Recensione volume di archeologia preventiva
Giampiero Galasso
Con le nuove Linee guida approvate dall’articolo 5 del DPCM 14 febbraio 2022 e le procedure attuative, di valutazione e risoluzione del rischio archeologico già disciplinate dall’articolo 25 del DL 50/2016, le normative italiane sull’archeologia preventiva si aggiornano ulteriormente per essere uniformate sempre più a standard e direttive internazionali.
In un periodo di continue trasformazioni del territorio italiano dovute alla realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche o di interesse pubblico (impianti eolici, fotovoltaici, tracciati ferroviari, strade e autostrade, condotti fognari e idrici, gasdotti, elettrodotti), la ricerca archeologica in ambito nazionale si è concentrata da oltre 15 anni anni quasi esclusivamente nella salvaguardia e tutela del nostro patrimonio culturale ancora conservato nel sottosuolo. Da qui l’esigenza di accelerare sulla formazione dei giovani operatori del settore, che in futuro troveranno sicure opportunità lavorative quasi esclusivamente nel campo dell’archeologia preventiva.
È questo l’obiettivo che si pone l’ultimo volume dell’archeologo Giampiero Galasso, che attraverso uno stile immediato e comunicativo riesce a spiegare, con chiarezza, leggi, circolari ministeriali e procedure attuative da mettere in campo in correlazione con le richieste di fattibilità, a livello di progettazione, di grandi e piccole infrastrutture, nel rispetto dei termini di consegna richiesti dagli uffici periferici del Ministero della Cultura.
Dopo un’ampia analisi sull’evoluzione normativa italiana della disciplina, nel testo sono analizzati tutti i passaggi da seguire sia per la verifica dell’interesse archeologico in fase prodromica (valutazione del rischio) sia per la gestione della documentazione scientifica dei sondaggi di scavo attivati nelle fasi successive della procedura, finalizzando i risultati non solo ad una più corretta risoluzione del rischio, ma verso più ampi obiettivi di conoscenza e valorizzazione del territorio senza perdere mai di vista la fattibilità di tutti quei progetti spesso necessari e inderogabili per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e per il progresso civile e sociale del nostro Paese.
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