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martedì 25 aprile 2023

Cartografia nautica. Eratostene. Articolo di Rolando Berretta.

Cartografia nautica. Eratostene.

Articolo di Rolando Berretta.

 


Così la raccontano:

 

Riassumendo quanto ha riportato Cleomede:


Eratostene mentre si recava a Sjene  (dove oggi c’è la diga di Assuan) notò che i raggi  solari cadevano a picco dentro un pozzo il giorno del solstizio d’estate. Lo stesso giorno piantò un bastone ad Alessandria e notò che l’ombra proiettata era di 7,20° (7° 12’). Ne dedusse che la distanza tra Sjene e Alessandria (5.000 stadi) era 1/50 della lunghezza dell’Equatore come 7,20° erano 1/50 di un angolo giro di 360°. Quindi la lunghezza dell’Equatore era di 250.000 stadi precisi precisi (dico io!). Inoltre: per avere un’ombra di 7,20°, precisi, ad Alessandria occorre che i raggi solari, il giorno del solstizio d’estate, cadano con il Tropico del Cancro a 24° precisi. Sjene è posta a 24° nord ma, al tempo di Eratostene, il Tropico era leggermente spostato. Se il Tropico era leggermente spostato anche l’ombra 

proiettata ad Alessandria sarebbe stata diversa.



A questo punto ho voluto approfondire tutto il problema. Ho preso google/maps e ho misurato la distanza tra Alessandria e Sjene seguendo il percorso del Nilo. Sono 1.000 km.  Ad Alessandria

si usava lo Stadio Alessandrino di 200 metri. 5.000 stadi di 200metri danno 1.000 Km.



Ho fatto un’ulteriore verifica:

Ai tempi di Eratostene il Tropico cadeva a 23°41’ mentre il Tropico a 24° lo abbiamo avuto verso il 2.700 a.C.  Era il periodo che fu edificata la Grande Piramide. Solo che la G.Piramide si trova a 30° nord. Se il Tropico cadeva a 24° e la Piramide è a 30° la distanza era di 6°. In un sistema sessagesimale 6° sono 1/60 di un angolo giro di 360°.

A questo punto ho fatto un ulteriore controllo per trovare il mitico pozzo di Eratostene.

Datosi che il Tropico cade a … in base al periodo …

A questo punto ho lasciato perdere Eratostene e mi sono concentrato sui valori della massima e minima  inclinazione terrestre. Forse gli Egiziani ne sapevano più di quanto ci viene tramandato.

 

Ho cercato i due punti estremi dove oscilla lo spostamento del Tropico: Abu Simbel e Kom Ombo.

Il complesso di Abu Simbel, causa la diga di Aswan, è stato spostato: oggi c’è il lago.

Per Kom Ombo la musica è diversa.


Il pozzo che si trova a Kom Ombo ufficialmente è un nilometro. Ma il nilometro è sull’isola di Elefantina, a quattro passi, e si capisce subito cos’è un vero nilometro. Quel pozzo, in collina, sulla riva del Nilo aveva un altro scopo. Eratostene, per andare a Sjene, vi ha fatto scalo. Si è fatto spiegare molte cose dai sacerdoti. Ha voluto personalizzare le informazioni ricevute. Le ha spacciate per sue scoperte.

Mentre riflettevo su quel pozzo ebbi una discussione con Antonio Crasto che si occupa di Egittologia.

Magari se cercate su Internet il pezzo di Antonio Crasto ….( Tempio di Kom Ombo)  mi evitate di fare brutte figure.  Antonio così si esprime:

“La metà orientale del tempio era dedicata al dio coccodrillo Sobek e alla triade:

-          Hator, Sole femminile, occhio destro di Horus l’antico, associato a un pianeta X oggi scomparso e madre del dio Sobex;

-          Sobex, figlio di Hathor e associato al pianeta Mercurio;

-          Khonsu, figlio di Sobex, e associato alla Luna.  …”


Per me era sufficiente dire che, in  quel pozzo, si potevano studiare il Sole (riflesso) e i passaggi di Mercurio. Si potevano studiare le fasi lunari. Si poteva vedere il passaggio dei vari pianeti esterni etc etc e che, quindi, era un perfetto osservatorio astronomico.

Antonio Crasto mi mandò questa foto; fatta da lui. C’è una macchiolina chiara  riflessa dall’acqua. Incuriosito dalla mia strana teoria cercò il giorno e l’ora di quando scattò la foto.

Prese una di quelle tabelle astronomiche …. e scoprì che Venere era sopra il pozzo.

Chi volesse approfondire trova in rete:

http://www.ugiat-antoniocrasto.it/Articoli/Tempio%20di%20Kom%20Ombo.pdf

Torniamo ad Eratostene.

E presentiamo il “suo” mitico Parallelo di Rodi.

Questo Parallelo passerebbe sopra le mitiche Colonne d’Ercole di Gibilterra, poi sullo Stretto di Messina fino a passare sopra l’isola di Rodi.

Il problema è questo:  per vedere questo “parallelo” bisogna disporre di una immagine che raffiguri la Terra sferica e vederla come una Terra Piatta. In questa immagine io vedo che, questo mitico parallelo, altro non è che il Diametro del Tropico del Cancro.

Piccola nota: se una persona, che il giorno del solstizio d’estate si trovasse a sud del Tropico del Cancro e si mettesse ad osservare la posizione del Sole a mezzogiorno, noterebbe che lo stesso è a settentrione.  Bisognerà aspettare Amerigo Vespucci per tale segnalazione.

 

Ho aggiunto un altro grafico per evidenziare a quale latitudine nord, o sud, cadono perpendicolari i raggi del Sole, a mezzogiorno, durante  i sei mesi dell’anno.  Per sei mesi il Sole percorre il ciclo e per sei mesi fa il percorso inverso. Con l’ausilio di tabelle, già predisposte, bastava misurare l’altezza del Sole a mezzogiorno con un quadrante. Si aggiungevano i gradi come da tabella e, con una semplice somma, si determinava la latitudine. Cristoforo Colombo utilizzava la Polare di notte. Vespucci ha misurato buona parte del continente americano. Vespucci conosceva bene Dante Alighieri e ne ricorda un passo:

      I° capitolo Purgatorio

Io mi volsi a man destra e posi mente

allo altro polo e viddi quattro stelle

non viste mai fuor ch’alla prima gente;

godeva pareva il ciel di loro fiammelle:

o settentrionale vedovo sito

poi che privato sei di mirar quelle

Non solo conosceva Dante Alighieri; ci ha lasciato anche un bel disegno delle stelle in oggetto e ci informa che brillavano come la stella Canopo: il timone della nave (costellazione) Argo che, dalle nostre parti, non si vede assolutamente.

 

Colombo, arrivato vicino alla zona torrida, racconta:

“-…sul far della sera, ebbi la stella polare a cinque gradi di altezza. Lì il vento mi abbandonò e mi trovai in mezzo a un caldo così torrido che te­metti che la nave e la gente prendessero fuoco. La calura provocò improvvisa­mente una situazione insostenibile: non c'era nessuno che avesse il coraggio di scendere sotto coperta per prendersi cura delle botti e dei viveri. Questo caldo soffocante si protrasse per otto giorni: il primo giorno il cielo era sereno, gli altri sette giorni nuvoloso e piovoso, il che però non ci servì di rimedio. Certo, però, se avessimo avuto il sole del primo giorno non credo che avremmo avuto possibilità di salvarci…

 

Vespucci, di contro, racconta:

“- Parmi, magnifico Lorenzo, che la maggior parte dei filosofi in questo mio viaggio sia reprobata, che dicono che dentro della zona torrida non si può abitare a causa del gran calore; e io ho trovato in questo mio viaggio essere il contrario, che l’aria è più fresca e temperata in quella regione che fuori di essa, e che è tanta la gente che dentro di essa vi abita e che di numero sono molti di più di quelli che fuori di essa abitano… che è certo che più vale la pratica che la teoria.

Tutto questo per dire:  Eratostene e Colombo vengono osannati e riveriti in tutti i testi. Amerigo Vespucci è presentato come un profittatore; una mezza calzetta.

Capita, ogni tanto, di andare in Rete per controllare  cosa si racconta su Eratostene. Sono tutti meravigliati dell’intuizione del Genio. Tutti spiegano la storia del Pozzo e del bastone. Nessuno si meraviglia che, quel metodo, non è stato mai applicato. La misura della lunghezza dell’Equatore è rimasta incerta fino a tempi abbastanza recenti. Tolomeo aveva detto che misurava 24.000 miglia (romane) quando sono 27.078. Con la misura di Tolomeo si viaggiava agli inizi del 1.500.

Consiglierei di osservare i profili costieri dell’Ucraina

Un bravo geologo saprebbe datare questi profili riportati da Ortelio.


Anche un bravo Storico saprebbe datare questa toponomastica riportata da Vesconte Maggiolo.

Manca la Lidia di Creso.

E questa è di Pietro Vesconte; siamo agli inizi de 1300

Ricordate Scipione, poi l’Africano, quando assediò e prese Utica con la flotta?

Per dire che queste carte hanno qualche anno sulle spalle. Per me le hanno fatte i ROMANI.

 

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