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martedì 4 maggio 2010

Sea People - Popoli del mare IV - la civiltà megalitica atlantica


La civiltà megalitica atlantica:

Vi sono evidenze costanti che mostrano come questa cultura si sia diffusa a partire dalle rive dell'Atlantico fino a coprire lentamente una parte del continente europeo. Attorno al 5000 a.C. appare con sorprendente rapidità in tutta l'Europa atlantica un’umanità che conosce l'agricoltura, la ceramica, la pulitura della pietra e l'architettura, che sa smuovere grandi blocchi in pietra e prende il nome proprio da tale tecnica di costruzione. Parrebbe che un'ondata di genti provenienti dal mare avesse distribuito nel mondo culturale europeo una serie di borghi oceanici. Poiché non è possibile che i megalitici siano sorti dal fondo dell'oceano Atlantico, rimane per il momento senza risposta il problema della loro origine. I grandi monumenti in pietra sono situati nelle zone litorali e nelle isole: Malta, Sardegna, Baleari, Bretagna, Inghilterra, Irlanda, Seeland, coste dell'Africa settentrionale, Provenza, Spagna. In Bretagna, dove sono numerosi, sarebbero il risultato di viaggi verso l'oro dell'Irlanda e lo stagno della Cornovaglia, la penisola che funge da scalo indispensabile. La zona toccata da questo fenomeno del Mediterraneo ricorda quella, precedente di circa due millenni, della ceramica cardiale. Il secondo elemento fondamentale consiste nell'evidenza di un potere politico ed economico asservito ad una scienza: l'astronomia. Dagli straordinari siti di Carnac, Kermario, New Grange, Stonehenge e altri, da un circolo principale si dipartono allineamenti dalle chiare connessioni astronomiche con più di 1000 menhir. Questi indubbi orientamenti dei megaliti con i punti solstiziali ed equinoziali ne fanno dei giganteschi orologi-calendari a cielo aperto e la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad uno sbalorditivo congegno di unione cielo-terra ben più complesso, di cui la nostra ignoranza ci lascia intuire solo le funzioni più elementari e macroscopiche.
Quale potrebbe essere l'interesse di una iniziale cultura neolitica per l'astronomia se non quello di conoscere al meglio il tempo della semina e della raccolta? Ma da dove venivano se i siti più antichi sono proprio quelli della costa atlantica del 5700 a.C. in Francia e di Milares in Spagna? Furono i celti, almeno in parte, gli eredi della cultura megalitica. L'immagine della casta druidica che riceviamo dalle descrizioni di Cesare nel "De Bello Gallico" è quella di una istituzione politico-religiosa dominante il substrato sociale: sono amministratori sia della giustizia che del culto. Una classe sacerdotale dominante che richiama alla mente la più alta casta dell'India vedica, quella dei bramini, ma anche quella dei primi re Dori spartani amministratori del culto, fino a giungere all'imperatore romano che è anche Pontefice Massimo. Le diverse migliaia di dolmen a corridoio e la galleria coperta testimoniano un terzo elemento caratterizzante: il culto degli antenati. Per i grandi monumenti è necessario un potere politico centralizzato oppure un consorzio di comunità, una sorta di federalismo. Da dove scaturiva questa koinè atlantica? Sappiamo che arrivavano dal mare, e sempre attraverso il mare si diffusero ulteriormente, sino alla Danimarca e alle coste della Svezia. L'idea che i megalitici dell'isola di Malta, come proposto da alcuni, siano arrivati dalla Sicilia è da escludersi, dal momento che un simile fenomeno non si sviluppò in Sicilia in quel periodo. La cultura misteriosa di Malta giunse dal mare e scelse un cruciale punto intermedio nella rotta fra la costa siro-palestinese e la Spagna, o l'estremità occidentale del Mediterraneo. In epoca storica, i Fenici percorrevano ancora la stessa rotta, e non è un se caso Malta è localizzata dove il Mediterraneo è più stretto. È impossibile non accennare alle tombe di giganti e al megalitismo sardo. Le misteriose tombe della cultura di Ozieri del IV millennio a.C. offrono evidenze di primissimo piano. Braudel dice che tutto sembra collegare queste tombe a una cultura orientale: teste di toro scolpite sulle pareti rocciose, idoli di tipo cicladico, disegni a spirale che sono emblema della fertilità largamente diffusi nell'oriente mediterraneo, da Sumer fino a Troia, Micene e la Siria. Ma vi si mescola un'influenza occidentale, forse proveniente dalla Francia del sud, e alcuni oggetti importati dimostrano l'esistenza di contatti con la Sicilia, la Corsica, le isole britanniche e l'Irlanda. Qualche tempo dopo compaiono le tombe a dolmen, che più tardi diventeranno grandi tombe collettive dette tombe di giganti, e poi i primi villaggi a nuraghe. È evidente che la progressione della civiltà che si era sempre ritenuto affluire da est a ovest, cambia completamente direzione.

Nell'immagine sopra vediamo un sito dell'Andalusia

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