giovedì 9 agosto 2012
Il saluto al tempo dei nuraghi
Antico gesto che persiste
di Pierluigi Montalbano
Da qualche tempo approfondisco la ricerca su un'usanza sarda, soprattutto nelle zone campestri, che caratterizza il nostro modo di porci agli altri nel momento in cui ci si incontra per strada.
Quando passeggiamo, a piedi o in auto, lungo i sentieri campestri o nelle strade interne dei paesi dell’isola, nel momento in cui incrociamo lo sguardo o il passo con un abitante del posto si innesca un meccanismo mentale che porta ambedue a sollevare il palmo della mano destra e, tenendolo tra il petto e la spalla destra, rivolgerlo in segno di saluto verso il nostro “nuovo” conoscente, che certamente risponderà in tempo reale.
Questa consuetudine, quasi inconscia, si perde nella notte dei tempi e ha acceso il mio interesse, portandomi alla ricerca delle più antiche rappresentazioni di tale atteggiamento in un itinerario virtuale che ha toccato i quattro angoli del globo. L’indagine è partita dalle piccole sculture bronzee esposte in bella mostra nei musei di tutto il mondo e salutano, con regale dignità, tutti quei turisti fermi dietro i cristalli delle vetrine, intenti a osservare i capolavori degli artigiani sardi di 3000 anni fa. Il fascino di questi bronzetti ha contagiato tutti i collezionisti di antichità e, purtroppo, ha spinto alcuni faccendieri a una duplice illegale attività: eseguire dei falsi e, allo stesso tempo, contrabbandare i veri.
Ritornando al saluto, possiamo certamente affermare che i sardi introdussero questo antico gesto rituale. Decine di bronzetti, guerrieri, sacerdoti o gente del popolo, sono rappresentati in segno di saluto, di ossequio, di rispetto, sempre reciproco. In questa immagine, come mia consueta metodologia di proposta, ho preparato un mosaico delle statuette descritte con tanto piglio dal nostro maestro, il compianto Lilliu, nel suo “Sculture della Sardegna nuragica” del 1966.
Nel resto del mondo ho trovato poche immagini, e ciò suggerisce che la tradizione fu diffusa, o almeno resa importante, dai sardi antichi. Invito i lettori a segnalare altre rappresentazioni e, nel frattempo, a riflettere insieme a me su questa importante caratteristica che distingue i nostri avi dagli altri popoli.
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