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venerdì 19 aprile 2013

Ritratti di Sardegna: "La tradizione classica incontra il folklore"

               
Ritratti di Sardegna: "La tradizione classica incontra il folklore"
Musica di Lao Silesu, Gavino Gabriel, Ennio Porrino





“La luna calava nel vasto occidente, dando alla brughiera un incanto selvaggio. O pallide notti delle solitudini sarde… L’aspro odore del lentischio, il lontano mormorio dei boschi solitari, si fondono in un’armonia monotona e melanconica, che da all’animo un senso di tristezza solenne, una nostalgia di cose antiche e pure….”

Grazia Deledda
(tratto da “Elias Portolu” per la Rapsodia Sarda)

Il progetto:
Suoni dell'Isola, incantevoli melodie quasi nate dal vento e dalle pietre e ritmi di danza dal sapore antico, capaci di ammaliare i viaggiatori e riecheggianti nel cuore di chi ha lasciato la propria terra e in più il gusto di una riscoperta, la novità di una partitura ritrovata e inedita.  Il fascino delle musiche di Lao Silesu, Gavino Gabriel e Ennio Porrino – tre artisti che respirarono la vive temperie europee tra Ottocento e Novecento, i primi due, anzi coetanei per nascita della generazione dell'80 foriera con Alfano e Respighi, Pizzetti,  Malipiero e Casella di una vera rivoluzione nella scena sonora italiana, il più giovane Porrino destinato a suscitare interesse ben oltre le alpi, specie in Germania – racchiuse in un cd e fil rouge di un concerto è forse proprio nel felice equilibrio fra tradizione e innovazione.
L'eleganza e la raffinatezza formale si sposano alle metriche di un ballo e alle parole poetiche di una canzone, in un affresco variegato e prezioso delle atmosfere cittadine, dei riti e dell'allegria della festa, fino alle note tenere e magari maliziose di una serenata: un mondo palpitante di visioni e emozioni si traduce  in accordi, vibra sulle corde di un violino, che raddoppia e cui fanno eco le voci più gravi del violoncello e della viola. Inaspettatamente da un quartetto d'archi, emblema della musica colta emergono sonorità squisitamente popolari, con l'effetto di una polifonia di launeddas e il timbro e le dinamiche di un organetto.
Spazio quindi a Notte di mezzo luglio a Bonaria, Osteria a mare e Cagliari, la Peripatetica di Gavino Gabriel che firma anche un Fastiggiu e Abbrìvi, mentre le Tre canzoni italiane di Ennio Porrino rispecchiano tre momenti solo apparentemente contrastanti, ma meglio complementari della realtà dell'Isola: alla Canzone religiosa per “La processione di Sant’Efisio” si giustappone una celeberrima Canzone d’amore, la “Disispirata” di Aggius mentre per la Canzone a Ballo ecco affiorare l'eco dei passi di una Danza di Desulo (anninnora). Ouverture del concerto (e del disco) accanto alla sua “Sèrènade sarde”, la “Rapsodia sarda”, dedicata a Grazia Deledda di Lao Silesu, quasi un simbolo del legame tra l'artista e la sua terra, per una squisita rielaborazione del folklore in chiave europea e già universale.

Il programma:
Lao Silesu
 •Sèrènade sarde

Gavino Gabriel – Cagliari 1935
•Notte di mezzo luglio a Bonaria
•Osteria a mare
•Cagliari, la Peripatetica
•Fastiggiu
•Abbrìvi

Lao Silesu
• Rapsodia sarda, dedicata a Grazia Deledda
Introduzione – Disispirata – Alla filugnana – Canzone a ballo

Ennio Porrino – Tre canzoni italiane
•Canzone religiosa – La processione di Sant’Efisio
•Canzone d’amore – “Disispirata” di Aggius
•Canzone a Ballo – Danza di Desulo (Anninnora)


La Sèrènade Sarde è una delle numerose composizioni giovanili che Silesu portò con se a Parigi nel 1907. Secondo il nipote Faust Silesu, il brano fu scritto quando il compositore era appena diciassettenne. L’opera suscitò l’interesse di un editore che ne acquistò i diritti, probabilmente incuriosito da un qualcosa di “esotico”, e alla quale non esitò a attribuire un nome in lingua locale. (rif.Lao Silesu,un sardo a Parigi di Roberto Piana)

Cagliari 1935 è un quartetto d’archi dedicato all’amico e collega Nicola Valle. Composto di cinque movimenti: Notte di mezzo luglio a Bonaria, Osteria a mare, Cagliari la peripatetica, Fastiggiu e Abbrìvi, cerca di descrivere le sensazioni di un “Pellegrino” che visita la città.  La partitura ancora inedita, si presenta ricca di brevi ma incisi ritmi e melodie appartenenti al repertorio regionale sardo e si caratterizza da una totale assenza di suggerimenti tonali che rendono la composizione interessante e particolare nel suo genere.

La Rapsodia Sarda , compiuta il 12 Luglio 1923 a Parigi, è senza dubbio frutto di una delle ispirazioni più profonde e geniali di Silesu dove si manifestano prepotentemente le radici della musica folkloristica sarda ed è testimonianza del suo legame verso la Sardegna, mantenuto anche dopo decenni passati a Parigi. Dedicata a Grazia Deledda, la Rapsodia vide la sua prima esecuzione al teatro Eliseo di Nuoro nel 1972.

Le Tre canzoni italiane, originariamente scritte per coro, furono eseguite per la prima volta il 2 ottobre del 1937 al teatro civico di Cagliari in occasione delle Celebrazioni della Sardegna.  Porrino elabora una serie di canti popolari isolani e scrive questa composizione con l’obiettivo di invogliare i musicisti sardi e non ad accostarsi al patrimonio etnofonico dell’isola e a constatare quali impressioni suscitano su contemporanei quegli arcaici canti popolari. Le canzoni italiane intendono rappresentare tre momenti della vita sarda, tratteggiati nei loro più caratteristici aspetti. La prima, Canzone Religiosa (la processione di Sant’Efisio) riguarda un topos della cultura sarda;  la processione in onore del Santo è realizzata con il corteo che si avvicina lentamente e poi si allontana da Cagliari verso Nora. La seconda lirica è il più celebre componimento poetico della Gallura, Canzone d’amore (Disispirata di Aggius), l’invito alla donna amata affinchè si desti e sia partecipe dei sentimenti intonati dall’innamorato. Il terzo brano, Canzone a Ballo (Danza di Desulo), è una danza della regione centrale della Sardegna, la Barbagia, di carattere martellante e irrefrenabile, marcata dalle grida rauche degli uomini e delle donne. (rif. Ennio Porrino di Myriam Quaquero)


I compositori




Lao Silesu nacque a Samassi il 5 luglio del 1883, portando nel proprio cognome la testimonianza delle origini familiari (Silesu è, quasi certamente un'erronea trascrizione dell'anagrafe comunale de «s'isilesu», di Isili, località da cui provenivano i suoi avi). Dopo un anno e mezzo dalla sua nascita la famiglia si trasferì ad Iglesias, dove il padre fu chiamato per ricoprire l'incarico di organista della cattedrale. Luigi Silesu fu infatti un bravo pianista, organista e compositore e si occupò della formazione musicale del piccolo Stanislao creando forse l'unico enfant prodige sardo, tant'è vero che il bambino iniziò ad esibirsi in esecuzioni al pianoforte all'età di 10 anni riscuotendo un notevole successo.
Sempre sotto la guida del padre e di Luigi Allione (direttore della banda civica di Iglesias) iniziò a comporre Valzer, mazurche , polche e altre opere giovanili tutte dedicate alle persone a lui più care. Quando il padre si rese conto che il grande talento del figlio non avrebbe potuto svilupparsi in una Sardegna che poteva offrire ben poco come studi musicali, decise di mandare Stanislao a Milano.
Qui frequentò il conservatorio Giuseppe Verdi e prese lezioni private di composizione dal Maestro Carlo Gatti. Durante questo periodo scrisse la romanza Rosa gentile per voce e pianoforte e vari brani per pianoforte solo. A Milano conobbe la cantante sarda Carmen de Villa, che diventò la sua compagna di vita.
Nel 1907 lasciò Milano e si trasferì a Parigi, che era in quel periodo il centro culturale europeo dove si riunivano tutti gli artisti e gl'intellettuali dell'epoca. L'incontro con questo ambiente fu importantissimo per la maturazione artistica di Silesu; egli studiò, infatti, alla Schola Cantorum con Vincent d'Indy e frequentò i più grandi musicisti e compositori dell'epoca, da Ravel a De Falla a Puccini.
Nel 1903 Stanislao Silesu componeva il suo primo melodramma, Amsicora, in tre atti, su libretto di Sestilio Magnanelli. La sua seconda opera, sempre su libretto di Magnanelli, fu Astore, in un unico atto, tratto da una novella di Grazia Deledda. Al 1923 risale il melodramma Le lys dans la vallée, in quattro atti, tratta dall'omonimo romanzo di Honoré de Balzac.  Nonostante la lontananza dalla Sardegna, Silesu si sentì sempre profondamente figlio della sua terra, ed ambasciatore della sua gente nel mondo. La sua intensa sardità lo portò a ricordare come “Sardegna! Sardi!” fosse sempre il suo accorato appello in ogni contrada del mondo. Proprio l'Inno Sardo, nobilitato dalle musiche del Silesu su versi di Montanaru, pare fosse dedicato agli eroiche gesta dei fanti della “Brigata Sassari”.
Morì il 13 agosto del 1953 a Parigi, dove riposa nel cimitero monumentale di Pantin ove amici ed estimatori continuano a deporre dei fiori in segno di ammirazione. Moriva lontano dalla sua terra natale, che tanto amava e che fu sua grande ispiratrice, ed un suo caro amico sardo, che risiedeva nella capitale francese, ne avvolse la salma in una bandiera con i colori dell'isola.



Gavino Gabriel, notevole musicista, fu un grande studioso di etnomusicologia, disciplina nella quale, con le intuizioni, intuizioni, introdusse l’uso dei moderni strumenti di registrazione e avviò lo studio e la raccolta della musica popolare, aprendo così un campo di indagine inusuale per la cultura italiana.
Nato a Tempio Pausania nel 1881, si laureò in lettere a Pisa nel 1905 con una tesi sulla critica estetica, che discusse di fronte a una commissione presieduta da Giovanni Pascoli.
Tra il 1906 e il 1910 visse a Firenze, collaborando con “La Voce” di Prezzolino, e quindi iniziò a occuparsi di etnomusicologia pubblicando nel 1910 il suo primo lavoro su “Canti e cantadori di Gallura” apparso sulla “Rivista Musicale Italiana”.
Egli si introdusse così da protagonista nel dibattito, allora in corso nella cultura sarda, sulla sardità e sull’identità e diede un notevole contributo in un campo fino allora poco studiato, contribuendo a richiamare l’attenzione generale sull’enorme patrimonio di tradizioni musicali della Sardegna.
Tra il 1910 e il 1924 visse tra Milano e Londra approfondendo lo studio della musica tradizionale sarda, che contribuì a far conoscere in Europa, e nel 1913 rappresentò la sua opera La Jura al Filangeri di Torino, ottenendo un notevole successo.
Scoppiata la prima guerra mondiale, vi prese parte combattendo valorosamente come ufficiale di fanteria; nel dopoguerra riprese la sua attività musicale e continuò ad adoperarsi per far conoscere, a livello nazionale, la musica tradizionale sarda e in particolare quella gallurese.
Nel quadro di questa attività, nel 1921, grande interesse suscitò la presentazione del complesso dei cantori di Aggius a Milano; negli stessi anni strinse amicizia con D’Annunzio e con lui ipotizzò la pubblicazione di un libro sui canti di Sardegna. Attirato dal mondo dell’incisione sonora, ne intuì l’enorme importanza per la divulgazione della musica e comprese che la registrazione e la riproduzione dei suoni oltre che a consentire ad una crescente cerchia di ascoltatori di conoscere la musica , avrebbe permesso la registrazione e la conservazione di espressioni musicali che minacciavano di scomparire. Questa intuizione aprì orizzonti nuovi e originali nel campo della tecno-musica. Così tra il 1922 e il 1923 curò la registrazione dei canti di Gallura, del Marghine e della Barbagia e pubblicò alcuni manuali didattici al fine di introdurre nelle scuole l’uso di dischi e delle moderne tecniche di registrazione.
Tra il 1929 e il 1932 stese il progetto operativo che presentò al ministro Gentile per l’istituzione di una Discoteca etnica Nazionale che diresse proprio nel momento in cui cominciavano ad affermarsi alcuni autori sardi agli occhi dell’opinione pubblica e della critica nazionale. In qualità di direttore della Discoteca di Stato si impegnò nella registrazioni delle voci di tutti i maggiori protagonisti della vita culturale, costituendo così un fondo di grande valore documentale. Nel 1934 potè finalmente completare l’incisione della raccolta I canti di Sardegna.  Umberto Giordano, dopo aver letto un suo quartetto per archi, gli scrisse pieno di entusiasmo , riferendosi alla sua ineffabile e inafferrabile genialità: Mio caro Gavino, mi hai sbalordito! Sei un uomo miracoloso e da te c’è da aspettarsi le più stupefacenti sorprese. Oltre la padronanza contrappuntistica delle quattro parti, vi è anche padronanza tecnica degli archi, nel gioco delle doppie corde. Ti faccio, caro Gavino, le mie più sincere lodi…” Giudizi che valgono più di dieci diplomi in composizione dal momento che Gabriel era un autodidatta.
Davvero pochi artisti hanno avuto altrettanti “concordi laudatores”, egli fu apprezzato da importanti esponenti della cultura come: Grazia Deledda, Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, Giacomo Orefice, Mussolini, il Re d’Italia, Ottorino Respighi, Ildebrando Pizzetti e altri,  che gli valsero autorevoli amicizie , consensi e apprezzamenti.
Attirato dal mondo che le imprese coloniali sembravano aprire , nel 1936 si trasferì in Eritrea e si stabilì ad Asmara dove riuscì a rimanere fino al 1953. Divenuto capo dell’ufficio studi dell’amministrazione coloniale, organizzò la rete di radio ascolto su tutto il territorio eritreo , si impegnò nella raccolta delle tradizioni della musica popolare locale  e riorganizzò la biblioteca del governo. Negli anni della sua permanenza in africa egli si dedicò alla composizione di quartetti per archi e di pezzi per pianoforte di grande successo.
Nel 1953 tornò in Italia e riprese la sua attività di musicista e studioso di etnomusicologia; nel 1957 fu chiamato da Ennio Porrino a insegnare etnofonia musicale sarda.
Negli ultimi anni della sua vita si trasferì a Roma continuando la sua attività di giornalista e di critico; morì ultranovantenne nella capitale nel 1980.




Ennio Porrino, nato a Cagliari il 20 gennaio 1910, si trasferì giovanissimo a Roma dove studiò composizione con Cesare Dobici e Giuseppe Mulè, diplomandosi al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1932.  Allievo di Ottorino Respighi, all'età di 23 anni ottenne una prima affermazione presso il Teatro Augusteo di Roma con l'overture Tartarin de Tarascon, e con il poema sinfonico Sardegna (1934), una delle sue composizioni più conosciute ed eseguite.
Nel 1946 ebbe l'incarico di bibliotecario supplente nella Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli e si occupò di iniziare l'opera di sistemazione dell'inestimabile patrimonio librario, compitò nel quale si impegnò fino al 1948, quando iniziò ad insegnare composizione nel medesimo istituto.
Nel 1951 divenne professore ordinario di composizione presso il Conservatorio di Roma, e a partire dal 1956 divenne direttore del Conservatorio Pierluigi da Palestrina di Cagliari. Fu membro dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma e dell'Accademia Luigi Cherubini di Firenze. Si dedicò inoltre all'attività di direttore con l'Orchestra RAI A. Scarlatti di Napoli e l'Orchestra e Coro del Teatro La Fenice di Venezia.
Secondo il musicologo Felix Karlinger, egli fu il maggior musicista in Italia dopo Puccini, mentre l'enciclopedia musicale tedesca Musik in Geschichte und Gegenwart ricorda che l'opera I Shardana (1959) venne acclamata dalla critica come la più importante in Italia dal dopoguerra.
Sintetiche schede su Porrino compaiono in enciclopedie come il Grove e la UTET. Nel suo stile e nella sua ispirazione sono importanti la musica sinfonica e strumentale, quella sacra e quella drammatica e la Sardegna e le sue tradizioni popolari. Quando era ancora in vita, Ennio Porrino era molto conosciuto, sia in Italia che all’estero, una vera celebrità, e ancora fino ad una ventina di anni dopo la sua morte – sebbene le sue musiche venissero eseguite più raramente che in passato – la sua notorietà tra i frequentatori di teatri dell’opera e di sale da concerto era ancora ben salda. Ma esclusivamente gli specialisti erano e sono a conoscenza del fatto che egli fosse anche musicologo e critico musicale di innata competenza e di pronunciata vena polemica, nonché conferenziere e poeta.




Gli artisti

KAREL QUARTET


Il Karel Quartet prende il nome dal termine con cui i Fenici chiamarono la città di Cagliari nel VII secolo a.c.   Nasce nel 1996 con l’obiettivo di favorire la diffusione della cultura musicale e da subito si fa notare per la grande varietà di progetti che spaziano dal barocco ai contemporanei con particolare attenzione per la musica dei compositori della Sardegna.
I musicisti che lo compongono si sono formati presso le più prestigiose accademie internazionali di musica tra cui la Franz Listz Academy of Music di Budapest, l’Ecole Normale de Musique di Parigi, la Royal School of Music di Londra, ed hanno maturato la loro esperienza professionale presso importanti istituzioni concertistiche italiane ed estere quali l’Orchestra Giovanile Europea, l’Orchestra Giovanile Italiana, la Jeune Orchestre Atlantique e l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari.
L’Ensemble compone le prime parti dei solisti dell’Orchestra Filarmonica del Mediterraneo e si è esibito insieme ai solisti delle più importanti orchestre d’Europa tra cui Berliner e Wiener Philarmoniker, London Symphony Orchestra , Teatro alla Scala di Milano.
In quindici anni di attività musicale si è esibito in Italia e all’estero per conto di festival, istituzioni e associazioni concertistiche, attivando anche numerose collaborazioni con artisti del mondo della musica etnica e jazz, raccogliendo numerosi consensi dal pubblico e dalla critica.
Il Karel Quartet è in residenza presso la Chiesa Monumentale di Santa Chiara a Cagliari.


UNASP – Unione Nazionale Arti e Spettacolo
Sede di Cagliari
Viale Marconi, 4 – 09131 Cagliari - Sardinia, Italy
Coordinatore : Francesco Pilia
contacts: tel +3907043036  fax +3907043036 cell +39.347.1955924 mail – franc.pilia@gmail.com

Francesco Pilia  Musicista e organizzatore musicale è nato nel 1974. Laureato in discipline musicali (violino a indirizzo concertistico) con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica di Cagliari si è perfezionato presso la Franz Liszt Academy  of music di Budapest, ottenendo successivamente il diploma in Violin Performing presso la Royal School of Music di Londra.
Dal 1998 si dedica alla ideazione e gestione artistica ed organizzativa di manifestazioni musicali ed eventi culturali. Ha fondato l’Orchestra Filarmonica del Mediterraneo con la quale ha ideato una serie di eventi in collaborazione con le più importanti orchestre d’europa tra cui: Berliner Philharmoniker (Nuoro-Teatro Eliseo, 2005 - Cagliari-Auditorium del conservatorio, 2007); Orchestra Filarmonica della Scala (Cagliari-Teatro delle Saline, 2006); Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia (Cagliari-Auditorium del Conservatorio 2008); London Symphony Orchestra (Cagliari-Auditorium del Conservatorio, 2009); Wiener Philharmoniker (Cagliari-Piccolo Auditorium, 2010).  Dal 2005 al 2010 è stato assistente del direttore artistico presso la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari per la programmazione delle stagioni liriche e sinfoniche. Attualmente frequenta il Master in Management per lo Spettacolo presso la SDA Bocconi di Milano,  coordina il settore spettacolo delle ACLI (Unasp) per la Provincia di Cagliari, è direttore artistico della Cooperativa musica Sardegna, ed è direttore didattico di un corso universitario  sul  Management dello Spettacolo presso il Conservatorio di Musica di Cagliari, è docente di Marketing, Comunicazione e Fund raising per lo spettacolo presso l’Agenzia Isogea di Cagliari.


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