Sardegna. Il tempio di Monte d'Accoddi
Articolo di Pierluigi Montalbano
Il tempio di Monte d'Accoddi, nella Sardegna settentrionale, fu realizzato all'alba dell'età del Rame, intorno al 3000 a.C., in un'area cimiteriale dove, a decine, si contano splendide domus de janas. Alto circa 8 metri, con lati che sfiorano i 30 metri e una rampa di 40 che conduce al terrazzo, è simile ai templi mesopotamici denominati ziqqurat e incarna l'unione tra cielo e terra, luogo d’incontro tra uomo e divinità. Di fianco alla rampa si notano un menhir alto quasi 5 metri e una tavola d'altare realizzata con una lastra, munita di sette fori, sovrapposta a pietre per formare una sorta di dolmen. All’interno, sotto la terrazza, c'è una camera inesplorata che forse, come in Mesopotamia, conteneva il letto sacro dove gli addetti al culto celebravano il rituale di rigenerazione della vita e della fertilità della terra e degli animali. Intorno al monumento ci sono i resti di un villaggio dove gli archeologi hanno trovato ceramiche quasi intatte. Inizialmente intonacato con ocra rossa, il colore del sangue e della vita, fu successivamente inglobato in un guscio realizzato con grandi pietre sovrapposte a secco. L'abbandono risale all'età del Bronzo Medio, intorno al 1800 a C., quando nell'isola inizia la fase nuragica con la realizzazione di migliaia di torri che ancora oggi dominano il paesaggio sardo.
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