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mercoledì 18 gennaio 2023

Il Museo del Mare di Procida. Articolo di Felice di Maro

Il Museo del Mare di Procida

Articolo di Felice di Maro

Procida Capitale della Cultura 2022. Domenica 15 gennaio con un concerto seguito anche online si è concluso il ciclo delle manifestazioni. Sarà ricordata soprattutto per le luci del palco del concerto che sono state alimentate a pedali e che dalle ore 19 tutte le opere dell’artista australiana Amanda Parer, tra cui il gigantesco “Man”, fig.2, ispirato al Pensatore di Rodin, sono state illuminate ed hanno mostrato al

mondo una scenografia bellissima di un’isola che ha saputo coniugare nell’anno appena trascorso cultura e bellezze naturali.

L’evento di Procida Capitale è ormai passato e si pensa al futuro e si fanno bilanci. Al riguardo di quest’ultimi sono sempre perplesso quando mi capita di leggere elenchi delle descrizioni di un ciclo di manifestazioni perché quasi sempre sono autonome dalle potenzialità culturali presenti sul territorio al quale si dichiara che si riferiscono e che spesso hanno un’importanza notevole nel panorama dei beni culturali ed è il caso del Museo del Mare di Procida per il quale, a fronte del convegno «La cultura del mare in Campania collezioni, memorie e storie in rete» del 18 novembre 2022 presso il palazzo comunale di Procida non si è dato nelle manifestazioni che sono seguite di Procida Capitale uno spazio mediatico adeguato e che comunque meritava, almeno in rete non ho trovato riscontri al riguardo.

Fig.2, “gigantesco man” foto di Donatella Pandolfi, da Facebook

Cerco con questo articolo di dare un contributo, e umilmente presento qui, in breve sintesi aperta, un quadro del Museo del mare di Procida perché penso che sia importante richiamarne l’attenzione in quanto svolge una funzione didattica di rilievo, ma sul tema del mare a Procida e in Campania -sia chiaro- non siamo certo al primum vitae, il convegno citato si è svolto in due sessioni. La prima, ha avuto come obiettivo quello di far conoscere i musei, le biblioteche e gli enti di ricerca impegnati nel recupero, nella conservazione e nella divulgazione delle eredità storico-archeologiche e delle capacità tecnico-scientifiche e delle abilità produttive e commerciali delle numerose comunità che in Campania vivono affacciate sul Mediterraneo. La seconda, si è svolta sugli sviluppi e le opportunità dei progetti di rete per rafforzare la missione delle singole realtà culturali che ne fanno parte affiancando le nuove motivazioni e sollecitazioni che vengono dal contesto territoriale rispetto al particolare momento storico che stiamo vivendo per le sfide del nascente sistema museale nazionale.

Il museo è visitabile presso l’Istituto Nautico di Procida, e a distanza, e solo naturalmente per conoscere i materiali esposti, si possono visionare le pagine web del sito che è stato realizzato dagli studenti, fig. 1, del quinto liceo scientifico “F. Caracciolo” di Procida. L’area espositiva è distribuita in quattro sale alle quali è annessa una quinta per la biblioteca. Visitando il sito si leggono delle notizie molto importanti per la storia dell’isola come: … la nostra scuola -l’Istituto Nautico -  nasce dall’esigenza della marineria procidana che nei tempi passati era molto affermata. Procida nell’800 possedeva una propria flotta mercantile: alla fine del 700 erano 100 imbarcazioni; a metà 800 divennero200 tale da divenire la quarta flotta del Regno. È stato istituito nel 1996, come si legge nella storia del museo, ecco il link:

(https://museodelmareprocida.wordpress.com/la-storia-del-museo/).

L’obiettivo dell’istituzione del museo è stato quello di esaltare e promuovere le radicate tradizioni marinare dell’isola ed è chiaro che si tratta di una motivazione meritoria e chiaramente la funzione è quella della didattica, mirata alla formazione degli studenti dell’Istituto nautico. Ecco il link del sito:

(https://museodelmareprocida.wordpress.com/).

Sia chiaro. Non mi è sembrato che questo museo sia stato all’attenzione. Comunque, oggi è un museo, e sempre come leggo in una pagina web del sito che ho visitato, … della memoria che custodisce l’essenza di quell’amore, di quella devozione e passione per il mare che caratterizza da secoli il popolo procidano, un popolo di capitani, marinai e pescatori. Al riguardo una osservazione penso sia necessaria in quanto in Italia sono in corso cambiamenti radicali a livello di economia e stanno cambiando anche gli stili di vita, complice anche la pandemia del Covid, quindi, le nuove tecnologie della robotica -solo per fare un esempio- che investe tutti i settori di produzione, presenta processi di automatismo ritmati da continue innovazioni che riducono in tutti i settori il personale impiegato e ciò avviene anche a livello delle navigazioni marittime. La continuità delle professioni legate a schemi passati economie locali è in crisi e bisogna guardare al futuro puntando sui nuovi settori e a Procida il turismo va rilanciato e penso che Procida Capitale, non si deve chiudere e continuare ad essere attiva con nuove manifestazioni e concerti e che tutto sia online.  

Premesso che in Italia abbiamo anche altri musei del mare, ma questo di Procida ha davvero un valore aggiunto in quanto consente di cogliere le dinamiche che hanno animato il mondo del mare in quanto è un museo didattico anche online anche se alcune pagine web vanno meglio focalizzate. L’insieme fa cogliere sia le tecniche di navigazione e come si sono evolute e sia la bibliografia complessiva e particolare, una parte a scopo indicativo viene presentata sul sito, ecco il link:

(https://museodelmareprocida.wordpress.com/monografie/).

Il museo ha anche un archivio storico che documenta la storia della tradizione marinara di Procida e si presentano gli ex voto in relazione alla tradizione religiosa legata all'attività marinara procidana e ad alcuni proverbi e canti popolari aventi ad oggetto il mare.

Sono esposti ottanti e sestanti e le bussole. Il sito presenta un Tour virtuale che presenta i vari materiali  esposti:

ottanti e sestanti;

igrografi;

bussole;

strumenti di navigazione.

In breve, presento una sintesi in riferimento alla lettura che ho fatto, ma è chiaro che è necessario approfondire:

l’ottante e il sestante sono strumenti ottici a doppia riflessione capaci di misurare angoli fra le visuali di oggetti lontani, il sestante ha un arco graduato di ampiezza di 60° (sesta parte di un angolo giro), l’ottante di 45° (ottava parte di un angolo giro), questi strumenti permettono anche di misurare l’altezza degli astri, come leggo, con tale misura di almeno due astri è possibile determinare la posizione della nave, ecco il link del video che ne presenta il funzionamento:

(https://museodelmareprocida.wordpress.com/media/).

Gli igrografi misurano la variazione dell’umidità in un dato intervallo di tempo e si compongono essenzialmente di un igrometro associato ad un registratore, sia esso meccanico (tipicamente a carta) o elettronico, sono strumenti per fare delle previsioni e presentano i dati della temperatura, dell’umidità e della pressione atmosferica che vengono forniti dal termometro (scala centigrada) per la misurazione della temperatura, dall’igrometro (o lo psicrometro) per l’umidità (in percentuale) e per la pressione dal barometro, graduato in millimetri o millibars.

La bussola è uno strumento per individuare i punti cardinali (nord, sud, est e ovest) sulla superficie terrestre e in atmosfera ai fini dell’orientamento e della navigazione, presenta un ago calamitato che, libero di girare su di un perno, ha la proprietà di allinearsi lungo le linee di forza del campo magnetico terrestre indicando così la direzione nord-sud (entro i limiti di errore dovuti alla declinazione magnetica) è uno strumento  fondamentale in mare aperto dove non ci sono punti di riferimento, è utilizzata insieme ad un orologio e un sestante che danno luogo ad un sistema di navigazione.

Gli strumenti di navigazione sono presentati in 21 foto, purtroppo non hanno denominazione e neanche didascalie di presentazione, e sono delle radio, dei cronometri e varie.

Leggere le fasi della marineria procidana è importante anche per comprendere quello che è stato il passaggio epocale dalle navi a vela a quelle a vapore e viene fatto notare che i cantieri navali al riguardo erano inadeguati, tema da approfondire. Il mare, come si legge, per un’isola è già un elemento fondamentale e ancora di più lo è per un’isola piccola come Procida, circa 4 chilometri quadrati, così vicina alla terraferma e allo stesso tempo più legata al mare che a Napoli, attenzione la sociologia del popolamento dell’isola è mutata in quanto oggi è densamente abitata con 10.060 residenti stabili e in estate si si parla di 100mila  presenze. Spesso si leggono note stampa per eccessivo traffico e quant’altro e la mobilità sull’isola è un problema.

Procida fa parte della città metropolitana di Napoli e il territorio comunale comprende interamente le isole di Procida e Vivara. La storia, sempre come ho letto, ci dice che: da sempre i procidani hanno trovato il loro lavoro in mare piuttosto che in città, e il sito del museo attira l’attenzione sul fatto che si sono spinti più volentieri verso quell’ignota ma redditizia “risorsa blu” piuttosto che verso la popolosa Parthenope, ed è proprio dal legame speciale che c’è da sempre fra i procidani e il mare che è nato questo museo.

Ok. Condivido. Siamo però nel 2023 e le nuove tecnologie di comunicazione, sempre più raffinate anche per il settore delle navigazioni oceaniche di fatto richiedono sempre meno personale e quello che viene impiegato deve essere sempre più specializzato.

È ancora valido puntare su profili professionali che offrono alti redditi?

Secondo me si tratta di interrogativo cruciale e va analizzato. Si tenga anche conto che l’evoluzione del mondo virtuale e cioè tutte quelle tendenze che caratterizzano nell’insieme opinioni e consumi a tutti i livelli che presentano continue immagini di benessere è falso e viene anche ingigantito. Spesso si confonde con quello reale e provoca conflitti sociali ingestibili. Le delusioni aumentano in modo esponenziale quando la realtà mostra i denti della dura esistenza e presenta continui processi di depressione ingestibile. L’occupazione deve essere in funzione dell’economia complessiva del paese e l’equilibrio economico è fondamentale per avere un’armonia controllabile tra occupati e lavoratori che cercano lavoro.

Certe figure professionali sono ottime, ma ne sono richieste davvero tante? Al di là delle opinioni s’intende, si impone di considerare nuove prospettive socioeconomiche legate all’economia reale del paese, paese che non ha materie prime ed ha un’economia basa sulla trasformazione e sull’esportazione e il turismo è una risorsa importante da rilanciare continuamente. In finale di quest’articolo, sia chiaro:

vivere nel luogo dove si è membri di un ambiente sociale sarà sempre più un valore irrinunciabile e chi è costretto a rinunciarci per motivi di lavoro in generale vive con disagi diffusi e spesso è un soggetto che sa solo odiare e non amare.

Felice di Maro

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