venerdì 15 luglio 2011
Bronzetti nuragici - Guerrieri
Bronzetti Guerrieri
In questo articolo saranno esaminati i bronzetti guerrieri che non alzano la mano in segno di saluto, ossia dei veri e propri soldati armati fino ai denti che evocano battaglie nelle quali si distinsero per le gesta eroiche.
Iniziamo dal n° 89 della classificazione di Lilliu, 1966. È alto 16.8 cm ed è conservato al museo archeologico di Firenze. Impugna un bastone liscio pomellato che potrebbe essere uno scettro simile a quello già visto in mano al capotribù n° 4. Certamente si tratta di un individuo che appartiene agli alti ufficiali e riveste un ruolo prestigioso, un capo. Indossa un guanto che lascia le dita nude e nella mano sinistra stringe una lama a doppia costola, denominata “stocco”, spezzata nella parte superiore che sporge dalla spalla. L’elmo presenta lunghe corna e cresta mediana. Sopra la tunica, i petto è protetto da una corazza identica a quella del “Miles Cornutus” n° 96 che descriverò a seguire. Anche gli schinieri sono uguali. Il volto è elegante, con sopracciglia e naso che formano la consueta “T” e nella parte posteriore si notano i capelli striati a spina di pesce.
Il personaggio n° 96, denominato Miles cornutus, è alto 24 cm, proviene da Senorbì ed è conservato a Cagliari.
Poggia su una base con 4 fori che suggeriscono una base lignea alla quale la statuina era inchiodata. Nella mano destra impugna un lungo stocco con lama a due costole ed elsa a pomo ricurvo. La mano sinistra tiene uno scudo con umbone non centrato. Elmo con lunghe corna e volto identici alla statuina n° 89. Una tripla tunica riveste il corpo e sul davanti sinora una corazza striata provvista di cintura dalla quale pendono due bande frangiate. Le gambe sono protette da schinieri come la n° 89.
Il personaggio n° 97 è alto 15 cm, proviene da Padria ed è conservato al museo di Cagliari.
Lo schema è quello della n° 96 ma lo stocco, munito di due chiodini che fissano la lama, poggia sulla spalla. Nello scudo rotondo con umbone si nota una bella decorazione geometrica, e nella parte posteriore sono sospesi quattro piccoli stocchi con elsa in bella mostra, pronti all’uso in caso di duello corpo a corpo. L’elmo con lunghe corna presenta una finitura pomellata di dubbia interpretazione. La corazza è indossata sopra un’attillata e corta tunica che lascia scoperte le gambe. Una goliera protegge il collo e le spalle presentano una protezione, probabilmente in cuoio striato. Gli schinieri a gambale completano la dotazione difensiva e sono irrobustiti da tre stecche verticali cucite al cuoio. Il cranio si restringe a uovo e il volto allungato contribuisce a “orientalizzare” l’aspetto.
Il bronzetto n° 104, denominato “Eroe a 4 braccia e 4 occhi” è alto 19 cm, proviene da Abini-Teti ed è conservato a Cagliari.
È un personaggio molto conosciuto in quanto viene utilizzato spesso per rappresentare la Sardegna Archeologica nelle guide turistiche. Sulla testa calza un elmo con cresta mediana e due lunghe corna pomellate che quasi si uniscono nella parte superiore. Il corpo è stretto da tre tuniche e presenta una corazza con maniche segnata da bande verticali striate. Le caratteristiche che colpiscono nel bronzetto sono le 4 braccia che stringono 4 armi. Le due superiori reggono stocchi, quelle inferiori due scudi. Altro particolare che colpisce è il volto con 4 occhi e con consueto schema a T di naso e sopracciglia. Certamente si tratta di un personaggio mitico, e la dotazione di armi esalta il suo valore guerriero.
Ultima di questa serie riassuntiva dei guerrieri che ho scelto di proporre, ma non meno importante, è la statuina n° 106, denominata “Demone militare”, alta 15 cm, proveniente anch’essa da Abini-Teti e conservata al museo di Cagliari.
L’elmo è costituito da una calotta emisferica con cresta mediana e corna orizzontali. Il corpo è rivestito da una pesante giubba in cuoio a mezze maniche e le mani tengono stretti due scudi dotati ciascuno di tre corti pugnali nella parte interna. Il personaggio mostra un pugnale al petto sospeso coi una funicella a tracolla. Le gambe sono protette da lunghi schinieri rinforzati alle ginocchia. Due lunghe trecce scendono fino al petto e la forma generale massiccia conferisce al bronzetto l’aspetto di un guerriero invincibile.
Tutte le immagini sono tratte da Lilliu, 1966, Sculture della Sardegna nuragica.
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i bronzetti sardi sono molto belli.
RispondiEliminasono troppo belli ma nn e' giusto che se li godano degli stupidi in qualche salotto di un riccone svizzero o di chi sa dove.....
RispondiEliminaio ne ho uno, ma non sono ne ricco ne svizzero :-)
EliminaIl dio - eroe eponimo era Sandan (Sardan, Sardus) figlio di Eracle ed Eracle stesso, identificato anche con Marduk, Dioniso, Eshum,Visnù, Asclepio...ci piace pensare che il personaggio mitologico rappresentato nella statuetta ritrovata nel Santuario federale di Abini (Sardinia) sia proprio Sandan, egli infatti ha, come Marduk 4 occhi, ha 4 braccia come i Veda indù (ma anche come Apollo a Sparta), ha le antenne (o corna) come gli Dei mesopotamici.
RispondiEliminaRacchiude tutto ciò che rappresenta l'esaltazione di un personaggio. Potrebbe essere una divinità, un mitico condottiero che guidò i sardi verso la gloria, un eroe del passato che venne glorificato per le sue qualità o perché riuscì in vita a compiere azioni degne di essere ricordate in eterno. Il fascino di questo (e degli altri) bronzetto è racchiuso proprio nel mistero che lo circonda.
RispondiEliminaogni giorno ne scopro una nuova... di invenzione... qualche storico lo ammette, ho dovuto inventare perché i dati in possesso erano troppo scarsi... come i santi del paradiso...
RispondiEliminaper es. santu Anni, come sant'Anna erano pozzi sacri pagani, da Anni a Giovan Battista il battezzante, su battiatori, the bather, in effetti anni, anna, ain, ana e simili sono idronimi più diffusi per indicare acqua di pozzo, di fonte, di lago, di fiume...
e che dire della madonna del Carmine, de su Cramu? kram, le kram è la spiaggia sabbiosa di Karthage in Tunisia, come la bianca e sabbiosa Crimea, e Carmona, Crema e Cremona sorte nelle rive sabbiose dei fiumi, e tutte quelle sante Barbare... e i pozzi Arroseri per sant'Arrosa?
a proposito di Eracle,
RispondiEliminacome può una persona sensata pensare che Eracle fosse "una" persona?
quando Omero dice che Danao costruì il tempio dei grandi di Samotracia non vuol certo intendere un uomo, esiste un modo di esprimere il singolare in funzione di popolo, di comunità e ancor più di "esseri che possono essere compresi in quel significato" per es. - Al tedesco piace la birra - quale tedesco? Heinz? Muller oder Mann? in portoghese è molto frequente l'uso del singolare collettivo, per es. "o italiano come muita pasta" va inteso: il popolo italiano, oppure l'italiano in generale... quindi Eracle ha un senso come Eracleo, ossia: "gente di fiume"