Il sistema protourbano in Sardegna.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Nell'eta del Bronzo, oltre 3 mila anni fa, i sardi avviarono una fase protourbana con la realizzazione di villaggi organizzati in zone ben distinte dedicate alle attività sociali, religiose, politiche, economiche, abitative e funerarie. Ogni comparto aveva la sua area specifica, con la zona artigianale separata dall'insediamento per evitare che fumi, rumori e scorie disturbassero la comunità. Il luogo dei defunti era scelto con cura, e le tombe venivano realizzate a qualche centinaio di metri di distanza dal villaggio. Gli edifici religiosi erano posizionati nel cuore del sito, facilmente raggiungibili e dotati di appositi cortili per la celebrazione dei rituali. Strade e sentieri collegavano le abitazioni con il centro, e la sicurezza era garantita dalla presenza di muraglie realizzate intorno all'insediamento, spesso in prossimità di strapiombi. Periodicamente si svolgevano feste in cui allevatori e agricoltori si incontravano per scambiare i loro prodotti e, come nel resto del Mediterraneo, le monete di scambio erano i metalli, sotto forma di lingotti, panelle e utensili come falci, asce, zappe e armi.
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