lunedì 15 luglio 2013
Archeologia: scavi nel territorio alle falde del Monte Arci
Archeologia: scavi nel territorio alle falde del Monte Arci
di Vitale Scanu
Nei primi giorni di luglio a Bannari (Villa Verde), sotto la guida di Riccardo Cicilloni, sono ripresi gli scavi nel villaggio nuragico di Brunk'e s'Omu, finora mai citato negli elenchi dei manufatti nuragici. Eppure è indiscutibile la sua importanza per diverse cause: è sito, come Pau, alle falde del Monte Arci, noto per i giacimenti di ossidiana, i più ricchi dell'intero bacino del Mediterraneo. La sua grandezza è significativa, considerando che molto di quello che si trova sotto terra, è ancora da scoprire e studiare. Di caratteristiche molto remote, che lo riportano alle descrizioni che Diodoro Siculo, è attribuibile alla prima fase dell'epoca nuragica.
E' l'unico villaggio del Bronzo esistente in un largo raggio territoriale, i più vicini sono quello di Barumini e il Puistéris di Mogoro, e ciò induce a ipotizzare una sua funzione di centralità e di riferimento per tutta la zona dell'Arci. I reperti in bronzo e in terracotta finora trovati suggeriscono una rete importante di relazioni e di scambi commerciali indotti dalla preziosa ossidiana, la cui diffusione è testimoniata anche fuori dall'isola, già a partire dal VI millennio a.C., secondo il parere del prof. Lilliu. Gli scavi di Brunk'e s'Omu significano soprattutto la volontà e l'intelligenza dei bannaresi nel cercare le radici della loro identità e nel valorizzare anche le piccole risorse che la nostra terra ci offre.
di Vitale Scanu
Nei primi giorni di luglio a Bannari (Villa Verde), sotto la guida di Riccardo Cicilloni, sono ripresi gli scavi nel villaggio nuragico di Brunk'e s'Omu, finora mai citato negli elenchi dei manufatti nuragici. Eppure è indiscutibile la sua importanza per diverse cause: è sito, come Pau, alle falde del Monte Arci, noto per i giacimenti di ossidiana, i più ricchi dell'intero bacino del Mediterraneo. La sua grandezza è significativa, considerando che molto di quello che si trova sotto terra, è ancora da scoprire e studiare. Di caratteristiche molto remote, che lo riportano alle descrizioni che Diodoro Siculo, è attribuibile alla prima fase dell'epoca nuragica.
E' l'unico villaggio del Bronzo esistente in un largo raggio territoriale, i più vicini sono quello di Barumini e il Puistéris di Mogoro, e ciò induce a ipotizzare una sua funzione di centralità e di riferimento per tutta la zona dell'Arci. I reperti in bronzo e in terracotta finora trovati suggeriscono una rete importante di relazioni e di scambi commerciali indotti dalla preziosa ossidiana, la cui diffusione è testimoniata anche fuori dall'isola, già a partire dal VI millennio a.C., secondo il parere del prof. Lilliu. Gli scavi di Brunk'e s'Omu significano soprattutto la volontà e l'intelligenza dei bannaresi nel cercare le radici della loro identità e nel valorizzare anche le piccole risorse che la nostra terra ci offre.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento