Maestri,
RispondiEliminaGerolamo, esattamente come nelle guerre medievali in Italia. Diverse signorie passate alla storia nel rinascimento erano nate a seguito di accordi tra le compagnie di ventura mercenarie e seguenti conquiste territoriali. Compagnie di mercenari forti di qualche migliaio di armati si dichiaravano signori, infeudavano territori e castelli diventavano padroni a nome propio o a nome degli imperatori o cardinali. Sempre secondo me, esattamente come lo facevano diverse bande armate mercenarie nell'antichità.
Francesco Biancu,
RispondiEliminaLa caduta di importanti enclave, di citta' fiorentissime, e anche di Civilta' orientali, nella fattispecie Pylos, Micene , Ugarit, ma anche Hattusas, Arwad etc è da ascriversi tecnicamente alla compagine dei Popoli del Mare, come da scavi eseguiti in Situ, ma anche dalla debolezza economica , dalla ormai cronica stasi dei commerci, insita proprio agli scarsi raccolti e alle riserve alimentari in esaurimento. Il caso emblematico è quello di Ugarit, immenso emporio internazionale, abitato da persone provenienti da tutto il bacino orientale del Mediterraneo, ma, dove stranamente, l'elemento ellenico è assente in toto, dove sono i Ciprioti, a importare localmente le Ceramiche LH III B . Qui, abbiamo il rendiconto visivo della distruzione della grande citta', trovato stampato nelle tavolette con incisi tratti cuneiformi , nei forni della ceramica, crollati durante l' assalto, di una flotta di sette navi, provenienti probabilmente da Enkomi-Cipro. E' l'universita' di Kiev, nelle sue ricerche ad affermare, la presenza, nel livello di distruzione, di rinvenimenti di cuspidi di frecce e di punte di lancia socket, riferibili alle armi dei Northners, militari e mercenari di tradizione Elleno-Pontica, che ad Enkomi, avevano creato una testa di ponte per assalire il Levante. Ugarit, non rinascera' mai piu'.
Non ci perdo più tempo: alcuni di voi sono fuori, come gerani sui balconi.
RispondiEliminaUgarit, come ho già riferito, fu attaccata, sì, ma solo DOPO essere stata parzialmente distrutta da terremoto e maremoto. Già il primo scavatore di Ugarit (Schaeffer) lo aveva capito (ma non aveva potuto provarlo, perché allora non ce n'erano i mezzi). Dell'elenco di circa 50 città che Drews portava ad esempio come distrutte dai Popoli del Mare, 47 sono state scientificamente dimostrate distrutte da terremoti.
Come è possibile? Semplice! Sono state tutte riviste dai geologi, che hanno trovato tutti, ma proprio tutti i segni di terremoto che prima gli archeologi non avevano saputo riconoscere.
Chiavi di volta spostate, abbattimenti massivi, con subtotale distruzione (che l'uomo non fa mai) lungo la direzione dell'onda sismica. ASSENZA di frecce, lance e spoliazione dei cadaveri (con l'eccezione di Ugarit, appunto). Le ossa delle vittime che non erano state sepolte, bensì schiacciate sotto tonnellate di materiale di crollo, con la presenza di fratture multiple diffuse, parlano chiaro.
Ma se preferite foderarvi gli occhi con le favole, peggio per voi... Continuate a credere ai grandi guerrieri shardana che nessuno poteva fermare.
Francesco Biancu: Non hai degnato di uno sguardo il filmato di Amos Nur: lì si vede bene che Micene è posta su una linea di faglia sismica attivissima e che le sue mura erano state riparate molte volte, da maestranze diverse.
RispondiEliminaAnche Hattusas e Troia (alla pari di molte altre città), si trovano sulla linea di faglia turca settentrionale: tutto il Medio Oriente e l'Egeo, Cipro, Creta ed il Peloponneso sono estremamente sismici. Molti terremoti sono avvenuti in questi ultimi anni e sono documentati. Non sono stati così distruttivi, perché adesso non si costruisce più nei modi e nei luoghji dell'Età del Bronzo.
Insistere a parlare di Popoli del Mare è ridicolo, dopo che qualcuno ti ha dato riferimenti scientifici certi.
Vuol dire:
1) che guardi il dito, quando ti indicano la luna, cioé sei stupido,
2) Oppure, molto più semplicemente, sei in mala fede.
Ma se preferite ancora parlare di 'popoli', di eventi bellici e di paragoni con il Rinascimento, passerò ad annaffiarvi ogni tanto, se non piove.
Donato Pulacchini,
RispondiElimina@Maurizio Feo. Amos Nur è molto meno categorico di quanto afferma lei. Questo articolo spiega che la distruzione fisica con ogni probabilità è dovuta ai terremoti ma non afferma che i popoli del mare (per brevità, altrimenti devo fare l'elenco)non sono esistiti.
http://berlinarchaeology.files.wordpress.com/2012/09/nur-and-cline-2000.pdf
Ma se è vero che uno sciame sismico di portata immane ha devastato il mediterraneo, possiamo pensare che non abbia lasciato indenne neanche la parte occidentale (Penisola italiana, costo libico-tunisine) e allora non sarebbe improbabile che proprio dal mediterraneo occidentale siano scappate genti in cerca di pace sismica e di cibo). Se poi queste genti siano gli abitanti delle isole del grande verde e se il grande verde sia il mediterraneo occidentale o isole al di fuori dallo stretto di Gibilterra, davvero non so ma se questo volesse annaffiarci con la sue granitiche certezze gliene sarei grato.
Vi è infine da pensare a cosa abbia determinato questa carestia. Si tratta solo degli eventi sismici? Non sarà che questi eventi sono stati causati da un meteorite (mito di Fetonte) che oltre a innescare gli eventi sismici ha prodotto conseguenze sul sistema climatico?
A.Nur è estremamente categorico (e chiarissimo!) per quanto attiene alla Geologia.
RispondiEliminaL'affermazione "I Popoli del Mare non sono mai esistiti" incontra il Consenso (degli scienziati, ma non degli imbecilli)dal 1996 (Frase ed Articolo scientifico di R. Morkot, archeologo Inglese).
Si vada a riguardare la differenza tra sciame sismico e tempesta sismica, perché - da quello che scrive - è evidente che fa molta confusione sui termini.
Si vada a nche a riguardare le linee di faglia e la sismicità: nel mediterraneo Occidentale le cose sono MOLTO più tranquille, quindi le sue ipotesi sono fesserie (di 'portata immane', per usare i suoi stessi termini).
"Grande Verde" va sempre rapportato all'epoca: inizialmente era riferito a distese di acqua dolce. In seguito fu esteso anche al mare (ma non sempre lo stesso): anche qui, la prego, s'informi.
In queste pagine NESSUNO ha scritto che la carestia fu causata SOLO dai terremoti: ma lei sa leggere?
Ah, dimenticavo: non ci sono tracce di impatto meteoritico in epoca storica o protostorica nel Mediterraneo. Si capisce bene che al ramo shardariano dell'Armata Brancaleone piacciono solo le favole, i Miti e le Leggende Metropolitane, oltre, naturalmente, all'ipertrofia identitaria sarda, 'vexata quaestio' irrisolta di sempre, vero priapismo intellettuale...
RispondiEliminaRipeto che l'unico gruppo di emigranti che può rispondere - in qualche modo - al nome di 'Popoli del Mare' è quello culturalmente e linguisticamente greco dei Peleset. Cercare di risalire alla realtà da una sola iscrizione (peraltro intrisa del noto ed abusato 'marketing' Egizio)è un esercizio per babbaloni. Come credere e parlare ancora di 'elmi cornuti': è un vero spasso! Coloro che hanno praticato anche solo un po' l'archeologia sperimentale o le ricostruzioni pre-proto-storiche o storiche sanno benissimo che mai, in nessun epoca, anche un solo guerriero si è permesso la pazzia e la stupidità di portare in battaglia un elmo cornuto. Credo che presto scriverò un articolo al riguardo.
Comunque, ho il piacere di annunciare agli shardariani eventualmente interessati che è stato finalmente rinvenuto in Israele un vero sito shardana di vaste dimensioni.
RispondiEliminahttp://pasuco.blogspot.it/search?updated-max=2013-09-01T11:05:00%2B01:00&max-results=1&start=3&by-date=false
L'articolo che le ho citato contiene questa frase "We are not suggesting that all sites in the Aegean and the Eastern Mediterranean with evidence of damage dating to c. 1225–1175 were directly destroyed as a result of earthquakes. We would simply point out that there is a reasonable statistical possibility that an ‘‘earthquake storm’’ could have been in part
RispondiEliminaresponsible for at least some of the damage seen at a number of these sites in the Aegean and the Eastern Mediterranean at the end of the Late Bronze Age.
Mi sembra chiara, no?
Sulla sismicità del mediterraneo occidentale e sul mare oltre Gibilterra può vedere quanto qui contenuto:
http://legacy.ingv.it/roma/attivita/sismologia/sismotettonica/sismomedi/mediocc.html
L'INGV, le rammento, non propaga favole, miti e leggende metropolitane.
Sul fatto che grande verde possa siginificare "distese di acqua dolce" la invito a citare la fonte di tale affermazione.
Per quanto riguarda gli imbecilli, si tratta di un punto di vista. Chissà che epitteto avrebbero dato i popoli citati nel papiro Harris a chi qualche millennio più tardi arriva a negare che essi (chiunque fossero) siano mai esistiti?
Ah, dimenticavo: babbaloni sono coloro che (a)criticamente giustificano i propri pregiudizi, in un senso o nell'altro. Io, che studio solo per diletto, ho solo dubbi.
Nobody might ever dare to bluntly suggest that ALL SITES in the Eastern Mediterranean might possibly be destroyed by earthquakes.
RispondiEliminaNobody could be such a gigantic fool. So what else is new?
Parlaci di qualche cosa di nuovo, per favore e che - possibilmente - abbia un senso...
Troia, Micene, Megiddo (e molte altre ancora: ma tieni presente che il termine "Armageddon" deriva proprio da Megiddo, per il numero di terremoti che ha subito!) sono state distrutte dalle 25 alle 40 volte: nessun cretino può ipotizzare cause ossidionali per tante ripetute distruzioni. Naturalmente, tra tante distruzioni, certamente ce ne sarà stata qualcuna (anche più di una, te lo concedo sportivamente)causata militarmente dall'uomo. Naturalmente, tutto dipende dai punti di vista - secondo te - forse, quindi, sta a vedere che il cretino magari è il terremoto.
l'Oriente del Mediterraneo è un groviglio complesso di faglie numerose e differenti e tutte molto attive, il che lo rende un sito sismico estremamente attivo e di di rilevanza mondiale.
La penisola Arabica spinge verso Nord, senza potere minimamente spostare l'Asia (un po' troppo grande, non credi?) e la risultante è una spinta verso Ovest della parte meridionale dell'Anatolia (per te: odierna Turchia). Questo crea, insieme ai movimenti dell'Africa, numerose linee di faglia, che per brevità non cito qui, ma che ti invito ad andare a scoprire, per potere nutrire altri dubbi.
Pressocché nulla (nel mondo) è paragonabile ad esso: è inutile che tu mi venga a dire che i terremoti avvengono anche altrove: è un sospetto che ho da tempo, stai tranquillo.
Ti informo, però, a solo titolo d'esempio, che nelle 48 ore in cui a Parma ci sono stati due recenti terremoti, in Turchia ne registrarono quasi 50! Altri dubbi?
Si scrive 'epiteto', non 'epitteto': perdona la mia granitica certezza.
E se le cose non le sai, salle!
Donato Pulacchini
RispondiEliminaFirst af all: non ci conosciamo e quindi mi dia del lei.
Ma lei l'ha vista che giro fa la faglia Gloria? Ha vista da dove parte a occidente? Si è chiesto cosa potrebbe succedere laggiù dove si incontrano le faglie?
Impari a stare al mondo: in Turchia ci sono stato varie volte, visitando anche il museo delle civiltà anatoliche.
Su 'epiteto' ha ragione lei (capita..)
Sul ritrovamento di elmi cornuti forse da qui potrà apprendere come mai non ne sono stati trovati
http://oltre-la-notte.blogspot.it/2013/08/i-micenei-parte-seconda.html
A proposito di favole moderne, molto ci sarebbe invece da dire sui termini minoici e micenei, questi si invenzione recente
MI SCUSI: MI ERA SCAPPATO IL TU, MA ERA UN TU PIENO DI RISPETTO (HO SEMPRE IL MASSIMO RISPETTO PER CHI E' STATO IN TURCHIA E HA PERSINO VISTO IL MUSEO DELLE CIVILTA' ANATOLICHE, ANCE SE - QUANDO SCRIVE DI STORIA E DI GEOLOGIA - RIVELA IMMEDIATAMENTE DI NON AVERCI CAPITO UN TUBO).
RispondiEliminaNON HO BISOGNO DI GUARDARE QUEL SITO: LO CONOSCO GIA'.
MA GUARDI, PULACCHINI: LE DO' VOLENTIERI RAGIONE SU TUTTO; AMMETTO DI AVERE TROLLATO PER DIVERTIRMI. LA VERITA' LA CONOSCE LEI, ED HA RAGIONE. CONTENTO, COSI'?
Mi dia pure torto, anzi gliene sono grato, ma citi le fonti. Sugli elmi cornuti mi ha dato uno spunto interessante (perché non se ne trovano?) e grazie a lei ho trovato la risposta oltre a scoprire che anche qualcuno dei guerrieri rappresentati nelle statue di Monte Prama ha l'elmo con le corna.
RispondiEliminaSarà come dice lei che non capisco nulla di storia e geologia, ma sebbene più giovane di lei ho capito che si convincono gli altri con la forza delle proprie argomentazioni e non con le offese ed il sarcasmo che caratterizzano i suoi interessanti ma discutibili (nel senso che non sono la verità rivelata) interventi.
Mi dica ad esempio cosa pensa degli affreschi minoici (?) trovati ad Avaris
Citi le fonti?
EliminaMa se non ho fatto altro!
Pulacchini: quando mi sono accorto che lei non è uno shardanista, ho provato un po' di rimorso per averle riservato il trattamento che loro meritano.
Ma lei sembra proprio NON volere comprendere quello che scrivo.
Vuole la polemica fine a se stessa, oppure vuole capire?
Gli elmi cornuti non si trovano perché non ci sono mai stati (come strumento da difesa da usare in guerra), nella realtà: nella fantasia e nell'ideologia religiosa sì, sono certamente esistiti e pertanto ne esistono molte raffigurazioni.
Anche il blog che lei mi ha indicato - oltre la citazione dell'elmo cornuto - descrive l'umbone centrale dello scudo come qualche cosa di agrressivo/offensivo.
Non è assolutamente vero: l'umbone serviva unicamente a proteggere la mano di chi lo portava, in quanto il lavoro d'intreccio costituente lo scudo proprio in quel punto presentava una apertura, attraversata dalla maniglia. E' evidente che chi ha scritto quell'articolo (e lei che lo ha letto) non capisce un acca di guerra, di sperimentazione archeologica e di re- enacting bellico.
Sono sarcastico perché quando le cose non si sanno si dovrebbe tacere ed imparare, non scrivere e sentenziare.
Infine, nessuno la obbliga ad imparare da me. Impari da se stesso, ma legga le letture giuste, non gli onnipresenti shardanisti autodidatti.
Buona fortuna.
Quanto dico citi le fonti intendo dire 1) riporti per esteso autore e titolo della fonte scritta e magari il link, cosa che ad esempio non ha fatto quando ha asserito che il grande verde ha significato anche "acqua dolce".
EliminaIo sono interessato solo a capire ma troppi, shardanisti o anti-shardanisti, scrivono per stuzzicare e non per informare. Sull'elmo cornuto continuo ad avere dubbi. Possibile che tante rappresentazioni di periodi diversi e luoghi diversi(pitture, sculture..) li ritraggano ma non siamo mai esistiti? Non è invece più realistico pensare che non si sono conservati perchè fatti di cuoio e altri materiali deperibili?
Infine la cosa più importante:
a) chi sa più di me sa anche quali sono le letture giuste in questo mare di fantasie, ma se non le comunica è difficile che si parli di queste e non delle fantasie shardaniste.
b) chi scrive, competente o meno che sia, vuole, non sempre ma spesso, avviare un dialogo costruttivo e non impartire lezioni a suon di insulti ma neanche vedersele impartire a suon di insulti
ah dimenticavo: effettivamente non ho la minima idea di cosa sia il re-enacting bellico ma posso sempre imparare!
c)
Quelli del British Museum?
RispondiEliminaSi, esatto.
RispondiEliminaMi chiedevo se non abbiano ragione Berni e Chiappelli (haou-nebout. i popoli del mare) quando ci forniscono molti elmenti a riprova che molte di queste genti che chiamiamo popoli del mare per comodità arrivano da un altrove oltre Gibilterra ricco di metalli e animali esotici, inabissatosi dopo una lunga serie di terremoti via via più disastrosi. Prima del disastro uno o più di tali popoli potrebberp aver creato avamposti commerciali e ambascerie dentro il mediterraneo (Tartesso, Creta, Avaris...) ma quando sono costretti alla grande fuga invadono tutto il meditteraneo, fondendosi a volte con le popolaziono locali (da qui nascono i danai+cananei=fenici) o invadendo e sostituendo-cacciando le popolazioni pre-esistenti (invasione micenea prima e dorica poi).
Sono sempre di questa stirpe che gli antichi chiamavano eraclide, ma sono probabilmente popoli diversi anche in conflito fra loro ma accomuniati da saperi, tecniche e gusti simili che trasporteranno prevalentemente in grecia e che noi oggi chiamiamo egei, anche se non dalla Grecia sembrano nascere dato che qui emergono come un fungo della storia.
Se poi risultasse vero la tempesta sismica intornl al 1200 aC, oltre al meditterraneo orientale avesse coinvolto anche quello occidentale, avremmo una ricostruzion logica di quanto accaduto.
da Rolando Berretta
RispondiEliminaSignori andiamo con ordine. La questione, a questo punto, riguarderebbe il ritrovamento di materiale NURAGICO nelle tombe egiziane. I mitici mercenari furono relegati in diverse città; le conosciamo. Materiale non se ne trova.
Per il clima, delle nostre parti, c’è un interessante articolo dall’archeologo Mauro Perra; è riproposto da Pierluigi in data 8-8-2013. Si consiglia la lettura.
Non so se potrebbe interessare il mio punto di vista riguardo il mitico Grande Mare Verde. Lo espongo lo stesso.
Diodoro ci ricorda che nel Golfo Arabico (oggi Mar Rosso), dove l’Africa si avvicina alla Penisola Arabica, il mare era verde per le alghe e la navigazione era pericolosa: c’era poco fondale e si navigava sulle alghe. Un tempo c’erano carte con il SUD in alto. Per una stranissima coincidenza, sullo stesso parallelo, oggi troviamo Capo Verde e le isole… del Capo Verde, ripeto: sono sullo stesso parallelo. Anche Colombo finì in mezzo ai Sargassi…. in pieno oceano.
Altra curiosità: sulla destra ( a est) del Delta del Nilo viene riproposto (anche da Tolomeo) il lago Sirbonide. Curioso che Egiziani e Greci (anche Erodoto) lo ricordino con la pronuncia LATINA.
Suggestioni Rolando...ma vale la pena approfondire.
RispondiEliminaGrazie Rolando.
RispondiEliminaNaturalmente, c'è molto altro (e non solo suggestioni, Pierluigi)... Ma non ho intenzione di fare il servitore di nessuno: la bibliografia la cito solo sulle mie pubblicazioni. Tra l'altro, ho avuto la certezza che quella che ho qui riportata è stata trascurata completamente: nessuno è andato a guardarla (ci vuole anche tempo). Ritengo quindi che l'invito a citare le fonti sia solamente una sfida retorica. Se parlassi della forza di gravità, qualcuno mi chiederebbe le fonti.
Comunque, la bibliografia del mio libro "L'ira degli Dei e i Popoli del Mare", ED. CSCM, la contiene già tutta.
Trovo molto sbagliato che si parli di shardanisti ed anti shardanisti. Non sono due fazioni.
C'è soltanto un molto variegato gruppo di "persone di grande fantasia", ammirevoli nella loro volontà di pubblicizzarsi in tutti i modi, nelle cui file si nascondono ANCHE millantatori, falsari, politici, tutti interessati a trarre qualche vantaggio (qualunque esso sia) dalla confusione che creano.
Il famoso caso dell'Uomo di Piltdown è l'esempio migliore di quello che le teorie sbagliate e false possono causare e del motivo per il quale vanno contrastate, sempre, ovunque, in tutti i modi.
Quando avrò pubblicato il mio articolo sugli elmi cornuti prego Pierluigi di farlo avere all'amico Pulacchini, in modo che corregga le proprie idee non tanto sulla deperibilità del cuoio e delle corna, quanto sui vettori di forza applicati alle difese passive.
Buona giornata a tutti.
Maurizio Feo
Argomentare con questa spocchia, fa passare la voglia di leggere qualsiasi cosa dell'autore, anche se potrebbero essere cose interessanti per chi ha mente aperta ed anche disponibile a cambiare opinione.. Manco il papa ha queste certezze..
EliminaLei si pone sullo stesso piano di quelli che definisce shardinisti, mostrandosi purtroppo come un fanatico dell'altra sponda. Non si offenda, questa è la mia opinione. Ciro