IN RICORDO DI UBALDO BADAS,
di Giovanni Ugas
contraddetto, anzi ho aggiunto qualche parola per farlo sorridere.
Era sempre schietto e sincero e non dava giudizi se non era
certo. A me piaceva il suo modo di essere essenziale, il suo essere serio
eppure pronto alla battuta, ma
soprattutto mi colpiva la sua grande preparazione archeologica, mai
vantata, mai ostentata. Quando l’ho conosciuto, alla metà degli anni
‘sessanta nella facoltà di Lettere era
fuori corso e nonostante gli mancassero soltanto pochi esami non volle
laurearsi. Nella facoltà di Lettere fu
uno dei pacifici protagonisti della
stagione rivoluzionaria del ’68, ma per lui era sopraggiunta una sorta di
stanchezza e di sfiducia sull’utilità della laurea e forse
sul suo futuro di archeologo.
Con me è stato sempre generoso, prodigo di consigli e quando
ho chiesto la sua collaborazione è sempre stato disponibile, come quando nel
1969 nel sito di Monte Olladiri di Monastir diede un grande contributo per la buona
riuscita della mia prima (con)direzione
di scavo archeologico realizzato
insieme ad altri studenti
universitari cagliaritani. Per il suo
tramite potei contare anche sui rilievi di suo fratello Roberto Badas, allora
non ancora architetto.
Non posso non richiamare i meriti scientifici di Ubaldo Badas emergenti in particolare dagli studi sui contesti archeologici delle abitazioni nuragiche a corte centrale di Genna Maria che sono alla base della nostra conoscenza sulle fasi più antiche e sulla struttura economica e sociale del I Ferro in Sardegna. Egli fece conoscere questi suoi studi soprattutto negli Atti del secondo Convegno archeologico internazionale di Selargius, del 1987, e appresso nel volume L’Antiquarium arborense e i civici musei archeologici della Sardegna, edito nel 1988. È rilevante anche il suo studio sui monumenti e sulla ceramica d’età nuragica, apparso insieme ad altri contributi nella pubblicazione del 1986, curata da Caterina Lilliu, relativa al Censimento archeologico del territorio di Gesturi.
Come ha ben evidenziato Giacomo Paglietti nella sua nota in
Su Biddanoesu del 28 gennaio del 2023 “Il Museo di Villanovaforru non sarebbe
quello che è se non fosse per l’instancabile attività di ricerca e studio del
suo primo curatore e direttore Ubaldo Badas che il 26 gennaio scorso ci ha
lasciato all’età di 85 anni”. Ubaldo ha
collaborato attivamente alla realizzazione degli scavi condotti da Enrico
Atzeni nel complesso nuragico di Genna Maria di Villanovaforru, e soprattutto è stato determinante per la nascita del civico Museo archeologico del Comune della Marmilla. Senza
l’attivismo del sindaco Giovanni Puxeddu e delle idee e della acuta
intelligenza di Ubaldo messe in atto per l’allestimento del Museo
archeologico territoriale e per la
fruizione del sito di Genna Maria
non si sarebbe verificato quel
miracolo di promozione scientifica e di attrazione turistica in un paese, come Villanovaforru, di appena
900 abitanti in un momento in cui erano
ben pochi quelli che in Sardegna scommettevano sulla valenza scientifica
e turistica del patrimonio
pre-protostorico sardo. In effetti, Ubaldo era il precursore di un nuovo
modello di archeologia sarda mirato
ad ampliare la conoscenza
scientifica e ad un tempo a diffonderla
in modo capillare, “democratico”. Lui era un appassionato, preparatissimo
studioso e ad un tempo un eccellente divulgatore; era il curatore e ad un tempo
la sapiente guida del museo e del sito archeologico. Non era certo geloso del
suo sapere che condivideva con tutti, dai più eccelsi archeologi ai visitatori
curiosi.
Ubaldo come già evidenziato era un pioniere e si batteva affinché
i musei degli enti locali fossero dotati, oltre che di guide preparate, di
adeguato personale tecnico (ad esempio nel campo del restauro e del disegno) e
scientifico con archeologi e altri studiosi specialistici. Il museo doveva
essere una struttura vitale, sempre in fieri. Non a caso, il Museo archeologico
di Villanovaforru fu il primo ad assumere un archeoosteologo (la dott.ssa
Ornella Fonzo) per lo studio
dell’antropologia fisica e delle
faune antiche. Riguardo a queste esigenze fondamentali dei musei locali non c’è
bisogno di dire che le istituzioni politiche sarde (e non solo) sono tornate
indietro a tempi pre-ominidi.
Ricordando la sua figura, non posso far a meno di pensare al
fatto che, diversamente dai Forestali, non siano stati ancora inseriti in
organismi di carattere regionale e comunale i componenti delle Cooperative e
Società che per trenta-quarant’anni
hanno garantito la sopravvivenza delle strutture museali locali. E sarebbe ora
che si riconoscessero non solo a parole il lavoro e i sacrifici fatti dagli
archeologi come Giovanni Lilliu ad
Ercole Contu per la conoscenza e la promozione del patrimonio museale.
Nell’attuale prevaricante idea del bene archeologico come oggetto da ammirare,
come un’opera d’arte, c’è la perdita della sostanza del suo valore storico che
solo l’archeologo sa conoscere e restituire. È necessario riaffidare al più
presto ad archeologi la direzione dei musei e delle aree archeologiche,
valorizzando e non subordinando e mortificando
le loro competenze! Dico questo non perché non sia prezioso l’operare degli Architetti e degli Storici dell’arte,
spesso preposti ai massimi incarichi dei musei archeologici, messi in un
calderone unico con altri musei, ma perché semplicemente non hanno competenze
specifiche dell’archeologia pre-protostorica, classica e medioevale. In
Sardegna, ci sono tanti giovani archeologi preparati alle scuole dei nostri
insigni maestri: non disperdiamo questo patrimonio di conoscenze e
valorizziamolo con un adeguato programma di archeologia diffusa nel territorio!
Per concludere, credo che Ubaldo Badas meriti prima di tutto
la riconoscenza de is Biddanoesus e sono certo che essi sapranno fare quanto è
necessario per ricordare nel modo migliore
il suo prezioso impegno per la Comunità di Villanovaforru.
Giovanni Ugas
Foto 1. Ubaldo Badas
appare, in alto al centro, nel gruppo di lavoro del Cantiere archeologico di
Monte Olladiri in Monastir del 1969,
insieme agli studenti universitari Rosanna Del Rio, Dorica Manconi, Luciana
Morini, Patrizia Mureddu ed Elena Pierro, al giovane artista-disegnatore
Gianfranco Lai e all’assistente agli scavi della Soprintendenza archeologica di
Cagliari sign. Penduzzu.
Foto 2. Ubaldo Badas interviene, con al fianco Giovanni
Ugas, in occasione del Convegno di Studi
archeologici internazionali di Selargius del 1987.
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